ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Il Fatto

IL SESSANTOTTO COMPIE 40 ANNI!

a cura di Francesco Astore
 

Anni evocati o rinnegati, mistificati o sminuiti, si deve riconoscere che contribuirono alla liberazione sessuale prima di tutto, aprirono alla conquista dei diritti civili di cui fruiamo a piene mani, ma soprattutto permisero al femminismo di cominciare ad emergere (si impose poi universalmente con combattivo entusiasmo nel decennio successivo).

I nostri giorni insomma, non sarebbero mai stati così, senza il grande terremoto avvenuto in quegli anni, senza le ondate di libertà ed idealismo di cui molti di noi avvertono ancora echi lontani, o sottili vibrazioni.

Punto di arrivo di quel decennio turbolento ed esaltante (anche qui dipende dai gusti, dalle rielaborazioni storiche e sociologiche, e naturalmente dalle interpretazioni anche politiche che si vogliono dare e in cui non ci addentriamo) fu il fatale 1968, apice indiscusso di un modo diverso di intendere la realtà, spartiacque fra un mondo che si chiudeva ed un altro che se ne apriva.

E’ stato detto di tutto sul Sessantotto, tanti hanno elaborato teorie e sofisticate disquisizioni: fatto sta che dopo il 1968 noi tutti (che ci piaccia o no) non possiamo più pensare come prima, i comportamenti sociali, il costume non sono stati più gli stessi, lo scenario si è capovolto, le prospettive mutate di colpo.  

 

Il Cinema si è molto lasciato sedurre dal ’68 e Bertolucci (giusto per citar qualcuno a caso) al maggio parigino ha dedicato un film stupendo (The dreamers, 2001). Ora, Michele Placido ha cominciato a girare un altro film, un progetto ambizioso che intende abbracciare l’intera esperienza ’68, non solo italiana, dal titolo “Il grande sogno”, protagonisti: Riccardo Scamarcio, Pierfrancesco Favino, Jasmine Trinca, Elio Germano .

 

Il movimento nacque nei primi anni Sessanta espandendosi in tutto il mondo allora civilizzato da Occidente ad Oriente, coinvolgendo Europa e paesi dell’Est, Stati Uniti e Cina.

 

I primi annunci si avvertirono però già dal 1964, quando all’Università di Berkeley, in America, mentre era da poco iniziata la fatale guerra contro il Vietnam, il rettore proibì la diffusione di materiale politico nel Campus e si verificarono le prime occupazioni studentesche collegate al movimento per la liberazione dei neri.

 

All’estremo opposto del globo, in Cina, qualche anno dopo, nel 1966, si dava avvio alla cosiddetta “rivoluzione culturale”, condotta dai gruppi di studenti universitari che contestavano il sistema di privilegi presenti nella società, nelle istituzioni e nella cultura cinese. Appoggiato da Mao Zedong, il movimento arrivò tra il 1967 e l’inizio del ’68 ad una fase critica, tale da far temere il dilagare della guerra civile nel grande paese asiatico, poi fortunatamente si spense, quando numerosi dirigenti giovanili furono allontananti e inviati nelle zone rurali.

 

Nel blocco dei paesi dell’Est intanto, cominciavano a soffiare i primi timidi venti di libertà, troppo soffocante l’alito del potere, insopportabile la burocrazia del partito comunista: molte erano le voci che si sollevavano per denunciare l’aria ormai divenuta irrespirabile nell’Unione Sovietica e negli stati ad essa collegati.  

 

Ma l’epicentro del terremoto fu l’Europa e in particolare Francia e Italia.

 

Un primo tentativo di occupazione di un’Università italiana avvenne nel 1966 a Trento, quando gli studenti invasero la facoltà di Sociologia, ma in seguito alle alluvioni avvenute poi nel nord della Penisola nell’autunno di quello stesso anno, i fermenti si spensero, anche per lo straordinario soccorso prestato dalla gioventù alle città colpite dalla calamità (in special modo Firenze).

