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LA CRISI DI IDENTITÀ DELL’ADOLESCENTE

a cura di Lidia Fassio
 

L’adolescenza è universalmente considerata una fase di grossa crisi. L’astrologia ci dà conferma di questo rito di passaggio importantissimo per il futuro individuale evidenziandola nella casa ottava governata dal segno dello Scorpione e dal suo signore Plutone.
L’adolescenza viene considerata una “seconda nascita” proprio perché porta con sé due diversi momenti:

• da un lato ci si trova immersi in una fase di grandezza e di onnipotenza  in cui i ragazzi  pongono le basi del futuro adulto che comporterà una presa di responsabilità sia individuale che sociale che deve però permettere un primo  sviluppo di autonomia ed indipendenza;
• dall’altra si piomba in una grande crisi in cui si avverte tutta la fragilità della struttura interiore che si trova in condizione di instabilità in quanto in piena trasformazione con la conseguente alternanza di sensazioni che vanno all’inferiorità alla superiorità nonché dal bisogno ancora fortissimo all’illusione di bastare a sé stessi rifiutando ciò che la famiglia offre e può offrire.

In pratica in questa fase si muore come bambini per rinascere come adulti con tutto ciò che questo comporta sia da un punto di vista interiore sia sotto il profilo esterno dell’immagine di sé nel rapporto con il mondo.

In questo periodo è proprio l’identità il perno centrale di tutto il lavoro; ciò che sembrava certo e stabile, si dissolve come neve al sole e tutto viene rimesso in discussione in quanto l’adolescenza richiama ad una ridefinizione di sé che passa attraverso grandi trasformazioni sia fisiche che psicologiche. Grandi sono i movimenti interiori - per lo più inconsci -  che, tuttavia, affiorano nella mente dei ragazzi portandoli a non riconoscersi più in ciò che prima sembrava definitivo.
Si tratta di una fase di grande ambivalenza in cui si affollano sentimenti opposti che lasciano i ragazzi in balia di pulsioni intense, difficilmente contenibili ma, di certo non rassicuranti.

Tutta la bisessualità del corpo e della psiche si manifesta richiedendo una rielaborazione e, al tempo stesso, ricompaiono le dinamiche infantili per essere anch’esse rivisitate e risolte ma certo non senza difficoltà.
Si passa dall’identificazione con il genitore dello stesso sesso alla messa in crisi del modello stesso e tutto questo avviene proprio nel tentativo di appropriarsi di quelle qualità che sono state a suo tempo riconosciute ed amate nel genitore  e che, adesso, sono in parte invidiate e in parte combattute. La costruzione di una “nuova identità” comporta la disidentificazione dai modelli precedenti, non senza sensi di colpa.

Nello stesso tempo l’adolescenza è anche il tempo dell’Amore per cui ci si sente attratti dal diverso da sè, dall’etero perché, in questo modo si possono proiettare su una figura reale sia le idealizzazioni che le parti erotizzate nel rapporto con il genitore dell’altro sesso. Tra l’altro le pulsioni amorose ed erotiche sono fortissime e spingono a fare esperienze che saranno fondamentali nello strutturare la nuova identità che preme per emergere.

Senza dubbio si tratta di un periodo di vita in cui vi sono grandi fragilità proprio perché l’identità non è stabile e questo spinge da un lato alla conoscenza e al rafforzamento della stessa ma, dall’altra, la mancanza di una struttura solida espone al rischio di incassare ferite che potrebbero restare indelebili all’interno. La fiducia può quindi rafforzarsi o essere messa in scacco e saranno le persone più vicine a dare il coraggio di affrontare le difficoltà oppure, in assenza di un vero e proprio supporto, a favorire l’ingresso nel tunnel dello scoraggiamento e della depressione.
Molti giovani si trovano in uno stato depressivo – spesso non identificabile dall’esterno –  il che causa poi aggressività contro sé stessi e contro gli altri.

