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DOLCEZZA E ACIDITÀ NEL RAPPORTO TRA LUNA E SATURNO

a cura di Lidia Fassio
 

Tra i disturbi più frequenti dovuti allo stress vi è l’acidità di stomaco un problema molto comune e spesso sottovalutato che ha a che fare con la delicata funzione “digestiva” che tutti dobbiamo fare giacchè tutti noi dobbiamo mangiare, ma che può essere facile o meno facile.

Astrologicamente parlando lo stomaco è associato al segno del Cancro, domicilio della Luna, segno considerato dall’astrologia tradizionale fragile, pavido e profondamente emotivo, e, per questo, messo in relazione profonda al materno e al nutrimento in quanto, la Luna simbolicamente è abbinata al seno, organo da cui esce il latte per il neonato.

Desidero sfatare un luogo comune rispetto alla presunta debolezza e passività del Cancro proprio perché lo “stomaco” è stato da sempre messo in relazione con il “coraggio” e con “la forza e la capacità di sopportare, tipica delle madri che sopportano i dolori del parto”. Le frasi comuni sono molto esplicative: si dice infatti “hai un bello stomaco a fare questo”, oppure “ci vuole uno stomaco così per reggere quella situazione, ecc.”.. questo deve pertanto farci pensare che il Cancro e la Luna non sono affatto elementi fragili, ma sono invece elementi “sensibili e dolci” che diventano fragili e paurosi quando non possono esprimersi e quando non funzionano bene. In effetti i compiti di nutrire e di sostenere emotivamente richiedono forza e dolcezza contemporaneamente, nonché dedizione e amore, tutti appartenenti a Luna e Venere, le due signore del segno.

Indubbiamente la digestione è in relazione stretta con il cibo e il nutrimento, atti che devono avvenire tutti i giorni e che possono essere fonte di apprensioni se ci sono difficoltà di ordine materiale od emotivo; in effetti, avere paura di non potersi e poter sostentare e nutrire può essere una delle problematiche che generano ansia, anch’essa una caratteristica di una Luna troppo emotiva e preoccupata per il futuro. Lo stomaco è una sacca, un contenitore dentro al quale il cibo staziona in attesa di essere dissolto; questa forma “contenente” ovviamente lo mette in relazione con il femminile e con i simboli di accoglienza e sostentamento. In effetti, questa parte della digestione avviene nella zona legata al Cancro contrariamente a quanto pensava la tradizione; il Toro che viene spesso legato alla funzione del ruminare - perché questa è tipica dei bovini - è invece legato all’introiettamento e al portare dentro il cibo mentre, il contenimento e la prima trasformazione avvengono invece nel segno del Cancro.

Se il soggetto ha una buona situazione lavorativa ed emotiva e non è in apprensione per le sue sicurezze affettive e materiali, allora non vi sono motivi per cui la digestione debba presentare problemi; laddove invece vi sono rimuginamenti, avvengono processi di trattenimento che sono tipici di chi si sente impotente e dipendente di fronte alle situazioni della vita.

Così, quando siamo molto preoccupati per la nostra indipendenza, per la nostra autorealizzazione e per questioni affettive, ecco che l’organo che può incominciare a soffrire per mostrarci i nostri conflitti può essere proprio lo stomaco che lo fa rendendo difficile la funzione “digestione” in modo da farci correre ai ripari.

In pratica, lo stomaco sembra dirci che ci “vuole un certo pelo” per affrontare la vita e, la dimensione dell’asse Cancro Capricorno - case IVa e Xa –  la dice lunga su queste tematiche.

Quando cominciamo ad avere una “morsa allo stomaco”, stiamo sicuramente entrando in una fase di conflitto e, se non lo affrontiamo, finiremo per “tenerci tutto sullo stomaco”. Non a caso, l’altro pianeta del segno è Venere.. e così, sull’asse Cancro Capricorno, troviamo il rapporto tra la Luna e Saturno e tra Venere e Marte.. il che ci riporta alla necessità di saper utilizzare entrambe le modalità: “morbidezza e mediazione” da un lato, “durezza e conflitto” dall’altro.

