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OSCAR PISTORIUS: SEGNO ZODIACALE AL LIMITE

a cura di Francesco Astore
 
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Tutto nell’esistenza di Oscar Pistorius parla di coraggio nel superare la sfide, di un ardore sovrumano nell’andare contro le leggi della natura, nell’estrema unicità dell’esperienza umana resa plateale proprio in forza della sua eccezionalità.

Oscar nasce a Pretoria (Sud Africa) il 22 novembre 1986, ma una grave malformazione ai talloni, porterà solo 11 mesi dopo, i genitori a prendere la grave decisione di amputargli le gambe, al di sotto delle ginocchia. Grazie a particolari protesi in fibre di carbonio si assicura al bambino (chiamato dai genitori affettuosamente Oz) la possibilità di deambulare e condurre una vita normale. E’ già questo un vero miracolo, ma Oscar non si ferma, grazie alle protesi pratica addirittura il rugby e la pallanuoto, poi un infortunio lo fa approdare all’atletica leggera. Ed è qui che il suo destino si compie, qui che comincia la grande avventura esistenziale del ragazzo, soprannominato “il corpo più veloce senza gambe” (the fastest thing on no legs). A soli 17 anni vince il bronzo sui 100 metri e l’oro sui 200, alle Paralimpiadi di Atene nel 2004; detiene il record del mondo sui 100, 200 e 400 metri piani; nel giugno del 2007 allo Stadio Olimpico di Roma è ammesso a competere con i normodotati, ottenendo un piazzamento al secondo posto!

Nel gennaio 2008 le autorità sportive (Federazione Internazionale di atletica leggera, Iaaf) gli negano la partecipazione alle prossime Olimpiadi di Pechino con la seguente motivazione: “un atleta che utilizzi queste protesi ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30 %) se confrontato con qualcuno che non le usi”.

Lo sprinter indomito non si arrende certo, ha promesso battaglia e a fare ricorso a ogni livello pur di partecipare ai Giochi Olimpici con i normodotati, sostenendo: “Nel mio interesse e in quello di tutti gli altri disabili devo proseguire lungo questa linea. Non devo consentire che nessuna organizzazione mi impedisca di correre utilizzando gli strumenti che, semplicemente, mi permettono di camminare. Io non mi arrendo”.  

Oscar attualmente detiene il record del mondo per amputati su tutte e tre le distanze su cui corre: 10.91 sui 100, 21.58 sui 200 e 46.56 sui 400.

Curiosamente, essendo privi dell’ora esatta della nascita, anche il giorno fatidico in cui vede la luce Oz, è per noi un giorno, astrologicamente per il momento, “al limite”: il Sole è infatti mezza giornata nello Scorpione e l’altra metà nel Sagittario.

Idealmente è per noi in una terra di mezzo, anche qui il nostro atleta fatica ad essere riconosciuto!

Non si parla qui del concetto di “cuspide” secondo il quale un segno mescolerebbe al successivo le caratteristiche sue proprie in una sorta di amalgama non ben definibile e non precisato. No. Un confine molto preciso della posizione del Sole si ha sempre e viene marcato con molta precisione dall’ora di nascita, momento in cui il Sole abbandona un segno e ne abbraccia un altro. Per comprendere meglio è come se si lasciasse la frontiera di uno Stato, e tutti i suoi usi, costumi, la sua lingua, la sua storia, la sua valuta venissero dimenticati: il nuovo segno costituirà il nuovo territorio dove quel Sole nascerà ed esisterà da quel momento in poi, appropriandosi di tutte quelle nuove prerogative.

Deduttivamente si può pensare di trovarci in presenza di un Sole in Sagittario segno cui universalmente si attribuiscono le gambe (così centrali nella vicenda umana di Pistorius), ma la capacità di sfidare le regole, il superamento delle leggi, anche della gravità terrestre, sono appannaggio del prometeico Scorpione.

Con la sola data di nascita disponibile è tuttavia possibile leggere grazie alla presenza sicura di alcuni inconfondibili corpi celesti nel Tema di Oscar, già così moltissimo della sua storia.

