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IL MOSTRO NELLA FIABA

a cura di Lidia Fassio
 
Le fiabe sono sempre popolate di personaggi strani: fate, orchi, animali e mostri. Il “mostro” è un personaggio d’obbligo in quanto nella fantasia popolare tutto ciò che non è conosciuto viene considerato in qualche modo “mostruoso” poiché la psiche proietta fuori la paura del confronto con ciò che non ha ancora esplorato. Così, i libri di fiabe ed i film di avventura hanno sempre la descrizione di creature deformi viste mostruose e paurose; anche nelle modernissime storie accade ancora questo: quasi tutti i film che immaginano avventure nello spazio riportano incontri con creature “mostruose” che rappresentano abitanti di altri pianeti e galassie. In particolare, la forma che con più frequenza viene adottata dai registi e dagli scrittori dei soggetti ha quasi sempre qualcosa di “rettiliano”, occhi, scaglie, pelle verde, unghie simili a quelle dei rettili; in qualche modo il rettile e il serpente restano nell’immaginario popolare animali particolari, visti come “infidi”, a memoria ancestrale del serpente che seduce EVA che simboleggia il bisogno di confrontarsi con sé stessi attraverso la presa di coscienza che, però, è sempre un percorso di sofferenza (ben rappresentato dall’immagine della cacciata dal paradiso terrestre).
Tra l’altro alla creatura mostruosa è più facile addebitare qualcosa di maligno e di cattivo. Anche in questo vediamo chiaramente l’associazione tra “bellezza e bontà” e “mostruosità – crudeltà”.

Abbiamo più volte sottolineato che la psiche è un grande “proiettore” che porta fuori tutto ciò che ha dentro sotto forma di immagini che poi le vengono rimandate dagli altri che fanno da schermo.
Ovviamente il “mostro” animalesco rappresenterà dunque una parte dell’inconscio della persona stessa, quella che ha più difficoltà a contattare e che, per forza, incontrerà fuori.

A volte, ci sono delle piccole varianti e la forma mostruosa è la rappresentazione dell’inconscio stesso o di una situazione che è totalmente fuori dalla coscienza.
Ad esempio nel mito di AMORE e PSICHE lei immagina che lui sia un mostro perché non si lascia vedere, in realtà, quando lo guarderà incautamente di nascosto, scoprirà che lui è bellissimo.
Anche in questa favola dunque, è chiaro il riferimento e l’associazione tra ciò che "non si conosce e non si può vedere” e la mostruosità.

In ogni caso, il tema comune in queste fiabe o storie è sempre la Trasformazione. Infatti, l’animale mostruoso quasi sempre si trasformerà in qualcosa di meraviglioso dopo che lo si è avvicinato; generalmente è l’amore e la relazione che producono il miracolo, intendendo con questo che sarà proprio l’accettazione della parte mostruosa dell’eroe o eroina stessi a produrre il miracolo della trasformazione e il ritrovamento dell’unità perduta.
Nel caso di Amore e Psiche è il tipo di rapporto che deve subire la trasformazione perché non può rimanere simbiotico, ovvero non conscio, ma in realtà il significato è lo stesso e richiede sempre la trasformazione di qualcosa di grezzo in qualcosa di cosciente.




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