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IL MALATO IMMAGINARIO

a cura di Lidia Fassio
 

L’atteggiamento che terremo da adulti nei confronti della nostra salute si forma nella primissima infanzia; è allora che i bambini sperimentano tutte le possibili modalità per attrarre l’attenzione dei genitori; più i genitori sono attenti, vicini e in grado di cogliere e soddisfare i legittimi bisogni dei loro figli, meno questi avranno bisogno di ricorrere ad artifizi particolari per ottenere ciò che più desiderano al mondo.

Spesso, in una situazione di scarsa disponibilità, eccessivo impegno da parte dei genitori o di difficoltà a farsi pienamente carico dei bisogni dei figli vuoi per impedimenti realistici o per condizioni difficili di ordine  pratico o emotivo, i figli finiscono per essere assistiti con tenerezza e con una presenza più assidua  solamente quando stanno male; ecco che, verificata alcune volte la situazione, il figlio, crea dentro di sé uno schema mentale del tipo “se sto male mi accudiscono ed ho tutte le attenzioni di cui ho bisogno, altrimenti niente”; così, in modo del tutto inconscio ed automatico, questi bambini finiscono per stare spesso male e  per ricorrere a malattie fantastiche ed inesistenti per  ottenere ciò che, altrimenti, non è possibile.

 

Ci sono bambini piccolissimi che reagiscono ad ogni minimo stress con il “mal di pancia”, oppure con la febbre e, non vi è dubbio che si tratta in alcuni casi di vere e proprie fantasie che possono essere scoperte anche con molta facilità ma, in altri casi, il bambino arriva invece a  somatizzare e a manifestare un effettivo mal di pancia, uno  stato febbrile o un mal di gola, e questo, per essere  accudito, tenuto a casa e seguito con maggior attenzione.

Soprattutto quando nasce un altro figlio e il bambino più grande vive con la percezione che il nuovo fratello o sorella catturi tutta l’attenzione della madre, ecco che qualche giorno di febbre e di “debolezza” faranno si che rimanga a casa dall’asilo e la mamma gli dedichi del tempo.

 

Ora, tutto questo non si può dire che sia negativo, anzi, siamo in presenza di veri e propri “meccanismi di difesa” contro la paura di essere abbandonati e non sufficientemente amati, tuttavia, una modalità di risposta di questo tipo alle condizioni ambientali ed affettive dell’infanzia può instaurarsi e perdurare anche nell’età adulta.

Molte delle persone che hanno costanti “malesseri” più o meno reali, arrivano da situazioni di questo genere che si sono cronicizzate nella psiche fino a diventare un modus operandi che il soggetto vive come reale così che, in perfetta buonafede, si crede fragile e debole a livello di salute e non in grado di fare determinate cose o di impegnarsi più di tanto nella sua vita, facendo tuttavia leva sulle costanti attenzioni degli altri.

 

Tutti noi oggi siamo in grado di comprendere che la psiche può agire e rendere concreto qualsiasi contenuto psicologico: se una persona è convinta di avere una salute veramente fragile, pian piano diventerà la sua realtà proprio perché il pensiero costante e il credere di essere in un certo modo, diventa una vera e propria profezia che si avvera.

 

I così detti “ipocondriaci” sono persone convinte di avere tutte le malattie del mondo e, cosa singolare, ne sentono i sintomi. Si tratta di soggetti che girano da un medico all’altro alla ricerca di conferme e di cure: in fondo si tratta, anche in questo caso, di una ricerca assoluta di attenzioni, ma il tutto è mascherato dalla sensazione di stare realmente male e di non avere nessuno che in fondo pensi veramente a loro e li prenda sul serio.

 

Noi che utilizziamo i simboli astrologici sappiamo che Nettuno può dirci con esattezza dove tendiamo di più a fantasticare e a illuderci e sappiamo anche che dove abbiamo Nettuno è anche il punto del tema dove possiamo distorcere fortemente la realtà fabbricandone una alternativa che soddisfi i bisogni del soggetto. Nel caso specifico, un Nettuniano può tranquillamente sopperire a certe carenze fantasticando di star male fino a farsi venire effettivamente i sintomi e gli effetti fisici, soprattutto se ha sperimentato che questo funziona.

