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MIO FIGLIO È UN ARTISTA?

a cura di Lidia Fassio
 

Addentrandoci nell’archetipo di Nettuno non si può non considerare la sua estrema importanza nella vocazione artistica. Nettuno rappresenta l’arte per eccellenza anche se, quando questa è presente, non è da sottovalutare il contributo che Venere, signora della bellezza, del senso estetico e del gusto può apportare al Dio degli Abissi.

L’arte è la raffinazione dell’impianto creativo che c’è in ognuno di noi, tuttavia, seppure tutti hanno nel loro DNA  l’istinto di creare, non tutti sono artisti anzi, l’arte vera è piuttosto rara. Molti hanno ipotizzato che l’arte sia una sorta di risposta all’umana sofferenza in quanto, sembra in grado, almeno in apparenza, di spiegare l’essenza delle cose, delle emozioni e del mondo. Per questo è difficile fare arte perché, in fondo, chi è toccato da essa, è mosso da un potente desiderio di arrivare alle porte della verità anche se le strada da percorrere non sempre è facile.
Gli antichi greci dicevano che l’arte è sottomessa ai capricci delle Muse, divinità un po’ bisbetiche che con il loro tocco possono fecondare con intuizioni e suggestioni alcune persone salvo poi distrarsi e abbandonare i loro prescelti che,  trovandosi in assenza di ispirazione, finiscono per sentirsi disperati.
Sappiamo che non si può fare arte a comando: ben lo sanno gli artisti che, in assenza del genio ispiratore si trovano spesso condannati all’insoddisfazione che può presentarsi anche in forme devastanti.
In effetti, un vero artista sa che, solo se la Musa è presente, potrà fare qualcosa di straordinario; in caso contrario, potrà creare, ma sempre e soltanto cose ordinarie, seppur belle e raffinate.
I greci consideravano la musica l’arte sublime, quella più perfetta, in quanto è l’unica forma che non ha bisogno di spiegazioni e, anche in assenza di materializzazione, riesce a toccare corde profonde che lasciano intuire le grandi verità del mondo.
In ogni caso, qualunque forma artistica tocca corde impossibili nell’animo umano e riesce a trasferire in un’opera qualcosa di assoluto che sfiora i confini della perfezione.
L’artista in qualche modo è “toccato dal divino” anche se, quando il Dio sceglie, l’uomo si trova a dover affrontare ed interpretare dentro di sé le grandi contraddizioni dell’esistenza e questo, a volte, ha il sapore di una battaglia che avviene nella psiche e nell’anima. L’arte, psicologicamente parlando, arriva direttamente dall’inconscio che penetra in modo potente quanto invisibile la coscienza creando disorganizzazione giacchè nulla nell’artista viene visto secondo la luce della cosidetta “normalità”; i sensi, le immagini e le emozioni si deformano e, proprio da questo enorme stress interiore nasce il desiderio di trovare una forma che possa in qualche modo manifestare fuori ciò che si avverte all’ interno.
L’artista segue con il suo particolare occhio interiore i movimenti dell’inconscio, si lascia affascinare dal suo daimon ma non sempre riesce a cavalcarlo senza lasciarsi travolgere completamente da esso perché, come dice Hillman, il daimon è potente e si manifesta in modo tirannico, non accetta i limiti della realtà e delle necessità e vuole la sua parte: in pratica vuole che l’artista si sottometta e lo lasci entrare.

Non sempre però l’artista riesce ad avere le risposte che cerca e così da un lato avverte con forza che quella è la strada che può aprire a qualcosa di più e di assoluto ma, dall’altro, sente anche la difficoltà nel raggiungere quella pienezza che, sola, gli consentirebbe di placare l’ansia di guarire dall’inquietudine.

Così, l’artista vive spesso in bilico tra il sublime, che in qualche modo sente alla sua portata,  e l’abisso dell’ordinarietà che non può accettare perché lo farebbe sentire un comune mortale. Eppure il potere curativo di Nettuno giunge proprio dalla possibilità di dar corpo alle immagini fantastiche che, anche se temporaneamente, possono produrre un effetto organizzativo. L’arte dà forma al dolore, traduce emozioni in immagini e poi in forme che, una volta create,  possono essere colte da tutti poiché contengono l’essenza stessa di ciò che l’artista avverte nel suo mondo interno.
L’artista è colui che temporaneamente riesce a perdere i limiti dell’individualità e della soggettività e si lascia compenetrare dai contenuti dell’inconscio cogliendone l’illimitatezza che poi trasferirà e comprimerà in un’opera.
L’arte è l’unica forma umana che può mantenere intatta la purezza di una visione e di un’idea e, proprio per questo, non è ripetibile, in quanto è legata ad un preciso momento, quello in cui l’ispirazione del Dio ha guidato la mano e il tocco.

Quando un tema natale è molto segnato da Nettuno è impossibile sfuggire all’arte e, pertanto, è importante, soprattutto nei bambini, riconoscere quello spirito che potrà essere salvifico solo se troverà un canale espressivo attraverso cui prendere forma.

