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ZODIACO IN VERSI: UNA POESIA PER SAN VALENTINO

a cura di Francesco Astore
 

In una zona del cerchio dei segni molto precisa, tra i 180 e i 209 gradi, il nostro Zodiaco prevede una delle più intense e mirabili espressioni artistiche conosciute e rappresentate: la poesia.
È nel segno della Bilancia che possiamo infatti rintracciare la sensibilità a questa singolarissima, vibrante e primaria attitudine dello spirito umano: l’estro poetico.

Incurante di qualsiasi condizione sociale di partenza, lontano anche, alcune volte, da una formazione intellettuale particolarmente sofisticata, l’estro poetico emerge come una pulsione spontanea, una spinta insopprimibile che sospinge a mettere per iscritto, a trasfigurare un’emozione.

E sempre facendoci guidare dallo Zodiaco, non possiamo non riconoscere che, nella fascia dei gradi bilancini (in particolare nei primi dodici/tredici gradi) è ospitata, in domicilio primario, Venere, dea del sentimento e dell’accoglienza amorosa, signora della poesia.

Venere – Afrodite ha in questo segno il suo “trono” associando all’emozione artistico - poetica, l’esplosione dei sentimenti.

O meglio, nella Bilancia Venere si esprime come aereo e apparentemente distaccato invito alla seduzione, come corteggiamento amoroso che poi, pian piano, coinvolgendo la persona amata, sfocerà nell’amplesso vero o proprio rappresentato dal successivo segno dello Scorpione.

Il rituale del corteggiamento, dell’incontro di due menti, di due vite, prima ancora che di due corpi, unione sul piano mentale quindi epidermico sensuale: tutto viene affidato, per il nostro Zodiaco, alla fascinosa Venere – Afrodite e, a quel suo fondamentale, magnetico canale espressivo, che è la poesia.

Poesia come dichiarazione d’amore dunque, veicolo artistico che permette di trasferire, attraverso la magica emozione lirica, il sentire profondo, impossibile da potersi comunicare in un altro modo.

Per questo San Valentino ho scelto una poesia d’amore per segno, composta da un rappresentante di quel segno, come miglior candidato a illuminare la vena passionale attraverso l’espressione lirica.
 
Ma prima ecco una delle pochissime poesie di Saffo pervenutaci per intero, l’insuperabile Ode ad Afrodite, che ci restituisce intatto il fascino della passione che la Dea dell’amore sa infondere e ispirare nelle menti degli uomini e dei poeti di ogni tempo.

Ripercorriamone per un attimo l’immortale bellezza con una lettura alla luce della simbologia zodiacale venusiana appena osservata.

         Immortale Afrodite dal trono mirabilmente adorno
         figlia di Zeus, che ordisci inganni, io ti prego
         non stringere il mio cuore in una rete di oppressione,
         di angoscia.

         Ma qui vieni, se già un’altra volta
         udendo la mia voce da lontano
         mi desti ascolto e lasciando la casa del padre
         accorresti,

         dopo aver aggiogato il carro d’oro; belli ti conducevano
         i passeri veloci sulla terra nera
         in un fitto battere d’ali, dal cielo,
         attraverso l’etere;

         presto giunsero; tu, o beata,
         sorridendo nel tuo viso immortale,
         mi chiedevi cosa di nuovo io soffrissi
         e perché di nuovo ti invocassi
 
         e cosa di nuovo così intensamente desiderassi
         nel mio cuore impazzito: “Chi questa volta persuaderò
         … ad amarti? Chi, Saffo,
         ti fa torto?

         Se ora ti sfugge, presto ti cercherà,
         se non accetta i tuoi doni, lei stessa te ne offrirà,
         se non ti ama, presto ti amerà,
         anche se non volesse”.

         Vieni a me anche ora, liberami da quest’ansia
         crudele,
         quanto il mio cuore desidera si compia, esaudisci,
         Sii mia alleata.

Ariete

Fiammeggiante della natura del Fuoco primaverile, partecipe della sua discontinua intemperanza è l’impulso dell’Ariete. Impulso offerto dall’accoppiata fieramente maschile di un belligerante Marte col Sole è l’approccio poetico – sentimentale del primo segno dello Zodiaco.  

Incontro

Ah, quando sei lontano e nessuno
più nomina il tuo nome –
quando ovunque mi rechi sento
cupo e gelido un vuoto –

comincio a credere che tu sia solo un sogno
nato dalle brame della mia mente,
e a questo sogno ho dato vita e nome
e in ultimo il tuo aspetto –

- ma quando poi ti vedo e posso
sentire ancora le tue forti parole,
e posarti ancora il capo sulla spalla –
ascoltare ancora il suono della tua voce –

allora so che il resto è solo notte,
malvagi i sogni che presto scorderò,
so che tu mi porti nella luce
e che in te dimorano la vita e il giorno.

