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IL TRADIMENTO : COSA VOGLIO DI PIÙ

a cura di Lidia Fassio
 

Il mito di Giove è molto particolare perché, tra le altre cose, dà il via al tema del “tradimento”. In effetti il capo degli Dei è sempre stato infedele, salvo per un lungo periodo successivo al matrimonio con Era, unica delle sue donne a non essere lasciata, chiamato “luna di miele” che la leggenda vuole sia durato 300 anni, finiti i quali Zeus ha ripreso con le sue consuete infedeltà.

Su questo punto possiamo concederci alcune riflessioni che sono parte integrante del simbolismo di Giove in ambito astrologico.
Giove è l’archetipo della crescita e del desiderio di andare “oltre”, o meglio di conoscere sempre qualcosa di diverso, di nuovo, in modo da permettere ad ogni essere umano di non rimanere confinato dentro ai limiti di ciò che è noto e già sperimentato.
Psicologicamente parlando Giove in astrologia è quella parte di noi che spinge a percepire che c’è un “oltre la coscienza” e a permetterci di avventurarci per incontrare questa parte.
Ognuno di noi ha Giove nel tema natale e, ovunque esso si trovi, spingerà sempre in quel particolare settore della vita a non accontentarsi di ciò che si sa e di ciò che si ha, allo scopo di comprendere e divenire ciò che si è autenticamente.
In quest’ottica dobbiamo quindi interpretare il simbolo di Giove come quella parte di noi che non vuole che ci fermiamo e che ci sollecita in continuazione a non restare nelle stesse posizioni ma ad avventurarci in territori nuovi, quelli che possono portarci a fare nuove esperienze utili alla nostra personale conoscenza al fine di allargare la nostra visione e formarci una filosofia di vita sempre più rispondente alla nostra interiorità e ai nostri ideali.

Quando Giove si trova nella nostra settima casa o in aspetto a Venere, la fame di conoscenza e il desiderio di avere qualcosa di più passa inevitabilmente attraverso il lato relazionale. E’ infatti in quel settore della vita che siamo chiamati a comprendere bene chi siamo, esplorando tutte le possibilità che possono giungerci dalle relazioni e dagli incontri che, come sappiamo, hanno lo scopo di aprire molte delle nostre porte evocando quelle parti che ancora non hanno visto la luce.

Il fatto che Giove sia rimasto 300 anni fedele ad Era sta a dimostrare che Giove è fedele fino a quando tutto è in crescita, fino a quando non è sazio e finchè un rapporto è in grado di dare frutti e di espandersi: in una parola fino a quando ci sono stimoli a conoscere l’altro e noi stessi.
Quando si esauriscono queste possibilità, Giove inizia a diventare inquieto e a guardarsi attorno alla ricerca di qualche nuovo stimolo che possa ridare entusiasmo e fiducia in sé stessi.
In effetti, quando un rapporto comincia a mostrare i suoi limiti e le due persone non riescono più a farlo crescere, le difficoltà non tarderanno a venire e, prima o poi, uno dei due si renderà disponibile per nuove avventure e nuove conquiste.

Del resto, laddove non c’è entusiasmo, non c’è scoperta e non c’è il desiderio di crescere si insinuano abitudine, staticità e chiusura e questo non può esistere nello spirito di Giove che, invece, cerca sempre apertura per regalarci nuove possibilità.

In effetti, si presume che nei 300 anni di “luna di miele” con Era vi siano state condizioni fantastiche che hanno permesso al grande Zeus di scoprire ogni giorno qualche nuova possibilità dentro di sé, conoscendo al tempo stesso le qualità e le potenzialità della sua compagna.
Quando la routine ha fatto irruzione nella loro relazione, Zeus ha iniziato ad essere irrequieto ed insoddisfatto e la miscela si è resa esplosiva.
Per questo Giove è legato al segno del Sagittario che è un segno avventuroso ed esplorativo; senza questo segno lo Zodiaco si troverebbe a veder limitate le possibilità per il futuro in quanto, ognuno di noi finirebbe per restare bloccato dentro a ciò che la coscienza ha già integrato; è proprio questo archetipo a spingere l’uomo ad andare avanti e a scoprire ciò che ancora non è stato avvistato ed illuminato.
Infatti  tutto ciò è insito nella psicologia dell’esploratore che immagina che vi siano territori vergini non ancora stati solcati dall’uomo (e dall’IO) che, pertanto, potrebbero mostrare ricchezze altrimenti impensabili.
Certo, sul piano della relazione questo sembra più complesso e, soprattutto, più difficile da accettare in quanto, tutta la nostra filosofia, è imperniata sulla fedeltà e sul mito dello stare sempre insieme.

Tuttavia, anche Zeus sa essere fedele come ognuno di noi sa esserlo quando una relazione offre possibilità di espansione; le difficoltà stanno nel far vivere una relazione nella quotidianità e nella routine in cui si dà tutto per scontato. In queste fasi l’archetipo di Giove tenderà ad attivarsi e a creare le condizioni per dar vita a qualcosa di diverso e di nuovo.
Giove è una molla interiore molto importante, probabilmente quella che ha spinto l’umanità a continue scoperte.

