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MENS SANA IN CORPORE SANO

a cura di Sandra Zagatti
 

Lo scandalo della clinica Santa Rita di Milano ha riportato all’attenzione pubblica una delle tante vergogne della nostra società moderna: materialistica in tutti i sensi, laddove il termine “materia” comprende il denaro, il prestigio effimero, il potere, le ville, le automobili di lusso o gli yacht ma anche, forse innanzitutto, l’identificazione della persona con il corpo fisico…  Una vergogna emersa non certo oggi, ma spesso sottovaluta o sottaciuta. I media ci hanno infatti abituati ad associare al termine “malasanità” solo i drammatici episodi di inefficienza, inadempienza, incuria o mancanza vera e propria: malattie non diagnosticate, mal curate o persino contratte in ospedale, scambi di referti, ambulanze che non arrivano, ritardi nei servizi, insufficienze igieniche nei reparti… Tutte cose gravi ma anche impropriamente uniformate in un unico giudizio di condanna, lasciando doverosamente alle inchieste l’onere di appurare eventuali e individuali responsabilità, ma intanto prendendosi il diritto di mettere tutti in prima pagina.

 

Già da questo punto di vista, si può notare il paradosso generato dalla mutua ricezione tra Urano in Pesci e Nettuno in Acquario, perché, se da un lato si affida all’informatizzazione dei protocolli clinici, alla legiferazione delle industrie farmaceutiche, alla scienza e tecnologia il dominio quasi assoluto sui comportamenti, gli obiettivi e gli esiti sanitari, da un altro si utilizza la comunicazione mediatica come un palcoscenico di disgrazie, un’esposizione di piaghe tra cui non è facile distinguere quelle reali da quelle virtuali, ed anche una gogna, nel caso l’investimento emotivo nei poteri della scienza (e quindi degli operatori scientifici) venga disilluso. Il risultato è più che un paradosso; è un’aberrazione. Si vuole una scienza vincente, una cura risolutiva, una diagnosi matematica, ma poi ci si lamenta della spersonalizzazione a cui i pazienti sono conseguentemente sottoposti, diventando oggetti di studio, vetrini di laboratorio o numeri in coda per una radiografia; si vuole il professionista aggiornato, ultra-specializzato, tecnologicizzato ed infallibile come una periferica hardware, ma si rimpiange il medico umano che conosceva i suoi pazienti fin da bambini e li curava a buonsenso, mentre sia loro che lui ne accettavano la fallibilità affidandosi alla sola competenza e buona fede.

 

E’ un ingranaggio perverso, in cui scienza e fede si sono scambiati i difetti, confondendo il mezzo sanitario con il fine della salute: oggi la malattia è, di fatto, un mezzo (e non di rado il malato una cavia) per promuovere la ricerca terapeutica e la sperimentazione chirurgica.

Ma c’è dell’altro, purtroppo. C’era anche prima, ma non a caso sta emergendo con drammatica evidenza proprio in questi tempi, dopo l’ingresso di Giove e Plutone in Capricorno. Lo scandalo della clinica Santa Rita, già soprannominata “clinica degli orrori”, accenna a reati gravissimi, in cui interventi non necessari al paziente (ma solo alle tasche degli operatori e amministratori) hanno portato non solo alla frode ma a volte al decesso del paziente stesso. Ed è scandalo ancor più recente quello che coinvolge tre medici e la segretaria di uno studio privato di Napoli, accusati di praticare aborti clandestini, in violazione della Legge 194 e con tariffe fino a 2.500 euro. Un’altra vergogna tutta italiana riguarda un malato di Monza in terapia con un farmaco venduto in Italia ma rimborsato solo per il tumore al rene, mentre lui l’aveva al fegato e tanto peggio: è morto il giorno prima della sentenza con cui il Tar gli ha dato ragione, obbligando l’Asl al rimborso.

 

Certo, non bisogna mai fare di ogni erba un fascio, ma risulta sempre più difficile credere che si tratti di casi isolati, che riguardano solo la sanità privata o addirittura singoli operatori. E’ difficile, quando si leggono certe notizie, quando si ascoltano i malati truffati o i parenti sconvolti, non indignarsi contro un sistema in cui la figura compassionevole del medico o le strutture al servizio delle persone malate, e quindi in condizioni di massima fragilità e dipendenza, sembrano essere diventati commercianti e procacciatori di prestazioni.

