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DAL TIBET CON AMORE

a cura di Sandra Zagatti
 

Il 10 marzo scorso, come sappiamo, centinaia di monaci tibetani hanno marciato dal monastero di Drepung e da quello di Sera verso Barkhor, Lasha, la capitale della Regione autonoma tibetana, per chiedere al governo di Pechino di porre fine alla campagna di “rieducazione patriottica” che li obbligherebbe ad abiurare l’autorità del Dalai Lama. Tra le cause scatenanti di questa protesta c’era stata la decisione degli Stati Uniti di “declassificare” la Cina nell’elenco dei paesi che violano i diritti umani: la concomitanza con l’anniversario dell’insurrezione pacifica del 1959 contro le truppe di Pechino e l’approssimarsi delle Olimpiadi ha quindi spinto i monaci e molti laici ad approfittare della risonanza mediatica per richiamare l’attenzione del mondo sul Tibet di oggi, a 60 anni dall’occupazione.

 

La reazione del governo cinese non si è fatta attendere e dal 10 marzo ad oggi è stata un’escalation di violenze, di repressioni e di arresti, mentre le manifestazioni a sostegno dei monaci si sono estese coinvolgendo la popolazione e l’opinione pubblica internazionale. A tutt’oggi, le autorità cinesi dichiarano 19 morti, contro i 140 denunciati dal governo tibetano in esilio, mentre i Templi sono sorvegliati dall’esercito e le informazioni filtrate o censurate.

Pur sorvolando per motivi di spazio – non certo di sensibilità – sui tanti dettagli di questa antica e gravissima situazione, l’interrogativo astrologico sul perché di una tale recrudescenza mi ha fatto controllare a ritroso le effemeridi, permettendomi di notare che il 10 marzo i pianeti veloci erano in posizioni cruciali per enfatizzare una configurazione di estensione temporale assai maggiore: Mercurio e Venere erano congiunti al Nodo Nord e a Nettuno in Acquario (diritti umani, libertà civili), il Sole era congiunto a Urano in Pesci e in perfetto sestile a Giove in Capricorno (ideologie politiche e religiose a confronto con il potere), mentre Marte era in opposizione altrettanto precisa a Plutone, tra Cancro e Capricorno (popolo e governo). A parte quest’ultimo aspetto, per altro non secondario, il tema di quel giorno non si sarebbe mostrato particolarmente preoccupante, e solo il senno del poi ci invita a non dimenticare che gli equilibri celesti, al pari di quelli terrestri, sono alchimie complesse e delicate, su cui le dissonanze agiscono a livelli spesso meno grossolani di quadrature od opposizioni, di palesi Croci a T o di altre configurazioni manifestamente conflittuali. E infatti, anche adesso che i pianeti più veloci si sono spostati, quelli più lenti restano distribuiti in modo particolare sullo Zodiaco: un modo che, con il passare dei mesi, sta spiegandosi lentamente ma eloquentemente.

 

C’è troppa distanza qualitativa tra i segni coinvolti. C’è il potere, l’autorità, l’esigenza di ordine, i problemi materiali, economici ed ecologici, rappresentati dai pianeti nei segni di Terra; ci sono le ideologie sociali, le speranze scientifiche e le aspirazioni spirituali rappresentate dalla mutua ricezione tra Nettuno in Acquario e Urano in Pesci… Ma ci sono anche i tradizionali pianeti “malefici”, Marte e Saturno, nei segni femminili-passivi del Cancro e della Vergine; e mentre il primo contrappone i bisogni alle ambizioni, il secondo contrappone i doveri ai diritti. Così, lo scontro si sente tutto: ci confonde, ci scoraggia, ci affatica. Né ci può confortare l’attuale passaggio dei pianeti veloci in Ariete, se proprio dal suo domicilio andranno a provocare Marte, mentre si porterà dall’opposizione di Plutone a quella di Giove.

 

Quanto ci riguarda tutto ciò? A livello collettivo la risposta è superflua: parlano le cronache. Ma a livello personale l’impegno non sarà inferiore: insisto sempre sullo stretto legame tra astrologia mondiale e individuale, perché le nostre vite non sono isolate a compartimenti stagni, ed ognuno di noi vive in un contenitore più ampio: famiglia, società, patria e, nell’era globale, pianeta. L’unica differenza – questa sì consolante, e non solo responsabilizzante – è che l’individuo, a differenza della “massa”, ha un cervello, un cuore, una capacità di azione solo apparentemente limitata e un’occasione di cambiare e migliorare che si ripresenta ogni giorno come il Sole all’orizzonte. L’uomo ha ancora una coscienza, ha sempre una possibilità di scelta. Questo sembrano dirci i (tre su quattro) pianeti cardinali coinvolti, sullo sfondo della mutua ricezione tra Urano e Nettuno, a cui il Nodo Nord insiste a dare direzione evolutiva, nonostante la realtà sembri remare contro.

 

Dire che saranno stimolati soprattutto i segni occupati dai pianeti è dir poco, oltre che male, perché questo è un periodo davvero importante, e non c’è un solo segno che non ne riceva i transiti, nemmeno uno che possa chiamarsi fuori o considerarsi neutrale.