Il Sagittario è quadrato alla Vergine e, dunque, è un segno che non ha nulla a che fare con le sicurezze e la stabilità ma riguarda invece la speranza che la vita possa sempre riservare qualche nuova conquista così da alimentare nuove possibilità per sé stessi e per il futuro.
Giove ha bisogno di conquistare per sentirsi appagato; questo in genere fa sì che il massimo del suo potenziale lo esprima proprio nel pre-gustare ciò che verrà e sarà perché quelli sono i momenti in cui tutto può essere “possibile” in quanto non si è ancora insediata la realtà che, invece, stabilisce i suoi limiti.

Anche quando Venere si trova in Sagittario – o in casa nona -  abbiamo questo tipo di situazione che porta i soggetti ad essere interessati ai così detti “amori lontani” che simboleggiano che ciò che conta è il desiderio di fantasticare e di immaginare ciò che l’amore porterà con sé ma questo non è possibile nella quotidianità dove tutto è “svelato” e a portata di mano. L’amore che vive lontano consente di non cadere nell’abitudine in quanto non vive nella quotidianità e questo consente ai due partners di dar vita a quel lato interno che ha bisogno di immaginare e di ipotizzare, più che di possedere.

Per chi è portatore di questi valori, quando un rapporto diventa stabile e inizia quindi la fase di “contrazione”, il tradimento può essere una delle opportunità alle porte in quanto Giove comincia a sentirsi insoddisfatto, imprigionato dentro ad una realtà che nega altre possibilità per cui può iniziare a guardare attorno a sé e a desiderare qualcosa di più e di diverso da quello che ha a portata di mano e questo, non tanto perché Giove sia un infedele naturale,  quanto perché ha bisogno di crescere e di aspirare sempre a qualcosa di più.
Del resto Giove è il capo degli Dei e non può limitarsi al suo regno, deve sempre prendere in considerazione ciò che, pur non avendo ancora esplorato, sa che esiste.

Certo, il tradimento è un atto difficile da digerire soprattutto quando non si riescono a comprendere fino in fondo le motivazioni e le spinte sotterranee. In effetti, le persone si trovano a tradire perché sono insoddisfatte e si sentono bloccate all’interno tuttavia, non sempre riescono ad esprimere con chiarezza il loro stato interiore proprio perché, i condizionamenti e la morale cercano di mettere a tacere questa voce; è così che, prima o poi, ci si trova dentro ad una situazione complessa e, all’apparire di una nuova possibilità con tutto il bagaglio di eccitazione e di entusiasmo che essa porta con sé, si accetta di dar vita al nuovo incontro che, senza dubbio, almeno inizialmente risulta stimolante ed in grado di far rinascere la fiducia in sé insita nella conquista.

Uno studio di psicologia sociale evidenzia che il tradimento viene perpetrato, in genere, da chi, all’interno della relazione, si trova in posizione di svantaggio psicologico, ovvero da chi sente di essere maggiormente limitato all’interno del rapporto; il tradimento serve dunque a ritrovare intimità, complicità e quel valore che si sente di aver perduto.

Certo, non è corretto agire all’esterno, sarebbe molto più etico riuscire ad affrontare la situazione con il partner in modo che, entrambi ed il rapporto stesso, abbiano qualche chance di trasformazione per gettare le basi che conducono ad una vita più piena e gratificante.

Tuttavia, proprio il mito di Zeus sembra portare alla luce una contraddizione; lui diventa il marito di Era che, era  la Dea del matrimonio e, pertanto, come capo degli Dei, si trovava nella posizione di non poter disattendere un’istituzione  importante che garantiva la stabilità sociale dell’antica Grecia. In effetti, Zeus si trova in una sorta di imprigionamento poiché, da un lato non può trasgredire una legge – perché lui è la legge -  ma, dall’altro, avverte il  limite rispetto ad una delle sue prerogative: crescere ed esplorare.

Forse, anche oggi, molte persone si trovano nella stessa situazione del capo degli Dei in quanto, il matrimonio ha ancora un fortissimo impatto sulla psiche sia individuale che collettiva e, non sentendosi pronti a disattendere un archetipo potente e riconosciuto dal mondo, finiscono per sentirsi intrappolate dentro ad una situazione che pare non offrire più possibilità. Il tradimento diventa così una strada “ambivalente” per non rinunciare a nessuna delle due possibilità e per non subire i limiti di una legge condivisa all’esterno, ma non sempre all’interno.

Giove è sempre legato a Nettuno e, forse, dovremmo cominciare a pensare che, nella sua sede Sagittario, annuncia, anche se non ha ancora la forza di sostenerla nei comportamenti, una via di libertà. Tuttavia, si trova in un segno che non ha ancora la struttura e il coraggio di liberarsi totalmente dai  condizionamenti e, quindi, cerca ancora consenso in ciò che la legge riconosce. Altro sarà nella sua sede Pesci dove veramente si libera anche della legge perché impara ad essere fedele alla legge interna.




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