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LA VIOLENZA PSICOLOGICA IN FAMIGLIA

a cura di Lidia Fassio
 

La violenza è un seme che serpeggia ovunque e, quindi, anche in alcune famiglie; deriva quasi sempre da violenze passate mai elaborate che, in qualche modo, lasciano residui all’interno che generano frustrazione e rabbia pronte poi a riattivarsi nei momenti in cui, il bambino, con le sue caratteristiche e peculiarità sfiderà i dettami, l’autorità, il potere e il “non espresso” dei genitori. In particolare saranno proprio i bambini più vivaci e volitivi ad avere questo compito e a candidarsi  anche con più facilità ad essere  vittime di ciò che non è mai stato affrontato dai genitori.
Il passato ha strani modi per manifestarsi ed intaccare il presente e, in questo è maestro nel rievocare le dinamiche più represse ed inconfessabili che, tuttavia, vengono poi perpetrate su altri che diventano catalizzatori delle stesse.
In questo modo la psiche familiare con i suoi contenuti positivi e negativi continua ad esistere attraverso dinamiche che sono inscritte in tutti i membri che la compongono, alcuni dei quali saranno delegati più di altri ad interpretarle e a viverle.

La violenza è una degenerazione dell’istinto aggressivo, addetto alla nostra sopravvivenza che, quando non può canalizzarsi in modo diretto e chiaro, finalizzato allo scopo, si distorce al punto da prendere strade insidiose e, sicuramente poco eclatanti. La violenza nasce da un cattivo uso della rabbia che è un sintomo interessante ed estremamente utile in quanto ci avverte che qualcuno ci sta facendo del male e che ciò che siamo non viene rispettato. Quando però un genitore si sente “minacciato” dal proprio figlio è evidente che ci troviamo di fronte a qualcosa di assurdo e, soprattutto, di non vero che, tuttavia, diventa tale per la persona che non è in grado di comprendere cosa succede al suo interno e, tantomeno, di padroneggiare le emozioni potenti che essa fa esplodere.

La violenza è un qualcosa che si “trasmette” non solamente attraverso le manifestazioni più evidenti, come le botte o i maltrattamenti fisici, giacchè vi sono modi più sottili e, pertanto, ben più pericolosi ed invalidanti che vanno ad intaccare pesantemente il sano sviluppo della psiche del bambino.
Parliamo quindi della violenza psicologica che nasce da semi antichi che continuano a vivere alimentando la conflittualità, la violenza e il rancore  proprio perché producono sottomissione e paura costringendo coloro che la subiscono a compromettere la naturale affermatività e difesa.

Astrologicamente parliamo di due archetipi fondamentali Marte e Plutone, entrambi legati al potenziale istintivo, affermativo e difensivo che darà vita al senso di potenza o di impotenza a seconda di come sono stati incontrati. A questo si aggiunge anche Saturno che, rappresentando il senso di autorità, può inserirsi creando ulteriori paure ed inefficienze.
Sappiamo che Marte e Plutone hanno il compito di individuare nemici e rivali per garantire la sicurezza di sé e del proprio ambiente, tuttavia, quando non possono esprimersi nel loro modo migliore, possono dar vita ad aggressività verso i deboli e, nel caso, proprio nei confronti dei figli, inibendo l’istinto di protezione della propria prole che, è sicuramente, tra i più forti e manifesti.
Saturno invece, attraverso il rapporto con l’autorità esterna, permetterà di sviluppare il senso morale, l’autodisciplina e la capacità di gestire le proprie risorse facendole diventare competenze. Saturno fornisce anche la forza interiore che porta allo sviluppo dell’indipendenza.

