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PROFESSIONE FASHION-DESIGNER

a cura di Francesco Astore
 

È nel modo di vestire un primitivo canale di espressione del buono o del cattivo gusto, dell’esibizione o dell’austerità, che presto si tramuta in “arte dell’abbigliamento”, atta a trasmettere un messaggio, a esaltare o reprimere, celebrare o umiliare.

L’abito fa il monaco? No, probabilmente. Ma, sappiamo dall’abito si possono misurare l’appartenenza sociale, il censo, la fede religiosa, oppure ancora, più semplicemente, lo stato d’animo e la cura di sé.

È così, da primitivo bisogno di coprire il corpo per ragioni igieniche e climatiche, la necessità di vestirsi diviene figlia delle arti figurative e plastiche, intreccia legami paralleli con pittura, cinema e musica, sociologia e antropologia. Tuttavia l’aspetto più curioso è che la moda tende a riflettere il costume della società, influenzandosi con cultura e politica di un certo momento storico.

La moda come specchio del tempo, dunque.

Artefici in parte di questo complesso fenomeno sono gli stilisti, celebrati dal pubblico, alternativamente corteggiati o rifiutati dal sistema consumistico e pubblicitario, siano essi astri nascenti, fulminee comete destinate a non vedersi mai più o ancora immortali stelle fisse: tutti (almeno solo per una volta!) a brillare nel firmamento della moda.

Non possiamo fare a meno di constatare come nel corso del ’900 quella del creatore di moda (fermo restando che per molti “creativi” esistono pure allettanti e cospicue motivazioni d’ordine economico), è diventata una vera vocazione. Proviamo a fare una carrellata sui 12 segni dello Zodiaco per vedere come le loro caratteristiche si esprimano nei Temi di stilisti consacrati dalla fama. Creatori che hanno dato un contributo alla nascita della professione di stilista come la conosciamo oggigiorno.

Si parte necessariamente dal segno che semina proficuamente ciò che fruttificherà poi in futuro: l’eversore Scorpione, cui appartiene Charles Frederick Worth (13 – 11 – 1823).  È lui il primo ad ottenere il permesso di presentare i propri modelli su un’indossatrice da lui prescelta, la moglie Marie, sua musa ispiratrice, prima mannequin della storia della Moda, simbolizzata nel suo Tema dalla Luna in Toro, segno della rappresentazione visiva.

Worth è il primo a firmare i suoi capi, per lui s’inventa la parola “couturier” professione nuova per un uomo derivata dal femminile “couturiere”. “Io sono il primo” è lo slogan dell’Ariete e puntuale, preciso nel suo Tema spicca il primo segno zodiacale occupato da un prestigioso Plutone in trigono a Mercurio nel Sagittario. Con l’appoggio mercuriale il seme creatore plutonico (nel segno di tutti gli inizi, l’Ariete) comincia a dettare il costume delle mode, a cambiarle e a innovarle.

Con il trigono di Plutone in Ariete all’entusiastico Mercurio in Sagittario, Worth diviene il prototipo dello stilista moderno, capace di spettacolari performance pubblicitarie (Mercurio – comunicazione e pubblicità) unite all’indiscutibile talento.

Worth dunque incarna una tendenza che farà nascere molti altri dopo di lui (Paquin, Madame Vionnet) ma nella calda era del jazz e del charleston, nei ruggenti e leonini anni ’20 due donne indiscutibilmente s’imporranno, spesso fronteggiandosi tra loro, due autentiche regine dello stile: Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli.

Chanel (19 – 8 – 1883) non poteva che essere Leone, segno virile per eccellenza del nostro ciclo zodiacale: i capi con cui Coco vestirà le signore trarranno ispirazione dalle linee semplici ed essenziali del guardaroba maschile. Tuttavia, la Luna nei femminili Pesci manifesterà la sua inconfondibile grazia nelle creazioni: una per tutte il “petit robe noir” che rimarrà per sempre simbolo dell’eleganza classica.

È sorprendente notare inoltre, il numero che Coco considerava suo portafortuna, quel magico 5, numero del suo celebre profumo, della data di presentazione delle sue collezioni d’inverno e primavera e, noi aggiungeremo, numero del Leone, quinto della successione zodiacale.

Sempre nel Leone brillava la Luna dell’italiana Elsa Schiaparelli (10 – 9 – 1890) mentre il segno solare era quella autocritica, attenta al dettaglio, analitica, Vergine. Sarà lei a mettere in evidenza i bottoni (prima di allora erano rotondi e nascosti) dandogli forma disparata e per la prima volta, curiosamente, forma di simboli astrologici. Si ricordano il suo humor e i suoi legami con un gran numero di artisti dell’epoca: nel suo Tema, Mercurio (ironia, scherzo, gioco) è molto positivo e si trova nel segno artistico della Bilancia.