L’Ariete è bersagliato dalle dissonanze ma ha la forza della natura dalla sua parte, regalata dal Sole e da Mercurio e Venere in passaggio primaverile: è ora di tornare sul campo di battaglia, e di lottare non “contro” qualcuno, ma “per” qualcosa di importante. Il Toro ha Marte e Urano come alleati, e non può più cavarsela con la resistenza passiva: c’è un’energia di autodeterminazione che lo chiama ad agire, anche ribellandosi se necessario, per cambiare all’esterno e all’interno. Il segno dei Gemelli ha sopportato di peggio, lo scorso anno e pure lo scorso mese, ma adesso ha l’occasione di diventare più incisivo, più profondo, più efficace, perché Nettuno ispira le idee ma Saturno vuole solo fatti. Il Cancro è agitato ed impaurito come una barca solitaria nel mare impetuoso, e se davanti a sé vede solo le minacce di Giove e Plutone, dentro di sé ha i mezzi necessari per realizzare che volere è potere… quando si ha il coraggio di Marte, la genialità di Urano e la lucidità di Saturno. Il Leone se la passa bene, grazie ai trigoni dall’Ariete, ma non deve dimenticare che l’egocentrismo alimenta l’inerzia del Nodo Sud, mentre Nettuno lo chiama a sviluppare un senso di appartenenza più ampio ed empatico. La Vergine soffre, più per inquietudine uraniana che per frustrazione saturnina, ma con Giove e Plutone in trigono, con Marte in sestile, deve imparare a mettersi in gioco con l’audacia di un’autostima tutta ancora da accettare, non certo da costruire. La Bilancia sembra avere tutti contro ma non può limitarsi a risentirsene capricciosamente: anzi, deve aprirsi per forza ad altre visioni, perché Nettuno sgretola amorevolmente i confini dell’Io, costringendolo a diventare “Noi”. Lo Scorpione è al massimo della potenza, sente che è sufficiente il proprio intento perché le cose accadano, è certo di conoscere ormai tutte le risposte ma Nettuno, unico pianeta dissonante, potrebbe spiazzarlo con una domanda sul senso del perdono, su cui è ancora impreparato. Il Sagittario, abbandonato dal suo Giove, trova ora nuovo entusiasmo dai trigoni arietini, e potrà usarlo per accogliere le richieste di rinnovamento di Urano, non per darsi ad intendere di non sentirle premere dentro di sé. Il Capricorno non cede di un passo, forte di Giove e Plutone, incoraggiato da Urano a cambiare solo e tutto ciò che non va negli altri; ma qualcun altro, per bocca di Marte, potrebbe obbligarlo ad interessarsi di ciò che non va in lui… tanto per cambiare, appunto. L’Acquario ha superato anni di tribolazione, e adesso che Nettuno e il Nodo si congiungono al suo cuore, sente di credere davvero in una vita più giusta e libera, sente di desiderarla e meritarla, di averla a portata di mano: e i pianeti in Ariete sono pronti ad offrirgliela, purché lui la afferri. Infine, a proposito di Nettuno, non sarà un caso che il segno dei Pesci riceva solo la dissonanza di Saturno: con Urano in rivoluzionaria congiunzione, con Marte che esorta, con Giove e Plutone che autorizzano… sembra proprio che il suo modo di intendere la vita sia quello più adatto a questi tempi, se vogliamo renderli davvero migliori. Non manca la voglia, non mancano gli strumenti e nemmeno le opportunità per cominciare a coniugare il verbo vivere al plurale: manca solo il coraggio di fare un ultimo salto, e trasformare il sogno in realtà.

 

Nel suo discorso dall’esilio, il 10 marzo, mentre i suoi monaci marciavano in patria, come icone viventi dell’opposizione Marte-Plutone, sullo sfondo della mutua ricezione Urano-Nettuno, il Dalai Lama ha detto:

 

“In virtù del suo grande progresso economico, la Cina sta diventando una nazione potente. Non possiamo che rallegrarcene, ma il potere acquisito offre altresì alla Cina l’opportunità di svolgere un importante ruolo sul palcoscenico globale. Il mondo sta ansiosamente aspettando di vedere in che modo l’attuale leadership cinese metterà in pratica i concetti pubblicamente espressi di ‘crescita pacifica’ alla cui realizzazione il solo progresso economico non è sufficiente.”

 

Intanto, la fiaccola olimpica prosegue con fatica il suo viaggio verso la Cina, tra polemiche, proteste, contestazioni legittime ed altre solo aggressive od opportunistiche. E’ di pochi giorni fa la notizia che il presidente francese Nicolas Sarkozy ha posto come condizioni per la sua partecipazione alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici la fine delle violenze contro il Tibet, la liberazione dei prigionieri politici e l’apertura del dialogo con il Dalai Lama. Speriamo che l’Europa e tutti i Paesi che hanno a cuore i principi base della democrazia si uniscano alla Francia per far sentire la propria voce: ci sono momenti, nella storia dell’uomo, in cui è necessario ribadire e difendere ciò che ancora conta, ciò per cui vale davvero la pena di lottare con coraggio, al di là di equilibri diplomatici, di legami commerciali, di ricatti economici o politici.

 

In questo momento storico ogni segno è chiamato a “mettere in pratica” i propri valori evolutivi: ognuno di noi sa dove e su cosa impegnarsi perché progredire significhi anche crescere, e crescere in pace. E questi valori possono essere trasmessi e portati avanti da tutti, come un testimone di luce, proprio come la fiamma olimpica… E’ un’occasione preziosa, forse l’ultima prima dei profetici anni di verifiche che ci aspettano, tra il 2010 e il 2015. Non abbandoniamo il Nodo Nord nell’oceano dell’illusione: traghettiamolo verso terra.




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