Nelle famiglie dove l’aggressività serpeggia si utilizzano strani metodi per trasmettere le informazioni necessarie: infatti, in questi casi viene utilizzata la violenza per insegnare a non contrattaccare e a non agire la propria affermatività e volontà; in questo modo si passano messaggi estremamente ambivalenti che spingono, da un lato ad inibire le naturali capacità di difesa e, al tempo stesso, si insegna che solo la violenza e la minaccia pagano in quanto sono efficaci.
La tendenza di un bambino a mostrare il suo naturale “volere” è sana e deve solamente essere “educata” e mai repressa; tuttavia, siccome spesso questo risulta complesso ad un genitore che vorrebbe obbedienza in quanto non ha capacità di discutere e di insegnare a riconoscere che ci sono dei limiti e delle regole, la scelta ricade su comportamenti intimidatori, violenti e minacciosi che creano paura ed inibizione bloccando lo sviluppo individuale.
E’ chiaro che non si può modificare un comportamento, adottandone uno identico eppure, nelle famiglie violente proprio di questo si tratta e, laddove i metodi non sono quelli “fisici”, spesso vengono utilizzate minacce sottili ma molto efficaci per evitare che il bambino esprima ed affermi la sua specificità.

Parliamo in particolare di aspetti che possono fare i luminari con Marte, di aspetti tra Plutone e Marte e tra Marte, Plutone e Saturno che, soprattutto quando sono dinamici, possono stravolgere completamente le naturali espressioni di un bambino. Con questi aspetti possiamo infatti trovarci di fronte ad atteggiamenti educativi incoerenti, ma possiamo andare fino a veri e propri abusi che, ovviamente, hanno lo scopo di “piegare” la vitalità e la naturale capacità di difesa, fino a giungere alla violenza vera che frustra e induce al risentimento e all’odio che, naturalmente dovranno essere trattenuti all’interno formando un blocco profondo nel proprio potenziale.

Quando il bambino comincia ad affermarsi significa che sta manifestando per la prima volta la sua identità e, al tempo stesso, sta iniziando i suoi processi di autonomia: se questo genera conflitti nella madre, allora non troverà appoggio in questa fase della vita e lei non sarà di nessun aiuto nel fargli superare le ansie che derivano dai conflitti di sviluppo. Il conflitto Luna Marte in genere ha questa modalità: il bambino, oltre all’imprevedibilità materna e alla difficoltà sul piano dell’attaccamento, sperimenta anche un conflitto profondo tra il suo bisogno di autonomia e il bisogno del supporto materno che, ancora sente al suo interno. Avrà quindi un grande bisogno di separarsi da lei, ma avrà anche una grande paura nell’avventurarsi perché la sua volontà entrerà in guerra con i suoi bisogni. Spesso con questi aspetti il bambino sperimenta anche l’aggressività psicologica della madre che non riesce a gestire al meglio le sue emozioni e così, finisce per esploderle sul bambino che si sente letteralmente “invaso” dalla paura senza mai comprendere realmente il perché.

Diverso è il problema con Luna Plutone in cui il bambino si sente tradito nella sua interiorità in quanto la madre risulta minacciosa e fa palesare al bambino la perdita del suo amore e di ciò di cui ha bisogno se lui non risponde come lei desidera: di fronte a questa situazione il figlio non può far altro che sviluppare risentimento e collera che metteranno in pericolo l’uso del suo potere emotivo che verrà così usato coercitivamente e in modo manipolatorio per ottenere ciò che desidera. In questa situazione il bambino sviluppa sentimenti ostili verso la madre che, tuttavia, lo faranno sentire in colpa, generando un’implosione del suo mondo emotivo. Avrà bisogno di controllare l’uso del suo potere personale sviluppando un falso sé basato sulla reazione alle persone più vicine ed intime che, ovviamente, vengono percepite come pericolose e ambivalenti. Il falso Sé reagisce ma non si afferma e quindi non ci sarà intenzionalità perché non può essere manifestata.