Perché è così, purtroppo, che il Servizio Sanitario Nazionale rimborsa gli ospedali, pubblici e privati: un tanto a prestazione. Una volta, i rimborsi erano computati sulla base dei giorni di degenza, e il rischio era quello di prolungare il ricovero oltre il necessario; poi si è passati ad una sorta di rimborso annuale “per cassa”, e qui il rischio era di veder lievitare i costi a bilancio come per magia; in seguito sono stati inseriti parametri di freno (i cosiddetti DRG, diagnosis related group), per cui la cifra rimborsata dipende ora dalla diagnosi, dall’intervento, dalle eventuali complicazioni e gravità specifiche, ma se è vero che questa sorta di “listino” può servire a smaltire le liste d’attesa e a non trattenere inutilmente i malati, è anche vero che si presta ad abusi di varia natura, dalle diagnosi “gonfiate” ai trasferimenti virtuali in riabilitazione, alle dimissioni di prima mattina invece che a tarda sera, per far scattare un giorno di degenza in più… E continua a non essere affrontata e tanto meno risolta la questione del contratto tra medico e struttura sanitaria, laddove negli ospedali pubblici il 20% al massimo dello stipendio può derivare da incentivi sulla produttività, mentre nelle cliniche private non ci sono limitazioni; tant’è che, secondo gli inquirenti, alla clinica Santa Rita la disinvoltura nell’usare il bisturi ha decuplicato lo stipendio di alcuni medici.

 

Intendiamoci, non è questa la sede – né io ho le competenze – per analizzare una problematica così complessa, ma considerando il passaggio attuale di Saturno in Vergine possiamo senz’altro riflettere su un argomento ad essa strettamente collegato: quello dei controlli. Chi deve farli, e come, quando? Non sono pochi, tra gli addetti ai lavori, a far notare che la sorveglianza sulle norme e la vigilanza sulle truffe dovrebbero riguardare anche la qualità dei servizi e non solo la quantità di spesa, perché la semplice verifica a campione (per altro annunciata) nasce da legittime esigenze amministrative ma non sempre rileva altre colpe…

Saturno esige non solo migliori e maggiori controlli, ma forse porterà la nostra attenzione sull’esigenza di limiti etici e deontologici, per distinguere la legittima remunerazione di servizi sanitari e prestazioni professionali dall’arricchimento improprio, immorale ed illegale. Non solo. Saturno in Vergine si opporrà ad Urano in Pesci e forse chiederà anche ai pazienti, ai malati, agli utenti dei servizi sanitari – cioè a tutti noi – un ridimensionamento delle aspettative e un ritorno al buonsenso anche per ciò che riguarda il rapporto umano con la malattia. Non è possibile continuare ad investire energie emotive, ideologiche e quasi fideistiche nell’illusione di una lunga vita, in cui la bruttezza, la vecchiaia e la malattia siano da rifiutare, condannare e combattere “costi quel che costi”, come corollari di un esorcismo collettivo (e non ancora sufficientemente elaborato) contro ciò che, è e resta, la paura della morte.

 

Saturno è un pianeta severo e rigoroso, ed è anche un pianeta logico in quanto “principio di realtà”. Non a caso simboleggia il tempo, e con la sua falce ci ricorda che la caducità umana fa parte della natura: quella natura che Urano in Pesci, con la partecipazione di Nettuno in Acquario, vorrebbe domare mediante artifici sempre più sofisticati ed estremi. Non colpevolizziamo i pianeti, che semplicemente descrivono e rispecchiano la nostra luce come le nostre ombre… Se nella dialettica tra Saturno e Urano si inseriscono i pianeti in Capricorno, in quella delicata e potente posizione che chiamiamo “Punto di Talete”, c’è almeno un disincantato messaggio di realtà da cogliere: l’offerta segue sempre la domanda, e finché noi saremo disposti a pagare a peso d’oro l’oblio di essere mortali, ci sarà sempre qualcuno che ci accontenterà, e volentieri, approfittando delle nostre paure, delle nostre sofferenze, della nostra prostrazione, offrendoci la salvezza dentro una pasticca o sulla lama di un bisturi.

Ovviamente questo non ha nulla a che vedere con i vergognosi reati di cui ho accennato, che offendono la nobiltà della classe medica e la stessa dignità umana, prima ancora che la legge. In una società civile, chi è colpevole deve essere identificato, giudicato e punito, sempre; e chi è innocente deve essere difeso, sostenuto e mai lasciato solo. Ma in Vergine sta per entrare anche Marte, che sarà congiunto a Saturno sino a metà luglio e si opporrà ad Urano nella prima metà di agosto… ricordandoci forse, con qualche nuovo evento, che anche tra vittima e carnefice c’è spesso un’occulta complicità. E l’invito a riflettere si farà più urgente.




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