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FIORI DI BACH : PINE IL PERDONO DI SÉ

a cura di Corrado Nieli
 

Quello che tratteremo oggi è uno dei grandi temi legati ai Fiori di Bach, uno di quei temi che l’umanità non ha ancora assimilato, una lezione tutta da imparare: la colpa ed il perdono di sé. Con i secondi diciannove rimedi abbiamo infatti iniziato ad esplorare un territorio più profondamente psicologico e spirituale. E, come visto nei precedenti articoli, le forze spirituali dei grandi alberi ci aprono il cammino che conduce al nostro vero Sé.

Il Pino silvestre (Pinus sylvestris) fu il terzo rimedio messo a punto da Bach nel 1935. Le sue caratteristiche botaniche ci parlano di una conifera amante di quella luce che riceve crescendo su pendii soleggiati. È molto comune fino ai 2000 metri di altitudine e può raggiungere i quaranta metri di altezza. Fiorisce da aprile a giugno con fiori sia maschili sia femminili di colore giallo-rosato. Molto ricco di resina, venne usato per farne fiaccole particolarmente luminose. Da questo possiamo iniziare a comprendere la componente fuoco  del suo carattere (Marte), visibile anche nel colore rosso-ruggine di alcune parti del tronco. Diversi prodotti derivati da questo albero sono usati a scopo terapeutico per combattere, col loro calore, le malattie da raffreddamento e irrigidimento articolare tipicamente saturniane. Ed ecco apparire l’altro grande archetipo astrologico legato a questo albero, il Grande Vecchio: Saturno. Il pino silvestre ha una vita molto lunga, una lenta crescita e resiste al freddo più intenso, anche alle latitudini più settentrionali, prosperando in zone come le foreste siberiane o finlandesi. Bach vide chiaramente l’aspetto negativo di Saturno, infatti preparò il rimedio Pine per coloro che si avviliscono e si autoaccusano, vivendo costanti e ostinati sensi di colpa. Leggiamo le sue parole:

“Per quelli che si fanno sempre dei rimproveri. Anche se hanno successo, pensano che avrebbero potuto far meglio e non sono mai appagati dai propri sforzi e risultati. Sono grandi lavoratori, ma soffrono molto per i difetti che credono di avere. A volte, di fronte a un errore commesso da altri, arrivano a farsi carico di ogni responsabilità”. Edward Bach

Sembra proprio di vedere un Capricorno non realizzato, o anche, aspetti dinamici di Saturno su pianeti personali. Per esempio un Saturno-Venere potrebbe beneficiare di Pine qualora non sentisse di fare mai abbastanza per il partner, pur “lavorando” oggettivamente moltissimo per lui. Con Pine la percezione interna individuale è quella di dover fare di più, uno strisciante senso di colpa porta ad assumersi un carico eccessivo di responsabilità rispetto a situazioni proprie o altrui; c’è una sfiducia di fondo nella propria capacità di arrivare ad un risultato soddisfacente, libero ed indipendente.

Nello stato negativo Pine la persona si colpevolizza per tutto, si scusa per le sue mancanze immaginarie. È quella che si scusa se il treno è arrivato in ritardo come se ne fosse responsabile. È la persona che quando si ammala non lo mostra, e continua a lavorare per non “disturbare”, ma anche per non affrontare il senso di colpa che l’esprimere un proprio bisogno le causerebbe. Credo che il nucleo psicologico di Pine sia questo: “Io non sono degno di esistere, se esisto devo cercare redenzione e solo lavorando moltissimo e sacrificandomi per gli altri posso conquistarmi questo diritto”. Si nega il diritto di esistere, di sperimentare la vita in prima persona (Marte). Si colpevolizza del dolore che produce relazionandosi col mondo, manca di autostima e non ha la possibilità di provare gioia di vivere. Il tipo Pine trova ogni buona occasione per incolparsi di qualcosa. Spesso si sente corresponsabile di altrui mancanze, come il caso del vicino di casa rumoroso al quale non riesce a dire nulla. Marte, non riesce ad affermare un suo bisogno, poiché bloccato da un Saturno tirannico che impone la sua priorità: le colpe vanno espiate col sacrificio di sé. Pine giustifica sempre gli altri, ma è rigido e perfezionista verso se stesso. Se sbaglia crede che sarà punito, e lavora ancora più duramente per espiare il senso di colpa. La sua “grama” vita è fatta di una perenne rincorsa verso il riconoscimento e la possibilità di poter finalmente dare valore a se stesso liberandosi del fardello che porta. Come è facile immaginare, i percorsi scelti per il cammino di espiazione, per estinguere il perenne debito che sente di avere, sono degni di una Via Crucis.

