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SINGLE PER FORZA O PER SCELTA?

a cura di Lidia Fassio
 

Sempre più persone scelgono oggi di restare sole, di viversi le storie d’amore che capitano senza tuttavia impegnarsi in un rapporto troppo coinvolgente che, in qualche modo, richiederebbe oneri e spesso difficoltà che non sono disposte ad affrontare. Alcune non hanno il coraggio di provarci mentre altre decidono di non  “rimettersi più in gioco” dal momento in cui hanno vissuto una grossa delusione con la fine di una relazione importante che, inevitabilmente, ha lasciato ferite mai completamente sanate.

 

Indubbiamente scegliere di restare soli non sempre è sintomo di “libertà”; non è così facile per gli esseri umani raggiungere veramente condizioni di libertà che comportano scelte, responsabilità, e spesso solitudine; molte volte dietro a questa decisione vi è in realtà una paura di ritornare dentro ad una situazione difficile, dove ci sarebbero tantissimi condizionamenti che non vogliono più avere ma, in molti altri casi, vi è invece una fortissima difficoltà ad entrare veramente in relazione con un’altra persona.

Relazionarsi non è affatto semplice: le separazioni e i divorzi sono un esempio lampante delle difficoltà che si incontrano e dei vuoti che le persone sperimentano anche quando sono insieme ad un’altra persona.

 

Nel panorama zodiacale vi sono alcuni segni, che hanno più difficoltà di altri a sviluppare una reale capacità di relazione e questo perché, tra i loro compiti primari vi sono finalità diverse che possono anche intensificarsi se nel tema natale si trova una settima casa bloccata da pianeti complessi e se, in aggiunta, vi sono anche lesioni gravi sul pianeta Venere; l’insieme di queste cose possono far propendere per una “solitudine interiore” non proprio scelta, ma comunque degna di nota e non facilmente superabile.

 

Uno di questi segni è la Vergine: da sempre simbolicamente messa in relazione con la “verginità psicologica”; uno stato di integrità che i nativi sperimentano abbastanza facilmente anche se, a volte, senza che vi sia una vera e propria consapevolezza. In ogni caso, la Vergine - nell’immaginario collettivo - viene associata spesso alle Dee Vergini il cui nome indicava un particolare stato psichico che poteva essere riassunto in un “essere in sé stessa”. Molte erano le Dee Vergini che avevano questo appellativo: Athena, Estia, Artemide, tutte donne che sentivano una certa difficoltà ad avvicinarsi e a donarsi totalmente ad un’altra persona a dimostrazione che si trattava di uno stato interiore preciso e che, per questo, avevano anche scelto uno stato di “non relazione”. 

Non è raro perciò trovare persone appartenenti a questo segno che mostrano una sorta di “ di riservatezza” che non è nè caratteriale nè esteriore e che pertanto non viene mostrata solamente nei comportamenti che contemplano un fortissimo senso di discrezione ma si riferisce a qualcosa che risiede più in profondità e che è radicato in una ritrosia nell’entrare in relazione; a volte sembra un senso di solitudine che potrebbe nascere dalla frammentazione che inevitabilmente l’Io sperimenta in questa fase evolutiva.

 

Il compito della Vergine è quello di individuare, sia dentro che fuori, tutte le varie parti che, un giorno, potrebbero ricomporre l’intero: questo processo tuttavia, è discriminatorio e tende a definire e a collocare le cose in un ordine preciso; vi è però grande difficoltà a “vedere i vari pezzi come parti della totalità” e ancor di più a “metterle in relazione” in quanto, il suo viaggio comporta il trovare un modo per “farle funzionare insieme” senza che si escludano e si diano battaglia, per questo lei troverà delle regole che permettano di “convivere”; in ogni caso, si tratta di qualcosa ancora ben lontano da un vero senso di relazione e di condivisione che, del resto, inizia solamente nel segno successivo.

 

Non a caso a questo segno sono state associate la “somatizzazioni” e il discorso della “salute” proprio perché risente più di ogni altro del senso di “divisione e di frammentazione” che lo fa sentire isolato e separato dal senso di  “intierezza” .

Stiamo ovviamente parlando a livello simbolico.. e non certo a livello individuale, tuttavia, non è inconsueto trovare difficoltà autentiche di relazione nei nativi dovute ad una difficoltà di “accettare le differenze” e, anche fra le persone che hanno relazioni, in genere prevalgono forme di “funzionamento” rispetto a forme di “piacere autentico relazionale”.

 

Non è raro infatti sentire una Vergine sostenere che la relazione è difficile, ragione per cui non si fa neppure troppe illusioni rispetto a ciò che può aspettarsi dal rapporto con un’altra persona.

 

Se investighiamo sui suoi pianeti, troviamo Y – signore del segno – un pianeta che non ha alcun domicilio sopra l’orizzonte e che, per quanto ne sappiamo, rappresenta il bisogno che tutto prenda una forma ed una struttura in modo da poter essere visibile; è un pianeta che dovrebbe simboleggiare i limiti della materia che deve rispettare leggi inequivocabili.

 

Il secondo pianeta è Mercurio.. che è sicuramente molto abile nel creare ponti e contatti, ma la sua non è certo una vera capacità di relazione: per questo occorre l’impegno di Venere che, come detto, troviamo solamente nel segno che verrà dopo quello della Vergine. I mercuriali, e la Vergine è sicuramente governata da questo archetipo, sono creature socievoli ma molto lontane da quel “riconoscere veramente l’altro” che richiede un passaggio in più. Mercurio è abile nel percepire le cose, nel cogliere le occasioni, nel comunicare e nello scambiare ma, non è sicuramente garanzia di maturità e neppure di grande disponibilità verso l’altro dato che risente ancora troppo del bisogno di “essere riconosciuto” piuttosto che di riconoscere.

 

In esaltazione troviamo Saturno, il maestro dell’autonomia e dell’indipendenza che, in questo segno, non può però ancora esprimersi pienamente giacchè deve prima acquisire forza che deriverà dal prendere coscienza che esistono necessità e doveri e che, soprattutto, esistono condizioni e necessità a cui bisogna necessariamente sottostare in quanto l’uomo ha limiti che non può non prendere in considerazione.

Saturno, finchè non è pienamente compiuto, tende ad esprimersi attraverso i suoi simboli inferiori, quelli più funzionali e, in questo suo primo domicilio, fa leva sul senso del dovere e sul rispetto delle regole e dell’autorità esterna. C’è una sorta di disincanto nei nativi; del resto, è il segno che si trova quadrato e opposto sia a Giove che a Nettuno e questo la dice lunga sul rapporto che questo segno ha con la speranza, con il sogno e con le illusioni. 

La caratteristica più evidente nella Vergine è realismo saturniano che tende a far vedere le cose senza alcun velo in modo che si eviti di avere troppe aspettative dal mondo e dagli altri. Del resto il compito di Saturno consiste nel “far da sé” e sicuramente la Vergine impara prestissimo questa lezione e comprende che gli altri non sono certo dei missionari e che, se fanno qualcosa, hanno indubbiamente il loro tornaconto.

 

Qui  il Super Io è ancora molto poco strutturato e questo fa si che la Vergine non senta ancora quel senso di fiducia in sé stessa che placherebbe certe ansie e infonderebbe un po’ più di coraggio: tende spesso ad accontentarsi in modo da non doversi troppo mettere in gioco per paura di non essere all’altezza e di scoprire di non avere capacità e qualità.

 

Mettendo insieme queste cose, possiamo quindi ipotizzare che la Vergine sia comunque un segno complesso rispetto alle relazioni anche perché le vorrebbe “perfette” e questa è un’ulteriore difficoltà: tutti i segni sotto l’orizzonte hanno problemi di questo genere, ma la Vergine, a differenza degli altri, non edulcora le cose, non le trasforma per sentirsi meglio, non favoleggia di trovare il principe azzurro e questo rende le cose da un lato più semplici e dall’altro più complicate: più semplici perché non si aspetta mai una soluzione facile e sa che niente sarà mai perfetto; a questo bisogna aggiungere una certa rigidità che la porta a non ripetere le esperienze; così, se una relazione è andata male, per lei tutte andranno male e quindi tenderà a pensare di non essere all’altezza di essere amata; più complicate perché non vi è una naturale predisposizione ad andare incontro all’altro per cui tende a restare “chiusa in sé stessa” e di conseguenza chi si mette in relazione con lei, sente che c’è qualcosa che lei non concederà mai.. e che non condividerà mai.



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