L'universo Bambino
Il bambino è la perla che la Natura ha donato agli uomini affinché la loro continuità non potesse essere messa in discussione. Concepire, veder nascere e crescere una creatura è una delle cose più affascinanti che possano accadere ad un uomo e ad una donna.
E' una delle conferme che Dio esiste e che si manifesta in questa spinta propulsiva al rinnovamento e all'evoluzione poichè in ogni bambino c'è il seme del passato che si proietta nel futuro.
L'attesa che un tempo era stata vista come fase apparentemente passiva da parte dei genitori, in realtà è una fase di intense vibrazioni che si manifestano in quel susseguirsi di piccoli ed impercettibili "contatti" che via via si trasformano in vera interazione; il bimbo e la mamma si sentono, si vivono reciprocamente e cominciano a conoscersi molto tempo prima di vedersi e "ri-conoscersi" a livello cognitivo; lo stato di grande complicità e familiarità che è già presente alla nascita è dovuto alla lunga fase in cui si sono immaginati e fantasticati a vicenda.
Una volte si diceva che i bambini sceglievano di venire al mondo e stabilivano anche il momento per farlo: oggi questo sembra totalmente superato perché per la prima volta nella storia l'uomo può decidere se e quando avere un figlio; eppure, nonostante questo molte gravidanze sembrano giungere all'improvviso, fuori da ogni programmazione a dimostrazione che il senso della vita può manifestarsi ad un livello più profondo e non percettibile dalla ragione che, ovviamente, sembrerebbe aver deciso di rinviare o di negare questo bisogno.
Quando si scopre di "aspettare un figlio" iniziano anche strani "vagheggiamenti", tipicamente legati a questo stato in cui qualcosa è presente pur se non ancora "visibile" e proprio per questo lo si può fantasticare ed immaginare; per la psiche questa è una vera e propria opera di "costruzione"; anche se l'uomo non interviene direttamente se non con i suoi potenziali psichici fatti di aspettative, di possibilità, cerca comunque di immaginarlo fin quasi a vederlo in anticipo, e a plasmarlo infondendogli speranze e sentimenti positivi. In questo lungo spazio di tempo la triade bambino, mamma e papà comincia in qualche modo ad interagire, quasi a comunicare; il bambino cerca di scoprire cosa incontrerà dopo la sua nascita.
La fase di gravidanza tuttavia non è mai una fase priva in assoluto di ombre, ci sono sempre ansie, paure che si affacciano nella psiche della madre poiché, come tutte le cose che sono in "progettazione" richiedono sempre riflessioni e desideri di anticipare il futuro.
Astrologicamente si è sempre detto che il bambino viene al mondo "sotto il cielo che lo rappresenta" ed è difficile ipotizzare qualcosa di diverso vista la sua precisa volontà che riesce quasi sempre ad imporsi sulle programmazioni che altri avevano in mente.
Avere un bambino però, nonostante sembri l'atto più naturale al mondo, può creare una serie di difficoltà ai neo genitori che sono chiamati a comprendere e soddisfare bisogni non sempre facilmente decodificabili e, spesso, senza avere una grande informazione.
Per assurdo ci informiamo di tutto se dobbiamo comprare una macchina nuova mentre non lo facciamo quando desideriamo un bambino.
Tutti sanno che i primi anni di vita sono decisivi per quanto concerne la formazione del carattere, perché restano nella memoria sotto forma di "imprinting" indelebili che danno vita a schemi psicologici in grado di condizionare scelte e comportamenti nella futura vita adulta.
Questa è la ragione per cui è importante avere un aiuto che consenta di illuminare un po' meglio la strada ai genitori su alcune particolari predisposizioni del bambino, in modo da poterlo meglio conoscere evitando di fare errori marchiani nel lungo processo educativo.
Un mondo tutto da scoprire
In questa sezione viene esposta la predisposizione che il bambino ha verso il mondo; come lo percepisce; in che modo lo affronta e come si pone nei confronti di esso, delle novità e di tutto ciò che sarà scoperta e avventura, compreso il comportamento nei confronti delle fasi nuove della sua vita.
