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CHIRONE E LA CAPACITÀ DI CURARE LA FERITA

a cura di Lidia Fassio
 

Senza dubbio il segno del Sagittario ha un collegamento preciso con il centauro Chirone e quindi, è importante comprendere meglio il suo simbolismo poiché ci può aiutare a conquistare qualcosa dentro di noi.

Chirone è un centauro, una creatura particolare, metà uomo e metà cavallo; appartiene ad una stirpe “mostruosa”, molto aggressiva e violenta. I centauri vivono sulle montagne e nelle foreste ed anche in questo troviamo conferma della natura assolutamente selvaggia e distruttiva, in quanto, prevalentemente inconscia.

Chirone si era invece elevato al di sopra della natura centaurica ed aveva sviluppato una buonissima conoscenza oltre che doti di veggenza e capacità guaritrici. Per le sue capacità era stato premiato da Zeus con il dono dell’immortalità e non viveva più con i suoi fratelli.

 

Un’altra cosa interessante per noi astrologi è il nome che viene dato ad un pianeta perché, di regola, ad esso si lega parte del suo simbolismo mitologico e, il fatto che gli astronomi lo abbiano chiamato in questo modo ha un suo senso preciso.

La storia del nostro centauro è particolare e, ci sono alcuni miti che danno versioni leggermente diverse anche se, quello più accreditato, ci parla di un rapporto particolare tra Chirone ed Eracle, il celebre eroe marziano.

Eracle in realtà non era un amico dei Centauri se non di Chirone e di Folo. Un giorno, andando a caccia del cinghiale Eracle incontrò Folo e, insieme, decisero di mangiare nella caverna di quest’ultimo.

Folo cucinò per lui a dimostrazione dell’accoglienza calorosa che aveva per l’amico. Eracle però voleva del vino e sapeva che Folo ne possedeva un orcio che gli era stato dato da Dioniso e che, per preciso desiderio del Dio, doveva essere aperto proprio quando ci fosse stato Eracle. Folo però temeva la reazione dei suoi fratelli nei confronti di Eracle.

 

Così fu: quando Eracle aprì l’orcio l’odore del vino attirò tutti gli altri centauri alla grotta di Folo e tutti cercarono di attaccare l’eroe che fu costretto a difendersi a colpi di torcia. Alcuni centauri furono uccisi mentre quelli che scapparono si rifugiarono da Chirone. Eracle ovviamente li inseguì e, nel tentativo di aggredirli, finì per colpire proprio il suo amico Chirone; infatti, una delle frecce di Eracle ancora intrisa del sangue dell’Idra, trapassò il ginocchio del centauro e, anche se in modo fortuito e del tutto involontario, lo ferì in modo inguaribile.

Eracle cercò invano di medicare la ferita ma tutto fu inutile e così Chirone si ritrovò intrappolato in una situazione paradossale: da un lato non poteva guarire la sua ferita e, dall’altra, non poteva morire in quanto immortale.

Fu così che la sua tragedia si consumò almeno fino a quando non riuscì a scambiare il suo destino di immortale con Prometo e mise fine alle sue sofferenze.

 

Senza dubbio Chirone è conosciuto per le sue qualità di “guaritore” anche se, in realtà, da un punto di vista astrologico possiamo sicuramente pensare che lui possa rappresentare un elemento catalizzante che può fare da tramite per la guarigione ma non un vero guaritore giacchè questa funzione sappiamo bene che, astrologicamente parlando, può averla solamente Nettuno, signore dei Pesci e della casa dodicesima che, insieme  rappresentano il  “ritorno alla totalità” ovvero la possibilità di “ricollegarsi e ricontattare”  qualcosa di superiore da cui, probabilmente, ci si scollega allorchè ci si ammala.

 

L’aver scoperto questo pianeta ci permette di accedere al suo simbolo in modo più chiaro riuscendo così ad utilizzarlo ed interiorizzarlo.

 

La prima cosa che si evince è che la scoperta di Chirone è concomitante alla filosofia “New Age” che ha dato effettivamente una svolta alla vecchia filosofia di vita, mettendo in luce una serie di potenziali dell’uomo  anche se, per la maggior parte, non ancora conosciuti ed utilizzati; ha però anche portato all’umanità la capacità di riconoscere dentro di sé quel senso spirituale che prima era stato sempre proiettato all’esterno su un Dio o su una religione. Un’altra interessante parte della filosofia new age consiste nell’aver cominciato a considerare l’uomo come un’unità “corpo e psiche” “materia e spirito” nonché conscio e inconscio senza essere  più diviso e frammentato ed incapace di trovare la sua unità e il senso della vita.

 

Come essere indiviso (individuo), l’uomo deve imparare a conoscere anche i suoi lati ombra, quelli che, non essendo visibili, devono essere imputati e delegati al “fuori”. Per agevolare il percorso di integrazione di ogni singola parte, si sono sviluppate le tante tecniche finalizzate alla guarigione di tutte le ferite dovute alla frammentazione e alla disarmonia tra mente e corpo, maschile e femminile, interno ed esterno.

