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I Segni d'Acqua
a cura di Daniela Grazioli
ARTICOLO DI ASTROLOGIA IN LINEA
 
CANCRO

Il segno del Cancro inizia col solstizio d’estate, quando la forza-giorno raggiunge il culmine della sua espansione e la forza-notte il livello più basso, il giorno più lungo si incontra con la notte più breve, subito dopo c’è un’inversione, un mutamento di direzione: lentamente la forza-notte incomincerà ad avanzare e la forza-giorno a ritirarsi. Ma prima di abbandonare il campo e lasciare spazio alle incalzanti istanze del principio collettivo, la cui energia è volta ad unire, accomunare, inglobare, è assolutamente necessario fare quadrato, dare un fondamento, “una casa”, all’individuo emerso in Ariete.
Nove sono i mesi che separano il solstizio d’estate dal successivo equinozio di primavera, cioè il segno del Cancro dal segno dell’Ariete, il segno dell’imago mater, del grembo materno, dal segno della nascita, dell’inizio.
Il significato profondo, la matrice di tutti gli ulteriori significati del Cancro è in questa inversione di rotta delle due forze in gioco, lentamente, ma inesorabilmente diventano sempre più pressanti le richieste prima inascoltate del principio collettivo, che dalle profondità della notte salgono alla luce della coscienza.
Ogni nuova conquista della personalità individuale, d’ora in avanti, dopo la fase d’esperienza rappresentata dal Cancro, avviene ad un livello qualitativamente del tutto diverso da quello dei primi tre segni dello zodiaco.
In tali segni, in modo più o meno efficace, le forze unificanti e assimilatrici del principio collettivo sono ricacciate e confinate nel regno dell’inconscio, poiché è la costruzione dell’io, centro radiante e unificante della coscienza individuale, il progetto perseguito in questi primi stadi. Un io fragile non può essere esposto senza rischi e danni alla malìa del richiamo della forza-notte di tornare a perdersi e confondersi nel suo grande grembo, per questa ragione tradizioni, famiglia, istituzioni, le varie forme cioè in cui si incarna il principio collettivo, in queste fasi agiscono e condizionano in modi soprattutto inconsci, e possono essere ora acclamate ed esaltate come gli unici ed assoluti valori ed ideali, ora negate e rifiutate come catene da spezzare e nodi da sciogliere.
E’ nel segno del Cancro che prende forma il canale lungo il quale il principio collettivo arriva alla luce della coscienza, per questo motivo dopo la fase cancro, il livello di integrazione ed espansione dell’io non è più solo individuale, ma è soprattutto a livello sociale che si realizza. Il Cancro, infatti, è il segno della “casa”, della famiglia, la prima e fondamentale istituzione di ogni società.
E’ interessante notare che il segno del Cancro, che corrisponde alle lunghe e immobili giornate d’estate piene della luce e del caldo del sole, è governato dalla Luna, la regina della notte. Si attua in questo segno l’unione, il “matrimonio” del Sole e della Luna, del principio maschile col principio femminile, dalla cui unione scaturiscono “la casa”, “la famiglia”, “le radici” di ogni individuo. Tale incontro non avviene tuttavia, sotto l’egida fredda e trasparente della ragione, ma nello spazio liquido, notturno, femminile del Cancro, legato al simbolo dell’acqua originaria, al liquido amniotico del ventre materno, quando si è allo stesso tempo due ed uno.
E’ allora nella memoria lontana di tale e assoluta protezione, di totale e passivo abbandono e di completa ricettività ed apertura che nessun ostacolo rompe, che si devono ricercare le origini di alcune caratteristiche tipiche del segno, quali ad esempio l’autodifesa passiva e ricettiva che protegge da un impatto troppo forte con la realtà, la grande sensibilità psichica e ancora, la creazione di un immaginoso e ricco mondo interiore intriso di nostalgie, ricordi e attaccamento al passato.

