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BEIJING 2008 : VINCERE O PARTECIPARE

a cura di Sandra Zagatti
 
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Alle ore 08:08 p.m. dell’8.8.2008, nello stadio Nido d’Uccello di Pechino e all’insegna del numero cinese della buona sorte, avrà luogo in diretta mondiale l’attesissima cerimonia di apertura dei Giochi della XXIX Olimpiade, più conosciuti come Beijing 2008.

 

Dopo le Olimpiadi di Tokyo del 1964 e quelle di Seul del 1988, è la terza volta che i Giochi si svolgono in una capitale asiatica. La Pechino di oggi è diversa, all’avanguardia, tecnologica: ci tiene a mostrarsi degna di un’Olimpiade moderna e punta tutto sull’emozione e sullo spettacolo, seppur tra imponenti misure di sicurezza, per attirare l’attenzione della stampa, del turismo, degli osservatori politici ed economici internazionali, e non solo degli amanti dello sport.

Eppure, le Olimpiadi 2008 si svolgono in un clima teso, contraddittorio e polemico, non propriamente consono allo spirito di pace e concordia universale che dovrebbe unire nello sport popoli e individui altrimenti divisi…

 

Fin dal primo momento in cui la Cina fu designata come sede delle prossime Olimpiadi, molti Paesi manifestarono perplessità o palesarono direttamente il loro disappunto, che poi è andato via via aumentando, con motivazioni diverse che hanno rimbalzato dal tasso di inquinamento tra i più elevati del pianeta alle limitazioni di libertà personale imposte agli sportivi, dalla censura sui media alle pesanti ingerenze sugli equilibri economici (ed ecologici) internazionali, fino alle questioni politiche, ideologiche e morali più gravi e delicate: i diritti umani, le torture, le neonate sacrificate, il caso Taiwan e, soprattutto, il Tibet. E c’è chi vorrebbe boicottare queste Olimpiadi con atti dimostrativi di grande impatto emozionale, approfittando della risonanza mediatica, chi teme attacchi terroristici o violente degenerazioni, ma anche chi pensa che lo “spirito olimpico” possa attuare una sorta di catartico contagio e produrre cambiamenti preziosi, qualche decisione importante, un varco di buona volontà nell’inerzia cinese.

 

Per questo, a un paio di settimane dall’inizio dei Giochi, stanno già diffondendosi moltissimi eventi di sensibilizzazione, campagne che si propagano soprattutto via Internet (in linea con Nettuno in Acquario), e si rivolgono al “popolo della rete” (Urano in Pesci). Ad esempio, in questi giorni sta circolando una delle tante “catene” che periodicamente invitano le persone ad unirsi in una comune e corale iniziativa. A volte si tratta di solidarietà, altre volte di una meditazione collettiva o di una raccolta di firme… Questa volta viene chiesto semplicemente di accendere una candela sul davanzale la notte del prossimo 7 agosto, appunto alla vigilia delle Olimpiadi. “Candle in my window, for Tibet”: così è chiamata “la più grande protesta pacifica mai organizzata”, a cui si calcola che aderiranno “milioni di persone nel mondo, unite per la libertà e la speranza”.

 

C’è poi l’originale campagna “A wisp for Tibet”, rivolta agli atleti olimpici ma che si sta spontaneamente estendendo a personaggi dello spettacolo o a gente comune, e che prevede di tagliarsi una ciocca di capelli, riprendere l’atto e pubblicarlo su YouTube… oppure spedirla direttamente alle Ambasciate cinesi. Può sembrare un’iniziativa a dir poco stravagante (l’idea iniziale era una rasatura completa, seguendo l’esempio dei monaci, poi si è optato per il solo gesto simbolico), ma secondo i suoi ideatori è invece “un atto pacifico molto significativo per dimostrare la propria solidarietà al popolo tibetano”. Ha aderito persino il nostro portabandiera, il canoista Antonio Rossi, che si dichiara contrario ad ogni forma di boicottaggio ma favorevole alle iniziative pacifiche di sensibilizzazione: “Prima e dopo le Olimpiadi è giusto parlare di questi argomenti. Durante i Giochi, invece, gli atleti devono pensare a fare gli atleti e non è giusto scaricare su di loro questioni politiche che devono essere risolte dai politici”.