La New Age ci ha fatto capire che il dualismo e la polarità sono frutto della mente e che non esistono sul piano assoluto; in pratica ci ha permesso di toccare con mano il velo di Maya.

 

Proprio in seguito alle  nuove possibilità che l’archetipo svelava con il suo simbolismo, si è iniziato a lavorare con le “energie” (reiki, energia universale, ecc) così come si sono evidenziati sempre più i fenomeni delle percezioni extra sensoriali; un numero sempre più grande di persone ha iniziato a percepire cose che prima erano assegnate al regno dell’esoterismo o ai pochi veggenti. Così, molte persone hanno cominciato ad avere “visioni”, a percepire segnali che sembravano giungere da altre dimensioni, a vedere l’aura; tutti, in un certo senso, hanno raffinato la percezione tanto da cogliere anche energie molto più sottili, prima completamente sconosciute in quanto impercettibili.

 

La fisica quantistica con David Bohm e John Bell nello stesso periodo scopriva e teorizzava che l’universo è simile ad un grande pensiero in cui tutto è in costante comunicazione in quanto nulla è separato al suo interno; senza queste informazioni che viaggiano attraverso onde energetiche, nulla avrebbe senso. Così, la fisica ha iniziato a mettere a punto le grandi intuizioni di Einstein; contemporaneamente è nata la filosofia di Gaya  - portata avanti da Erwin Lazlo e dal Club di Budapest -  che vede la  Terra come un pianeta che vive e che si evolve e che, come tale, è un tutt’uno con ogni essere vivente.

 

Pribram, studiando il cervello umano ha visto che funziona olograficamente nel senso che in ogni singolo neurone sono impresse la totalità delle informazioni cerebrali; allargando questo concetto, arriviamo a pensare che qualunque frammento di universo contiene la complessità dell’intero.

 

Tutto ciò ha portato ad una nuova visione dell’uomo e del mondo e ad un nuovo paradigma psicologico che postula una perfetta reciprocità tra coscienza ed inconscio su cui soprassiede il Se’ che è un vero e proprio fattore di ordine che ritroviamo sia nella matrice universale che nel singolo individuo.

 

In seguito a queste nuove teorie è iniziato anche un grande cambiamento rispetto alla percezione della malattia: prima era considerata del tutto indipendente dall’uomo: con la scoperta di Chirone si è cominciato a guardare con sempre più attenzione all’unità corpo mente e, nel contempo, ha cominciato a farsi strada il pensiero che ognuno di noi deve diventare “responsabile” della propria natura psicosomatica lavorando sui punti difficili che non riesce ad integrare e che causano disarmonia.

 

Quasi in contemporanea si è cominciato a dare importanza alle medicine alternative e alle tecniche di autoguarigione. Si è scoperta la possibilità di raggiungere una coscienza spirituale molto più forte che, pur essendo parte integrante di ognuno di noi, è stata a lungo delegata ad un Dio esterno.

Il simbolo di Chirone rappresenta la possibilità che ognuno di noi ha di contattare al proprio interno il “guaritore” magari attraverso la figura di un terapeuta o di un medico; questo significa che attraverso le ferite - che sono “punti di contatto” - possiamo trovare senso e significato in quanto tendono a mettere in comunicazione contenuti che possono essere fondamentali per la comprensione e il superamento di certe difficoltà.

 

La posizione che Chirone ha all’interno del nostro sistema solare -  tra Saturno e Urano -  ci fa pensare alla possibilità di ri-unire finalmente corpo e psiche, materia e spirito e, da un punto di vista psicologico, mondo cosciente con mondo inconscio.

Chirone si trova a fare i conti con una ferita inguaribile e, proprio per questo, è costretto ad accettare la sua “imperfezione”; certo, l’imperfezione è data dal corpo, dalla parte mortale che, come sappiamo, si ammala e si corrompe con il tempo, ma questa è la condizione imprescindibile se si vive nella realtà fisica.

La sua “immortalità” risulta inutile se non addirittura dannosa in quanto lo imprigiona in una agonia eterna.

Così è costretto ad desiderare la morte e a chiedere a Zeus di concedergliela.

Questo, da un punto di vista simbolico, ci permette di comprendere che l’immortalità per noi umani  può esistere solo su un piano trascendente e non nella realtà immanente che, come ben noto, resta soggetta all’imperfezione, cosa che ogni individuo deve accettare per poter accedere alla dimensione spirituale.

 

Senza dubbio Chirone ci ricorda che solo chi è ferito può avere coscienza piena del dolore e può dunque sviluppare una buona capacità di aiutare quelli che soffrono della stessa ferita.

Spesso i così detti “guaritori” sono persone che hanno lavorato a lungo con le loro ferite e, proprio per questo, sono particolarmente indicati ad aiutare coloro che sono alla ricerca della “ri-sanazione”.




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