Circa un anno dopo, a Milano il 17 novembre 1967, la protesta divampò con l’occupazione della Statale e dieci giorni più tardi arrivò anche a Torino con l’occupazione di Palazzo Campana.  

Nel febbraio ’68 a Roma si assisté ad una delle prime imponenti manifestazioni di fronte alla Facoltà di Lettere, mentre il mese successivo a Nanterre, in Francia, gli studenti occuparono l’Università.

 

E’ Parigi però che costituisce il momento di maggior esaltazione per il movimento europeo, le agitazioni verificatesi prenderanno il nome di “Maggio Francese”: in quel mese gli studenti occuperanno la Sorbona che sarà poi chiusa, il presidente della repubblica, De Gaulle, arriverà addirittura a sciogliere il Parlamento.

 

Risuona ancora famoso il grido dei ragazzi parigini, ritmicamente scandito come una canzone: “Ce n’est/ q’un début/ continuons le/ combat!”. 

 

Ma quali erano le istanze che i giovani del tempo muovevano?

 

Gli studenti contestavano le strutture della cultura ufficiale e del sistema scolastico ritenuti antiquati e classisti. Si tentò di dar vita ad un movimento nuovo (contro – cultura) che partendo dalle Università con forme di contro – educazione alternativa a quella ufficiale (attraverso volantini ciclostilati) si insediasse nella società partendo dalla base.

Uno degli slogan più avvincenti del ’68 diventò, infatti:  “La fantasia al potere!”.

Il movimento studentesco venne a contatto con quello operaio che metteva in dubbio il capitalismo, la meccanica del profitto a scapito del valore assegnato all’individuo ed in particolare in Italia ebbe così modo di diventare coinvolgente da un punto di vista politico.

Uno degli slogan era qui: “Studenti!/Operai!/Uniti/nella lotta!”.

 

Fortissimi i richiami astrologici dell’epoca che analizzano lucidamente la natura degli eventi appena descritti.

 

Il “movimento”, la “mobilità”, il desiderio e l’ansia di “cambiamento”, l’”eversione”, sono tutte parole – chiave dell’agile Mercurio, che, oltre a tutto questo, simboleggia i giovani (veri “primi attori” del Sessantotto) ma anche la trasmissione della cultura, l’informazione, la critica alla società costituita, lo slogan, il ritmo veloce impresso all’esistenza, ancora prerogative del fenomeno Sessantotto.

 

Negli anni in questione i tre pianeti lenti, capaci di descrivere gli avvenimenti in virtù della loro presenza prolungata nei segni erano: Plutone (per tutto il decennio) insieme ad Urano (dal ’62 al ’69) nella Vergine, l’ineffabile ed idealista Nettuno navigava (per tutti gli anni ’60) nelle acque torbide e magmatiche dello Scorpione.

Cosa lega questi due segni, la Vergine allo Scorpione?

Ma…Mercurio, naturalmente!

Nella prima scopriamo il domicilio autunnale di Mercurio e nel secondo la potentissima esaltazione mercuriale, il momento di massima espressione per un pianeta!

Ovvero, nella Vergine Mercurio si stabilizza come intelletto analitico, puntiglioso, critico, nello Scorpione diventa penetrazione acuta, disvelamento delle logiche del potere, desiderio di sovvertire lo status quo.

Ecco sinteticamente spiegato il leit motiv astrologico del Sessantotto, individuata la sua matrice “mercuriale” ma anche idealistica, molto violenta e fanatica (Nettuno nel domicilio autunnale di Marte, lo Scorpione).

La stretta connessione col movimento operaio è invece data dalla presenza di Urano e Plutone nella Vergine, segno del lavoro delle fabbriche, dei salariati.

 

Se pensiamo poi che i gradi zodiacali della città di Parigi sono all’incirca i 20 della Vergine, il gioco è fatto: nel maggio di 40 anni fa il creativo Plutone era appunto su quei gradi, testimoniando l’importanza planetaria del fenomeno e offrendo alla Ville Lumiere ancora una volta il palcoscenico per una nuova, entusiasmante rivoluzione. 