Per il lavoro si nega lussi e piaceri. Spesso evita di comunicare la propria opinione per evitare di ferire l’altro. E se esprime il proprio pensiero, si sente in colpa per quanto ha detto. Ha bisogno di imparare che solo chi non agisce nella vita non commette errori. È stato rifiutato, e non gli non è stato riconosciuto il diritto all’esistenza indipendentemente dalle leggi, sociali od universali che siano. Spesso si ritira nel suo lavoro ed anche fisicamente cerca di occupare il minor spazio possibile. Pine sopravvaluta i suoi limiti, che deve imparare a rispettare, e sottovaluta le sue doti. La sua istanza interna gli dice che non è mai abbastanza. Non è ancora sufficiente. Si impone standard troppo elevati e di conseguenza si disprezza perché non riesce a raggiungere l’obiettivo. Ed anche quando lo raggiunge non è mai pienamente soddisfatto.

Non è incapace d’amare, ma il suo amore è totalmente rivolto all’esterno, è diretto verso gli altri è orientato al dare. La richiesta d’amore che, come ho più volte ricordato, soggiace ad ogni stato floreale negativo, passa qui attraverso l’abnegazione, il sacrificio, la redenzione, il soddisfare materialmente le altrui esigenze, un senso del dovere esagerato e fuori dalla realtà. Come dice la Scheffer, non comprende che: “Non esistono peccati al di fuori della consapevole negligenza nei confronti della propria missione e della consapevole trasgressione della legge dell’unità”. Il tipo Pine dovrà imparare ad amare se stesso e a riservare per sé un po’ di quel servizio del quale è così prodigo con gli altri.

I tipi Pine negativo a volte danno proprio l’impressione di avere un bisogno masochistico di sacrificarsi, di martirizzarsi, passando la vita, per esempio, con una persona che non amano e che li tratta male. C’è sempre insomma la sensazione che si stiano punendo per qualcosa, come se una colpa dal passato guidasse le loro azioni. Il tipo Pine cerca e si attira inconsciamente persone e situazioni che lo rendono infelice.

Possiamo immaginare che tipo di rapporto abbia avuto con la figura genitoriale che ha incarnato il suo Saturno interno... La causa di un simile stato d’animo deriva probabilmente dalla severità paterna (IV-X), da una famiglia d’origine troppo rigida, intransigente rispetto alla prestazione scolastica, all’immagine o alla religione con principi morali dogmatici e forti precetti quali priorità nella vita. A causa di queste severe regole non si è sentito amato incondizionatamente, ed ha sviluppato uno schema interno che dice: ”Per quanto io sia bravo, mi impegni e raggiunga risultati, non è mai abbastanza, ed è colpa mia”. È come se la persona che vive lo stato negativo si sentisse sempre in difetto rispetto agli altri e, sostanzialmente, indegna di ricevere amore a causa del senso di colpa che sente dentro. La sua lotta per la conquista di quell’amore negato, consiste nell’impegnarsi sempre di più, nel sacrificare i propri bisogni, nel farsi corresponsabile degli altrui carichi. Perché, in Pine, quello che è stato messo in secondo piano è l’amore verso se stessi. Sente di avere un debito nei confronti del mondo e questo viene prima delle proprie, legittime, esigenze personali. In Guarisci te Stesso, Bach ribadisce spesso il fatto che i genitori non devono interferire con la volontà dei figli, egli scrive infatti: “Indipendenza, individualità e libertà devono essere insegnate sin dall’inizio e il bambino deve essere incoraggiato quanto prima nella vita a pensare e ad agire autonomamente. Il controllo dei genitori deve essere diminuito passo per passo...”.

Altro aspetto importante del rimedio Pine è quello che lo collega ai concetti di karma, reincarnazione, apprendimento, legge di causa/effetto. In Guarisci te Stesso Bach scrive qualcosa di estremamente eloquente al riguardo: ”Forse non sono gli errori di questa vita, di questo giorno di scuola quello per cui stiamo combattendo; e anche se nelle nostre menti fisiche non siamo totalmente consapevoli dei motivi delle nostre sofferenze, che possono sembrarci crudeli e senza senso, le nostre anime (che siamo noi stessi) conoscono il proposito finale e ci stanno guidando verso ciò che più ci conviene...”. Queste parole di speranza spiegano malattie gravi in bambini piccoli, che certo non hanno avuto il tempo di commettere chissà quali “peccati”. Pine va infatti usato, oltre che in tutte le malattie autoimmuni ed in quelle dalle quali si deduce autolesionismo, anche in tutte le malattie congenite.

Trasformare questo stato non è cosa semplice e richiede tempo, impegno, osservazione di sé, e soprattutto consapevolezza, perché l’unica alternativa all’espiazione della colpa attraverso la punizione è la grazia. Al contrario di quello che puo’ sembrare però, anche la grazia ha un prezzo, non è un dono che viene elargito a caso. Il prezzo da pagare è sempre lo stesso: la consapevolezza. Quanto più rapidamente facciamo tesoro delle lezioni della vita, tanto più rapidamente possiamo espiare le nostre colpe, facendoci carico consapevolmente, e quindi per scelta e con gioia, dei giusti “carichi” che ci spettano. Il rimedio Pine ci collega alla vibrazione più elevata dei concetti di karma, colpa e perdono, aiutandoci a trovare la via più naturale per espiare le nostre colpe.




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