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AGORÀ

a cura di Francesco Astore
 

Stupenda esperienza intellettuale sarebbe possedere il Tema Natale della filosofa alessandrina Ipazia, avendo visto il recente film di Alejandro Amenábar, finalmente arrivato anche sugli schermi italiani. La sua sete di conoscenza, l’amore per la sapienza (traduzione letterale di filosofia, appunto) avrebbero manifestato inequivocabili “tracce” astrologiche nella sua Carta del Cielo.

Possiamo ipotizzare, i pianeti dell’intelligenza logico-razionale Mercurio e Saturno in ottima posizione, probabilmente una Casa Nona spettacolare, una altrettanto notevole rilevanza della Casa Dodicesima e poi un Nettuno splendido, stimolato magari al positivo e al negativo. Senza scordare, naturalmente, una posizione trionfale per la Luna di nascita, essendo lei donna e modellando il Bianco Satellite in un Tema Natale la parte più autentica e intima della personalità femminile.

 

Ipazia fu una scienziata e matematica illustre, astronoma, quando l’astronomia era un tutt’uno con l’astrologia.

Un mirabile verso del poeta Pallada il Meteoro ha il potere di restituirne, ancora oggi, intatta, la sua fama di saggia:  

“Verso il Cielo è rivolto ogni tuo atto, Ipazia sacra, bellezza delle parole, astro incontaminato della sapiente cultura”.

 

Nata nella città regina della cultura dell’epoca, Alessandria d’Egitto, studiò ad Atene e Roma, fu educata dal padre, l’insigne filosofo Teone, per diventare “un essere umano perfetto”. Attiva nella mitica Biblioteca di Alessandria apparteneva alla corrente neoplatonica: la sua casa era diventata un notevole centro di formazione intellettuale.

Pagana, propugnatrice della libertà di pensiero, rifiutò di convertirsi alla religione cristiana quando, nel 412 d.c. divenne vescovo Cirillo. Per questo, Ipazia venne assassinata in modo atroce: fu fatta a pezzi e i suoi resti bruciati. L’efferata uccisione fu opera dei terribili monaci fanatici cristiani (i Parabolani), non è sicuro, invece, se il vescovo Cirillo avesse diretta implicazione nell’omicidio. La storia dice che sicuramente ne fu il mandante morale.

Cirillo (considerato un “padre della Chiesa cattolica”) accentrerà poi il potere religioso in quello politico, i templi pagani saranno annientati o trasformati in chiese cristiane, distrutta la Biblioteca, sparirà anche la “piazza”, luogo dove tutte le idee hanno diritto di essere ascoltate e discusse, dove ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione (l’Agorà della città- stato, della polis dove si fa politica, emblematicamente esemplificata nel titolo del film). Sparita l’Agorà scompare anche la socialità e con essa la via del dialogo, del confronto, della convivenza tra idee diverse tipica del mondo greco- alessandrino.

 

Secondo la scrittrice Gemma Beretta (autrice del bellissimo testo Ipazia di Alessandria del 1993):

“Ipazia insegnava ad entrare dentro di sé (l’intelletto) guardando fuori (la volta stellata) e mostrava come procedere in questo cammino con il rigore proprio della geometria e dell’aritmetica che, tenute l’una insieme all’altra, costituivano l’inflessibile canone di verità”.

Quale migliore descrizione per noi astrologi moderni, di una lettura del Tema Natale che interpreti psicologicamente dal di “dentro” l’individuo con l’ausilio dei simboli planetari dipinti “fuori”, in alto, sulla volta stellata?

 

Amenábar fa risaltare questo aspetto di confidenza con segni, pianeti, aspetti e transiti astrologici in una scena-culmine del film, quando Ipazia osserva che splende in Cielo una congiunzione Venere-Marte nel segno dell’Aquario, per cui, dice, è necessario libare e render onore agli dei.

Intrigante è anche tutto il rovello interiore che occupa mentalmente la scienziata nel risolvere il dilemma posto dal filosofo Aristarco di Samo sulla questione dei movimenti del sole attorno alla Terra.

 

Quel che ci colpisce è come l’approccio alla conoscenza sia stato difforme nel corso dei secoli e come progressivamente da un approccio scientificamente libero si passò all’obbligo necessario, vincolante con la fede: ad un approccio metafisico-religioso alla conoscenza stessa. Ad un certo momento col trionfo del cristianesimo il solo “pensare al di fuori della fede” divenne improvvisamente tabu, fu censurato e spessissimo represso, con inaudita crudeltà, nel sangue.

