Segno Zodiacale Ariete

Il Mito





a cura di Lidia Fassio


Il mito delle Amazzoni

rlando del segno dell’Ariete possiamo cercare di comprendere certe spinte psicologiche ad esso collegate e, in particolare, analizzando come lavora questo tipo di energia prettamente maschile quando è incarnata dal mondo femminile; per comprendere bene questa modalità prendiamo spunto dal mito delle Amazzoni che, da sempre, attira l’attenzione di tutti, sia donne che uomini, poiché è qualcosa di fortemente interiorizzato sul piano della psiche collettiva.

Le Amazzoni erano un popolo di donne che il mito vuole discendere direttamente da Ares, il dio della Guerra, meglio conosciuto come Marte (che astrologicamente governa proprio il segno dell’Ariete) e da Armonia.. figlia di Afrodite e di Ares stesso. Il regno, secondo gli antichi, si trovava nella zona nord della Grecia, sulle pendici del Caucaso.
La caratteristica principale di questo popolo consisteva nel fatto che era composto di sole donne.. in grado di fare tutte le funzioni e di autogovernarsi senza l’aiuto o la partecipazione di nessun uomo, sintomo ovviamente della mancanza di “ragione – logos”.

Forse, potremmo pensare a questo regno come a quello di Eris, il nuovo pianeta scoperto recentemente a lei intitolato; Eris è la sorella di Ares, dea guerriera meglio conosciuta come Dea della Discordia. In effetti, in Eris potremmo rintracciare certi tratti amazzonici: autonomia, forza, capacità di combattere; grande aggressività e crudeltà in battaglia, senza possibilità conciliazione. Il femminile non ben integrato con il maschile può portare addosso tracce di irrazionalità e di aggressività esagerate che possono con facilità portare a compiere atti molto distruttivi.

Ovviamente le Amazzoni sono governate da Regine; non si trattava certo di un regno fantastico in quanto, al suo interno, i maschi erano considerati delle nullità che servivano e facevano i lavori più umili; i servi erano gli unici maschi ad essere accettati in città.

Certo, in questo tratto del mito delle Amazzoni possiamo rintracciare un femminile che si snatura delle sue qualità per appropriarsi di quelle maschili; infatti sembra esplicitarsi più il lato vendicativo che quello conciliatore e questo soprattutto nei confronti del maschile; il che ci riporta al trattamento che le donne hanno avuto nel contesto patriarcale. E’ indubbio che manca una reale integrazione per cui, la Dea della Discordia, non riesce a vedere una possibile armonizzazione di maschile e femminile, ma solamente una contrapposizione che lascia tutti insoddisfatti e prossimi al conflitto.

Ciò che si dice di questo regno è tragico, tuttavia, bisognerebbe vedere se il mito corrisponde a verità oppure se, trattandosi dell’unica eccezione all’interno di un mondo patriarcale, non sia stata fortemente travisata la realtà per timore della loro forza. Infatti il mito vuole che le amazzoni amputassero e menomassero i loro figli maschi arrivando anche ad ucciderli. Ovviamente altra sorte avevano le loro discendenti femmine a cui, tuttavia, veniva amputata la mammella destra in modo che potessero maneggiare bene la lancia e tirare con l’arco senza impedimento alcuno. La loro passione era dunque “la guerra” e il loro nome significava “senza mammella”.

E’ indubbio che questo tratto della loro natura ci ricorda qualcosa di marziano, inteso sia come una difficoltà estrema con il mondo “femminile” e con il “nutrimento in genere”, sia come aggressività e vera amputazione dell’organo che per eccellenza indica il rapporto con la Luna; se consideriamo però che la Luna è Cancro, allora comprendiamo bene quanto questo simbolo possa essere distante dalla psicologia marziana che è incentrata sulla competizione e sulla guerra che, per reggersi, ha bisogno di battaglie e di nemici da combattere.

Il mito vuole che la regina Ippolita combattesse contro Eracle. Quest’ultimo doveva impadronirsi della cintura della Regina per superare una delle sue celebri fatiche; tuttavia, proprio quando Ippolita aveva acconsentito a consegnare la sua cintura, Era (la moglie di Zeus), gelosa di questa accondiscendenza fagocitò le amazzoni al punto che Eracle, per impadronirsi dell’oggetto, fu costretto ad ucciderla.

In questa parte del mito possiamo trovare un’altra delle caratteristiche tipiche di un femminile non ancora risolto: quello della rivalità e della gelosia tra donne. In effetti, fu proprio Era… una donna, a creare le condizioni per cui la regina delle amazzoni venisse uccisa. La gelosia è un difetto arietino che nasce da un’insicurezza di fondo che alimenta la componente istintiva ed impulsiva che poi non riesce a far fronte in maniera pacata alle situazioni, in quanto manca ancora di “riflessione” e di “direzione”, nonché di “rispetto per l’altro”, tipici invece del femminile venusiano: queste tre qualità avrebbero potuto salvare la regina Ippolita.

Eracle era accompagnato da Teseo che, durante la battaglia rapì un’amazzone chiamata Antiope per portarla con sé. Questo fatto scateno’ nuovamente le ire delle Amazzoni che dichiararono guerra ad Atene. Purtroppo non ce la fecero contro l’esercito capeggiato da Teseo stesso e dovettero ritirarsi, subendo molte perdite.

Il mito vuole anche che le Amazzoni intervenissero in favore di Priamo nella guerra di Troia contro Atene; anche in questo caso, nonostante Achille fosse stato colpito dalla bellezza di Pentesilea (la regina), non esitò comunque ad ucciderla.

Tutte queste sconfittesembrano confermare la difficoltà che le Amazzoni avevano nel vincere le loro battaglie; ciò può accadere all’Ariete e al maschile quando non è in contatto con la parte femminile e quindi non può godere dei doni che offrono la strategia e la valutazione che possono dirigere in maniera costruttiva ed efficace la forza marziana.

La dea più conosciuta e venerata dalle Amazzoni è sicuramente Artemide che, invece è l’unica che non si è amputata la mammella e l’unica che riesce a portare soccorso alle donne quando sono in difficoltà.

Quest’ultimo aspetto del mito sembra lasciare una grande possibilità alla psicologia amazzonica a patto che queste persone riescano a sviluppare la capacità di nutrire e di accogliere nonché quella particolare sensibilità che Artemide mostrò nel soccorrere Ifigenia quando stava per essere sacrificata da Agamennone – suo padre - al dio Eolo. Una donna Ariete o marziana deve sviluppare queste qualità senza troppo fidarsi della forza e dell’aggressività che, senza direzione e senza cuore, non possono portare a nessun tipo di evoluzione e neppure ad una stabilità.


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