Bilancia è anche il segno zodiacale deputato alle nozze e vale pena ricordare una Bilancia come Mainbocher (21 – 10 – 1890) primo americano ad aprire un salone di moda nella Parigi anni ’30, che disegnò l’abito da sposa di Wallis Simpson per il suo matrimonio col duca di Windsor, creando la moda, raffinatissima del “Wallis bue”.

Senz’altro Aquario l’autore del sorprendente “new look”, quel Cristian Dior (21 – 1 – 1905) che nel 1947 rinnovò la silhouette femminile con le sue sbarazzine e molto aeree gonne a ruota (l’Aquario è un segno d’Aria). La Luna in Cancro e Venere in Pesci, segni d’Acqua nel suo Tema, infonderanno una liquida sensualità alla figura femminile.

Naturalmente anche lei Aquario la rivoluzionaria Mary Quant (11 – 2 – 1934), sperimentatrice delle celebre minigonna per la prima volta sulle bambine dal 1959 e poi per tutto l’arco dei mitici anni ‘60.

La liberazione sessuale è alle porte e il Cancro Pierre Cardin (2 – 7 – 1922) lancia nel 1958 l’abbigliamento unisex: nel suo Tema l’estroso Mercurio splende nel segno più spensierato, androgino e propenso ad accoglierlo, ossia il luogo zodiacale dove il pianeta ha il suo domicilio più forte, i Gemelli.

Nei favolosi anni ’60 chi se non un ineffabile Pesci (segno del Cosmo e che dà i natali a moltissimi astronauti) Andrè Courreges, poteva trionfare con i suoi completi da cosmonauta, le tute in maglieria, gli abiti trasparenti e con oblò della sua collezione chiamata “era spaziale”?

Ricerca personale e viaggio di tipo artistico occupa invece l’opera del Sagittario (segno del viaggio, dell’esplorazione e della sperimentazione), Roberto Cappucci (2 – 12 – 1930) ispirata all’arte futurista e cubista, le cui geometrie sfidano la stessa tecnica sartoriale: nel suo Tema natale Nettuno, pianeta della fantasia, occupa la Casa Dodicesima, settore che si oppone alle regole e alle convenzioni.

Sagittario anche Gianni Versace (2 – 12 – 1946) che promuove uno stile spettacolare e variopinto dove non sono estranei legami con il mondo dell’Arte: famosa resta una sua collaborazione con Maurice Béjart.

Giocata sul paradosso divertente, sulla demistificazione del fashion – system, l’opera del trasgressivo, irriverente, ma dolce Franco Moschino (27 – 2 – 1950) cui il suo segno natale, i Pesci, ha donato genialità, fantasia e gusto per la metamorfosi.

Nei variegati anni ’70 Elio Fiorucci (10 – 6 – 1935) fa sbocciare i suoi “fioruccini”, gruppi di giovanissimi amanti della nuova moda della discoteca, degli abiti scintillanti o coloratissimi: il suo segno non può che essere quello della fresca e spensierata adolescenza, i Gemelli, mentre nel suo Tema il pianeta della giovinezza, Mercurio, si trova nel segno tenero e quasi infantile del Cancro.

Per contrasto sotto il segno della maturità, il Capricorno, in cui si domicilia idealmente Saturno, astro della durata, nasce Nina Ricci (14 – 1 – 1883), conosciuta per i suoi abiti sofisticati, per l’elevata qualità della lavorazione, diventando popolare nella creazione di modelli per le donne non più giovanissime.

Ritornando nella zona primaverile dello Zodiaco, non sfugge il Toro (segno fra i più rappresentati in questa professione) poiché è il segno della luce, del colore, dell’immagine, ma anche segno femminile di una sensualità intensa e raggiante. È interessante notare come il Toro, essendo corrispondente all’olfatto, ci riporti alle tante fragranze di profumi che gli stilisti affiancano al loro prodotto consueto.

Il Toro Valentino (11 – 5 – 1932) arriva a inventare addirittura una tonalità di rosso acceso (Toro – colore) con il suo nome! Il Toro Issey Miyake (22 – 4 – 1938) invece, porta avanti le tradizioni giapponesi di indumenti ampi da indossare combinare e drappeggiare liberamente, senza schemi: nel suo Tema infatti anche il pianeta della bellezza e dell’arte, Venere, è nel segno del Toro, in buon aspetto a Urano (libertà) e a Nettuno (fantasia).

L’altro Toro Jean Paul Gaultier (24 – 4 – 1952), si propone di abbattere umoristicamente le barriere tra maschile e femminile: nel suo Tema il Sole (mascolinità) è unito alla Luna (femminilità) quest’ultima sempre nel segno del Toro.