Questa visione è legata alla nascita che resta un imprinting molto potente che la psicologia evolutiva definisce "l'archetipo dell'inizio"; una specie di domanda : "cosa c'è là fuori per me"?. A seconda del tipo di nascita ci sarà dunque un particolare atteggiamento nei confronti della vita e degli altri, ma anche di ogni suo inizio in quanto ogni fase di cambiamento dovrà necessariamente vedere prima l'alba e poi il giorno e, in queste fasi inevitabilmente verrà evocato l'atteggiamento che ha caratterizzato la nascita che resta, dunque, come una specie di "filtro" che agisce tra il bambino e il mondo.
E' il modo in cui lui scopre il mondo; il momento in cui il bambino si fa un'idea di cosa c'è fuori, di come è il mondo e di come lui si appresta ad incontrarlo. Rappresenta fisicamente il "taglio del cordone ombelicale", ma, sul piano psicologico è l'uscita da un TUTTO e l'avvio inesorabile verso una vita individuale e separata, attutita dall'amore e dall'affetto che riceverà.
E' un tipo particolare di energia che caratterizzerà fortemente il bambino al punto da riconoscersi in essa a lungo.
La vita è un palcoscenico
Il piccolo è incredibilmente vivace e precoce; forse ha già voluto nascere un po' prima ed in fretta proprio perché non riusciva a trattenere la sua curiosità e l'ansia di vedere come era il mondo fuori.
Il mondo è un incredibile finestra dalla quale si possono scoprire e imparare un sacco di cose; il ritmo è estremamente rapido e veloce; la pazienza è una parola che non esiste nel mondo di questo bambino; ha voglia di andare, di muoversi e, quasi sempre, impara a camminare e parlare molto rapidamente, più in fretta degli altri bimbi della sua età.
E' un bambino che ha un fisico particolare: è sempre in movimento, è molto elastico e sembra una pallina di gomma che rimbalza, snello e scattante; fin da quando è piccolissimo si muove molto ed è difficile farlo dormire e tenerlo fermo; quando ancora non può camminare, la sua curiosità è inscritta negli occhi che seguono tutto ciò che succede attorno; quando saprà muoversi si trasformerà in un vero "esploratore" : apre cassetti, svuota armadi e, ogni cosa che trova, è fonte di sorpresa e di gioco; ha bisogno di stimoli e risponde a qualunque segnale esterno sintonizzandosi, cercando "contatti". Si annoia facilmente e, per questo e per la sua intelligenza, è un bimbo molto impegnativo.
E' allegro, sorride ed è accattivante: la sua simpatia entra e contamina l'ambiente esterno con le sue parole e le sue imitazioni. I suoi sensi sono ipereccitati e nulla gli sfugge. Facile all'approccio, è socievole, un bimbo che si diverte e che, fin da piccolo, vuole stare con gli altri e ed in grado di fare dispetti quando non riesce ad ottenere quello che vuole. E' abile, furbo, estremamente intelligente, brillante e opportunistico: è un seduttore fantastico che si trasforma all'occorrenza per ottenere ciò che vuole da chi gli è attorno.
Molto intraprendente, per nulla timido, ha bisogno di moltissimi stimoli e di contatti con coetanei in modo da potergli garantire il "gioco" che è lo strumento che ama di più e che gli permette di imparare e di crescere. Guai a chiuderlo e a costringerlo: soffrirebbe tantissimo e diventerebbe arrabbiato e instabile.
Ha bisogno di essere al centro dell'attenzione e, come gli altri, di essere amato senza però limitare il suo grande bisogno di libertà. Ama muoversi, e non è troppo portato per i rapporti "troppo stretti e soffocanti"; ha bisogno di spazio per respirare e per inventare le sue favole e deve avere un buon palcoscenico per potersi esprimere: non ama genitori apprensivi che lo limitano e gli pongono troppe regole.
E' un vero birbantello che non ama le regole e se può, le trasgredisce: è un attore che sa conquistare il pubblico, dentro e fuori casa. Ha un grande bisogno di amici e coetanei, se sta troppo solo o con persone adulte, soffrirà moltissimo con il rischio di cambiare carattere.
