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COSA STA SUCCEDENDO A GIOVE?

a cura di Sandra Zagatti
 

Giove è un pianeta incompreso, o meglio frainteso. Spesso sopravvalutato come “Grande Benefico” ma anche sottovalutato nei suoi aspetti dilatanti, quando ciò che viene dilatato non è altrettanto benefico. E’ vero che, in quanto governatore del Sagittario, è di cruciale importanza per il senso di fiducia personale, come per la lungimiranza, l’apprezzamento del presente e lo slancio sul futuro, ma è altresì vero che non basta un buon Giove nel tema individuale e tanto meno un suo transito  per rendere la vita “fortunata”. Stephen Arroyo spiega questa confusa o contraddittoria interpretazione di Giove dicendo che “è un pianeta troppo semplice per un’età complessa, e troppo filosofico per un’età relativistica e materialista”… ma lo considera comunque, nella maggior parte dei casi, un pianeta che “eleva e nobilita, esprimendo il lato più generoso e positivo del segno in cui è posto”.

Personalmente, credo che anche Giove sia in qualche modo… stanco di non essere capito; e forse questi anni così delicati e cruciali possono essere considerati una “età” collettiva di trasformazione, pronta a recepire nuovi messaggi, proprio da parte del pianeta più grande e lucente del sistema solare. Non sarà un caso che Giove stia cambiando ai nostri occhi anche sul piano dell’osservazione astronomica. Negli ultimi mesi, improvvisamente e inspiegabilmente, ha infatti perso una delle sue caratteristiche bande scure posizionate nei pressi dell’equatore. Alcuni scienziati pensano si tratti di una sovrapposizione di nubi stratificate, altri viceversa ipotizzano un diradamento delle nubi stesse che formano le fasce, ma i motivi restano ancora ignoti in entrambi i casi; giustificando i diversi commenti reperibili in rete, e che a prescindere dai siti, dai contesti o dalle finalità degli articoli (scientifici, divulgativi, ufologici o New Age, oppure semplici comunicati o cronache oggettive), hanno in comune titoli del tipo “Cosa sta succedendo a Giove?”.

Ma a Giove “sta succedendo qualcosa” anche dal punto di vista astrologico. Tra le tante banalità a cui siamo abituati, c’è quella di associare ad ogni anno un segno particolare, quello appunto in cui transita Giove, considerandolo il protagonista (ovviamente fortunato) dell’anno stesso. Questo perché il ciclo di Giove è di 12 anni, il che ci porta a un anno per segno: un anno astrologico che da un po’ di tempo coincide persino con l’anno civile, visto che i cambiamenti di segno sono avvenuti sempre in gennaio… Eppure, già in questo 2010, inaugurato dall’ingresso di Giove in Pesci, abbiamo visto il pianeta correre nel segno e travalicare in Ariete durante l’estate, prima di rientrare in Pesci dove è tuttora. E dove resterà ancora una volta fino a gennaio, quando entrerà definitivamente in Ariete, per poi correre allo stesso modo e arrivare in Toro già ai primi di giugno; con la differenza, però, che nel suo moto retrogrado non riuscirà a tornare in Ariete e… recuperare l’anno, per cui il cosiddetto “anno dell’Ariete” durerà solo sei mesi, anzi meno. 

E dunque, cosa sta succedendo a Giove?
Ovviamente, non è che la sua orbita intorno al sole abbia subito una sorta di accelerazione, inspiegabile come la scomparsa della fascia sud-equatoriale. Astronomicamente parlando, Giove continua a fare il suo giretto normalmente, ed astrologicamente ciò che appare come un’anomalia dipende dal punto di vista geocentrico. Eppure, ritengo che stia davvero “attirando l’attenzione” su di sé, per proporci o imporci una nuova interpretazione o, appunto, una nuova visione del suo significato. E che lo stia facendo non soltanto modificando il passo medio nei segni ma anche intervenendo direttamente nelle configurazioni più importanti in corso.
Forse non è stato sufficientemente evidenziato il fatto che proprio in questi anni, 2010-2011, il cielo astrologico ci sta mostrando diverse tappe, tutte cruciali, del ciclo Giove-Saturno (opposizione), Giove-Urano (congiunzione), Giove-Plutone (quadratura), dopo che, nel 2009, c’era stata la congiunzione Giove-Nettuno. Insomma tutti i pianeti lenti, e sottolineo tutti, sono stati o sono (e saranno ancora, a breve scadenza) sollecitati da Giove: “dilatati” in qualche modo dalla sua partecipazione. E ciò non si può considerare di per sé una “fortuna”, trattandosi di configurazioni disarmoniche, ma un’occasione per riflettere sì. Direi anzi una responsabilità e persino un’urgenza, visto che Giove insiste a rimanere affiancato a Saturno e a Urano, oltre che al trasformante Plutone.
E allora torno all’interessante commento di Arroyo, su un Giove “troppo filosofico per un’età relativistica e materialista”. Troppo per essere compreso… E se fosse invece il contrario? Se questo suo attuale comportamento fosse proprio la conseguenza del nostro “comportamento “troppo” relativistico e materialista? Se amplificare i transiti dei pianeti più lenti fosse l’unico modo per rendere “troppo” ardue le direzioni sbagliate da costringerci a identificarne o ritrovarne altre?