Primaverile è anche quell’Ariete segno di Fuoco di un’altra regina della Moda contemporanea, Vivienne Westwood (8 – 4 – 1941): nel suo Cielo di nascita risalta il contrasto violento di opposizione tra Marte (in Aquario) e Plutone (in Leone), i due pianeti dell’aggressività e della provocazione, nonché della sessualità maschile. Non a caso, nei suoi modelli nulla sta “a pennello” nel senso tradizionale e sartoriale del termine, l’attenzione è rivolta a come e dove la stoffa tocca il corpo, tutto è totalmente anticonformista, anarchico, perverso.

Negli anni della donna – manager i rigidi ’80, Giorgio Armani (11 – 7 – 1934) ci mostra un look tagliente, dominatore, distante, testimoniato nel suo Cielo di nascita da Marte, pianeta dell’istinto aggressivo controllato da un buon aspetto di Saturno, pianeta del freddo distacco. Il suo segno solare, tuttavia, il Cancro, rende morbide le linee, la sua famosa destrutturazione degli abiti è evidentissima da 5 pianeti in Casa Dodicesima, luogo del sovvertimento dei canoni formali, in questo caso, quelli della Moda.

A travolgere le tendenze noir e minimaliste ci penserà sul finire del XX secolo Roberto Cavalli (15 – 11 – 1940) quando accenderà luci di abbagliante cromatismo e di scoperto erotismo in sintonia al suo segno solare, lo Scorpione, su ragazzi e ragazze bellissimi (Venere e  Marte nel suo Tema occupano il segno della bellezza, la Bilancia) il tutto inscenato su uno sfondo di irrealtà e di inquietudine.

Scorpione Cavalli, come quel Worth da cui eravamo partiti e che è ufficialmente considerato il capostipite di questa articolata famiglia.

Ma quali sono oggi i tratti dominanti di questo mestiere?

La professione del fashion – designer, per usare il termine preferito dai diretti interessati, è attualmente strutturata “a piramide”, sono le multinazionali a tirare i fili invisibili del circo pirotecnico della Moda. Al vertice “ufficiale” della maison abbiamo un direttore artistico che è essenzialmente un uomo – immagine, scelto unicamente in virtù di un ruolo mediatico che si è riuscito a conquistare e consolidare in base al suo personaggio spesso grazie ai suoi vaporosi eccessi e al suo glamour.

Astrologicamente troviamo nelle Carte del Cielo dei nostri personaggi i pianeti legati alla comunicazione, al desiderio di brillare con l’agile tocco della novità (Mercurio), all’istrionismo, al protagonismo (Plutone) e in special modo all’abile sfruttamento della propria immagine (Giove) molto positivi ed in evidenza.

Emblematico il caso del texano Tom Ford (27 – 8 – 1961) che è stato direttore artistico e uomo – immagine per molti anni della prestigiosa maison Gucci: Plutone, pianeta della fascinazione, vicinissimo in congiunzione al suo Sole ed al suo Mercurio, ne fa un personaggio carismatico, timido soltanto in apparenza, come stabilisce la Vergine dove la congiunzione avviene.

In realtà, sempre nel suo Tema, Giove, simbolo della vista, è strettamente unito a Saturno, simbolo di ambizione ed intelligenza, entrambi nel segno tenace del Capricorno: ecco la spiegazione di un successo d’immagine sapientemente programmato!

Enfatici e positivi aspetti tra Plutone (finzione scenica) e Mercurio (genio della pubblicità) si riscontrano anche nei Temi natali di Domenico Dolce (14 – 11 – 1962) Scorpione e Stefano Gabbana (13 – 8 – 1958) Leone, oltre che del Vergine Karl Lagerfeld (10 – 9 – 1938).

Sontuosi aspetti del dilatante e fortunato Giove si ritrovano ancora nel Tema dello Scorpione Calvin Klein (19 – 11 – 1942), del Pesci Helmut Lang (10 – 3 – 1943) e Tokado Kenzo (28 – 2 – 1940).

Cosa rimane, infine, del mito dello stilista di moda?

Dal suo antico ruolo di “arbiter elegantiarum” (arbitro di gusto e di eleganza) il fashion designer attuale, complice l’enfasi mass – mediatica dei nostri tempi, si sarebbe trasformato in “grande comunicatore”, e “grande seduttore delle masse”, capace di amplificare l’immagine (sua e della maison rappresentata) con tanto di trovate ad effetto scenografico. Sempre più evidente l’incarnazione in uno spirito camaleontico, molto teatrale come si diceva, che molto spesso tende a prevalere sulla vera ricercatezza del buon gusto e dello stile.             




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