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LA PAURA DI PARLARE IN PUBBLICO

a cura di Lidia Fassio
 

Il segno dei Gemelli è legato alla comunicazione e a tutte le possibilità che ci vengono date dalla nostra capacità di parlare, tra cui anche quella di tenere dei discorsi in pubblico comunicando così il nostro pensiero.
Per molte persone parlare in pubblico è un vero problema e questo, al di là che conoscano la materia di cui dovranno parlare.
In effetti, ciò che può interferire sulle nostre modalità di esprimere i contenuti che abbiamo all’interno, è proprio il lato emotivo che, in questo caso, crea ansia e panico, fino al punto da arrivare a non permettere di fare ciò che, invece, si desidera.

Come abbiamo più volte sottolineato, la capacità cognitive tra cui vi è anche quella legata al linguaggio e all’espressione verbale, si radicano all’interno della sfera emotiva, o meglio, le possibilità di utilizzo delle prime, pur essendo del tutto indipendenti dall’apparato emotivo, non possono però avvenire allorchè la parte emotiva entra in subbuglio giacchè questa ha il potere di “disorganizzare” la mente impedendole di svolgere le funzioni che vorrebbe.

L’asse terza nona in particolare ci parla di come le due funzioni della nostra mente riescono a comunicare e a lavora insieme in perfetto coordinamento; da questa possibilità di interazione dipende in buona parte la nostra riuscita nei momenti in cui emozioni del tutto indipendenti dalle nostre conoscenze, si muovono ed entrano in gioco. La paura di non essere all’altezza accomunata a quella  del giudizio da parte degli altri è particolarmente presente allorchè si deve affrontare il pubblico; in quel caso possono emergere paure così prepotenti quanto non realistiche da non consentire più una organizzazione corretta delle nostre funzioni che, in questo modo, sembrano dissolvere la concentrazione e l’ordine che abbiamo al nostro interno che alimentano la sensazione di non sapere nulla e di non riuscire a dire ciò che, fino a qualche momento prima, sembrava facilissimo.

Lo stesso tipo di stress può essere sperimentato durante un esame; ci sono studenti che non riescono mai a rendere per ciò che sanno perché diventano ansiosi e questo porta ad una sorta di “frammentazione” del pensiero che, in questo modo, non può uscire fluido ma solo spezzettato. La difficoltà giunge proprio dalla parte “associativa” della mente che sembra non trovare agganci e non fornire quindi alla parte “consequenziale” ciò che dovrebbe poi essere verbalizzato. Anche la memoria tende a vacillare e l’impressione è quella di un azzeramento della conoscenza.

In effetti, quando siamo in uno stato di particolare tensione, è richiesta una  perfetta interazione tra i due lobi che, tuttavia, in queste persone non esiste dal momento in cui le emozioni, in particolare la paura che genera ansia indifferenziata, fa irruzione e non si è  in grado di gestirla in modo corretto ed efficace. Un po’ di ansia è assolutamente normale quando si è di fronte ad una platea di persone e, se è appena percettibile,  non solo non crea danno ma può essere di stimolo a fare di più e a dare il meglio di sé; se invece risulta esagerata diventa ingestibile per il soggetto fino al punto che può far precipitare la situazione fino al punto da non riuscire a profferire parola o a parlare in modo non organico e, di conseguenza, non piacevole.

L’origine di questa problematica è da ricercarsi in una carenza di autostima che può generare dubbi nel confronto che si deve avere con gli altri; chi ha difficoltà a riconoscere il proprio valore e le proprie capacità, può trovarsi in panne dal momento in cui si sentirà di dover fare una performance e in più di doverla fare pubblicamente. In effetti, tutto ciò è fittizio in quanto, il più delle volte, queste paure non sono affatto motivate in quanto i soggetti in questione hanno magari grandi potenzialità ma, nei momenti in cui sono sopraffatti dalla paura, non riescono a pescare nello loro risorse finendo così per apparire molto meno capaci di quanto non siano in realtà; può però essere dovuta all’incapacità di coordinamento dei due lobi e ad una incapacità di “contenere” in maniera stabile le emozioni che, di conseguenza, finiscono per avere il sopravvento sulla ragione.

Oggi esistono molte tecniche che possono dare un contributo importante e spesso risolutorio a chi soffre di queste problematiche. Occorre però che la persona sia disposta a fare una serie di passi e ad impegnarsi di persona il che significa che non c’è soluzione senza l’intervento dell’interessato.

Si tratta infatti di apprendere delle vere e proprie “tecniche” che aiutino a padroneggiare le situazioni e che, soprattutto, siano in grado di riportare il soggetto affetto da ansia, ad una condizione di rilassamento: in effetti il punto principale consiste proprio nell’incapacità di trovare uno stato interiore stabile il che porta ad aumentare ancora di più l’ansia … per cui il soggetto finisce per essere affetto da ansia anticipatoria ancor prima di presentarsi in pubblico.

Una tecnica relativamente facile come il training autogeno può essere di aiuto poiché insegna a trovare uno stato di benessere ed un rilassamento che possa partire dalla mente che, così, sperimenta la possibilità di trovare soluzioni.
Efficace è anche la tecnica della “visualizzazione” che ha il pregio di creare all’interno uno spazio in cui fissare delle immagini associate a stati di benessere che possono essere richiamate alla memoria nel momento in cui se ne ha necessità. E’ una tecnica semplice in cui, dopo un semplice e veloce rilassamento si induce il soggetto a visualizzare qualcosa di gradevole che si accompagni ad uno stato d’animo particolarmente rassicurante. Nei momenti di estrema difficoltà si può rientrare dentro a questo “spazio psichico” a cui corrisponde anche un determinato “stato d’animo”.
 
Ovviamente si tratta di tecniche che devono essere apprese e sviluppate fino a che diventino effettivamente collaudate. Ci vuole anche  tempo per imparare a rilassarsi; in genere chi soffre di queste problematiche ha un tessuto psichico molto sollecitato e, per questo, deve allenarsi a rilassare la mente e a conoscere molto bene le sue emozioni in modo da poterle “placare” all’occorrenza. In effetti, diceva il grande Roberto Assagioli che le emozioni devono seguire noi mentre, spesso, permettiamo alle esse di padroneggiarci il che significa che siamo noi a seguirle anzichè il contrario.

L’emozione è importante perché porta una informazione in modo che possiamo regolarci al meglio in una determinata situazione; se invece sbaraglia il nostro pensiero allora significa che agiremo in modo irrazionale, incapaci di mettere in atto strategie efficaci a combattere il problema che abbiamo di fronte: reagiremo d’impulso sotto la cappa della paura.

Proprio una delle possibilità che si sviluppano nel bambino nell’ambito dell’asse terza nona è quella di utilizzare le capacità della mente razionale per “riconoscere, elaborare e gestire” le emozioni. E’ così infatti che si passa da reazioni immediate, spesso sconclusionate, ad azioni finalizzate in cui la mente diventa un faro che guida i nostri comportamenti.

Problematiche che possono portare a queste difficoltà le possiamo riscontrare nel tema natale personale in presenza di opposizioni terza nona, oppure laddove vi è un Mercurio quadrato o opposto a Nettuno o, infine, nei temi in cui è presente una parte fortemente razionale ed una che invece, segnala una grande ricettività che può generare stati emotivi pressanti; in questi casi possono sussistere interferenze tra le due specifiche funzioni della nostra mente e questo può tornare a nostro danno proprio quando abbiamo bisogno di ricorrere all’uso combinato e coordinate delle stesse.

Sicuramente non basta “convincersi” che non c’è nulla da aver paura e ancor meno servono le rassicurazioni delle persone che ci sono accanto giacchè, in presenza del panico, tutto sembra inutile in quanto la mente sembra azzerata e senza possibilità di intervento.
Per questo è necessario ricorrere a tecniche che abituino la persona a far lavorare contemporaneamente le due parti della mente e che, nel contempo, favoriscano lo sviluppo di una capacità di padroneggiamento delle emozioni che renderà più sicuri di fronte a qualunque tipo di situazione. Questo ovviamente aumenterà anche il senso di autostima e di valore.




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