La vita reale però fatica a riconoscere questa dimensione poiché la si avverte da un lato come qualcosa di magico ma, dall’altro anche come qualcosa di pericoloso e, soprattutto, qualcosa che non porterà stabilità alla vita e che, spesso, non consentirà di creare quelle strutture che tanto sono importanti sotto il profilo delle sicurezze.
Così, di fronte a questi dubbi, molti genitori cercano di non alimentare nei loro figli certi talenti preferendo orientarli verso studi che possano portare a realizzazioni più concrete e rassicuranti.
Altri invece, che avrebbero desiderato inseguire i loro sogni quando erano piccoli e non sono stati soddisfatti, finiscono per proiettare sui figli i loro desideri obbligandoli a inseguire strade che, magari risultano a essi estranee e che, di conseguenza, richiederanno molti sacrifici senza dare i frutti sperati.

Il talento artistico è presente nel tema natale allorchè troviamo un Nettuno molto forte magari in seconda (che rappresenta le risorse innate) oppure in nona (casa che indica le nostre predisposizioni e la vocazione), segni d’acqua molto abitati con Venere e il segno della Bilancia forti che evidenziano uno spiccato gusto e una raffinatezza nell’espressione.
Quando ci si trova di fronte a queste segnature sarà importante permettere al figlio di sperimentare parecchie cose fino a che non trova il canale giusto ed appropriato che permetta di esprimere ciò che sente al suo interno.
Tuttavia, sappiamo anche che il talento da solo non basta: esso andrà coltivato e raffinato: il talento è come un diamante che, allo stato naturale è grezzo e poco distinguibile dalle altre pietre che non hanno valore ma, una volta lavorato, levigato e fatto brillare, diventa luminosissimo, in grado di riflettere in modo perfetto la luce. Lavorare, levigare e far brillare richiedono tempo, dedizione, costanza e sacrificio che viene operato nella quotidianità e nella realtà della vita ordinaria.
L’arte ha a che fare con Nettuno e, sappiamo bene che per arrivare a questo archetipo è importante avere prima fatto i conti con Saturno e con i pianeti personali che, nella loro essenza,  organizzano la psiche dandole forza, discriminazione e capacità di scelta invitandola, al tempo stesso,  all’autodisciplina e alla pratica. Non vi è artista che non abbia dovuto imparare tecniche sofisticate per diventare tale ma, proprio nel fare pratica, nell’imparare le basi essenziali che permetteranno di esprimere in modo perfetto le immagini che fecondano e nutrono l’anima, ogni artista in erba imparerà anche ad arginare le suggestioni inconsce senza rischiare di perdersi in esse.
Non a caso  si parla di “discipline artistiche” il che significa che saranno proprio l’educazione, la pratica e una buona organizzazione psichica a far nascere quella struttura interna che consentirà a Dioniso di mostrarsi senza necessariamente distruggere e destabilizzare la coscienza.

E’ importante comprendere che non si può sfuggire a Nettuno; chi non ha accolto il suo richiamo non potrà comunque fare una vita ordinaria perché si sentirà costantemente svuotato e questo porterà a vivere in uno stato di continui alti e bassi che non permetteranno di raggiungere quell’equilibrio che, invece, potrebbe trovarsi nel pur complesso cammino dell’espressione artistica.
Del resto l’arte mostra che non ci si può accontentare dei limiti giacchè c’è un mondo al di là di essi che preme per essere rappresentato e spiegato.
Allo stesso modo, non si può “diventare artisti” in quanto si “nasce artisti” per cui non è pensabile che basteranno la pratica, il metodo e la disciplina per sopperire quando il richiamo del Dio non è presente.

L’arte vuole quindi entrambe le cose; ha bisogno di costanza e di forza che servono a non perdersi nei momenti in cui l’ispirazione non arriva; ha bisogno di equilibrio interno che possa intervenire laddove le difficoltà possano derivare dal mondo esterno che non sempre è pronto a riconoscere la sua presenza ed originalità. Oggi più che mai gli artisti si devono misurare con il mondo esterno giacchè nessuno può prescindere dalla vita ordinaria fatta di responsabilità e di impegni da onorare. Il così detto “genio e sregolatezza” onora sicuramente l’arte ma, spesso, perde sé stesso e non può dunque essere questa la via. Questi soggetti sono sicuramente toccati da Dioniso ma non hanno creato dentro di loro un Io che sia capace di fronteggiare i continui richiami ad andare troppo fuori dai limiti e a perdersi; è frequente infatti che, persone disorganizzate al loro interno, siano preda di fortissime inquietudini che portano a non trovare dentro di sé la forza che serve ad organizzare le suggestioni inconsce e a riconoscere i limiti che servono come punti di riferimento allorchè ci si inoltra in quel pozzo senza fondo che Nettuno rappresenta.

Proprio dalle strutture familiari, dall’affetto, dal  sostegno e dalla forza che i genitori possiedono e sono in grado di trasmettere nonchè dallo studio costante e disciplinato, nasceranno artisti che potranno illuminare il mondo con le loro opere senza tuttavia rappresentare e vivere  i lati ombra. L’arte in sé permette di mettere in scena i lati ombra, senza doverli necessariamente vivere nella quotidianità.
E’ importante dare la possibilità ai figli che mostrano talenti innati di intraprendere questa strada ma, dato che per natura, si tratta di creature sensibili e molto predisposte a vivere dentro di sé una deformazione della realtà, quest’ultima deve essere riconosciuta come un valore, come qualcosa che può essere temporaneamente trascesa, ma mai esclusa e fuggita.

Di fronte ad un figlio che mostra il tocco della divinità bisogna comunque ricordare che si tratta di un bambino che, per natura, ha bisogno di vivere appieno la sua età e quindi, di giocare e di non sentirsi in dovere di comportarsi come un adulto costantemente impegnato.




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