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INCEPTION : IL SOGNO È REALTÀ

a cura di Francesco Astore
 
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Ha fatto di nuovo centro l’eclettico regista inglese Christopher Nolan con Inception il suo nuovo film che ha suscitato entusiastici commenti da parte della critica e del pubblico.
Nolan, che oltre ad essere regista, è anche sceneggiatore e produttore cinematografico, si è imposto per la scelta di tematiche decisamente controcorrente, per riuscire a scavare nella psicologia del profondo, in quel complesso universo dei simboli di cui è costellato il nostro mondo. Quel che stupisce è che, come per gli altri film, anche per Inception (e lo vedremo più avanti) Nolan, si direbbe, “conosca” il linguaggio zodiacale.

Affermatosi nel circuito esclusivo, florido di talenti cinematografici dei film indipendenti, Nolan vince con Memento (uscito nel 2000) quattro Indipendent Spirit Awards (miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura, miglior attrice non protagonista), quindi un premio per la sceneggiatura al prestigioso Sundance Film Festival.
Con Batman Begins (del 2005) la creatività di Nolan si esprime con più vigore, qui il regista fornisce una nuova lettura del classico fumetto di Batman e Robin, grazie al richiamo di attori molto famosi, contemporaneamente, lancia nel firmamento delle star cinematografiche, l’allora giovane Christian Bale. 
Ma è con The Prestige che il regista impone il suo tocco di genialità modellando il personaggio di un prestigiatore (vissuto durante la Belle Epoque) un giocoliere sospeso tra realtà e magia, tra simulazione e sperimentalismo, tra vita e morte. Nel cast ritroviamo di nuovo uno straordinario Christian Bale affiancato da Hugh Jackman, da Scarlett Johansson e persino dal mitico David Bowie.
Nel 2008 sarà la volta del Cavaliere oscuro (un sequel di Batman) in cui, esibita come un autentico gioiello, spicca una delle ultime interpretazioni del compianto Heath Ledger, nel ruolo di Joker. Il film, un successo planetario, conquista (tra i tanti premi) due Oscar: uno per il miglior attore non protagonista (va a Heath Ledger, appunto) e uno per il miglior montaggio sonoro.

E arriviamo al suo ultimo lavoro, Inception, realizzato nel 2009, girato intorno a mezzo mondo (da Tokio a Parigi, da Londra a Tangeri, passando per Los Angeles e finendo a Calgary in Canada) che esce l’anno successivo, nell’estate 2010 in America e, quest’autunno, in Italia.

Il progetto di un film sui sogni non è estraneo a Nolan che vi aveva lavorato già nel precedente Memento e poi anche in Insomnia (uscito nel 2002 in cui il protagonista è afflitto da una cronica insonnia) ma qui è il sogno a farla da padrone, con tutte le sue potenzialità, i condizionamenti sull’agire umano, le diramazioni nella realtà, i cambiamenti del destino realizzabili attraverso il sistema onirico.
La trama è troppo intricata e complessa da poter essere agevolmente riassunta in un articolo.
Il filo conduttore del racconto è quello di una completa immersione nel sogno; ma non solo il sogno in sé, vi è pure la possibilità di intervenire nel meccanismo misterioso dei sogni, potervi penetrare, tanto da riuscire a installarvi un concetto base, un pensiero che si radichi e condizioni l’agire personale.
Altra idea stupenda dello sceneggiatore (sempre lo stesso Nolan) e, di nuovo, geniale: la possibilità di condivisione del sogno, la suggestione di un autentico film onirico che si sovrapponga e si mescoli a quelli degli altri protagonisti-sognatori. Una prospettiva, questa, seducente, spesso vagheggiata da artisti e scrittori, ma mai nessuno (che io sappia) si era spinto tanto oltre, mai nessuno l’aveva messa in scena così brillantemente.

Opera veramente molto bella, estremamente appassionante, l’unica piccola critica che le si può muovere è forse quella di un eccesso di azione, inseguimenti e sparatorie all’ultimo sangue, tributo da pagare (specie da parte di noi europei) al tipico stile americano, interessato a produrre uno stato d’animo di perenne tensione nello spettatore; ma è un difetto che si può facilmente perdonare, vista l’alto livello del film (su cui gioca l’eccellenza di attori grandiosi).

Christopher Nolan è nato il 30 luglio 1970 a Londra (non conosciamo purtroppo l’ora di nascita). Nel suo Tema Natale spicca, con esattezza, tuttavia, una posizione di grande impatto: la Luna nel segno del Cancro, posizione che fornisce subito una risposta agli interrogativi che ci eravamo posti sulle scelte del regista-sceneggiatore.

Intanto questa sensibilità fertilissima lo rende capace di costruire un film come The Prestige un capolavoro (che invito a vedere) dove il regista inanella prodigiosamente le simbologie del segno dei Gemelli chiamando in causa i suoi pianeti signori (in particolare Mercurio e Plutone).

La Luna in Cancro rappresenta il centro del sonno, punto dove si celano i sogni con i loro potentissimi messaggi. Ma ancora è lì il fulcro della emotività e dell’equilibrio affettivo (delicatissimo) che si realizza nell’infanzia e nel nido familiare come nucleo di primissima accoglienza e protezione per il soggetto.