Bisogni, sicurezze, rapporto con la madre e modello di relazione
Il nostro bambino quando nasce, ha una serie di bisogni (rassicurazione - cibo - empatia - contenimento e nutrimento) che sono fondamentali per crescere e la cui gratificazione formerà quel senso di sicurezza e di stabilità che lo preparerà alla vita.
Questo corredo assolutamente necessario per la sopravvivenza fisica e psichica gli viene offerto dalla madre, figura fondamentale di cui ha già un imprinting che si è formato nel lungo periodo trascorso nell'utero. Dal momento della nascita in poi il bimbo instaura con lei un legame fortissimo che rappresenterà anche un modello di relazione su cui si orienterà poi in futuro.
La madre ha anche la funzione di fare da "filtro" tra il bambino e il mondo; è proprio in questa sua opera che il bambino si sentirà protetto e contenuto ed è sempre lei che, con la sua sensibilità, impedisce che emozioni ed esperienze troppo forti arrivino a lui in maniera troppo diretta; in questo modo, se il filtro è buono, lui potrà avvicinarsi alle sue emozioni in modo soft, senza esserne impaurito e senza bloccarle.
La madre è simboleggiata dalla Luna. La madre svolge nei confronti del suo bimbo la funzione che la Luna opera nei confronti del pianeta Terra. Ci sono studi astronomici che sostengono che senza il nostro satellite la vita non si sarebbe potuta sviluppare perché è lei che regola e filtra in modo eccellente la luce e il calore solare e, soprattutto, il rapporto con le acque.
La madre è dunque un archetipo di sostegno, di capacità di prendersi cura, di nutrire e di scambio emotivo e, per queste sue prerogative contribuirà in modo potente a formare l'architettura di base della psiche del suo bambino: è da questa prima esperienza - che viene chiamata "attaccamento" - che il bambino svilupperà quella capacità di "relazionare" e di empatizzare con sé stesso e con gli altri; è la possibilità di "sentire" cosa accade attorno, nonché di considerare il mondo come un luogo sicuro o insicuro.
E' nel lungo ed intenso rapporto con la madre che la base istintiva si innesta con quella emotiva : la sicurezza che ottiene da lei e dall'ambiente natale lo faranno sentire parte del "consorzio umano" e in tutto "partecipe e appartenente" ed in grado di affrontare la vita con i suoi potenziali.
Questo primo periodo (primi 6 mesi di vita) rappresenta anche l'imprinting, il "pattern" di ciò che per lui saranno l'intimità e la relazione affettiva proprio perché le radici affondano la memoria nella prima grande relazione della vita.
E' molto importante comprendere il fatto che il bambino "nasce con quella precisa Luna" nel suo tema natale e questo lo predispone a determinate aspettative rispetto alla figura della madre, aspettative, come diceva Jung "archetipiche" che verranno poi ulteriormente colorate dall'incontro con la madre reale.
Comprendere le aspettative e il "modello archetipico" che il bambino ha nella sua psiche, significa vedere quali schemi sono in azione dentro di lui e, in un certo senso, riduce anche i grandi sensi di colpa che le madri sentono nel momento in cui non si percepiscono all'altezza del compito; oggi sappiamo che il bambino nasce con certe sue potenzialità e con una personalità sua, intrinseca, che noi potremo assecondare e far crescere.
Può però essere molto positivo sapere che il bambino percepisce la madre e il mondo con determinate sfumature piuttosto che con altre, perché, conoscendo la funzione di quel preciso simbolo si possono meglio comprendere le reazioni e si può cercare di essere meno pressanti in certe direzioni.
Madre - modello di relazione
L'imprinting materno crea anche all'interno della psiche del bambino l'immagine di relazione ideale da cercare e sviluppare nella vita; tuttavia, siccome si tratta di un archetipo, possiamo sostenere che essa plasmerà l'idea della relazione che verrà ricercata quando si sarà adulti.
La madre è un "filtro" per il bambini, però è anche la prima vera fonte di gratificazione: una madre può essere particolarmente stimolante e far vivere il bambino in una sorta di "ricchezza", un appagamento sensoriale ed emotivo e, proprio questa base iniziale forgerà una psiche maggiormente capace di cercare stimoli vitali e in grado di dare risposte ambientali più appropriate e sofisticate.
Tutto questo sarà importantissimo per la costruzione del suo "modello di relazione interno" poiché, la parte gratificante introiettata e la sensazione di stabilità e di sicurezza lo porteranno da adulto verso relazioni affettive stabili e premianti in cui stima e accettazione siano parte integrante. L'amore per questo bimbo sarà caratterizzato da rapporti di fiducia, lineari e affidabili basati sul senso di valore personale e sul reciproco rispetto.
Svilupperà al tempo stesso particolari sensori che saranno in grado di fargli percepire ambivalenze, rifiuti e varie difficoltà nei suoi confronti: questi segnali fungeranno da veri e propri informatori che agiranno in modo da non fargli sentire come "interessanti" persone che gli farebbero sperimentare relazioni difficili. In questo, il filtro materno diventerà un baluardo potente contro la sofferenza e contro le situazioni che svaluterebbero e creerebbero pericolo alla propria sfera affettiva; al tempo stesso, il bambino, diventato adulto saprà mettersi in gioco, aprirsi ai sentimenti e coinvolgersi proprio perché non avrà paura anzi si sentirà estremamente interessato alla reale intimità. Saprà anche "prendersi cura" delle persone che avranno bisogno di lui e, nel caso in cui avrà dei figli, saprà essere tenero e protettivo oltre che amorevole e in grado di aiutare la propria compagna nel farli crescere.
Con questo non si intende dire che il bambino vivrà di illusioni al di fuori della realtà: proprio la sua sicurezza e la fedeltà ai suoi valori interni faranno di lui una persona realistica con una chiara percezione del fatto che le relazioni vanno costruite perché non cadono dal cielo e non dipendono dalla fortuna: questa consapevolezza lo aiuterà a conoscere l'altra persona, ad esplorare le varie possibilità anche nelle difficoltà e a non svalutare mai l'altra persona perché questo non solo non gli servirebbe, ma sarebbe contro i suoi veri principi e sentimenti. Saprà nutrire affettivamente ed emotivamente i suoi partners e le persone con cui entrerà in relazione e, proprio per questo, avrà sempre buone possibilità che le sue relazioni abbiano successo e siano gratificanti.
In questa sezione dell'oroscopo del bimbo viene analizzato il modo in cui ha percepito l'archetipo materno; quale sarà il suo modello di attaccamento e il rapporto con le sue emozioni e la sua vita interiore; sarà analizzato anche il rapporto con l'intimità e la capacità di "sentire".
Armonizzare dovere e piacere, dubbi e fiducia
Le immagini che hanno accompagnato il bimbo lungo tutta la fase di gestazione sono state legate ad una sensazione di non sufficiente nutrimento e gratificazione: forse qualcosa di esterno ha contribuito a creare un senso di non collegamento; la madre è molto efficiente, pratica e determinata, bisognosa di una sua realizzazione personale; forse ha molti impegni e responsabilità e, di conseguenza, poco tempo da dedicare a sé stessa e a ciò che sta accadendo dentro di lei… come se fosse impossibilitata a fermarsi e a dedicare attenzione ai sentimenti e alle emozioni che sono caratteristici del suo stato.
Le immagini che il bambino ha al suo interno sono quelle di una donna molto segnata dalle necessità e responsabilità della vita, ambiziosa e bisognosa di soddisfare una identità che deve realizzarsi in una carriera e che, per questo, cela dentro di sé certi bisogni che considera meno importanti, ricacciando dentro, il senso di insoddisfazione che di tanto in tanto si affaccia quando pensa di non potersi permettere qualcosa di più per sé stessa che le consenta di percepire quel tanto sognato senso di pienezza.
Il bambino percepisce il corpo della madre come abbastanza rigido e poco elastica e, quindi, non proprio adatto a "contenere ed accogliere", forse proprio per via delle mille preoccupazioni e responsabilità che porta su di sé a scapito della parte morbida e della parte nutrente che potrebbe metterla in condizione di affidarsi e permettere alle cose di "accadere" senza essere troppo attenta e controllata; in pratica, la mamma sembra essere un po' rassegnata al controllo, come se temesse che la vita possa essere troppo caotica se non mette costantemente ordine e regole.
E' una donna che si difende e il bambino sente che lei tende a trattenere le sue emozioni, come si sentisse impossibilitata ad esprimerle veramente e a lasciarle scorrere in modo che possano fluire a lui; lui avverte che lei non si lascia mai andare e questo gli fa percepire un senso di insoddisfazione e di non gratificazione.
Lei è spesso un po' brusca, non ama le smancerie e il piccolo sente questo come un eccesso di distacco e si forma un'idea del mondo come di qualcosa di poco piacevole, in cui non c'è tempo per i sentimenti e le emozioni. Siccome la madre è molto indipendente e il bambino sente questa sua propensione, è bene fare molta attenzione ai "passaggi critici" che possono essere vissuti come scarsa attenzione ai suoi bisogni e instaurare dentro di lui l'idea che bisogna sempre far da sé perché gli altri non comprendono. Questo può far sviluppare al bambino una non "sensibilità" verso le necessità altrui, proprio in virtù del non essersi sentito appagato.
Questa configurazione può portare in luce "distacchi" troppo bruschi che sarebbe sempre meglio evitare accompagnando il bambino ad acquisire quel senso di fiducia che poi gli permette di superare l'ansia che prova, altrimenti tenderà anche da adulto, a tagliare di netto le cose per paura di dover soffrire troppo.
La madre deve fare l'equilibrista cercando di non essere troppo rigida per non dare l'idea che vi siano solo doveri e compiti perché lui tende a sentire molto questa parte e l'esigenza che lei ha di organizzazione e di efficienza. Il bambino è sensibile agli imperativi e alle regole e se c'è una buona elasticità diventerà meno rigido con sé stesso e con gli altri. Il segreto sta nel dargli il senso del limite senza però fargli perdere la fiducia in sé stesso.
Il piccolo per natura è sensibile ed ha bisogno di rassicurazioni onde evitare di sviluppare una difesa che copra la sua parte sensibile; ha bisogno di un grande nutrimento; è molto fantasioso e sente certi lati della mamma in contrasto con la sua natura più intima; teme spesso di non avere a sufficienza sul piano delle coccole e dell'affetto e questo lo rende avido di tutto : di cibo, di affetto e di accoglienza; può nutrire un senso di insoddisfazione che nasce dalla percezione di non "bastare" alla madre che, forse, privilegia il senso del dovere che la porta ad interessarsi più del lato materiale della vita piuttosto che il rapporto con lui.
Il bimbo ha la sensazione di doversi rendere presto indipendente e questo lo fa sentire sconfortato: lui ha bisogno di sostegno, di forza che deve arrivare da fuori ma anche di tutto ciò che è gratificante: dentro di lui si nasconde un piccolo sognatore; se avverte la sensazione che questo lato non piace alla madre, può ricacciarlo nell'inconscio affidandosi solo alla mente e alla parte pratica e questo è un vero peccato perché lui è sensibile, creativo e fantasioso.
Lui tende a percepire che la madre è impossibilitata a vivere il lato tenero e piacevole della vita e quindi può rinunciare per conformarsi a lei.
La sensazione che la madre non si conceda il "piacere" fa sviluppare subito nel bimbo il bisogno di autonomia, ma bisogna fare attenzione perché dentro può rimanere un substrato di fragilità e di paura che può esasperarsi di fronte alle situazioni in cui non si sente all'altezza ma non può neppure chiedere aiuto per non mostrare debolezza.
C'è un percorso di autonomia forte che si deve costruire su un appoggio interno in modo che lui possa farvi ricorso ogni volta che ne ha necessità e non su una corazza che lo difende perché gli manca quella "fiducia interna" che gli sarebbe indispensabile; in mancanza di un reale appoggio può sviluppare una struttura rigida basata su un ideale di autosufficienza che lo protegge dal tentativo di far conto su ciò che c'è all'esterno.