L’innamoramento è parte integrante del viaggio di un adolescente ed è senza dubbio una delle più importanti esperienze di crescita: in effetti attraverso questo stato i giovani possono rendere reali le loro fantasie e possono sperimentare tutto ciò che hanno messo insieme nelle fasi di sviluppo affettivo e sessuale superando i conflitti che sono rimasti insoluti.
L’amore offre più di ogni altra cosa la possibilità di percepire sé stessi tuttavia quando regnano paure si può iniziare a questa età a negare il bisogno di stare in relazione e preferire il gioco della conquista che, ovviamente, alimenterà il narcisismo e non la parte sana del sentimento. Nell’esperienza dell’amore entrano anche molte pulsioni aggressive e sono queste ad evocare la paura della distruzione di sé o dell’altro per cui molto dipenderà da come tutto ciò  viene tollerato all’interno.

Un grande problema può derivare anche dal corpo che, essendo in trasformazione, può quindi non essere quello che l’adolescente vorrebbe il che contribuisce a far nascere complessi che resteranno a lungo all’interno della psiche.
Molti adolescenti, soprattutto le ragazze, iniziano a quest’età a non “piacersi” e a fantasticare di “cambiare sé stesse” attraverso il trucco o, ancor peggio, con la chirurgia estetica.
E’ l’età in cui la frammentazione psichica è inevitabile ma questa può portare anche a frammentare il proprio corpo vedendo in esso solo alcune parti come accettabili ed altre da cancellare ed annientare. Chiaramente l’identità infantile sta morendo e, non è facile vedersi subito come un’unità diversa da quella precedente, per cui, quando la psiche non ce la fa a tollerare ed unire le varie parti che stanno emergendo, ricorrerà alla frammentazione nel tentativo di reggere il cambiamento.

Un tempo c’erano grandi riti di iniziazione che permettevano ai ragazzi  comunque di “ridefinirsi” e di sentirsi a pieno titolo introdotti nel mondo degli adulti. Oggi questi riti non esistono più e gli adolescenti si sentono spesso sperduti, in balia di quelle parti di sé che vengono accettate e quindi, non si riescono ad integrare.
La famiglia, anche se  contestata, risulta  essere l’unico vero punto fermo di un adolescente ma ha bisogno di sapersi trasformare in quanto molte cose verranno messe in discussione per cui, deve essere pronta a modificarsi e a modificare il sistema relazionale che ha messo in piedi.
Molti genitori si spaventano di fronte a certi comportamenti dei figli e questo non solo alimenterà l’insicurezza ma farà sorgere enormi sensi di colpa che i ragazzi faticano a gestire.

La voglia di avventura è grande a quest’età e, nel passato, i giovani venivano addestrati alla caccia, alla forza e alla guerra e questo serviva ad incanalare l’aggressività, oggi questo non è più accettabile e quindi dovrebbe essere lo sport a prendere il posto: tra l’altro lo sport allena a vincere e a perdere, cose fondamentali nell’iter adolescenziale.
L’ottava casa è quella in cui si impara a gestire il nostro potere personale ed è anche quella che ci insegna a “perdere” senza per questo sentirsi impotenti o falliti e a conquistare ciò che ha valore.
La presenza di Marte nel segno dello Scorpione ricorda che il desiderio di vincere è fortissimo così come la competitività e, più in fretta le si canalizza in qualcosa di costruttivo, più facile sarà il percorso.

La voglia di “dar prova di sé” è potente ed è anche naturale ma, può spingere ad infilarsi in tunnel pericolosi; se invece i ragazzi possono sentire di “poter contare” sulle figure parentali anche quando i loro comportamenti sono  intemperanti e ambivalenti, questo aiuterà ad incanalare le pulsioni aggressive che sono quelle più forti ed anche più difficili ma pur sempre proporzionali alla paura che questa fase porta con sé.
Saranno proprio i comportamenti genitoriali a insegnare a dominare le pulsioni aggressive dimostrando di saperle essi stessi riconoscere dentro di sé e di gestirle senza scaricarle sui figli.

