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GLI AMORI CHE FANNO MALE

a cura di Lidia Fassio
 

Nell’ambito della diversità che l’astrologia ci segnala, non tutte le persone vanno incontro ad amori armonici e gratificanti; esistono persone che, per come hanno introiettato il simbolo di Venere, si trovano a vivere situazioni difficili in cui, sperimentano questa parola attraverso significati ben diversi dalla sua accezione più naturale.

Parliamo in particolare delle persone che hanno, nel loro tema natale, Venere in rapporto a Plutone che, ovviamente, hanno una difficoltà con la gestione di certi lati della loro natura per cui, finiscono per creare sempre relazioni intrise di potere, di controllo e di dominio e sottomissione.
Quando l’archetipo di Venere si lega a quello del signore dell’Ade, il lasciarsi andare e il concedersi all’altro risulterà particolarmente complesso per cui interverranno meccanismi di difesa particolari a protezione della propria vulnerabilità, sempre presente sul piano emotivo laddove, per eccellenza, ci si dovrebbe mettere a nudo nei confronti dell’altro.

Come ben sappiamo non ci si improvvisa in amore in quanto, nella nostra infanzia, abbiamo registrato ciò che gli altri ci hanno riflesso e, quando questa riflessione è stata complicata da una tematica di potere, ci ritroveremo ad utilizzare questa traccia nell’andare incontro alle relazioni.

Venere  incarna il principio di piacere sotto forma di ciò che desideriamo e a cui diamo valore e che, di conseguenza, attraiamo nella nostra vita. Spesso si parla di Venere per indicare la capacità di “attrarre e di sedurre” ma, in realtà, proprio queste potenzialità nascono dal ricercare cosa ci “piace e ci gratifica” per provare un vero senso di benessere. Tuttavia, per capire cosa ci piace e cosa desideriamo, dobbiamo essere stati liberi di sondare ed esprimere i nostri gusti fin da quando eravamo piccoli, senza eccessive interferenze finalizzate alla loro “educazione”.
Venere rappresenta ciò che è stato “erotizzato” nella fase in cui abbiamo incontrato il genitore di sesso opposto, quello che ha il compito di portarci a concepire la diversità nonché a sperimentare le prime “cariche erotiche” che fungeranno da falsariga ai rapporti futuri. Significa che cercheremo sempre nelle relazioni amorose quella tonalità di sensazioni che hanno caratterizzato questo primo rapporto.

Quando  Venere è in rapporto a Plutone significa che,  nella delicata  fase di erotizzazione è stato percepito che, attraverso l’amore, passavano anche sofferenza, abbandono, tradimento, ambivalenza e particolari dinamiche di potere in grado di gratificare ma anche di frustrare, facendo sperimentare stati alternati di potenza e impotenza. Si è quindi avvertita la pericolosità di questo amore e la possibilità di essere sopraffatti e non riconosciuti nel personale diritto all’integrità.
In pratica, in questa fase il bambino ha compreso bene che, per essere accettato, doveva negare i suoi veri desideri, i suoi gusti e parte della sua essenza e, per contro, doveva essere abile ad interpretare i desideri del genitore, rispondendo in modo preciso alle sue esigenze e ai suoi particolari stati d’animo; significa che ciò di cui aveva bisogno doveva essere chiesto in modo non diretto ma in forma nascosta, seduttiva e manipolatoria. Tra l’altro in questi casi il genitore ha spesso operato un “incesto affettivo” ed è stato invischiante e tutto questo viene registrato nella psiche del bambino che, da adulto,  si darà e si negherà contemporaneamente.
Si tratta di un sovraccarico istintivo ed emozionale che fatica ad essere convogliato in “affetto vero” e che rimane permeato dalla paura dell’intensità di certe manifestazioni che da un lato si desiderano ma, contemporaneamente,  si respingono perché si teme possano sopraffare e impedire l’esercizio del proprio potere e della propria volontà.

Da questo primo punto si comprende bene perché chi ha Venere Plutone si comporta in modo seduttivo e manipolatorio; ciò è dovuto al non aver mai potuto esternare ciò che si avvertiva e si desiderava per paura di essere traditi ed abbandonati emotivamente; come conseguenza si è imparato a mettere in sordina il proprio essere, nascondendo nell’inconscio la paura e l’impotenza ma diventano al tempo stesso abilissimi a percepire i desideri altrui assecondandoli, ovvero seducendo e manipolando e, solo dopo essere certi di non “perdere sé stessi”, aspirando ad ottenere indirettamente ciò di cui si ha  bisogno.
Questi aspetti spingono così  ad  ottenere le cose senza chiederle direttamente perché a suo tempo, ciò che si sarebbe dovuto avere per diritto, doveva in realtà essere “carpito ed ottenuto in modo sotterraneo”.

