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LA RABBIA COME USARLA

a cura di Lidia Fassio
 

Ogni uomo nasce dotato di istinti che sono il bagaglio che ci giunge dal corredo genetico passato dai nostri genitori che, a loro volta, hanno ereditato dai loro avi.

 

Agli istinti (che derivano dal cervello rettiliano detto anche paleocervello) si sono aggiunte le emozioni (patrimonio derivante dal cervello limbico detto anche emozionale); entrambi  servono a convogliare pulsioni ed informazioni fondamentali alla nostra sopravvivenza.

Nell’evoluzione l’uomo ha però sviluppato un terzo cervello (neocorteccia), molto più recente e più sofisticato in quanto in grado di elaborare e di cercare via via risposte sempre più appropriate a stare al mondo e, soprattutto, a risolvere problemi di ordine pratico e cognitivo.

Il punto è che la nostra corteccia simboleggia la parte più razionale della nostra natura quella che, per intenderci, ha spesso la presunzione di voler governare a volte fino a soffocare le altre due istanze.

 

La civiltà occidentale si è a lungo cullata nell’idea che solo la “ragione” e la così detta mente logica abbiano valore, considerando quasi primitive le manifestazioni delle emozioni e degli istinti, più antiche sebbene molto efficaci.

 

L’esasperazione di questo modo di pensare ha portato fuori numerosi problemi e conflitti; in particolare, molte delle così dette “nevrosi” sono dovute all’inibizione della parte istintuale e delle corrispondenti emozioni che cercano di portare alla luce una natura non accettabile dalla parte razionale che è il lato più soggetto ai condizionamenti dell’educazione.

 

Nel bambino infatti è impossibile disgiungere sensazioni, immagini, oggetti di percezione e tensioni interne fino a quando non vi è una differenziazione IO/mondo e così, quando viene sottoposto ai dettami dell’educazione, si trova inevitabilmente in uno stato di fortissimo conflitto, lo stesso che lo porterà a trovare un adattamento armonioso che riduca le tensioni tra le domande provenienti dal mondo esterno e quelle che giungono dal suo mondo interno.

 

Per “adattamento” si intende la capacità che ha il bambino di entrare in relazione con elementi interni ed esterni a lui, elaborandone i contenuti e trovando un modo armonico per soddisfare entrambi.

 

Senza dubbio gli istinti rappresentano il corredo più antico e più problematico di fronte all’educazione ed è quello che spesso viene più facilmente inibito.

L’istinto considerato più problematico è quello “aggressivo” indispensabile per la nostra sopravvivenza anche perché, senza di esso, non solo la razza umana si sarebbe estinta e non sarebbe giunta fino ai giorni nostri ma neppure ogni singolo individuo potrebbe difendersi e, all’occorrenza, affermare la propria individualità.

 

Astrologicamente stiamo ovviamente parlando della combinazione Plutone Marte che sono il corredo più specifico a disposizione del nostro Sole.

Plutone è sicuramente la pulsione a vivere che viene raccolta da Marte che la dirige e la trasforma in azione che ovviamente richiede energia, direzione e volontà di affermazione ovvero ciò di cui l’Io (Sole) ha bisogno per sopravvivere, guadagnarsi un posto nel mondo, affermarsi e realizzare il suo compito o progetto.

 

La reazione più naturale ad una eventuale inibizione della nostra volontà è la rabbia, anch’essa astrologicamente legata a Marte, emozione considerata spesso “negativa e distruttiva” in quanto produce una serie di effetti collaterali complicato sul piano della salute sia fisica che psichica.

In effetti, ogni impedimento alla libera espressione energetica genera una quantità discreta di frustrazione e rabbia poiché, in questo modo, le emozioni informano che c’è qualcosa che non è libero di esprimersi e che, di conseguenza, bisognerebbe correre ai ripari trovando uno sbocco che consenta di canalizzare l’energia che si è liberata e che non può arrivare alla meta.

