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FIORI DI BACH : WALNUT ROMPERE L'INCANTESIMO

a cura di Corrado Nieli
 

Per quelli che nella vita hanno ambizioni e ideali precisi e li stanno realizzando, ma che in occasioni sia pure non frequenti rischiano di perdere di vista le loro convinzioni o i loro obiettivi a causa dell’entusiasmo, delle convinzioni o delle opinioni forti degli altri. Il rimedio dona costanza e protegge dalle influenze esterne”. - Edward Bach -

Walnut, il Noce, o Juglans regia, è un albero molto diffuso in quasi tutto il mondo; viene coltivato per il legno di ottima qualità e per il pregiato frutto che dona. Originario dell’Asia Minore, venne introdotto a Roma dai Greci intorno al 100 a.C. È un albero imponente, che arriva ai trenta metri di altezza, predilige i terreni umidi e non ama la compagnia troppo ravvicinata di altri alberi. I fiori, di colore verde, sono sia maschili sia femminili, e si trovano entrambi sulla stessa pianta. È un albero che ama il sole e fiorisce in primavera tra aprile e maggio.

Il noce è una di quelle piante attraverso le quali il simbolismo di vita e morte si esprime in tutto il suo inestricabile intreccio. Moltissime sono le tradizioni che confermano questo collegamento. Il alcune culture è considerato albero dei morti e viene piantato nei cimiteri, mentre in altri contesti è associato alla vita, alla fertilità ed al matrimonio. Quasi ovunque le noci (associate ai testicoli) sono rinforzanti della potenza sessuale e dell’intelligenza (Il nome Juglans, deriva dal latino Jovis glans ovvero le noci di Giove).

In generale, Walnut è associato a tutte le fasi di transizione: dalla nascita, alla pubertà, al matrimonio, alla malattia, alla morte. Infatti, mentre da una parte è collegato al passato e alla morte di qualcosa, dall’altra è proteso verso il futuro ed verso il nuovo. Walnut è portatore di quella forza che rompe l’incanto del vecchio, che permette di abbandonare il passato e proiettarsi finalmente verso il successivo passo evolutivo. Come altri rimedi “di passaggio”, è un ponte, fra ciò che siamo e ciò che dobbiamo diventare. È uno dei grandi rimedi per affrontare, con il minore impatto negativo possibile, tutte le situazioni che richiedono adattamento ad una situazione nuova. Emblematiche sono le parole di Bach: “... per tutti coloro che devono decidersi a fare un passo avanti, rompere con convenzioni obsolete, lasciare indietro vecchi limiti e restrizioni per ricominciare daccapo..”.  Walnut dà infatti la spinta decisiva, aiuta a tagliare i legami che ancora ci trattengono. Bach definisce il rimedio Walnut spell-breaker, ovvero colui che rompe l’incantesimo. Walnut apre una breccia nella rigida ed impaurita personalità, donandole forza, resistenza e capacità di adattamento. Bach stesso fu un perfetto esempio di Walnut positivo, infatti, negli anni della scoperta dei rimedi (gli ultimi della sua vita) lasciò andare tutto: professione medica, riconoscimento sociale, sicurezza economica, per dedicarsi unicamente al compito che sentiva essere la sua vera missione e vocazione.

È stupefacente l’incredibile somiglianza della noce con la testa umana ed in particolare col cervello. Basta guardare una noce sgusciata e divisa in due per rendersene conto. La scatola cranica protegge il cervello, il frutto prezioso, ma è anche simbolo di rigidità, di limite e chiusura (pensiamo alla chiusura della fontanella nel bambino ed alla conseguente perdita di contatto col mondo spirituale). Il cranio è un confine tra la personalità e l’Anima, tra io terreno ed il Tutto. Ogni forma di pensiero rigida, ogni immagine statica, ogni idea fissa, sono autentiche barriere, muri che ci separano da noi stessi e  dalla possibilità di esprimere il nostro potenziale.