Il coraggio, la capacità di volare, di sentirsi il migliore, è emblematicamente stabilita dalla posizione della Luna nell’infuocato Leone. La temerarietà del carattere che non si arrende, che combatte senza darsi pace è ben spiegata dal quadrato che il Sole riceve da Marte, dio della guerra nell’adattabile, polimorfico Aquario. Notiamo poi pure come sia il Sole che Marte abbiano nel Tema solo questo unico aspetto a farli apparire completamente lesi. Ma questo non ha impedito certo che la sua personalità virile si sia potuta esprimere. Anzi è entrata in questo ruolo per meriti, diremmo, rivoluzionari.

Un indiscutibile rilievo alla interpretazione lo fornisce il pianeta della morte e resurrezione, della sfida al rischio, quel Plutone – Ade assimilabile all’Araba Fenice che risorgeva puntualmente dalle proprie ceneri, qui osservabile nel luogo del suo più potente domicilio, lo Scorpione, e nei gradi dove esprime con più determinazione la sua influenza (i primi dell’ottavo segno). Ma questa influenza generazionale non basta da sé, certo, infatti si sottolinea l’influenza plutonica grazie anche alla bellissima congiunzione che il Dio degli inferi ha con Mercurio, pianeta per la nostra scuola esaltato nello Scorpione. Mercurio in Scorpione è l’accompagnatore delle anime negli inferi, lo psicopompo, il messaggero dei misteri, la mela della conoscenza. Nel Cielo astrale di Oscar anche Mercurio, eccezionalmente, si trova nei gradi della sua esaltazione (i centrali dell’ottavo segno) enfatizzando l’abilità dell’ingegno a rendere inebriante e combattuta l’impresa, affinando le risorse intellettuali e tattico – strategiche nella volontà di sfida a tutte le convenzioni.

Addolcisce la volontà di eversione, di audace forza creativa, di resurrezione, tutte così esclusivamente e tenacemente scorpioniche, la ulteriore congiunzione di Venere all’accoppiata Plutone – Mercurio. Il magnetismo che Oscar sprigiona è indubitabile e si avvale di un tocco di commovente delicatezza per ora fornitagli dal fascino acerbo e sfuggente della sua giovane età. 

Non si può escludere da un esame dettagliato anche la formidabile posizione di Giove che dai Pesci, segno nel suo secondo domicilio, irradia uno splendido trigono sulla triplice congiunzione Plutone – Venere – Mercurio. Una straordinaria fortuna assiste dunque la sfida suprema di Oscar, un senso di partecipazione emozionale, una fede nel soprannaturale accompagna le risorse segrete dell’Io, una lucidità intellettiva feconda, una segreta serenità. Il risultato è, sinteticamente, quell’intima pienezza e soddisfazione di sé, rappresentata dal trigono tra Giove in Pesci e Plutone in Scorpione. 

Ma Giove nel segno del suo secondo domicilio, i Pesci, cosa indica in astrologia medico – anatomica?

Corrisponde ai talloni del piede. Ebbene Pistorius nasce con una malformazione proprio lì. Da lì parte il suo destino. Ma forse da questo segno della deviazione alla norma (Pesci – Casa Dodicesima – anormalità) parte anche la possibilità di far fiorire una formidabile fortuna per Pistorius (Giove – fortuna): una sorte dal volto molto singolare?

Giove in Pesci forma anche una quadratura a Saturno in Sagittario, che si trova nei gradi dei polpacci, ricordando che il pianeta simboleggia la privazione: ecco una prima spiegazione dell’amputazione dei polpacci sino alle ginocchia, all’età di un anno, per ottenere la possibilità di camminare. Nel Sagittario brilla anche un vivace Urano nei gradi delle cosce, isolato dal resto del Tema ma non leso dunque, poiché inserito in un Cielo così plutonico, carico di potenzialità dinamiche, proteso allo scatto vittorioso.

Guardando i transiti degli ultimi mesi dell’87 quando Oz subì l’intervento scopriamo proprio che questo Urano era il grande beneficiario di transiti positivi: ritornava ad occupare la sua posizione di nascita e riceveva la congiunzione di un razionale Saturno, ovvero la possibilità di essere autonomi per il resto della vita, mentre il trigono di Giove Ariete gli assicurava la combattività che gli avrebbe consentito di mettere a punto sempre nuove, esaltanti, conquiste.




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