Dietro a questi aspetti vi è sempre molta ambivalenza e risentimento e le variabili possono essere molte a partire dalla totale inconsapevolezza dei propri valori personali, seppelliti e contrabbandati per favorire ed accondiscendere  quelli altrui, fino ad arrivare all’uso del tutto improprio – maggiormente potente quanto più inconscio -  delle proprie armi seduttive e manipolatorie per ottenere ciò che si desidera “distraendo”  letteralmente e nascondendo anche a sé stessi la verità sul modo in cui si conquistano le cose; di certo questi rapporti richiedono la collusione di due parti; in effetti i giochi di potere sono assolutamente ambivalenti e richiedono l’incontro con una persona che abbia anch’essa familiarità con questi temi. In pratica, laddove c’è un seduttore sarà presente anche un sedotto. 
 
Entrambi proiettano il lato che non vedono: il seduttore proietta fragilità e debolezza sul sedotto che, a sua volta, proietta capacità di conquista e potere personale sull’altro.

Venere e Plutone sono pur sempre i signori simbolici dell’asse seconda ottava e, partendo da questo presupposto, quando Venere si lega al signore degli inferi resta imprigionata in qualcosa di antico che odora di paura, distruzione e potere per il bisogno di “non perdere ciò che si ritiene necessario per vivere ma che, in modo altrettanto forte, si teme di non poter raggiungere chiedendolo direttamente”.

La “seduzione” in questo caso ha lo scopo di coprire quella paura della solitudine/separazione che Plutone porta sempre con sé unitamente a quella dell’esistere/non esistere spesso insopportabile per chi ha questo aspetto. In questo caso Venere si appoggia ad un’illusione, quella di essere per l’altro il solo “oggetto d’amore” che nutrirà, capirà e rassicurerà garantendo così anche la propria sopravvivenza; il prezzo da pagare è altissimo perché consisterà nel  rinunciare alla propria vita e ai propri valori. 

Il dramma sta nel fatto che il seduttore prima rinuncia alla sua soggettività e alla sua essenza per plasmarsi sull’altro e, per converso, è convinto di poter conquistare ciò che vuole legando indissolubilmente a sé l’altro in un rapporto simbiotico, coltivando così un falso ed inutile potere che diventa invece un “doppio legame” dalla natura molto distruttiva poiché, al proprio interno, regneranno contemporaneamente sentimenti di amore e odio.
Il desiderio di intimità è forte ma spesso contrabbandato con l’intensità fisica e sessuale che, in realtà, non va a colmare il vero bisogno che è quello di  riappropriarsi del potere personale, unico che permetterà di ripulire gli spazi interiori da paure, rabbie e risentimenti che producono scorie, ambivalenze e bisogno di “possedere” la mente, le emozioni e la psiche altrui per difendersi.

Tutto ciò non sminuisce il significato di Plutone che è pur sempre “morte – rinascita – trasformazione” e che,  quando incontra Venere, predispone ad una  relazione in cui entrambi i soggetti hanno la possibilità di entrare in una dimensione psichica che spinge a lavorare sul significato del “limite” che deve essere posto all’interno e mai subito dall’esterno e che, soprattutto, deve essere posto sulla base dei propri valori personali.
 
Laddove ci sono condizioni difficili nell’infanzia, soprattutto a partire dalle prime separazioni con la figura di riferimento, non vi è stata possibilità di prendere coscienza del proprio potere personale perché questo era gestito dal genitore a suo totale arbitrio, per cui bisognerà comprendere che l’unica cosa che non si può perdere è l’integrità.

In effetti l’uso prolungato e costante della seduzione porta ad un vantaggio problematico e disfunzionale in quanto, non si può mai essere sé stessi perché  si abdica alla verità interiore, cosa drammatica a tutti gli effetti.
Il blocco di Venere Plutone avviene subito dopo la fase di simbiosi/separazione quando il soggetto è fermo alla sensazione che la “perdita” affettiva sia l’unica cosa da evitare nella vita; in realtà, nel tentativo di “non perdere” ci si infila in un tunnel che porterà prima o poi alla perdita del valore di sé.

In alcuni casi la “seduzione” sembra diventare una condanna alla quale l’individuo non sa sottrarsi perché avverte il proprio fascino (potenziale indubbio insito nell’aspetto) e può così nutrire l’illusione di avere un potere sugli altri che, invece, non  possiede.
Solo arrivando a vivere la perdita vera e  toccandone la dimensione estrema si potrà capire che si è andati completamente “fuori rotta, fuori da sé” esattamente come indica la parola latina.

In pratica, la seduzione obbliga a mettersi in contatto con l’ombra e con quelle parti che sono state segregate e che hanno bisogno di mostrarsi per ripulirsi; in questo senso la seduzione e il seduttore aprono la porta alla conoscenza e alla verità.

La seduzione accompagna i soggetti plutoniani fin da quanto sono piccoli ma, in questi casi il gioco continua ma, da adulti, bisogna rendersi conto che si entra in un territorio di manipolazione finalizzato ad ottenere qualcosa senza mai chiederlo direttamente.

Astrologicamente Venere Plutone nel tema natale indicano il bisogno di conquistare  potere personale e senso di valore, uniche cose che garantiranno l’integrità del soggetto senza sottomettersi al potere di nessuno se non a  quello del Sè, unico vero interlocutore per l’Io.




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