Karen Blixen (1900 circa; inedita. Traduzione di Bruno Berni).

Toro

Non ci si inganni dalla pacatezza e sobrietà esibite dal Toro: la carica sensuale e ricettiva è qui potentissima. L’accoppiata di Giove al pianeta del grande principio femminile, all’utero della natura vivente, X, predispone a un sentimento di avvolgente calore, di eros vitalissimo e insospettabile.

Torna

Ritorna ancora e prendimi,
palpito amato, ritorna e prendimi,
quando si ridesta viva la memoria
del corpo e l’antico desiderio di nuovo si versa nel sangue,
quando le labbra e la pelle ricordano e la carne,
e le mani come se ancora toccassero.

Ritorna ancora e prendimi, la notte,
quando le labbra ricordano, e la carne …

Konstantinos Kavafis 

Gemelli

Mercuriale e fugace può essere l’amore per questo segno, effimero a volte, come la giovinezza che i Gemelli esprimono. Nonostante il cauto disinteresse sentimentale si può scoprire una tensione drammatica fautrice di tempeste emotive imprevedibili. La lieve ironia consente di non scoprirsi mai del tutto, spesso di falsificare le proprie carte incoraggiati dal gusto del rischio che Plutone sa ispirare.

Non so se è amor che hai

Non so se è amor che hai, o amor che fingi,
quello che mi dai. Dammelo. Così mi basta.
Giacché per tempo giovane, non sono,
che lo sia almeno per errore.
Poco gli dèi ci danno, e il poco è falso.
Però se ce lo danno, sebbene falso, l’offerta
è vera. Accetto.
Chiudo gli occhi: è sufficiente.
Cosa voglio di più?

Fernando Pessoa (Traduzione di Antonio Tabucchi)

Cancro

Magicamente coinvolgente l’avvicinamento sentimentale che questo segno, guidato dalla Luna e, di nuovo, da Venere sa creare. Della Luna è l’approccio quasi materno, guidato dal mondo invisibile dei sogni che il Cancro può rendere reale, palpabile. Di Venere la creazione di una tela romantica su cui dipingere, raccontare, sceneggiare.

Sorriderti

Sorriderti forse è morire,
porgere la parola
a quella terra leggera
alla conchiglia in rumore
al cielo della sera,
a ogni cosa che è sola
e s’ama col proprio cuore.

Alfonso Gatto

Leone

Ardente, appassionato e totalizzante come vuole il Fuoco più bruciante dell’anno, come il Sole del Leone decreta, è lo slancio coraggioso (e spesso insensato) di questo segno. Il corteggiamento poetico - amoroso è genuino, si nutre insolitamente di rituali che sembrano presi a prestito da tempi remotissimi.

Nome non ha

Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio tu irrida al cuor mio
com’altri a’ canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi de’ tuoi occhi
donde sì di rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha …

Sibilla Aleramo (1929)

Vergine

Il contenimento, l’introversione anaffettiva così caratteristici di questo segno votato a rendere il presente eterno, a privilegiare l’azione concreta sulla contemplazione inerte, interessato all’acquisizione di risultati materialistici, porta a far implodere poi queste inclinazioni. La fame di emozioni sentimentali poetiche si fa vorace, perseguita
pericolosamente e spasmodicamente. 

Tu sei come una terra

Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno al vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate.

Cesare Pavese (1945)

Bilancia

Etereo ma anche particolarmente squillante il tocco della poesia nel segno dell’Aria autunnale, orchestrato dal pianeta lirico per eccellenza: Venere. Si intinge di sfumature l’avvicinamento amoroso, di apparenti equivoci che celano e scoprono, di tessiture sentimentali che svelano  intenzioni solo di spontaneo corteggiamento.

          Ho sceso, dandoti il braccio …

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi ci crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le scale le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale (1966).

Scorpione

Turbinoso il sentimento d’amore nell’animo di questo segno che gestisce meglio il contatto fisico di quello emotivo - sentimentale. Plutone aiuta ad occultarsi, a mascherare i propri impulsi profondi, l’agile mano di Mercurio procede ad operare il corteggiamento con una scrittura poetica penetrante di liquida emotività.

          Canzone

Ama il tuo sogno
Ogni inferiore amore disprezzando,
Il vento ama
Ed accorgiti qui
Che sogni solo possono veramente essere,
Perciò in sogno a raggiungerti m’avvio.

