L'HOTEL
Interpretazione del sogno di Selina
Il sogno
Buongiorno Elena, questa notte ho sognato che partivo con il mio ex per un viaggio (nel tentativo di riprovarci). Lui viene a prendermi con due o tre valigette piccole ma ben ordinate, essenziali. Io non mi ero preparata nulla, nonostante l'idea di partire fosse stata mia. Mi sentivo un po' a disagio per questo ma anche perché avevo pochi vestiti indosso. Ma la cosa importante era andare, poi mi sarei comprata là delle cose... e così giungiamo in hotel. Forse il luogo era Venezia o comunque la costa adriatica (posti dove realmente siamo stati). Giungiamo alla camera, che era il numero 17, e questo mi tira su il morale perché è un numero a cui sono molto legata e che sento portarmi bene, nonostante le credenze popolari). Apro io la porta della stanza: era grande, molto bella in stile "art noveau"...ero contenta, anche lui. Solo che constatiamo che non era stata pulita né ordinata, questo ci scoraggia un po'. Poi io dovevo pensare a comprarmi dei vestiti, mi sentivo a disagio....non so come, ci troviamo nella stanza attigua, che invece era esteticamente meno affascinante, era meno ampia, ma almeno era pulita. Dobbiamo uscire così indossiamo entrambi delle semplici tute, e io mi ero un po' tranquillizzata. Poi a lui suona il telefono, il panico. Di nuovo quel telefono, penso. Lui si allontana (come faceva sempre) e parla. Io rivivo le solite sensazioni miste a rabbia, insicurezza e sofferenza. Di nuovo mi trovo in quella stanza bella ma molto sporca, così decido di chiamare qualcuno a pulire ma non riesco a contattare il personale. Nel frattempo l"ex è sparito, chissà dove. Compaiono altri personaggi maschili, amici di lui che in qualche modo sostengono la sfiducia che nutro nuovamente nei riguardi della"ex. Uno di loro mi dice: di giorno in questa stanza ci morite dal caldo, è bene chiudere bene le tapparelle. Così lo aiuto in questa operazione. Mi chiede anche i giorni che resteremo lì, e io non riesco bene a fare i conti...ormai stavo perdendo qualsiasi rimasuglio di fiducia. Decido di chiamarlo, prendo il telefono e mi sta chiamando lui. Purtroppo io sono molto arrabbiata, lui lo sente, così inizia la discussione dove lui in qualche modo si sente giustificato a dover rendere conto ad altri della sua assenza da casa ecc...(stesse storie, stesse balle...), Così gli dico che non ha senso che lui venga in vacanza con me e passi il tempo a telefono a giustificarsi. Chiudo la conversazione e me ne vado. Sparisco proprio. Lui torna, non mi trova, mi cerca ma ormai è troppo tardi.
Cara Elena, so bene che questo sogno è un mio rivivere certe esperienze (traumatiche), ma rimando a te l'approfondimento su altri simboli che mi sembrano importanti e che sono per addetti ai lavori....
Un abbraccio, grazie
Interpretazione
di
Elena Cartotto
Cara Selina, parti, ma devi comprare i vestiti. I vestiti ci coprono e ci danno un'immagine, un ruolo, un'identità di cui tu sei evidentemente in cerca dato che sembri essere in una fase di passaggio in cui ti stai spogliando da un'identità precedente (pochi vestiti addosso!). L'albergo poi è il luogo di passaggio per eccellenza! Evidentemente senti forte il bisogno di cambiare, di trasformarti, anche se non sai bene in che cosa (l'importante è andare! Lo dici tu). Il numero 17 è una sfida alla sorte, un voler vivere controcorrente, non facendosi condizionare dalle opinioni/credenze altrui: cercare se stessi e trovare una propria identità spesso implica la necessità di dire dei "no" alle aspettative e alle attese degli altri. Però non sai bene chi o cosa vuoi essere: la stanza c'è, ma non è pronta! Forse hai tante idee, ma sono ancora confuse. E allora torni a rifugiarti in ciò che ti dà sicurezza: la stanza piccola, ma ordinata, la tuta semplice. Nel mentre, però, il fidanzato sparisce, forse perchè nel rinunciare alla stanza ampia, ma sporca, preferendo quella piccola e linda, hai rinunciato anche alla parte più libera e trasgressiva di te stessa, hai rinunciato alla passione. Chiudere le tapparelle è un po' come voler chiudere gli occhi per non guardare in faccia la verità, o almeno non guardarla in modo troppo diretto. Un abbraccio, Elena