La percezione che la madre affretti l'indipendenza emotiva è molto reale e lui se ne fa carico mettendo in piedi una protezione dai sentimenti di inadeguatezza. Lui percepisce freddezza quando si mostra bisognoso e piagnucoloso e questo lo obbliga a differenziarsi e separarsi psicologicamente in maniera rapida e netta da lei in modo da non cogliere il senso di distacco che lui traduce come un "rifiuto" alla sua fragilità: bisogna tener conto del fatto che in lui può restare un senso di profonda nostalgia per quell'accoglienza che sente di non poter ottenere, non almeno nella quantità e tonalità desiderata.
Il bambino può acquisire sicurezza nelle sue capacità e rafforzare la stima di sé quando gli vengono riconosciute proprio quelle qualità che lui desidera mostrare e che apprezza; è importante sottolineare le cose positive perché lui percepisce più i lati rigorosi della madre.
Ci sono sensazioni di scarsa dimestichezza della madre con il suo corpo: lui sente che non c'è quel feeling di pelle; tuttavia è importante sapere che la tenerezza si può anche apprendere: ci sono madri che hanno un forte bisogno di contatto e di vicinanza con il bambino e madri che non sentono questa esigenza, tuttavia è importante essere tenera nei primi tempi per consentirgli di formarsi quelle immagini interne di pace e di tranquillità a cui potrà accedere nei momenti di difficoltà.
La sicurezza si infonde anche con la "pelle" tenendolo vicino quando ha paura e quando è in ansia, lasciandolo andare quando invece lui vuole scoprire ed avventurarsi nel mondo.
Non è positivo un eccesso di protezione ma neppure una carenza perché lui la sperimenterà come un'incapacità della madre di godere dell'abbraccio con lui.
Lui coglie anche i lati fragili della madre e le ferite che lei non ha mai cauterizzato e che la portano a scollegarsi psicologicamente dal figlio perché in lui vede quei bisogni inappagati che urlano e a cui non sa far fronte per cui li deve rinnegare. Questi bisogni mai completamente soddisfatti tendono proprio ad emergere nella fase di maternità che costringe ogni donna ad affrontare il piccolo bambino interno nascosto, mai accettato e, pertanto, bisognoso.
Se il bambino rinuncia a percepire quel senso di fiducia e di accoglienza che desidera perché non può averlo dalla madre, per reazione, può arrivare a dividere i suoi sogni e le sue aspettative da ciò che è la realtà concreta; da adulto però ciò che riterrà non fattibile e che sentirà appartenere al mondo delle "aspirazioni e dei sogni", verrà buttato nell'inconscio e si appoggerà a quello delle certezze e delle cose che esistono e che si possono realizzare.
La difesa posta da bambino diventa efficace e solida da grande e lui lascia sempre più fuori dalla sua vita tutto ciò che appartiene al regno del "piacere e del lasciarsi andare alla fantasia e al suo mondo interiore" e, al posto, inserisce la mente, onnipresente, rassicurante in grado di suggerire in ogni momento che l'indipendenza, l'organizzazione e il contare su sé stessi sono gli unici veri valori da coltivare.
Da ragazzo tenderà a non fidarsi e a non lasciarsi andare alle emozioni intense per cui, proprio nella fase della vita in cui potrebbe essere recuperato appieno il senso di gratificazione attraverso le relazioni, tenderà invece a rafforzare la difesa contro i suoi sentimenti in modo da non avvertire quelle "fragilità" interne a cui pensa di non saper rispondere.
La sua vita si attesterà su risultati pratici e su tutto ciò che è tangibile: la mente rimane aperta, spazia e si avventura spesso alla ricerca per ciò che concerne la progettazione e il mondo delle idee; diventerà una persona avveniristica sotto l'aspetto mentale e professionale, pratico e aperto ai cambiamenti concreti: la ferita che si porta dentro è però sul piano relazionale dove è racchiuso un nucleo fragile che lo rende pavido di fronte ai sentimenti difendendolo in modo da evitare i coinvolgimenti per non essere "preda" di qualcosa misterioso e desiderato, ma sconosciuto.
Mancherà quel senso di completezza che dovrà recuperare insieme alla sua grande creatività, sensibilità e fantasia; sarà proprio attraversando quel confine che lui avverte come un "perdere la testa" che cambierà e darà senso e valore alla sua vita esprimendo il suo mondo di emozioni e di sentimenti.