 

Lo scopo della rabbia è quello di eliminare l’ostacolo e il blocco che si pone di fronte a noi  permetterci di comprendere che qualcosa di importante, di vitale ma soprattutto di autentico nella nostra natura è bloccato il che ci richiede di trovare canali tramite i quali poter indirizzare questa energia che altrimenti brucerà all’interno del nostro corpo.

L’energia di Marte è forte, potente e soprattutto calorica: non viverla e reprimerla produce moltissima frustrazione che diventa rabbia.

 

Questo ci aiuta a capire che la rabbia non si può né reprimere né bloccare ma, al limite, bisogna imparare a canalizzarla in modo chiaro al fine di riuscire ad utilizzarla come una vera e propria “amica” raffinandola e aiutandola a manifestarsi con modalità creative e non distruttive.

La rabbia altro non è che l’espressione del nostro potenziale; si tratta di qualcosa che non ha scopi negativi ma che anzi, vuole farci vivere meglio, imparando a farci valere e a difendere i nostri diritti qualora siano messi a repentaglio.

 

Ma quando è che ci arrabbiamo? Quando siamo impediti o bloccati nel fare qualcosa, quando ci troviamo di fronte ad un problema che ci impedisce di fare ciò che abbiamo in mente o  quando qualcuno ci “provoca” magari insultandoci e non rispettando ciò che siamo o la nostra volontà.

 

La rabbia è dunque energia allo stato puro che determina una variazione dei livelli di energia interna del nostro sistema. Quando ci arrabbiamo l’energia aumenta e quando raggiunge un certo livello – che varia per ognuno di noi – deve essere utilizzata. Utilizzarla significa “scaricarla” ed è questo punto che si creano i problemi perché la domanda è: “la scarichiamo fuori o dentro”?

La capacità di gestirla o di “scaricarla” dipende molto dalla situazione in cui ci troviamo, dai nostri skills personali e dalla storia nostra e della nostra famiglia.

Se sappiamo gestirla allora è il nostro cervello che va a cercare soluzioni che permettano di risolvere il problema che ci troviamo di fronte e che ci fa “arrabbiare”. Se l’operazione riesce significa che abbiamo trovato un modo per sfruttare quell’energia in modo coerente e quindi risolviamo il problema sentendoci anche soddisfatti.

 

Se però non sappiamo gestire l’energia allora dobbiamo decidere se trattenerla, oppure se scaricarla all’esterno su qualcosa o su qualcuno. In questo caso però le nostre azioni non sono più finalizzate a cambiare la realtà o a risolvere il problema che abbiamo di fronte ma serviranno solamente a liberarla scaricandola su quello che pensiamo sia l’ostacolo il che produce quasi sempre un aggravarsi della situazione.

 

Possiamo anche decidere di scaricarla dentro e, in questo caso, l’energia lavorerà dentro di noi e ci sentiremo frustrati, agitati, ansiosi o, al limite “sfortunati”. In questi casi appariranno dei sintomi quali il mal di testa, l’ulcera o la colite, tutti sintomi dello stress che sta provando il nostro corpo, incapace di utilizzare in modo coerente l’energia sprigionata dalla rabbia.

 

In pratica, quando ci troviamo in questa situazione significa che abbiamo rinunciato a risolvere il problema che l’ha causata e ci limitiamo a scaricare l’energia e lo stress su qualcuno, dimenticandoci persino cosa l’ha generata. Possiamo parlare di “rabbia esplosa” che astrologicamente è in genere prodotta da aspetti dinamici Sole Marte, oppure Marte Urano o Marte Mercurio.

 

Praticamente la rabbia scatta quando c’è troppa differenza tra la rappresentazione mentale  che abbiamo dentro e ciò che accade realmente fuori. In pratica lo scopo della rabbia sarebbe quello di farci intervenire direttamente sulla realtà per cambiarla; se riusciamo a utilizzarla bene ci sentiamo gratificati e forti perché risolviamo letteralmente i problemi e l’energia viene canalizzata in modo costruttivo.