Ezra Pound (Traduzione di Giuseppe Ungaretti).

Sagittario

Disarmante la spontaneità con cui l’approccio sentimentale e poetico si conduce, richiama potentemente l’influsso del grande principio femminile, X, che, in questo segno, si esalta. Giove, nel suo domicilio fondamentale, è la parola che si rende espressione vincente nella sua primitività vitale.

Che sia l’amore tutto ciò che esiste

Che sia l’amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell’amore;

E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.

Emily Dickinson (Traduzione di Luciano Luisi).

Capricorno

Segno duro e gelido che può svestirsi della marziana corazza  quando arriva il calore dei sentimenti, scoprendo, con autentica sorpresa, un’ insospettabile tenerezza. E in questa nuova, insolita passività, il Capricorno seduce con la forza logica e dialettica di Saturno, la sua purezza sintetica come strategia infallibile per colpire al cuore, efficacemente.

          Sole e miele

Prendi dalle mie palme per tua gioia
un po’ di sole ed anche un po’ di miele,
come voglio l’api di Persèfone.

Nave non ormeggiata non si salpa,
né s’ode l’ombra avvolta di pelliccia,
né qui al mondo si vince la paura.

I baci ci rimangono soltanto,
baci pelosi come l’api,
che muoiono lasciando l’alveare.

E ronzan nelle notti di dicembre:
la loro patria è il bosco del Taigèto,
e cibo, il tempo, l’edera e la menta.

Prendi il mio fiero dono per tua gioia,
l’arido e brutto vezzo d’api morte
che il miele sanno trasmutare in sole.

Osip Mandel’Štam (Traduzione di Renato Poggioli)

Aquario

Nettuno, pianeta esaltato nel segno, rappresenta il soffio vitale, impalpabile, quasi musicale, l’aereo coinvolgimento sentimentale e poetico che, nell’avvicinamento all’amplesso, il segno orchestra. E lo può fare con una rapidità d’azione decisiva, repentina, abbastanza dirompente: come Urano vuole.

          Ricongiungimento

Se io capissi
quel che vuole dire
- non vederti più –
credo che la mia vita
qui – finirebbe.

Ma per me la terra
è soltanto la zolla che calpesto
e l’altra
che calpesti tu:
il resto
è aria
in cui – zattere sciolte – navighiamo
a incontrarci.

Nel cielo limpido infatti
Sorgono a volte piccole nubi,
fili di lana
o piume – distanti -  
e chi guarda di lì a pochi istanti
vede una nuvola sola
che si allontana.

Antonia Pozzi (17 settembre 1933)

Pesci

Estatico, mistico, il contatto con l’emozione poetica e sentimentale per questo segno dove il sentimento è teso al massimo, giustificato dall’argenteo Satellite o se volete anche dal Satellite dell’amore, la Luna, in esaltazione. Nettuno, nel suo trono domiciliare, infonde l’ebbrezza ad abbandonarsi con una facilità quasi sovrannaturale al dono di sé, spesso totale, sospeso nell’infinitezza degli amori che saranno e che non sono più.

          Ombre lo avvisarono

Ogni bacio che dò, come un’unghiata
nel vuoto spazio, è un’annusata carne
di Dio, fame di Dio, sete bruciata
nell’intrecciato rogo d’un abbraccio.
M’attacco a te, mi stendo nel tuo grembo,
naufrago atroce che s’affligge e nuota,
sorsi di mare inghiotto ed acqua rosea:
seni le onde, dolce la deriva.
Ti si spezzano gli occhi, con la vita.
Sangue di Dio da una ferita piangi,
che fa nascere la morte, per l’amore.
È inutile pensare che ci unimmo!
Credere di vederti è una follia,
oh Dio, aprendo melme, in mezzo all’ombra!

Blas de Otero (Traduzione di Oreste Macrì)

Aprendo la danza delle poesie con una poetessa sublime (Saffo), i cui versi riecheggiavano da un tempo antichissimo, come non concludere gettando un ponte con un tempo a noi più recente e con un’altra poetessa eccelsa?

Una poetessa non certo a caso, nata nel segno delle note liriche che le parole hanno il talento di musicare e comporre: la Bilancia.

L’amore.

È lama? È fuoco?
Più quietamente – perché tanta enfasi?
È il dolore che è conosciuto come
gli occhi conoscono il palmo della mano
come le labbra sanno
del proprio figlio il nome.

Marina Ivanovna Cvetaeva (Traduzione di Luciano Luisi).




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