Rifiutare i conflitti è tipico del Cancro leso ma, come ben sappiamo, rifiutare i conflitti vuol dire vivere nel mondo eterno dell’infanzia e vuol dire appoggiarsi a qualcuno che ci fornisca sostentamento di cui abbiamo bisogno ma significa anche mantenerci dentro ad uno stato di totale dipendenza: tipicamente infantile.

Quando non riusciamo a prenderci la responsabilità (Saturno) della nostra vita, cadiamo nella dipendenza (luna) da qualcuno e, questo stato ci verrà manifestato con disturbi allo stomaco che inizieranno prima con fortissime crisi di acidità che serve a farci prendere coscienza che la nostra “ostilità” è trattenuta, non espressa e, pertanto, sta iniziando a “corrodere” le pareti dello stomaco. Lo stesso ci può accadere quando non siamo in grado di difenderci (Marte) e di prendere decisioni (Urano) e preferiamo subire ed incassare per paura di batterci per i nostri diritti o, al limite di andarcene affrontando la nostra autonomia.  L’accomodamento a tutti i costi non è salutare per noi e la vita ci dice che, dal momento in cui abbiamo i denti, dobbiamo imparare anche a “mordere” le situazioni.

Se questo non accade ecco che lo stomaco - che si mostra ai raggi come una sacca statica e passiva,   apparentemente in grado solo di accogliere - ci informa che possiede anche l’acido in assoluto più corrosivo del nostro corpo: si tratta dell’acido muriatico che riesce a dissolvere con la sua aggressività il cibo spezzettato e triturato dai denti (Marte), fino a ridurlo in poltiglia.

L’acido ha una funzione passiva ma molto efficace per cui bisogna prendere in considerazione che detta passività è solamente apparente in quanto, nella realtà è altamente corrosivo.

Per questo, chi soffre di acidità o di disturbi allo stomaco deve prendere in considerazione che si comporta in modo passivo ma in realtà ha un altissimo tasso di aggressività che non usa bene, almeno, non sa  combattere all’esterno per ottenere ciò di cui ha bisogno, ma preferisce utilizzarla contro di sé, distruggendo le pareti del suo stomaco.

Quando lo stomaco “rumina” troppo allora è sintomo che le ansie e le preoccupazioni si stanno trasformando in vere e proprie insoddisfazioni dovute al fatto che non si è in grado di combattere per ciò che si desidera veramente: si media troppo e si finisce così per attivare una profonda “acidità” che è parte integrante del proprio carattere e di cui bisognerà occuparsi.

Quando le difficoltà superano il livello di guardia ecco che inizia quello che si chiama “reflusso esofageo” che  provoca un senso di bruciore fortissimo che risale lungo l’esofago e che può arrivare fino in gola; questo acido è in grado di provocare una tossetta stizzosa ma cronica che simboleggia la profonda irritazione presente che intacca anche la trachea.

L’acido in realtà consente che avvenga la fusione del cibo proveniente dalla Terra (simbolo molto collegato alla Luna e al femminile); sostanzialmente a livello psicologico chi produce troppo acido mostra un grande desiderio di “tornare alla madre” di tornare a quelle condizioni di sicurezza che, da adulti bisognerebbe invece procurarsi da soli; questa impotenza fa scattare un profondo senso di rabbia che viene “ingoiata”.

Anche la  paura può essere un’ attivatrice di questo problema in quanto crea un blocco, quello che si chiama  “groppo allo stomaco”; non possiamo dimenticare che lo stomaco è l’organo più sensibile alle emozioni, soprattutto a quelle negative; infatti, quando riceviamo una cattiva notizia abbiamo l’impressione di aver “ricevuto un pugno allo stomaco”.

In psicosomatica  lo stomaco  viene collegato al “coraggio” e, quando è ammalato a difficoltà che traducono quella qualità nel suo opposto, ovvero nella “pavidità”.

I pediatri moderni consigliano alle mamme di allattare il più a lungo possibile i loro figli in quanto sostengono, e non a torto, che più si prende latte dalla madre e più si avrà uno stomaco forte, in grado di “digerire anche le pietre” ovvio riferimento al rapporto tra la Luna e Saturno e alle esperienze difficili che richiedono forza, aggressività e costanza.

Ansia, collera, paura e risentimento sono le principali responsabili dei disturbi di stomaco e sono tutte emozioni dovute ad un senso di tristezza e di impotenza nell’affrontare veramente la vita da adulti indipendenti ed autonomi.




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