Questo caso è più probabile quando il nostro Marte si trova a contatto con Plutone o con Saturno in aspetti armonici il che porta ad avere sufficiente pazienza e a lavorare affinchè vi sia una vera opportunità di metterla a frutto in realizzazioni o ambizioni.

 

Quando invece  non ci è dato di cambiare la realtà  possiamo sempre scegliere se frustrarci sentendoci impotenti e risentiti oppure se utilizzarla per cambiare i nostri schemi mentali e le nostre aspettative. 

 

E’ ovvio che tutti proviamo rabbia, si tratta di un’emozione fondamentale e primaria per cui,  universale. Sono le manifestazioni della rabbia che cambiano in ognuno di noi e questo dipende dall’insieme del tema e dagli aspetti di Marte.

Senza dubbio i temi con molto Fuoco hanno quasi sempre più pressione all’interno e, di conseguenza, meno facilità nel gestire la rabbia per via dell’impazienza e dell’impulsività ed anche della velocità con cui la parte istintiva ed emozionale passa all’azione.

Bisogna dire che anche l’Aria -  che è troppo razionale - in genere ha grandi difficoltà a gestire la rabbia perchè la vuole razionalizzare ad ogni costo anche quando ciò non è possibile e quindi emerge magari proprio in forme verbali del tutto irrazionali. L’Aria attizza il fuoco e non è detto che chi utilizza molto il mentale sia altrettanto abile nella gestione di questa emozione.

Sicuramente la Terra è l’elemento che meglio padroneggia la rabbia in quanto è paziente, costante e tendente a risolvere i problemi piuttosto che a scaricarsi in modo improprio. Inoltre nella Terra è presente Saturno il pianeta che meglio di tutti canalizza e dirige l’energia di Marte rendendola efficace.

L’Acqua è un elemento anch’esso poco avvezzo con la rabbia che, in genere, viene trattenuta per cui può contaminarsi e stagnare fino a diventare risentimento e rancore non espresso e quindi tendenzialmente somatizzato. Un discorso a parte merita il segno dello Scorpione che si presenta invece capace di trattenere ma anche di agire all’occorrenza con molta precisione.

 

Quanto abbiamo esposto evidenzia che ciò che fa veramente male alla nostra salute è l’incapacità di utilizzare bene l’energia che produce la rabbia il che ci costringe a vivere frustrazioni, senso di impotenza, la sensazione di non essere in grado di padroneggiare la  vita agendo direttamente sulla realtà.

Questo significa che la rabbia dovrebbe essere agita bene e costruttivamente e mai trattenuta poiché ci offre delle chances di gestire via via sempre meglio le situazioni. Ci dice a pieno titolo chi siamo e cosa vogliamo in un determinato momento.

 

Ciò che tanto spaventa le persone sono gli “eccessi di rabbia” ovvero la rabbia esplosa che diventa incontenibile e che, spesso, è frutto di blocchi e della conseguente saltuaria liberazione della pressione sottostante che, a quel punto, ha più facilità di andare fuori controllo.

 

La rabbia trattenuta si presenta come la principale fonte di malattie psicosomatiche che diventano il canale privilegiato per eliminare l’energia e, soprattutto il “calore” nelle persone che la scaricano all’interno.

Parliamo in primis delle malattie a forte connotazione febbrile che denotano la strenua difesa che il nostro organismo produce contro attacchi indiscriminati di virus o batteri che riproducono  in modo simbolico gli attacchi a cui non sappiamo dare risposta sul piano reale.

 

In queste malattie “simuliamo” la battaglia che dovremmo fare se solo fossimo stati in grado di comprendere bene e di agire in modo diretto.

 

E’ dunque tempo di considerare la rabbia come un’amica che vuole semplicemente portarci a conoscere chi siamo e quali bisogni abbiamo, utilizzando poi la corteccia per affermare e realizzare all’esterno ciò che crediamo corretto per noi imparando al tempo stesso a padroneggiare sempre meglio gli strumenti che abbiamo a disposizione per risolvere i problemi che la vita ci mette di fronte.




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