Venere e la sua importanza nelle problematiche affettive risalenti a vite passate – terza parte







Paolo Crimaldi


Nell’affrontare le dinamiche Venere-Plutone del tema natale, ci inoltriamo sicuramente in un terreno minato, caratterizzato dalla segretezza, dal bisogno di mantenere un che di oscuro e allo stesso tempo misteriosamente coinvolgente, tale che difficilmente si riesce ad essere obiettivi nella descrizione.

La persona che ha nel proprio cielo di nascita un aspetto Venere-Plutone, qualunque sia la sua natura, possiede sempre un fascino che non può essere definito con le parole, poiché è fatto di gesti, sguardi, timbro della voce, capacità di osservazione e manipolazione tale, che nulla può veramente permettere di conoscerla a fondo, ma soprattutto di descriverla come essa effettivamente è.
Gli aspetti Venere-Plutone sono l’incontro del cielo con gli inferi, della luce con il buio e chiaramente tutto ciò non può che essere particolarmente seduttivo e capace di creare attorno a se stessi un aura di mistero e desiderio di lasciarsi prendere dalle onde del destino.
Infatti chi ha questo aspetto nella propria carta del cielo, è sicuramente una persona capace di creare grandi eventi destinici relativi all’esperienza dell’affettività, tanto per se stessi quanto per chi entra a far parte delle loro vita. Non bisogna dimenticare che non c’è aspetto maggiormente manipolativo del rapporto Venere-Plutone in un oroscopo e con molta probabilità si tratta anche della posizione planetaria in cui le emozioni vengono anche maggiormente vissute a livello viscerale, senza filtri razionali e soprattutto privi di qualsivoglia sovrastruttura cerebrale.

A livello reincarnazionalista gli aspetti tra Venere e Plutone nella carta natale rappresentano delle problematiche relative a vite passate in cui la persona non ha saputo, o potuto, fare una scelta di tipo indipendente, libero in campo affettivo e molto probabilmente ha dovuto accettare dei condizionamenti e delle pressioni piuttosto forti, provenienti dall’esterno, che le hanno impedito di poter manifestare pienamente la propria vitalità emotiva. A maggior ragione tale aspetto diventa ancora più forte e pressante se ci troviamo dinanzi ad una Venere retrograda, la quale ha reso questa privazione cosi granitica, tanto da averla ereditata tout-court nell’attuale esistenza, magari come atteggiamento di iniziale diffidenza e chiusura verso gli affetti e sviluppando di conseguenza, come naturale risposta psicologica reattiva, un bisogno di controllo e manipolazione verso chi colpisce il proprio cuore, finendo così ancora una volta a vivere gli affetti in modo non libero e sereno.

Chiaramente tale atteggiamento sarà molto più rigido e duro da scalfire in presenza di aspetti dissonanti, ed è probabile che la persona viva proprio con disagio, a volte con vere e proprie ossessioni, una relazione affettiva, soprattutto nei primi momenti, quando il partner è ancora un perfetto sconosciuto, un intruso che è giunto all’improvviso ad alterare i fragili equilibri emotivi che si erano andati a costruire nel corso del tempo. Mentre in presenza di aspetti armonici c’è una maggiore capacità a lasciarsi andare, a mettere da parte i condizionamenti passati, anche se probabilmente possono manifestarsi in modi diversi, come ad esempio mediante un eccessiva capacità di essere presenti nella vita del partner, tanto da creargli intorno una vera e propria cappa di protezione (o di ossessione) e facendogli allo stesso tempo pensare di non poter più fare molto da solo. In altre parole quello che si dice una meravigliosa quanto asfissiante prigione dorata.
In realtà tutto ciò accade per una estrema sensibilità e fragilità interiore dovuta ad un senso di abbandono, di scarsa libertà di scelta vissuto nelle passate esistenze, che continua ancora ora a condizionare pesantemente. Probabilmente di può trattare anche di vissuti, specie in presenza della quadratura tra i due pianeti, in cui si è stati usati o ci si è accorti di essere stati ingannati a livello affettivo dal partner che pur di raggiungere una meta non ha avuto rispetto dell’altrui sensibilità, e ciò ha comportato un processo di disistima e distruttività che naturalmente non è facile da sradicare, anche perché non bisogna dimenticare che Plutone è il pianeta che simboleggia il nostro inconscio personale, quella parte della nostra psiche in cui sono maggiormente sedimentate e strutturate graniticamente le nostre emozioni, sia brutte che belle, di cui non abbiamo coscienza, ma che possono agire subdolamente a nostra insaputa attraverso atteggiamenti e modi di reagire che possono apparire del tutto naturali.

Per venire fuori dalle dinamiche karmiche di Venere-Plutone si può fare affidamento sui transiti di Chirone e di Saturno, soprattutto, se non esclusivamente, nel loro aspetto di congiunzione con uno dei pianeti. In particolare i transiti di Chirone possono portare fuori, a volte in modo abbastanza forte e determinato, le problematiche risalenti alle vite precedenti attraverso sogni, ricordi spontanei, letture, conoscenze di persone o di un partner in grado di mettere dinanzi ad alcuni atteggiamenti autodistruttivi di questa vita, eredità di quelle passate, che vengono agiti a livello affettivo e nella relazione in modo particolare. Le ferite iniziano a sanguinare e difficilmente si possono occultare e tranne l’iniziale momento di sbandamento e sradicamento e la naturale paura di perdere il controllo di se stessi, si ottiene poi un forte senso di liberazione, di autonomia che forse mai si era provato in precedenza, tanto da donare una nuova adolescenza emotiva.
Mentre i transiti di Saturno possono portare ad un forzato isolamento emotivo, un vero e proprio momento iniziatico nel quale prendere “dolorosamente” coscienza del proprio passato e dei propri meccanismi inconsci di scambio emotivo, che in alcuni casi possono anche generare, soprattutto nella fase iniziale, idee suicide o comunque abbastanza distruttive, quasi ad acuire quella distruttività di fondo silente che però finalmente si manifesta in tutta la sua portata e che richiede di essere ascoltata e guarita.

In genere questi transiti possono anche coincidere con l’inizio di un lavoro personale fatto su se stessi, magari attraverso una psicoanalisi o mediante altre terapie, come ad esempio quella karmica, che comunque vanno a lavorare con gli strati più profondi della propria psiche.


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