SCORPIONE

Scorpione, serpente, aquila, fenice, fanno tutti parte della simbologia del segno dello Scorpione, quattro simboli invece di uno: un chiaro segno della sfaccettata complessità di tale segno che non è possibile confinare nell’iconografia di un’unica immagine. Quattro animali, nessuna figura umana o inanimata, solo animali: due che, silenziosi e solitari, strisciano in basso, nella terra, e due che volano alti nella luminosità trasparente del cielo, un “salto” dalla terra al cielo. Ed ancora, c’è il pungiglione velenoso dello scorpione che si da la morte, la lingua biforcuta del serpente che ad ogni stagione cambia pelle, lo sguardo rapace dell’aquila che s’avventa sulla preda, il mitico e fantastico uccello egizio che continuamente muore e risorge dalle sue ceneri, in ognuno è presente il riferimento alla morte, inoltre nel serpente e nella fenice è presente anche il motivo della trasformazione e della rinascita. Che cosa deve morire nella fase d’esperienza rappresentata dallo Scorpione, che cosa si deve lasciare andare, che cosa condurrà la personalità ormai ben individuata dalla terra al cielo?
La forza-notte, superata la forza-giorno, è ora nel periodo di massima espansione: l’io, nel segno della Bilancia, ha incontrato e riconosciuto come uguale a sé l’altro, il “tu”, anzi tale uguaglianza è diventata un imprescindibile ideale da raggiungere, un ideale è inizialmente un fatto della mente, astratto e perfetto, non ancora sentito, esperito, vissuto e desiderato nella carne e nell’anima.
E’ nello Scorpione che la forza-notte, il principio collettivo, chiede all’io, alla personalità individualizzata, di morire a se stessa, di rompere i propri confini ed aprirsi e fondersi con l’altro dimentica di sé, e lo chiede in termini concreti, non ideali, è con il corpo e il cuore oltre alla mente, che si deve entrare in contatto con l’altro, per sperimentare nella carne e nell’anima la realtà di questa unione, nel bene e nel male. Solo in questo modo la “conoscenza” dell’altro sarà reale e completa e potrà generare poi nel segno del Sagittario, una “mente” davvero collettiva, frutto non della somma di più individui, ma della loro intima integrazione, una “mente” capace di partorire idee ed ideali, intrise oltre che dei loro pensieri anche del loro desiderio.
Da qui deriva l’importanza del sesso attribuita al segno dello Scorpione, il sesso inteso non nella sua funzione generatrice, ma il sesso come “piccola morte” dell’io cosciente, che muore a se stesso per rinascere nell’altro e con l’altro, oltre se stesso.
E’ la forza-notte ormai vincente, la forza del principio collettivo che rompe anche le più private ed intime barriere dell’io, quali sono quelle del corpo e dell’anima, per rendere i singoli individui partecipi ed uguali anche nelle profondità del loro essere.
In questa esperienza di perdita/morte individuale e rinascita sociale, separazione e distacco da desideri e bisogni egoici che si trasformano in bisogni e desideri sociali, si trova il significato più vero dello Scorpione. E’ il salto dalla terra al cielo, la liberazione dei limiti dell’“io” che conduce al “noi”, la fenice che sempre risorge dalle sue ceneri.
A prima vista questa descrizione del segno dello Scorpione sembra avere poco a che fare con le caratteristiche abitualmente attribuite a tale segno; dello Scorpione si dice che sia spietato, individualista, diffidente, controllato, a volte cinico, vendicativo e così via, c’è poi l’altro lato della medaglia che fa degli scorpioni degli esseri altamente intuitivi, profondi, percettivi, perseveranti, sensibili, coraggiosi etc…
In realtà sono vere ambedue le versioni, dipende dal percorso che gli individui fortemente scorpionici decidono di fare.
L’abbandono, il lasciarsi andare, l’aprire se stessi all’incontro intimo e profondo con l’altro, che si richiede allo Scorpione è assoluto e totale, fa paura; la spinta ad oltrepassare i propri limiti è forte, ma altrettanto grande è la paura di perdersi, da qui la diffidenza, l’attaccamento alla propria individualità, l’aggressività, o al contrario il coraggio, la perseveranza, l'empatia, la sensibilità intensa e penetrante. Lo Scorpione è un segno profondamente evolutivo, può salire fino al cielo, o fermarsi alla prima nuvola o restare a terra del tutto.
Se prevale la paura invece dell’apertura e del superamento dei confini dell’io per la creazione di un sentimento collettivo, ci sarà un esasperato attaccamento all’io e un’ossessiva ricerca di controllo dell’altro che minaccia l’integrità dell’io, attraverso l’uso del potere del denaro, della politica, del sesso, della manipolazione.

PESCI

Il segno dei Pesci è l’ultimo segno dello zodiaco, è il compimento del ciclo esistenziale dell’uomo: tappa per tappa attraverso le 12 fasi di esperienza rappresentate dai diversi segni, l’uomo costruisce se stesso, prima come io individuale, unico e differenziato, plasmato dall’energia della forza-giorno, poi come io sociale, membro e creatore di strutture collettive sempre più ampie, guidato dalla forza-notte. Lungo il percorso si incontrano ostacoli, si formano cristallizzazioni, si ergono mura difensive sia a livello di coscienza individuale che collettiva: sono nodi, complessi, sicurezze illusorie che devono frantumarsi e sciogliersi nell’acqua dei Pesci, come la neve si scioglie al sole di marzo, il mese del segno dei Pesci.
I Pesci come la Vergine precedono gli equinozi, il giorno dei conti pari tra la forza-giorno e la forza-notte, ambedue sono segni di purificazione e attesa, tempi “sospesi” di preparazione a una nuova nascita: l’io sociale nella Bilancia e un nuovo io individuale in Ariete, pronto a ripercorrere a un nuovo e più complesso livello d’integrazione il successivo ciclo evolutivo.
Prima di nascere come io sociale, l’individuo nel tempo della Vergine attraverso l’autocritica, l’ordine e la disciplina fa pulizia dei complessi e dell’irrealistica fiducia e sicurezza che infettano la personalità individuale, allo stesso modo nei Pesci, prima di ricominciare un nuovo ciclo evolutivo, la coscienza individuale appena riemersa in Capricorno, deve assistere ferma e salda alla dissoluzione delle false certezze create dalla società, al crollo dei meccanismi perversi del potere e alla morte delle ideologie e delle utopie.
L’io diventato consapevole dei propri limiti nella Vergine, dove si infrangono i sogni, l’orgoglio e la fiducia leonine, ora, nel segno dei Pesci deve diventare consapevole dei limiti, dei sogni, delle illusorie sicurezze create dalla società, deve accettare di restare nudo e solo di fronte a se stesso e di fronte al mondo, privo di ogni sicurezza, solo, di fronte all’insopprimibile anelito dell’animo umano alla trascendenza, ad andare oltre i limiti che il corpo, la ragione e i codici culturali e razziali impongono.
L’anelito a ritornare al luogo dell’origine, là, dove in assoluta inconsapevolezza è incominciato il ciclo della vita dell’individuo, a attraversare di nuovo quel luogo oscuro e finalmente conoscere i misteri dell’anima.
Crollati i falsi idoli dell’io e della civiltà, non restano che i fantasmi, i complessi, le paure che si sono formate lungo il percorso e ora popolano il vasto “mare” dell’inconscio individuale e collettivo: questi sono i mostri che la coscienza individuale deve incontrare e sconfiggere nella fase di esperienza rappresentata dai Pesci, prima di poter rinascere, nuovamente pura e più matura in Ariete e intraprendere un nuovo ciclo.
C’è, nei Pesci, un’enorme dilatazione del campo di coscienza tendente a sfumare i confini tra conscio e inconscio, sogno e realtà, la tendenza a far vivere le immagini e le visioni che emergono dal profondo e, al contrario, svuotare di significato i fatti della vita reale.
Il senso profondo di questo segno è nell’immergersi negli abissi del mare dell’ignoto, senza alcuna protezione, nudi, come quando in Ariete ne siamo usciti, ma con la fiducia di comprendere ed entrare in contatto con la vera essenza dell’Uomo, infinitesimale granello di sabbia nell’Universo infinito al cui ordinato disegno è però, per imperscrutabili ragioni, indispensabile.
Perciò i Pesci sono impressionabili all’eccesso, più che emotivi e allo stesso tempo distaccati e indifferenti nei confronti della vita esteriore, perciò si dice che i Pesci vivono in un mondo tutto loro, lontano dalla realtà, che sono evasivi, sognatori e così via.
Tuttavia al di là dell’ampia variabilità che il tipo pesci può assumere, dietro c’è sempre l’esigenza di andare oltre i confini dell’io individuale e collettivo faticosamente costruiti nei segni precedenti, il ciclo si è concluso, i Pesci sono l’ultimo segno, la fine e il compimento, e oltre la fine c’è l’in-finito, oltre il compiuto l’in-compiuto, diventare un abitante di questi spazi, dove ogni possibilità è data perché niente è iniziato, è il compito zodiacale dei Pesci.