 

E’ vero: gli atleti non sono politici. Nemmeno il pubblico sportivo è fatto solo di politici; lo sport in quanto tale non dovrebbe essere politicizzato. Però il mondo è di tutti, ed è in questo mondo che si svolgono le Olimpiadi, a cui partecipano atleti di tutto il mondo; è sempre nel mondo che vivono i politici e gli sportivi, come i cinesi e i tibetani… e tutti noi che seguiremo i Giochi con il cuore in gola e che accenderemo una candela sul davanzale la sera prima, sperando che basti a ricordare a chi sembra dimenticarlo che “One world, one dream” dovrebbe essere qualcosa di più di un semplice slogan.

 

Il “tema natale” di queste Olimpiadi racchiude tutta la tensione e la delicatezza di un evento del genere. L’opposizione tra Marte e Urano, tra la prima e settima casa di ogni confronto (e di ogni scontro), sembra davvero eccessivamente dura per rappresentare soltanto una sana rivalità tra sportivi, ancor più considerando che Marte è quadrato a Plutone in decima: posizione assai emblematica, purtroppo, a proposito del potere tanto ostentato quanto celato da parte del governo cinese… Con lo zampino della Luna in Scorpione in ottava casa, non sono certo da escludere ulteriori polemiche, tensioni o scandali, e… sì, anche boicottaggi, non necessariamente pacifici. Qualche disincanto potrebbe essere segnalato pure dall’opposizione di Nettuno al Sole. Un Sole in Leone un po’ mortificato in sesta casa, ma pur sempre in trigono ad un Medio Cielo in Sagittario, che parla di confronto tra i popoli, più che tra individui…

 

C’è abbastanza Terra in questo tema: denaro, potere, possesso… alla faccia degli slogan romantici; ma anche realismo, concretezza, responsabilità. Soprattutto Marte e Giove, i pianeti della competizione e del successo, sono in segni di Terra; ed anche Venere e Saturno… Ma c’è anche molta Acqua, con la Luna in Scorpione, l’ascendente Pesci e Nettuno opposto a Sole e Mercurio, quindi non sembra una Terra instabile e poco tranquilla. Tanto meno sembra tranquillo l’evento descritto e inserito in ciò che il tema stesso – il momento – rappresenta per la storia attuale del mondo. Quell’ascendente che rimanda a Nettuno in dodicesima sottolinea la tematica in corso sui diritti religiosi del Tibet (anche politici, visto il governo in esilio) e delle altre minoranze etniche e culturali che vengono emarginate e spesso osteggiate in Cina, con mezzi più o meno leciti o “palesi”.

Tranne Saturno, tutti i pianeti lenti sono retrogradi; e Saturno è angolare in settima, la casa di tutte le relazioni: anche politiche, sociali, militari o diplomatiche. Il Sole non ha alcun recupero planetario e il Medio Cielo, il punto della realizzazione, è minato dall’opposizione Marte-Urano. Dove possiamo identificare la speranza, la via giusta per rendere giustizia alla realtà?

In Nettuno, forse. Proprio quel Nettuno “esiliato” che parla per bocca dell’ascendente e quindi si rende visibile al mondo. Quel Nettuno acquariano che, nonostante tutto, insiste ad offrire spiragli di spiritualità a questa tecnologica e materialista era moderna. E che, ancora congiunto al Nodo Nord, indica una strada evolutiva che passa attraverso l’umiliazione del Sole, il superamento degli individualismi: qui siamo tutti in gioco, siamo tutti in gara, e tutti possiamo vincere; o nessuno.

Tra pochi giorni, la parola passerà ai protagonisti: gli atleti, ovviamente; ma anche i politici e gli sportivi, i manifestanti, gli estremisti, gli indifferenti; i cinesi, i tibetani, il popolo della rete e gli abitanti del mondo. Lo slogan coniato per Pechino 2008 vuole invitare tutti ad unirsi sotto la comune bandiera olimpica, per costruire insieme il sogno di un futuro migliore per l’umanità. Cominciando dal presente, auguriamoci che queste Olimpiadi si svolgano almeno in un clima sereno, dove davvero l’importante è partecipare.




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