Un altro punto di riferimento dell’adolescente sono gli amici che sono  fondamentali proprio nel confronto su temi che difficilmente vengono sviscerati in famiglia. Se un ragazzo rimane troppo “solo”, resterà rinchiuso dentro alle mura domestiche magari solo in compagnia del computer o della tv e questo può alimentare angoscia, noia ed apatia.
Gli amici possono anche favorire la “spinta esterna” che è fortissima a questa età e dovrebbe essere premiata anziché combattuta.
Molti genitori invece sentono di perdere terreno quando i loro figli si rivolgono più all’esterno che all’interno della famiglia e finiscono per vedere “pericoli” ovunque nel tentativo di limitare lo svincolo.
L’amico o l’amica del cuore sono invece di grande importanza per superare questi anni formativi così come lo sarà il “gruppo” con il quale vogliono fare esperienze nuove.

In questa fase si è di fronte ad un crocevia tra passato e futuro ed è questo che dà grande ansia in quanto si vive un conflitto tra il desiderio di crescere e la paura a farlo.
L’ottava casa sarà fondamentale nel lasciar intravedere il modo in cui un adolescente supererà le sue crisi ed arriverà a dar vita a sé stesso.
E’ anche sempre presente lo spauracchio del tradimento, altro tema importante di questa casa: il ragazzo infatti spazia tra la paura di essere tradito dai propri genitori, dagli amici e dai suoi amori e l’altrettanto forte timore di tradire egli stesso le persone che gli sono a fianco.
La paura e la rabbia scaturiscono proprio dalla paura di tradire anche se si fa largo la consapevolezza che se non lo fa, tradirà sé stesso e ciò che sta diventando. Tutto sembra essere questione di “vita o di morte” .

In mezzo a tutte queste contraddizioni l’adolescente comincia pian piano a sentire un nuovo  senso di sé e, soprattutto, mette insieme una serie di valori in cui pian piano rispecchiarsi; questi possono discostarsi tanto da quelli dati dalla famiglia e dall’ambiente in cui passati nell’infanzia. Questo è un altro cruccio dei genitori che, tuttavia, non possono far altro che restare a fianco del ragazzo, accettando anch’essi la sfida che la vita sta ponendo mantenendosi solidi sui principi in cui credono, non avendo però paura della crescita che riguarda non solo i loro figli ma anche essi stessi.

Il passaggio dalla scuola media alle superiori è il vero rito di passaggio della nostra società con il conseguente allentamento delle amicizie e delle frequentazioni precedenti e con l’immissione in una fase in cui vi sono più impegni, più libertà e nuovi legami. Certo è sempre dietro l’angolo il rischio di fallimento, soprattutto se si sceglie un indirizzo sbagliato.
La scuola ha un grandissimo impatto sulla “seconda nascita” perché può offrire concretamente la possibilità di realizzazione, ma contribuisce anche alla definizione di sé e alla costruzione di un nuova e più solida identità e per questo deve essere un punto di riferimento nell’affermare la propria individualità.
La scuola deve quindi aiutare i ragazzi a riconoscere valori e principi ai quali iniziare ad essere fedeli ma lo è ancor di più nella costruzione dell’amore di sé, fondamentale per affrontare le sfide della vita. In effetti il senso di valore e di amore di sé è imperativo nel collegare l’immagine esterna con l’immagine interna e nel permettere tra loro una relazione armoniosa. Da questo nascerà il senso di continuità di sé stesso che porterà all’autodeterminazione. In questa fase nasce anche l’Io ideale che deve affiancare l’Io reale: questo consentirà di coordinare ciò che si è con ciò che si deve essere, con ciò che si vuole essere.

Un tempo era la società a dare un forte senso di identità oggi i giovani si trovano a dover fare questi processi da soli.




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