 

Abbastanza ricorrente la contestazione dell’autorità costituita, del potere in generale, diffusa dall’est comunista al mondo occidentale. Saturno, pianeta del potere, lasciato il Capricorno nel 1961 (nel “segno del comando”, domiciliato, dove simboleggia la forza autorevole) si diresse nel corso dell’intero decennio in tre segni che contestano le strutture dell’istituzione e dell’autorità, a volte usando mezzi drastici o violenti.

Per primo toccò all’Aquario (’62 – ’64) instillare i dubbi che il sistema capitalistico e consumistico stesse portando davvero a un mondo migliore, poi ai Pesci (’65 – ’66) proporre l’idea umanitaria o meglio l’utopia di un mondo nuovo possibile, senza conflitti e discriminazioni, infine all’infuocato Ariete (’67 – ’69) cercare di mettere in atto, con mezzi dirompenti le richieste di libertà e giustizia.

È noto però che nell’Ariete Saturno soffre (è in caduta) dunque i mezzi disposti per attuare gli scopi divennero, proprio nel ’68, poco razionali e poco realistici (Saturno – principio di realtà “caduto”, dunque poco logico).

L'azione dell’elemento Fuoco (assolutismo, intenzioni magnifiche, desiderio d’incendiare gli animi e le menti, ingenuità politica)  è ancora più efficacemente espressa da un sontuoso Giove in Leone e, al culmine della primavera ’68, al trigono di Saturno in Ariete.

 

Nell’autunno di quello stesso anno Urano entrerà nei primi gradi della Bilancia congiungendosi a Giove, (che nel frattempo aveva attraversato velocemente 3 segni). Dalla illuminata Bilancia Giove e Urano proietteranno un euforico trigono ai primi gradi dei Gemelli (domicilio primaverile di Mercurio, la voglia di nuovo, la giovinezza della vita) simbolizzante appunto le prospettive di cambiamento della società sospinte dall’anima giovanile. 

E un desiderio di aria fresca che entrasse nelle menti, che mutasse radicalmente il modo di pensare, si impadronì di molti giovani e non solo, nella turbolenta stagione sessantottesca.

 

Possiamo constatare ciò che rimase e radicò di quella ventata rivoluzionaria: il rifiuto del conformismo anche in famiglia (Nettuno Scorpione opposto al Toro – clan familiare tradizionale), l’esordio dei movimenti di liberazione omosessuale e femminista (Nettuno Scorpione, ancora libertà data ad ogni forma di sessualità come espressione vitale e genuina della personalità) il rifiuto d’ogni discriminazione razziale (Nettuno Scorpione opposto al Toro – razze e appartenenza al territorio).

 

Le tracce artistiche, iconografiche di quel momento sono inconfondibilmente mercuriali, ci conducono nelle atmosfere dei Beatles, dei Rolling Stones, la magica musica della Swinging London (città governata dal segno dei Gemelli), i fermenti culturali e artistici così tipicamente mercuriali (il pop, il beat). Le modelle divengono progressivamente magrissime (influenza di Mercurio) ed (in minigonna) sono adolescenti, dall’intelligenza vivissima, un po’ immature (Mercurio). Hanno il volto e il corpo di Brigitte Bardot, di Twiggy (grissino), di Jane Fonda.

Ci restituiscono anche alcuni film del ’68 le tematiche, lo stile ormai leggendario di quel tempo: “2001: Odissea nello spazio”, “Il laureato”, “Rosemary’s baby”.

Ma soprattutto ci aiuta a capire l’essenza dell’epoca il film di Antonioni “Blow up” (1967) in cui una inebriante Veruscka si tuffa nell’obiettivo del fotografo illuminandoci sulla centralità dell’immagine pubblicitaria: Mercurio – messaggio, pubblicità, reclame, d’ora innanzi slogan imperante, martellante ossessione di quella società consumistica che il Sessantotto contesta, ma certo non riuscirà ad abbattere.

Rimane la figura di Veruscka ad offrirci un tocco di magica e impalpabile sensualità, miracolo di eterna giovinezza, sogno di mutamento del mondo che fu il Sessantotto.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati