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MANGIARE E CURARSI “ALTERNATIVAMENTE”

a cura di Lidia Fassio
 

Da alcuni anni è entrato nell’immaginario collettivo il concetto di “cura naturale”; fino a quindici, vent’anni anni fa invece, la medicina allopatica non aveva rivali ed anzi, sembrava essere la panacea di tutti e di tutti i mali: soprattutto i nostri genitori erano convinti che ci volessero gli antibiotici, gli antinfiammatori, che bisognasse ingoiare vitamine e che, ad ogni singolo “sintomo”, corrispondesse un preciso farmaco in grado di annientarlo nell’arco di pochissimo tempo.

Siamo vissuti, soprattutto, negli anni settanta, ottanta e novanta con l’idea che medicina e chirurgia avrebbero risolto tutte le difficoltà del nostro corpo e che saremmo quindi diventati longevi e senza malattie. Per anni ci siamo dimenticati completamente che gli antichi dicevano che solo in una mente sana poteva crescere un corpo sano.

 

A partire dagli anni ’90 gli echi della New Age arrivaronono massivamente in Italia e, con essi, si cominciò a diffidare della medicina allopatica e, al suo posto, cominciarono ad avere successo – soprattutto tra la borghesia -  la “naturopatia” e “l’omeopatia” più tutta un’altra serie di tecniche di guarigione che lavorano su piani diversi ma che hanno tutte in comune l’utilizzo di prodotti naturali o addirittura di lavaggi di tipo energetico.

 

Si apriva così una nuova era per tutti noi: il concetto fondamentale introdotto dalla New Age ha molto a che fare con la psicosomatica e con il discorso del “ritorno alla salute” e parte da un assunto  molto diverso da quello che esisteva precedentemente: infatti, si è imparato che essere in salute e star bene non ha nulla a che fare con il non avere malattie, ma diventa un concetto molto più ampio e più articolato in cui entra appieno la parola “benessere” che significa “essere” in linea con sé stessi, volersi bene e trattare il corpo come qualcosa di importante e non solo un luogo da riempire e da usare per tutte le nostre necessità, chiedendo ad esso qualsiasi sacrificio o sforzo.

 

Ecco che, chi era più pronto ad entrare in sintonia con questi nuovi pensieri, si trovava a correre al mattino nel parco, a mangiare in modo salutare, a pensare che bisognava solamente ingerire cibi integrali, verdure, frutta e, nella pratica si verificò quasi una sorta di divisione sociale che si basava su cosa si mangiava; è di quegli anni la frase: “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. 

Alcuni cibi vennero “banditi” dalle tavole rei di produrre tossine, di non fare bene ed anzi, di danneggiare il nostro corpo e, ancor di più la nostra psiche. Ci si trovò di fronte ad un vero giudizio morale, qualcosa che poi avrebbero subito anni dopo i fumatori; per un periodo i “mangiatori di carne” vennero visti come esseri un po’ inferiori che non capivano il discorso ecologico e che erano pronti a mangiare “cadaveri” quindi personaggi aggressivi e con un valore più basso rispetto a coloro che invece si nutrivano di ortaggi e di cereali.. cibi considerati superiori!

 

L’integralismo non stava solamente entrando nei concetti filosofici e religiosi, ma era pronto ad invadere  anche le nostre cucine e così, all’improvviso, una serie di cibi che ci avevano accompagnati per anni, improvvisamente dovevano essere eliminati: tra questi lo zucchero, la carne rossa, le uova, il latte e tutti i latticini e poco valeva sostenere che, magari, a noi non avevano mai fatto male, perché ti trovavi sempre a discutere con il “competente” di turno che, guardandoti dall’alto in basso, ti diceva che solo in apparenza stavi bene, ma che in realtà il tuo corpo era così “avvelenato ed inquinato” da non rispondere neppure più all’eccesso di intossicazione.

 

E a nulla valeva dire a persone che si vedevano sbavare su una pizza o su una bistecca che, la rinuncia, spesso è la cosa che fa peggio perché, tra le altre cose, rende anche tristi!

No, bisognava mangiare solo miglio, riso integrale, verdure bollite, tutte cose che personalmente mi facevano pensare alle carestie delle peggior specie in quanto, dalla mia nascita in poi, le avevo viste mangiare solamente ai cardellini e alle galline.

 

Molte cose sono cambiate da allora; indubbiamente la New Age ha avuto il suo grande momento di gloria ed è sicuramente servita a portare un po’ di consapevolezza in più; se è vero che indubbiamente prima si mangiava forse troppo ed anche male, è però altrettanto importante comprendere che la verità sta sempre  nel mezzo e che bisognava trovare un compromesso: oggi si cerca di mangiare meglio, soprattutto cibi coltivati meglio e cucinati bene; non si bandisce nulla dalla tavola ma non si esagera perché non vi è dubbio che  non faccia bene mangiare tutti i giorni carni rosse o formaggi grassi, ma, se questi vengono mangiati di tanto in tanto, non sono poi così deleteri ed aiutano a mantenere l’umore più alto (Giove del resto vuole la sua parte e la tavola imbandita è affar suo e non è solamente una questione di gusto, ma anche di vista e di cultura. Il cibo fa realmente bene ma oltre a questo unisce ed essendo il nostro carburante ci dà energia, ma per essere tale, deve anche piacerci; non si può mangiare ciò che non ci piace e che non soddisfa il nostro palato perché questo ci deprime).