 

Nel film la narrazione è resa ovviamente romanzata e, pietosamente, il regista fa morire la filosofa attraverso un provvidenziale soffocamento, una morte necessaria, compiuta dal suo allievo prediletto (nel film segretamente innamorato di Ipazia) e non come realmente la sventurata poi perì.

 

Alejandro Amenábar ha fatto di nuovo centro dimostrandosi il regista impegnato e all’avanguardia che avevamo apprezzato in un film di notevole impatto sociale come “Mare dentro” (del 2004). Nato in Cile il 31-3-’72 vive in Spagna dove scrive la sceneggiatura e le musiche dei suoi film oltre a dirigerli. Il Sole è Ariete, entusiasmato dal trigono con un idealistico Nettuno in Sagittario, Marte-Saturno si congiungono nei sociali Gemelli e si dispongono al formidabile trigono di un libertario ed etico Plutone in Bilancia.

Nessuna sorpresa che un regista ardito come lui osasse trattare un tema tanto audace quanto scomodo. 

 

Ipazia, secondo quanto stabilito dagli storici più attenti, nascerebbe intorno al 370 dopo Cristo.

In quel periodo Nettuno era nel segno dell’Aquario, dunque Ipazia nasce certamente con questa posizione zodiacale.

Un “caso” che Nettuno in questo momento attuale stia di nuovo transitando nell’Aquario? Un “caso” che il pianeta dell’apertura degli orizzonti spaziotemporali, il dio che dischiude potentemente le porte della conoscenza, astro che lacera i veli del pregiudizio, sia dopo circa milleseicento anni ritornato sulla stessa posizione natale della celebre filosofa?

 

Per noi, appassionati cultori della sapienza astrologica, no.

 

Nel momento in cui il film del regista Amenábar è sugli schermi di tutto il mondo, questo “ritorno celeste” ricompare per parlarci della vicenda (da molti misconosciuta) della studiosa che si batté per la difesa di un pensiero libero da condizionamenti ideologici e religiosi.

E chi se non Nettuno in Aquario può evidenziare la presa di coscienza che “un altro mondo è possibile”, anzi, che “altri mondi sono possibili”, da intendersi come altri modi di pensare e di vedere la realtà circostante?

 

Che non esiste un valore univoco ma un politeismo dei valori?

 

Dall’Aquario Nettuno contrappone il Leone, segno che nel nostro Zodiaco rappresenta il sistema dominante, la cultura prevalente, i valori condivisi dalla maggioranza, siano essi educativi, istituzionali, ideologici, mistico- religiosi. L’opposizione di Nettuno Aquario corrode nel Leone la centralità dell’unico punto di vista possibile facendo emergere la pluralità dei diversi punti di vista. Nettuno assume il relativismo come baluardo per l’assolutismo. Dall’Aquario segno cripto femminile Nettuno sta fronteggiando il Leone segno dell’uomo in quanto maschio, centro del sistema.

 

Viviamo in un’epoca in cui probabilmente a Nettuno in Aquario è affidato il compito di contrastare anche con i suadenti mezzi artistici i valori del sistema dominante leonino.

In questo quadro il Nettuno di oggi simile al Nettuno di tanti secoli fa rinforza la sua funzione di aprire un varco nelle menti alla contestazione o perlomeno al dubbio.

 

Non ci stupisce il commento sul film a questo proposito del filosofo Michele Martelli:

 

“La storia di Ipazia si colloca in un periodo di svolta storica, tra il IV e il V secolo d.c., dei cui effetti deleteri, nonostante le moderne Rivoluzioni e l’Illuminismo, non ci siamo ancora liberati. Le questioni centrali ancora oggi oppongono clericalismo e laicità: il rapporto tra Stato e Chiesa, l’autonomia della ragione dalla fede, l’eguaglianza giuridica uomo- donna”.

 

Tutti questi temi sono potentemente investiti dall’onda lunga di Nettuno in Aquario.

Il Leone è universalmente il segno dove si domicilia il Sole, simbolo del potere maschile: ebbene il Nettuno Aquario opera un’azione corrosiva di dubbio anche sul senso del dominio maschile e dei suoi totem nella nostra società. Totem che Nettuno in Aquario contribuirà lentamente a scardinare.

Con Nettuno che ritorna su se stesso e ci regala Agorà abbiamo l’occasione di ricordare Ipazia, prima martire della laicità, di tessere le lodi al suo coraggio, alla sua fame e sete di conoscenza, al suo amore per la giustizia e la libertà.   




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