In Inception tutto sembra veramente ruotare attorno a questo cardine centrale del regista che è la Luna in Cancro, molto di più del Sole in Leone del suo Tema Natale. Al limite il Sole in Leone può rappresentare lo slancio magistrale, l’energia investita nel lavoro di un grande regista.
Ma l’elemento fondamentale del suo percorso creativo e, diciamolo pure, anche del suo genio, lo si può rintracciare tutto in quella Luna.

Nel film i sogni sono immaginati come strutturati in profondità, quasi in una piramide rovesciata, stratificati in recessi profondissimi: per accedervi bisogna scendere all’ingiù, entrare nelle viscere dell’inconscio.
Ricordiamo brevemente che il segno del Cancro (centro del sogno) cosignificante della Casa Quarta astrologica, è il punto più in basso della ruota oroscopica, detta Nadir o meglio Imum Coeli (estremo sud del Cielo).
Ma ancor più stupefacente è il fatto che i sogni siano costruiti in abitazioni, strutturati in architetture mirabili incastrati e inabissati in grattacieli, scendendo nelle profondità del subconscio e dell’inconscio.
Ricordo ancora che la Luna, il segno del Cancro, la cosignificante Casa Quarta, sono corrispondenti alla casa, alla dimora di abitazione, alla passione di chi costruisce case e si trovano evidenti spessissimo nei Temi Natali degli architetti.
Non desta sorpresa invece, la rimozione dei ricordi sgraditi, delle ferite patite dal soggetto (specie durante l’infanzia) che attua così efficaci meccanismi di difesa dal dolore subito.
Ancora una volta l’aderenza al simbolo astrologico è quanto mai perfetta: la Luna è l’infanzia, il ricordo, la memoria (e la rimozione dei ricordi), il Cancro e la Casa Quarta corrispondono a un atteggiamento passivo-difensivo.

Altre ancora sarebbero le simbologie da indagare (ma il tempo è tiranno) e in particolare il ruolo giocato dal segno opposto al Cancro, il Capricorno, con il condizionamento  attraverso i sogni da parte di varie strutture di potere (che vengono questa volta dall’alto, come vuole la simbologia zodiacale di Medio Cielo, Zenit, punto più in alto e a Nord dell’oroscopo).

Il protagonista di Inception, Dom Cobb è un “ladro di sogni” o meglio colui che estrae segreti inviolabili dai sogni personali (segreti che poi venderà) introducendosi in essi mediante un sistema di condivisione onirica di cui il soggetto non si accorge.  Magnificamente interpretato da un maturo Leonardo di Caprio, un attore estremamente “tagliato” per questo ruolo, quello di un uomo insieme tenero/umano e duro/spietato.
Leonardo di Caprio (Los Angeles, 11 novembre 1974 ore 2,47) ha un Tema Natale perfetto per un attore, da manuale, con quello smagliante e iper istrionico Plutone in Prima (Casa della recitazione) il mestiere dell’interpretazione è per lui una vocazione. Ma questo vale per essere un attore principalmente di teatro. La chiave per riuscire a sfondare poi nel firmamento cinematografico la regala la fortunata Casa Seconda (immagine di sé, vista, fotografia, cinema e televisione) occupata da una rara triplice congiunzione di Sole, Venere e Marte in Scorpione.
La creatività scorpionica è vivificata dalla congiunzione, vi contribuisce ulteriormente il fascino carismatico e un po’ tenebroso di Venere e Marte, proiettandosi felicemente nelle simbologie della Casa Seconda (fondamentalmente quella di “Cinema”).
Giove (pianeta dell’immagine) “illumina” (è il caso di dire!) la Casa Seconda con uno sfolgorante trigono dal segno dei Pesci: l’immagine che Di Caprio dà di sé si modella su una fervida immaginazione, su una mirabolante attitudine metamorfica (Pesci metamorfosi) riuscendo tuttavia ad aderire ai moduli della realtà concreta (Giove cade anche nella Casa Sesta, settore della moltitudine, dell’uomo qualsiasi).
Il successo e la fama (meritatissimi) sono presto spiegati dalla bellissima posizione di uno strategico Saturno in Casa Decima e nel segno del Cancro a donargli studio, impegno, uno zelo infaticabile (come vuole Saturno!) nella sua carriera.  

Tra i tanti attori presenti nel film vorrei ricordare, infine, la ieratica Marion Cotillard (Parigi, 30 settembre 1975 ore 4,50) Bilancia ascendente Vergine, fornisce anche lei una prova d’attrice abbastanza esemplare e sfodera nel suo Tema Natale una congiunzione Sole- Plutone e un’altra congiunzione Mercurio-Urano, tutte nella Casa del Cinema, la Seconda.
Sapiente indagatrice degli stati d’animo, è nel film la moglie del protagonista morta suicida, definita dai critici “la giusta alchimia di mistero e bellezza”, la Cotillard possiede anche lei, come il regista, una liquida Luna in Cancro che le ha permesso di interpretare la languida Edith Piaf nel film che la lanciò (La vie en rose, 2007). Per uno strano caso della sorte, nella colonna sonora del film una delle canzoni di sottofondo sarà la famosa Non, je ne regrette rien della Piaf.




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