 

La stessa sorte sta accadendo alle medicine alternative: oggi sono sempre meno le persone che sostengono che sia giustissimo curarsi solo con la naturopatia o con l’allopatia, giacchè anche questo non è vero.

La cura è un fatto prettamente personale che passa attraverso la nostra storia, e la nostra filosofia e che, dunque, non può essere imposta da fuori.

Ognuno di noi ha delle convinzioni precise e crede in cose diverse: curarsi in pratica significa affidarsi ad una filosofia: se io credo che saranno le erbe che mi faranno bene, allora dovrò prendere le erbe; se credo che sarà un farmaco a farmi guarire, allora sarà molto meglio che io prenda un farmaco perché di certo ho più probabilità che questa cosa si trasformi in positività per me che non prendere un rimedio in cui, a priori, non credo.

 

Così, anche in questo campo assistiamo oggi a meno integralismi; i medici seri tendono ad essere elastici e a dire che non è il caso di provare qualcosa in cui non si ha fiducia, poiché la fiducia è l’ingrediente principale  in qualsiasi percorso di guarigione.

 

Ciò che sta cominciando finalmente ad entrare nel modo di pensare della gente è il concetto che non esiste la cura per tutti e, soprattutto, che non esiste il medico che cura tutti e tutto.

Sempre più persone si rendono conto che la malattia non è qualcosa che arriva dall’esterno, ma è un fatto interiore assolutamente personale che segnala la rottura di un equilibrio tra il corpo, la psiche e l’anima, qualcosa che  richiederà attenzione fino al ritrovamento di un “nuovo ordine”.

 

“Ammalarsi” è un verbo che si coniuga nella forma riflessiva il che indica che, nonostante ci risulti spesso  incomprensibile, sappiamo però che  non è vero che “ci capita una malattia” ma che è più corretto pensare che “ci siamo fatti venire un malanno” perché in qualche modo, anche se non conscio, abbiamo contribuito a far si che qualcosa accadesse dentro di noi.

Questo modo di pensare ci ha portato però anche ad un ragionamento più sofisticato: “se siamo in grado di farci venire una malattia, forse un giorno, saremo anche in grado di guarirci”.

In effetti, una delle parole magiche degli ultimi anni è “autoguarigione che significa attivazione del guaritore interno” e con questo sappiamo che siamo noi a guarirci e che tutto il resto (farmaci, rimedi, medici, guaritori), sono solamente dei tramiti a cui temporaneamente ci affidiamo in quanto riconosciamo ad essi la capacità di attivare certe nostre potenzialità interiori.

 

In questi processi di cambiamento che sono avvenuti nel modo di alimentarsi e di curarsi, non vi è dubbio che hanno avuto un grande peso i tre pianeti lenti:

 

-          Plutone,  nel suo lungo soggiorno in Sagittario ha scardinato tutto ciò che di meglio si pensava della sanità e della medicina: molte presunzioni sono cadute, certi deliri di onnipotenza dei medici sono ormai ridicoli e, molto spesso, ha mostrato che la medicina è totalmente impotente di fronte alla resa dell’anima; in pratica Plutone ci ha ricordato in questi anni che “occorre voler guarire” in quanto questa è l’unica motivazione che può cambiare le cose in concreto;

 

-          Nettuno, il vero alternativo, si trova in Acquario da molti anni e sollecita un fidarsi di più in sé stessi e nelle proprie risorse e, soprattutto ci ricorda incessantemente che, al di là di ciò che pensa la mente razionale, è sempre l’Anima quella che si ammala e che, a volte, sarebbe importante pensare che non è giusto da parte del medico dire “non esiste guarigione per quella malattia” ma sarebbe più corretto dire che “la medicina non può far nulla per quella malattia e che quindi, bisognerebbe affidarsi ad altro”. Nettuno rappresenta la vera possibilità di “guarigione” che, in genere, si ottiene nel momento in cui si ricompone l’unità mente, corpo e spirito, che prima era frammentata;

 

-          Urano, da anni ormai nel segno dei Pesci, suggerisce la sperimentazione e dice ad ognuno di noi di non fermarsi mai ad una sola opzione, ma di insistere vagliandone altre che, magari, potremmo scoprire essere più vicine a noi e al nostro modo di essere. Certo, Urano ama le novità.. ma ci ricorda anche che a volte, una cura nuova, o un’idea nuova, possono creare uno spazio dentro il quale si può insinuare la speranza.

 

In pratica, viviamo  in una fase olistica in cui nulla è vero in assoluto in quanto, qualunque tipo di alimentazione o di medicina resta pur sempre una opzione in una gamma di tante altre che, di conseguenza, andrà benissimo per qualcuno e meno per altri.

L’olismo ci suggerisce che, seppure esiste una sola verità, essa è raggiungibile attraverso strade diverse, ed ognuno deve scegliere quella che sente  più sua.

 

La New Age ci riporta dunque al concetto autentico di BENESSERE appartenente a VENERE, dea dell’armonia, della bellezza e dell’amore che ci rammenta che solo se siamo in armonia con noi stessi e con l’ambiente in cui viviamo, e solo se siamo ricchi dal punto di vista relazionale, emozionale e spirituale possiamo aspirare ad un vero concetto di salute e di integrità.




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