ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Tutti al cinema

QUALUNQUEMENTE

a cura di Francesco Astore
 
Clicca sull'immagine

Approdato nei cinema italiani da qualche settimana, è presto diventato il film campione d’incassi, sbaragliando gli agguerritissimi avversari, Qualunquemente, la incredibile e surreale storia dell’imprenditore - politico calabrese Cetto la Qualunque impersonato dallo scatenato Antonio Albanese.

Il nome non è certo un caso, evocando a chiare lettere quel fenomeno detto qualunquismo che sta per generico e sfacciato disimpegno da ogni azione politica e sociale. All’origine, detto per inciso, la parola “qualunquismo” derivò invece da un movimento di opinione che designava un’autonomia di pensiero del cittadino medio nei confronti delle ideologie dei partiti politici.

Il film, diretto da Giulio Manfredonia, è stato scritto dallo stesso Albanese (insieme a Piero Guerrera) e svela, portandole all’esasperazione parossistica, le colpe di un’Italia involgarita, voltagabbana, un’Italia in perenne adorazione del dio denaro e priva di qualsivoglia senso di legalità.

La caratterizzazione del politicante corrotto, privo di scrupoli, “moralmente disinvolto” (per usare un eufemismo, Cetto è anche un vero mafioso) vien fuori tutta dall’interpretazione di Albanese. Sul grande schermo rende molto di più, ovviamente, delle gag e delle brevi performance televisive cui ci aveva abituati l’attore. Esilarante la propaganda che la Qualunque fa (e che l’ha reso popolare): “Più pilu pe tutti!” Ovvero la promessa di più sesso, s’intende femminile, per tutti!
Questo, se si voterà Cetto, naturalmente.
Propaganda in occasione della campagna elettorale dove è candidato allo scopo di scongiurare infiltrazioni di un minimo senso di legalità nel paesello dove lui vive e opera: Marina di Sopra.
Esemplificazione, questa Marina di Sopra, di un luogo/non luogo dell’Italia meridionale, dove la legalità e la giustizia sono banditi, specchio di un sistema ideologico, di un modo di pensare “esattamente opposto” alle norme di un sistema di civiltà, di rispetto delle istituzioni e delle leggi.

Dopo una latitanza all’estero, lo stravagante Cetto, torna alla sua terra, portandosi dietro un’avvenente ragazza sudamericana (di cui non ricorda il nome, la chiama infatti “Cosa”) e una bambina che si suppone sia la figlia (neanche di questa bimba, a maggior ragione, saprà il nome!).
Questo nuovo gruppo famigliare Cetto tenterà di farlo integrare con la sua vecchia famiglia (la moglie, Carmen, rimasta in attesa del suo ritorno, e il figlio, Melo, bruttino e goffo) ma l’impresa si rivelerà fallimentare.
Cetto è costretto a confrontarsi con una nuova tendenza a Marina di Sotto: è un vento di legalità, promosso da un nuovo candidato (Orrore! Si tratta di un uomo onesto!) alle imminenti elezioni politiche, che inquieta il clan malavitoso di cui Cetto fa parte. Il gruppo degli amici (assai poco raccomandabili) designerà Cetto come il candidato ideale da opporre all’incorruttibile sfidante; così La Qualunque sfodererà tutta la sua azione malefica per riuscire a stravincere. Nell’operazione pubblicitaria si farà opportunamente guidare da un esperto del settore, milanese, di origini baresi (il convincente Sergio Rubini) che, conoscendo i meccanismi mediatici, lo porterà, malgrado tutto, al successo.

Il film è molto godibile nella sua impostazione irriverente, teatralmente portata all’esagerazione, tuttavia riesce soprattutto a distinguersi per un’amarezza di fondo che traspare dalle prime inquadrature.
Nel bellissimo paesaggio calabrese, splendente di luci e colori meridionali, dove Cetto fa ritorno, si annunciano la trascuratezza e la malvivenza elevate a regola del viver quotidiano, il sovrano disprezzo per la natura (e per gli animali come ben si vedrà più avanti), altrettanto efficace metafora del dispregio di ogni forma di convivenza civile organizzata.
A un certo punto, proprio a inizio film, il protagonista lascia acceso sbadatamente un mozzicone di sigaretta provocando rapidamente un incendio sulla macchia mediterranea circostante.
Ciononostante rimane il diaframma dell’ironia che permette un distacco dall’assurdo scorrere degli eventi nel film, tanto simile alle vicende politico – sociali attuali, al comportamento di una parte della massa popolare italiana menefreghista, disonesta, vigliacca.

Nessuno, al di là delle opinioni politiche personali, faticherà a riconoscere lampanti analogie con il presente.  
 
Saturno in Bilancia nei gradi esatti della sua esaltazione (dunque potentemente concentrato a “elevare” la simbologia di “giustizia”) in questi mesi ci sta abituando a una potente esigenza etica in ogni ambito.
Questa “fame e sete di giustizia” è gestita in modo fanatico a volte, sta incontrando sulla sua strada vari ostacoli, ma non cessa di proseguire, imperterrita, la sua battaglia in modo coraggioso.
O servendosi di moduli insoliti e controcorrente.

Avevamo osservato, proprio in concomitanza col primo ingresso di Saturno in Bilancia, come il pianeta avrebbe saputo leggere genialmente la realtà attraverso l’utilizzo di canali artistici, quale il Cinema è.