Riguardiamo meglio i cicli di cui ho accennato, perché nessun simbolo può essere compreso sul piano soggettivo – individuale o sociale – se prima non viene visto nella sua forma veicolante e oggettiva. Tutto, di questa fase critica, è iniziato con la congiunzione di Giove a Nettuno in Acquario: l’unica tappa armonica, che vedeva unirsi il governatore antico e moderno del segno dei Pesci, nel segno della Nuova Era. Tutto finirà, almeno per quanto riguarda il comportamento così bizzarro e protagonista di Giove, quando Nettuno lascerà l’Acquario per entrare in Pesci: anch’esso con una capatina di qualche mese nel 2011, ma definitivamente nel 2012.
Ci risiamo con il 2012, si potrebbe dire… In effetti, ciò che certe profezie insistono ad evocare come un evento di morte-rinascita, concentrato in un tempo preciso come vuole la Tradizione millenaristica, sul piano astrologico appare invece come un più verosimile processo di trasformazione, che a mio parere copre gli anni dal 2009 al 2014, e che diventerà sempre più urgente, inevitabile o persino forzato laddove il “troppo” supererà la soglia critica in cui ogni struttura collassa. Cioè prima che Giove intercetti Urano-futuro e Saturno-passato, rigenerati e finalmente riequilibrati, nella tappa più gioiosa del loro ciclo: il Grande Trigono di Fuoco del 2015.
E’ vero che dovremmo capire meglio Giove: anzi, esprimerlo meglio. Ma è altrettanto vero che risulta difficile, che parlarne in termini di fiducia e ottimismo mentre il mondo va a rotoli sembra banale retorica, che interpretarlo come benessere materiale sembra ridicolo, in piena crisi economica, e direi persino offensivo nella sua veste di esterofilo, quando metà del pianeta è ancora in guerra o in miseria. Lo stesso mito ce lo descrive in immagini diverse, contraddittorie: da un lato, anziano sovrano dell’Olimpo, tanto potente e bonario quanto capriccioso e dispotico, gaudente donnaiolo e all’occorrenza sbrigativo stupratore; da un altro lato, giovane figlio di Saturno e nipote di Urano, che con spavalda determinazione ma anche pazienza strategica, e una buona dose di opportunismo, mise termine alla lotta di dominio tra discendenti e riportò pace in terra e in cielo dopo l’universale guerra che lo vide poi vittorioso.
Autorevole o rivoluzionario, saggio o impulsivo, grossolano nella sua semplicità o completo nelle sue sfaccettature, Giove si presenta davvero come uno scomodo enigma: troppo o troppo poco. Forse perché noi stessi lo siamo. Esagerati sempre e comunque. Nella pretesa del superfluo e nella mancanza del necessario, negli accumuli voraci e negli sprechi gaudenti, nella voluttà e nell’inerzia, nei desideri e nei bisogni. Però, se provassimo a renderlo “semplicemente tanto”… tanto autorevole nei valori che ci esorta a recuperare, quanto rivoluzionario nei cambiamenti in cui ci invita ed autorizza a credere… forse ci renderemmo conto che ciò che desideriamo e che tanto ci manca è solo ciò che abbiamo dentro ma che non osiamo difendere, perché troppo diverso da ciò che ci viene proposto da fuori.

Giove, il Sagittario, la nona casa, sono appunto il “diverso” e il “lontano”. Sono le differenze e distanze tra i popoli come i territori inesplorati del nostro essere. Ma Giove è anche il pianeta che fa da tramite tra gli altri: tra i pianeti personali e più veloci, fino a Marte, e quelli collettivi e trans personali a partire da Saturno. Giove è troppo lento per essere considerato veloce, e viceversa troppo veloce per essere considerato lento… Proprio per questo è un veicolo, un ponte. Tra il vicino e il lontano, tra il vecchio e il nuovo. Tra l’Io e il Tu, anzi il Noi.
Tutto è cominciato con Nettuno, sì. Anche nella Titanomachia, Oceano-Poseidone fu il primo a schierarsi al fianco di Zeus. Nettuno e Giove governano entrambi l’ultimo segno dello Zodiaco, i Pesci, e insieme parlano di fede, di morale, di filosofia, di ampliamento degli orizzonti culturali, sociali, spirituali. Ma mentre Nettuno sta transitando nel segno della Nuova Era, l’Acquario, prima di entrare nel proprio domicilio, Giove sta invece per lasciare i Pesci ed entrare nel primo segno dello Zodiaco assieme a Urano, governatore dell’Acquario.
Un passaggio di testimone, forse; e comunque una complicità. E un messaggio cruciale per questa nostra “età”, che ha il compito di traghettare il passato verso il futuro; confidando di renderlo migliore, mentre miglioriamo noi.




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