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Plutone
a cura di Daniela Grazioli
ARTICOLO DI ASTROLOGIA IN LINEA
 
Plutone, un nome di velluto nero, questo è per me il potere evocativo della parola "Plutone": c'è il nero impenetrabile e misterioso della notte più buia e la carezza cangiante e sensuale del velluto, capace però di dare i brividi. Le parole più sono antiche e intessute di storia, più diventano evocative e, se ci poniamo in ascolto, immediatamente si traducono in immagini, colori, sensazioni che provengono da inesplorate regioni della nostra mente.

E per voi chi è Plutone? Lasciate il pianeta lassù nel cielo e prestate attenzione alla sua voce che vi parla dall'interno. Certamente scoprirete qualcosa d'importante.
Ho scelto questa strada per cominciare a parlare di Plutone perché spesso le descrizioni, anche le più lucide ed articolate, di determinate dimensioni della nostra esperienza e di alcuni contenuti della nostra psiche, invece di avvicinarci al loro significato, ce ne allontanano, li rendono piatti, tolgono loro spessore ed intensità, li trasformano in semplici eventi tra altri eventi.
Ci sono, invece, esperienze, emozioni, ricordi che non si lasciano imprigionare nei limiti di un nitido discorso consequenziale, ma hanno bisogno di parole aperte a più sensi e significati poiché provengono dagli abissi della nostra psiche, dove l'amore continua a divorare voracemente l'oggetto amato e a odiare ed uccidere i propri rivali, come quando eravamo piccoli.
Plutone è il Signore di questo mondo sepolto nelle profondità del nostro essere: il mondo degli istinti primordiali, del desiderio senza limiti, delle passioni non imbrigliate dalle leggi della convivenza civile; un mondo esplosivo, energia pura priva di qualsiasi forma di organizzazione, tenuta sotto controllo da potenti meccanismi di difesa come la rimozione, la repressione e la negazione, che abbiamo impiegato anni e anni a costruire e consolidare fino a quando un'inespugnabile barriera è stata eretta tra noi e tale mondo che, sebbene ci appartiene, disconosciamo.
C'è stato un tempo, invece, in cui questo era l'unico mondo conosciuto, quando in fasce la nostra sopravvivenza dipendeva unicamente dalla presenza dell'altro, i bisogni erano impetuosi e pressanti e l'amore, la rabbia e l'invidia verso chi deteneva il potere di gettarci nel baratro del vuoto, o elevarci alle vette della completa soddisfazione erano immensi e assoluti.
Terrorizzati o inebriati passavamo da uno stato all'altro senza soluzione di continuità, poi la paura di perdere l'amore dell'oggetto amato è stata più forte di tutto e ci ha costretto a seppellire e negare ogni cosa mettesse a rischio tale amore.
E così, nei limiti del possibile ognuno di noi è diventato quello che, prima i genitori, poi la società hanno voluto che diventassimo, e in tale immagine ci siamo riconosciuti ed identificati. Ancora di più, ci siamo profondamente attaccati e inestricabilmente confusi con tali "copioni" di madre esemplare o lavoratore indefesso o altro, e guai a porre dubbi o interrogativi in questi ambiti nei quali abbiamo posto la sostanza della nostra identità.

Ogni tanto, però, nel corso del nostro cammino incontriamo Plutone che apre delle pericolose brecce nei nostri così ben collaudati modelli/copioni di vita. Ci può essere un tradimento, una malattia, una perdita e allora, nuovamente impotenti, ritorniamo ad amare, odiare e desiderare con la stessa intensità di un tempo e invasi da rabbie cieche e incontrollabili e passioni obnubilanti, dobbiamo riconoscere che noi siamo anche questo. La nostra identità dai variegati copioni di donna, moglie, madre e altro, va in frantumi e ci scopriamo sempre più somiglianti a Erinni furiose e vendicatrici.
Di fronte a noi Plutone, il Signore di tutto ciò che è nascosto nelle viscere della terra e della psiche, aspetta la nostra scelta. Infatti davanti a noi ci sono tre strade: possiamo di nuovo reprimere e rimuovere, proiettando all'esterno, sugli altri, le nostre passioni e allora il prossimo incontro con Plutone sarà ancora più violento e destrutturante; oppure possiamo "agire", mettere in atto, questi impulsi primitivi e allora Plutone ci trascinerà con sé negli abissi del suo regno; oppure possiamo riconoscerli e accettarli come nostri e poi cercare di integrarli e trasformarli in una più ampia consapevolezza di sé. In questo caso ci è offerta la possibilità di entrare in contatto con alcune parti del nostro inconscio che una volta portate alla luce della coscienza libereranno tutta l'energia impiegata per tenerle a bada.
Questo è il tesoro che Plutone dona a chi ha il coraggio e la determinazione di seguirlo nel regno sotterraneo della psiche e poi risalire vittorioso alla superficie della coscienza. Qualunque strada scegliamo Plutone, l'invisibile guardiano della soglia, ci aspetterà al varco.