E di come, questa realtà, si poteva contestare con ironia (Saturno- esigenza di giustizia, nella Bilancia - arte, in virtuale trigono celeste all’Aquario - contestazione elusiva del circostante, ma anche in trigono ai Gemelli - teatro e ironia).

Il transito di Saturno in Bilancia è avvalorato dal contemporaneo transito di Nettuno in Aquario (e i due pianeti, faccio notare, non sono ancora in trigono tra di loro), stimolato dal fatto che entrambi i pianeti occupano simultaneamente il settore zodiacale più stimolante per loro: l’esaltazione.

Questa singolare contemporaneità zodiacale spiana la strada all’onda contestatrice della realtà, ma si tratta di un’onda morbida, attuata elusivamente (come più piace all’Aquario, segno il cui slogan zodiacale è: Io eludo), realizzata attraverso la comunicazione artistico - teatrale.

Ebbene tutto questo sta avvenendo e il film di Albanese ne è una dimostrazione lampante.

Nato a Lecco il 10 ottobre del 1964 alle ore 8,20 Antonio Albanese è un Bilancia con ascendente Scorpione.

In questo Tema Natale lo Scorpione, all’ascendente, è prevalente rispetto al segno solare, la Bilancia.

I pianeti simbolicamente signori dello Scorpione, infatti, sono in buon rapporto reciproco o indipendente tra loro (Plutone in ottima posizione in Casa 10^, Marte a sua volta congiunto al punto più alto del Tema, in ottimo rapporto a Sole e a Mercurio).

Per contro, i pianeti simbolicamente signori della Bilancia sono in posizione debole o negativa tra di loro (Venere in Vergine opposta a Saturno a fine Aquario, il quale a sua volta forma un quadrato a Giove in Toro, Nettuno leso in 1^ Casa).

Il Sole Bilancia è ospitato in Casa 12^, al diciassettesimo grado, mentre Saturno, attualmente in transito (allo stesso grado), gli si trova strettamente congiunto.
La sollecitazione della componente saturnino – bilancina, che possiamo chiamare come quella parte di sé votata alla richiesta di giustizia, è evidenziata in questo momento al massimo, tanto nel Cielo astrologico quanto sul Tema dell’attore.

È il primo grosso transito di Saturno su cui Albanese può contare dalla sua nascita a questa parte (nell’altro, avvenuto nell’82, era, infatti, troppo giovane). 
E il successo (di critica e di pubblico) sta arridendo come non mai all’attore in questi mesi, il transito benefico di Saturno ne offre una dimostrazione da manuale.

Il Sole in Casa 12^ (settore oroscopico dell’anticonformismo) esprime il suo essere personalità eccentrica, stravagante, personalità che ama rappresentare i luoghi comuni correnti con l’intento di ridicolizzarli e demolirli.
Si riallaccia (con una congiunzione) a questo Sole in 12^, l’agilissimo Mercurio, sempre in Bilancia ma nella Casa 11^, settore che indirizza a pensare in modo diverso dalla maggioranza, aiutando a esprimere in modo estroso il proprio pensiero, anche politico.
Artefice del gusto per l’immedesimazione, dio del talento comico, è Mercurio, pianeta che parla anche della collaborazione alla scrittura di Albanese ai suoi testi.
La brillante combinazione di un Mercurio, completamente positivo in un segno e in una Casa “sociali” (Bilancia e 11^), permette a un Sole così antiregolamentare di sentirsi meno isolato e forse anche meno “alienato” dalla realtà circostante.
Questo aspetto si ipotizza anche col concorso di Nettuno in 1^ Casa e Scorpione che avvolge l’Io di un desiderio di metamorfosi, di mutamenti costanti e lo sospinge verso la solitudine riflessiva, all’approccio a un’interiorità drammatica (lo Scorpione, sommato alla quadratura di Nettuno a Marte e alla sia pur larga opposizione a Giove).

Si scopre così uno schietta preferenza per la solitudine, contro la facile dimensione allegra e conviviale (che si sarebbe invece tentati di supporre, dato lo spirito del personaggio). 
Riconferma questo aspetto la Casa 3^ (il rapporto con l’ambiente circostante, l’immediatezza dei contatti sociali, il gusto della mondanità e della compagnia) che inizia nel solitario Capricorno, mentre il pianeta governatore del segno, Saturno, è completamente leso nella Casa 4^ (settore dell’intimità, del bisogno di privacy).

Una bella Luna in Sagittario e Casa 2^, gioviale, amante della convivialità, espansiva, amante delle donne e del buon vino, allontana le ubbie e le malinconie senz’altro frequenti nel temperamento del personaggio (e che troviamo costanti nei Temi Natali dei grandi comici).

Ma, per finire, dove possiamo trovare Cetto, più precisamente, nel Tema di Albanese?

In sintesi è in quel folgorante Marte Leone senz’altro, in buon rapporto al Sole, a Plutone e strettamente congiunto al Medio Cielo.
Il personaggio che lui fa vivere e di cui racconta le spassose gesta altri non è se non un possessore di quel trionfale di Marte in Leone.

Un Marte che ha cotanti, prepotenti attributi virili, con pulsioni fortissime!
Meno male, a questo punto, che un Nettuno provvidenziale lo blocca con un quadrato, e questo ci riporta al controllo ironico, al velo drammatico pietosamente steso sulla realtà dal vero Albanese, quello mite, serio, a tratti melanconico.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati