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L'OSSESSIONE PER IL CORPO

a cura di Lidia Fassio
 

Non sono poche le persone che passano dall’aver cura del proprio corpo, cosa assolutamente normale e doverosa, all’ossessione per esso con tutti i problemi che da questa possono derivare sia sul piano personale che su quello delle relazioni con il mondo esterno.

Sappiamo bene che il corpo è il veicolo che l’anima “indossa” nel momento in cui si ritrova a fare un’esperienza terrena, ovvero quando si “incarna” e, a detta degli specialisti di questa materia, è preciso per il viaggio che andiamo a fare.

Il corpo dovrebbe essere la cosa che viviamo con più naturalezza dal momento che ci incarniamo in esso attraverso l’ascendente e, poichè possiede una sua “saggezza”, ha sviluppato precisi strumenti per inviarci i messaggi che ci sono necessari per comprenderlo e tenerlo in considerazione. Il corpo ha un suo linguaggio e ci informa attraverso sintomi e attraverso le sensazioni che passano tutte attraverso i sensi che in esso sono radicati: noi tocchiamo, sentiamo, vediamo, assaporiamo e annusiamo utilizzando gli i sensi che portano informazioni agli organi del corpo che, a loro volta, ci dicono se una cosa è buona oppure se non lo è, almeno per noi.

Quando mangiamo troppo, il nostro corpo ci fa sperimentare una sensazione di “troppo pieno” e di appesantimento; se beviamo troppo ci viene la nausea o il cerchio alla testa; se teniamo comportamenti troppo lontani dalla nostra verità interiore appaiono sintomi che cercano di farci comprendere che dobbiamo ritornare ad un “ordine” più consono e doveroso.

In pratica il corpo è un sistema “ordinato ed organizzato” che ha una sua omeostasi che viene meno solo  nel momento in cui noi non la comprendiamo.

 

Non ci sarebbe dunque alcuna necessità di essere ossessionati dal corpo, eppure molte persone non riescono a far pace con sé stesse e si imbarcano in diete assurde nel tentativo di perdere qualche chilo che, quasi regolarmente riprendono con facilità poiché il problema magari non sta nel corpo, ma in qualche schema psicologico che dà origine a comportamenti insani.

In genere le diete sono il frutto della nostra cultura; viviamo infatti in un sistema che continua a sfornare e a passare immagini di donne magrissime, sempre in perfetta forma, fisicamente toniche e senza una ruga: per assurdo, anche le pubblicità di cosmetici per donne mature, mostrano soggetti che, al massimo possono avere 30 anni e quindi, manco a dirlo, non hanno ancora subito quelle che il cantautore Guccini chiamava “le ingiurie del tempo”. Le taglie che sono ammesse vanno dalla 38 alla 42, senza rendersi conto che ci sono persone che la 42 non potranno indossarla neppure a 15 anni, perché sono robuste di costituzione e magari di ossatura, per cui, anche se si affamano riducendosi pelle e ossa, non entreranno mai dentro agli abiti che  vengono pubblicizzati ed indossati da manichini rachitici che non hanno nulla di umano e che, spesso, sembrano provenire da un’altra galassia.

 

Spesso l’ossessione per il corpo magro e ossuto e per la pelle costantemente abbronzata, liscia e senza rughe comincia nell’adolescenza allorché si formano gli “schemi corporei” che perdureranno a lungo e che tenderanno a rimanere intatti nel tempo, incuranti del fatto che il metabolismo cambia o anche semplicemente – secondo le  più piccole regole del buon senso -  che non si può essere uguali a 20 anni e a 50, altrimenti non vi sarebbe crescita.. L’esperienza stessa del nostro vissuto viene impressa nel nostro corpo e, soprattutto nel nostro viso, e una pelle tiratissima, magari ottenuta con la chirurgia estetica e con continui trattamenti, non riflette più la nostra anima, quella che ha scelto il nostro corpo prima di essere concepiti.

 

Per assurdo, in un’epoca dove si parla tantissimo di “benessere” sono poche le persone che conoscono il significato profondo di questa parola che molto spesso viene contrabbandata con “bellezza” ovviamente  intesa in senso puramente estetico e poco  in senso armonico.

Sappiamo bene che Venere, la signora della Bilancia, miticamente rappresentata dalla Dea Afrodite,  racchiude in sé anche questi simboli,  ma non certamente con il significato  che riusciamo a dare noi oggi; in effetti, non c’è dubbio che ognuno dovrebbe aspirare a stare bene con sé stesso, ma questo è lontanissimo dal sottoporsi a diete affamanti e pericolose per il concetto stesso di salute ed ancor di più dal vessarsi fisicamente con interventi cosmetici ed estetici pericolosi perché invasivi, cosa che non può assolutamente portare benessere in quanto passa attraverso un trauma che il corpo è obbligato a registrare.

 

Tra le altre cose proprio le donne, che sono le seguaci della bella Afrodite, hanno perso il contatto con i  concetti di “morbidezza e di rotondità” un tempo elogiati ed auspicati in quanto simbolo di possibilità di riproduzione e di accoglienza per il bambino; un seno e due fianchi morbidi sono una garanzia in più per un bambino che troverà un terreno avvolgente e protettivo che lo metterà al riparo dal dover lottare per nascere in quanto non vi è una dilatazione sufficiente.

Tutto ciò però non ha alcuna importanza, soprattutto per le ragazzine che continuano a crearsi problemi con il cibo e che spesso si sottopongono a vere e proprie deprivazioni alimentari – quando non arrivano alla vera e propria inappetenza - pur di apparire come le top model che ondeggiano con le loro gambe lunghissime e i loro 40 chilogrammi di peso, dimenticandosi però che le stesse sostituiscono spesso e volentieri il cibo con la cocaina e l’alcool in modo da sostentarsi e reggere una vita estremamente stressante e squilibrata anche da una mancanza di un nutrimento adatto di tutti i tipi.

 

Indubbiamente il segno della Vergine proprio perché rappresenta l’integrazione mente e corpo, è anche quello che più spesso può sviluppare delle vere e proprie ossessioni di perfezione corporea obbligandosi così a cure drastiche che finiscono per non apportare nulla di positivo al soggetto. Bisogna però intenderci sul tema della “perfezione” che, in questo segno, deve essere intesa come una  tendenza costante al miglioramento e al superamento delle difficoltà ma che nulla ha a che vedere con il dover essere e divenire “come il modello che si ha in testa” il che porta a sconvolgere la propria natura nel tentativo di “cambiarsi” e di “modellarsi” su un progetto mentale ed “estraneo”.

 

Il rapporto con il corpo nasce per forza di cose dal rapporto con il cibo: non c’è possibilità di poter avere un senso di benessere se non mangiamo bene e se non ci prendiamo cura di noi stessi: fare 3 ore di ginnastica forsennata, privandoci magari di un momento di socializzazione o di rilassamento non fa bene soprattutto se lo sentiamo come un “dovere” e non come “un piacere”. Afrodite ci ricorda in ogni momento che dobbiamo provare piacere nel fare le cose solo allora possiamo aspirare ad ottenere quel senso di armonizzazione che ci condurrà verso la sensazione di reale “benessere”.

 

La Vergine e la sesta casa ci dicono che dobbiamo avere un rapporto sano con il corpo proprio perché è il solo che abbiamo e perché è anche quello che ci può portare all’anima e alla trascendenza; la sesta casa ci dice che bisogna muoverlo e non mantenerlo statico; che bisogna non stressarlo troppo e non richiedere prestazioni troppo esasperate e che bisogna ascoltarlo per potergli dare ciò di cui ha bisogno; ci dice anche  che dobbiamo avere un rapporto molto corretto con i nostri pensieri in quanto, non è possibile coltivare pensieri negativi, o ossessivi e pretendere che il corpo stia bene e risponda nel modo in cui noi vogliamo.

Spesso le diete non hanno alcun effetto proprio perché non si va alla radice dei chili di troppo; se siamo arrabbiati e costantemente ansiosi, può essere che mangiamo per “sedare” qualcosa che non ci dà pace ed è allora che tratteniamo molto di più impedendoci di avere un corpo armonioso.

 

Un’altra idiosincrasia verginea è l’ossessione della salute: anche in questo caso, si perde il contatto con il proprio corpo nel senso che lo si ritiene incapace di “funzionare” bene per cui lo si controlla, lo si scruta e si cerca in ogni minimo movimento o sussulto la “malattia che potrebbe nascondersi nell’ombra”. Chi si ammala di ipocondria è scollegato e non si affida alla saggezza del suo corpo – che ha millenni di esperienza – e arriva a pensare che esso sia così poco abile nel difendersi da temere la contaminazione da parte di chiunque il che lo porta a chiudersi e ad isolarsi, con il risultato che questo lo allontanerà ancora di più dall’unità psico-corporea e dalla vera “salute” che esiste solamente nel momento in cui siamo in armonia con noi stessi,  con gli altri e con il mondo che ci circonda.




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