Con Sole Marte invece il conflitto è senza dubbio più legato al padre e, di conseguenza, penalizzerà lo sviluppo dell’Io che non saprà trovare la forza per affermarsi e far rispettare i suoi diritti nonché nel trovare un’autorealizzazione personale. In questo caso l’Io si sentirà profondamente menomato e inerme e,  come reazione potrà scegliere di appoggiarsi all’aggressività esagerata e reattiva come difesa dalla paura di essere sopraffatto di fronte a qualsiasi difficoltà. Il padre infatti risulta anch’esso imprevedibile e incapace di gestire rabbia e frustrazione che, non contenute, finiscono per essere esplose in quanto ogni comportamento affermativo viene percepito come una provocazione. 

Sole Plutone è naturalmente molto più potente e sotterraneo, più difficile da individuare a livello conscio. In effetti qui è “l’Io sono” che deve restare “segreto” e spesso sconosciuto al soggetto stesso oppure, espresso in modo falsato e travisato. In alternativa il soggetto può sviluppare un vero e proprio delirio di onnipotenza per compensare la profonda impotenza che avverte dentro di sè; ovviamente il potere personale è comunque invalidato e, in molti casi, può esserci anche una sorta di annientamento dell’Io che sperimenta paura e terrore di non “esistere” sentendosi così alla mercè di sensazioni estremamente difficili da gestire in quanto non c’è contatto con la propria autenticità e vitalità.

I conflitti dinamici tra Marte e Plutone tendono a mettere in evidenza abusi di potere veri e propri perpetrati dall’adulto sul bambino; in questo caso vengono minati sia il potere che la capacità di difesa e di affermazione vivendo stati di impotenza che possono degenerare in depressione e/o in comportamenti autodistruttivi o distruttivi verso il mondo esterno.

Diverso è il problema dei rapporti Marte Saturno a cui si aggiunge, in alcuni casi anche Plutone che mettono in evidenza veri e propri soprusi perpetrati da un’autorità inibitoria e profondamente ingiusta o persecutoria. Qui potere e autorità sono ovviamente distorti e sbagliati, usati in modo tirannico; in genere in questi casi il bambino non può sviluppare neppure un sano controllo sulle sue modalità istintuali e di affermazione in quanto deve prima essere fornito correttamente dai genitori che, invece, si presentano in modo vessatorio per cui il bambino può solo inibire il suo potenziale diventando così o terribilmente ansioso o fortemente aggressivo, anche se sempre pauroso.
In questi casi, oltre ad inibire il potere e l’affermazione del bambino, la violenza subita era tendente a minare anche l’efficienza e la competenza; il desiderio era finalizzato a far provare vergogna per la fragilità e debolezza nonché ad  umiliare l’essenza e l’individualità.

Queste modalità segnalano senza mezzi termini che il bambino si trova ad essere il contenitore delle parti che i genitori non riescono ad elaborare e che rifiutano in loro stessi. Il senso di impotenza, la paura, la frustrazione, l’inadeguatezza e la vergogna dei genitori stessi non vengono riconosciuti e vengono proiettati direttamente sul bambino che, senza dubbio è piccolo e indifeso. Il bambino viene trattato da “incapace e da impotente” e questo lo farà sentire perso nel mondo e, per sopravvivere, dovrà tagliare i ponti con il suo potere personale e così si sentirà indifeso e si identificherà nel “non posso” in quanto, ogni espressione di volontà viene vissuta dai genitori come un attacco di aggressività nei loro confronti.

La volontà può apparire solamente se sostenuta da un “Io sono” e da un “Io posso” che pian piano diventeranno intenzionalità così come vuole Plutone. Anche il senso di efficienza e il sentirsi adeguato alle situazioni può nascere solo se i genitori sostengono amorevolmente il bambino di fronte ai suoi fallimenti, aiutandolo così a superare le difficoltà infondendogli coraggio e desiderio di provare fino a superare le sue naturali defajances. In questo caso è proprio Saturno a concedere la licenza di crescere affrontando gli sforzi che questo comporta.




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