Potrà affrontare dentro di sé quelle fragilità che ha avvertito nella madre quando lasciava andare il controllo in modo da non subire l'invasione di contenuti che affiorano dall'inconscio e che generano ansia e timori.
C'è una lotta interna tra la fantasia e l'intuizione da un lato e la realtà e la logica dall'altra, tra le cure materiali che sono funzionali e la nostalgia per ciò che sente "non realizzabile" per l'impossibilità della madre di lasciarsi andare e di accogliere senza riserve.
Il bimbo risolve il conflitto con la separazione psicologica e il distacco salvaguardandosi da certe sensazioni che creavano difficoltà e insoddisfazione; inutile dire che sente che questa è anche la lotta che ha dentro la madre che ha rimosso la parte sentimentale e l'intensità istintiva a favore di un controllo razionale che sente più sicuro per ciò che lei vuole realizzare nel mondo.
E' un femminile che ha abdicato alla sua parte più morbida e più intensa e che può lasciare un vuoto nella parte sensibile e nella capacità di pensare che la vita può anche accogliere, nutrire e sostenere quando vi è bisogno, basta chiedere.
C'è qualcosa di "infelice" e di "rassegnato" nella madre di cui il bambino è consapevole e che cerca di non appesantire con i suoi bisogni. La madre sembra dura con sé stessa e il bambino rischia di diventare altrettanto duro con lei e successivamente con sé stesso.
Non vi è dubbio che ognuno di noi può trovare all'interno solo ciò che è stato messo a suo tempo; questa durezza è sicuramente un'eredità che la madre si porta dietro da lontano e non aver sperimentato a sua volta tenerezza e abbracci può rendere difficile questi gesti con il suo bimbo; a questo si può aggiungere una paura di sbagliare e di eccedere con un contatto fisico ed emotivo che lei teme e che rende quindi frettoloso nei confronti del figlio: si può comunque cercare di avvicinarsi anche a questo tipo di comunicazione in modo da ritrovare anche quella spontaneità e quel senso di fiducia nella vita e nel calore umano che altrimenti restano perduti.
Questa configurazione spinge il figlio a correre verso la libertà e l'indipendenza in modo da non provare più il senso di vuoto e l'inquietudine che spesso lo hanno accompagnato; la fame di affetto e di intimità resterà nascosta e a lungo inascoltata, ma si ripresenterà per renderlo veramente autosufficiente, in grado di coinvolgersi senza però essere invischiato.
Questa lettura ad una prima occhiata può presentarsi ostica per la madre; deve essere invece vista come uno spunto di riflessione ed una presa di coscienza del fatto che il bambino tende a percepire certe situazioni con maggiore forza e maggiore intensità e quindi, conoscere in anticipo, quando lui è molto piccolo certe sue particolari sensibilità può dare grandi opportunità che possono portare ad avere maggiore accortezza e a cercare di offrire anche quello che sembra molto difficile.
Noi tutti tendiamo a riflettere i modelli che abbiamo imprintato all'interno e a interpretarli in modo automatico: chi ha già avuto problemi di distacco emotivo e di eccesso di autonomia, tende a rivivere con maggior intensità le fasi in cui il bambino ha bisogno di sostegno e di coccole ripetendo schemi di comportamento acquisiti creando difficoltà che a livello conscio si vorrebbero evitare: sapere e conoscere tutto ciò aiuta a riflettere su quello che nella propria madre era poco confortevole evitando così di ripeterlo pari pari con il figlio.
Da parte del bambino resta fermo il discorso del "progetto" che ognuno sceglie prima di nascere e che, nel caso rappresenta un bisogno di determinazione e di raggiungimento di un buon livello di autonomia e di libertà: una difficoltà a vivere la propria situazione emotiva familiare, indica un viaggio in cui bisogna fare particolare attenzione al rapporto con la propria interiorità, con l'autonomia affettiva ed emotiva ed un viaggio improntato sulla riconquista di quelle parti che sono state accantonate in modo da ritrovare un senso di unità e di completezza.
Avere sperimentato difficoltà sarà un modo per avviarsi più velocemente verso quello che bisogna comprendere per avere una vita piena e gratificante sotto tutti i profili.