Ogni fase della vita può essere considerato un grosso progresso sulla via della propria evoluzione, e deve pertanto essere protetto. Sono periodi estremamente delicati per l’evoluzione personale e quindi collettiva, momenti nei quali bisogna essere forti per superare le ombre ed i legami del passato. È necessario tenere sotto controllo la propria insicurezza, le paure, i ricordi dolorosi, e i condizionamenti del presente. Nei momenti di cambiamento, i nostri schemi mentali si modificano, iniziano a sgretolarsi, il nostro campo energetico vacilla e si apre, divenendo più facilmente penetrabile. Sono periodi critici, nei quali rischiamo di decidere di rimanere rintanati nella nostra “cuccia” e di non metter più il naso fuori, anche se l’avevamo programmato. Per questo, è della massima importanza sostenere un processo che in realtà è già in atto, anche se, come tutti i cambiamenti, ci può spaventare molto. Walnut è il nostro scudo, il nostro guscio, l’utero protettivo che ci permette di portare avanti il nostro progetto. Ho usato non a caso la parola utero, infatti solo i fiori femminili vengono utilizzati nella preparazione del rimedio, fiori che – a quanto riferisce Barnard -  hanno una straordinaria somiglianza con il grembo materno.

Bach, in tutti i suoi scritti, insiste molto sull’importanza di non cadere vittima di influenze esterne. Seguendo la sua terminologia, possiamo dire che ogni individuo ha scelto un cammino da seguire, un progetto dettato unicamente dalla propria Anima, ma che una personalità non abbastanza forte può anche distruggere. Walnut è un rimedio fondamentale in questo senso.

I romani videro nel noce la segnatura di Giove e lo piantarono ovunque nell’impero. Gioviale è la maestosa statura dell’albero, ma a differenza di altri alberi imponenti, il noce ha una particolarità: fiorisce per la prima volta dopo due cicli di Giove (24 anni). A mio parere, Walnut rispecchia perfettamente il dualismo della inscindibile coppia Giove–Saturno, dove Giove ha la funzione di espandere la personalità, di indirizzare e spingere verso l’evoluzione, mentre Saturno di proteggerla dalle influenze esterne, tagliando fuori tutto ciò che può danneggiarla.

Il rimedio Walnut dona il necessario isolamento e la necessaria protezione per scegliere e seguire la propria strada. La robusta e ramificata radice che la noce forma quando germoglia, e la conseguente difficoltà nel trapiantare questa pianta, riportano all’idea di difficoltà nel cambiamento. Inoltre, lo spesso e acido mallo che ricopre il frutto, unito ai forti odori degli oli volatili, rendono la pianta isolata e inattaccabile anche dagli insetti, che se ne tengono alla larga. Analogamente, la particolare composizione del terreno e l’ampia ombreggiatura, fanno in modo che rimanga sostanzialmente isolata anche rispetto alle altre piante. Questo comportamento richiama perfettamente il rimedio Walnut, facendo pensare alla solitudine necessaria ad ognuno di noi per crescere, protetti dall’influenza di forze esterne (Saturno) e con la sola guida del proprio maestro interiore (Giove).

Ancora due parole per dire qualcosa sugli aspetti karmici del legame col passato. Il Karma ci tiene in scacco finché non abbiamo imparato la lezione collegata ad una particolare situazione di vita. Per loro natura, questi legami vanno sciolti e lasciati andare. Ed è qui che Walnut si dimostra efficacissimo, ponendosi in quella zona di confine tra vecchio e nuovo, ed aiutandoci a tagliare con quegli schemi della nostra personalità divenuti ormai obsoleti e quindi assolutamente da superare.

Ad un livello più fisico ed emotivo, si utilizza Walnut tutte quelle volte in cui una persona è immobilizzata o intrappolata in situazioni nelle quali deve liberarsi o adattarsi, come nel caso di una relazione distruttiva o di un’ingessatura per un braccio rotto.

Per chiudere, direi che Walnut protegge da tutti i tipi di influenze esterne che possiamo incontrare sul nostro cammino e che il suo potere evolutivo si manifesta nello stimolare la capacità di adattamento al nuovo. Ricordiamo però che non si tratta di un adattamento statico, c’è sempre in Walnut la visione di un futuro prossimo, del passo successivo, che in realtà è già stato deciso e quasi sempre intrapreso, anche se non consapevolmente.

Sulla ruota dello zodiaco, vedrei Walnut come il passaggio dallo Scorpione al Sagittario, il punto in cui Marte taglia col passato e apre la via ad una nuova visione del futuro. Un futuro che è già presente.




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