Non è inconsueto vedere i ragazzi che, quando hanno un’interrogazione, riescono a farsi salire la febbre in modo da essere giustificati per l’assenza; questo è solo un piccolo saggio del modo in cui possiamo utilizzare Nettuno che, come sappiamo, può scollegarci così tanto dalla realtà da farci arrivare a sentirci male veramente financo a sviluppare malattie presunte di cui si sentono i sintomi ma che non vengono rivelate da nessun esame e da nessun medico.

 

Generalmente l’ipocondria è associata da un punto di vista psicologico a malattie gravi di un familiare che hanno costretto il bambino a non avere il supporto necessario così che, nella sua psiche si è instaurato il bisogno di “prendere il posto del malato” che sembrava avere un grande privilegio.

Il punto è che l’ipocondria pian piano finisce per allontanare tutte le persone e fa perdere contatto con gli altri che, ovviamente, non sono in grado di sopportare le continue paure, ansie e  paranoie di chi pensa di avere tutti i mali di questa terra.

Si tratta in realtà di persone che “girano attorno a sé stesse”, che non riescono a guardare più in là e che finiscono in un vortice di timori, malesseri e ipervigilanza sul corpo che li scollega via via sempre più dal mondo e dalla realtà.

E’ senza dubbio una modalità molto negativa di utilizzare Nettuno, ma non possiamo dimenticare che se i suoi simboli più elevati non possono essere contattati, Nettuno rifletterà il bisogno di “dipendere” e il vuoto d’identità mai risolti e, in questo caso, la dipendenza sarà proprio dalla “malattia” e dal “sintomo”, unici modi per portare gli altri a sé.

 

In effetti queste persone, pur occupandosi praticamente a tempo pieno di sé stesse hanno la sensazione che gli altri le sottovalutino e non le prendano in considerazione e così vivono enormi frustrazioni che peggiorano ancora di più la situazione.

Questa problematica richiede tuttavia un Nettuno stimolato e leso nel tema, magari in casa sesta, oppure imponenti opposizioni tra la sesta e la dodicesima casa che impediscono al soggetto di stabilizzare il senso di realtà che resta in bilico tra il bisogno di riconoscimento e il desiderio di liberarsi di esso che, tuttavia, fa paura.

 

C’è un altro problema che può apparire con Nettuno in sesta ed è quello della confusione sulla diagnosi; anche in questo caso è difficile comprendere se il problema nasce dal fatto che la malattia è immaginaria e quindi nessuno è in grado di riscontrarla poiché è psicologica e non fisica, oppure se effettivamente il simbolo di “confusione” e difficoltà di “definizione” di Nettuno finisca per impedire di vedere con chiarezza di che cosa soffre il soggetto in questione.

 

Chiaro che l’“ipocondria” spesso si confonde e sovrappone ai disturbi ossessivi compulsivi che sono però diversi in quanto, chi ne è affetto,  più che manifestare il timore di avere una malattia, ha invece il terrore di  ammalarsi e di  essere contaminato dagli ambienti o dalle persone o, in alternativa, di essere esso stesso un contaminatore per gli altri.

 

Anche i sintomi e i disturbi che nascono con un transito di Nettuno sono spesso indefinibili e, a volte, confondibili con altre cose. Ancora una volta ritorna il simbolo di un archetipo che è difficile da cogliere  soprattutto dalle macchine e dalla mente; Nei suoi transiti, il pianeta sembra a volte interferire con la nostra salute e il nostro fisico perché ci ricorda che la vera salute è solo spirituale e che la guarigione, più che essere cercata negli ospedali, negli studi medici e nei laboratori, andrebbe trovata dentro di noi lasciando cadere certe barriere che ci impediscono di trovare significato e armonia.

 

Un mio insegnante diceva che la “guarigione è solo spirituale”, in quanto la malattia riflette sempre il bisogno di raggiungere un nuovo ordine, sicuramente un ordine superiore a quello espresso fino al momento della sua manifestazione. Quando viviamo troppo immersi nella realtà materiale e finiamo per perdere di vista che siamo fatti anche di altre cose, allora, la malattia può portarci a comprendere qualcosa in più e, soprattutto, la malattia immaginaria può aprire la porta al desiderio di superare le dicotomie e le barriere che impediscono di vivere in maniera più idonea alla natura interiore.

 

Nettuno spesso ci obbliga a vedere che ciò che sembra essere reale, lo è solamente per noi e per la nostra mente e, il suo intento, anche se spesso non è chiarissimo, è quello di farci comprendere che la realtà materiale è solamente una parte della nostra vita poiché essa è fatta anche di un lato intangibile che tuttavia dobbiamo onorare.




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