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TERRAFERMA

a cura di Francesco Astore
 
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È nei tempi di maggior disagio sociale che i codici dell’Arte sono stimolati ad attivare tutta la loro intrinseca potenza evocativa. Probabilmente l’Arte autentica, quella universale poiché riconoscibile da chiunque, identificabile sia dall’uomo della strada che dal severo critico, mette in circolo i suoi moduli espressivi quando i tempi sono più cupi e duri.

Questo momento storico, soprattutto in Italia, è indubbiamente sofferto per una crisi economica e psicologica (interna e internazionale) che sembra non lasciare scampo. E dunque si definisce come un momento particolarmente drammatico sotto tanti punti di vista.

Non ultimo per il tragico e complesso problema dell’immigrazione nel nostro Paese invaso da profughi che giungono in Italia come clandestini e affrontano l’odissea della traversata in mare, l’approdo su una terra straniera (quando la fortuna li assiste), per ottenere la desolante constatazione di essere rifiutati poiché il territorio toccato non può ospitarli.

Altre volte il nostro paese ha attraversato momenti di crisi e (come dimenticare?) i bui momenti del secondo conflitto mondiale e dell’immediato dopoguerra ma anche – sia pur in fase di benessere -  i cupi anni di piombo, anni del terrorismo, in cui si respirava la  paura di muoversi, di uscir di casa, di viaggiare liberamente nel territorio nazionale.
Oggigiorno la situazione, per fortuna, non è così tragica, ma serpeggia comunque un’angosciante apprensione per una precarietà diffusa (economica, ambientale, dei flussi migratori) che non sembra lasciare scampo.

L’Arte cinematografica sembra scatenare le sue immagini, i suoi racconti più vividi, più carichi di umano pathos e rischiarati da poetica bellezza, quando il teatro dell’economia, della politica, della società civile apre scenari bui su cui si rappresenta una dilagante, collettiva inquietudine.
Accadde in ambito italiano con la straordinaria stagione del Neorealismo (cominciata nei tempestosi Anni Quaranta e fino al boom economico) stagione che si distinse per capolavori cinematografici che non esitiamo a definire immensi. La fase del boom economico consolidò i successi raggiunti e celebrò la rinascita della cultura cinematografica italiana. Si arrivò poi ai fermenti degli Anni Settanta e ai primi Ottanta (parallelamente al periodo del terrorismo armato) che videro gli autori politicamente e ideologicamente impegnati nel realizzare il loro sferzante cinema di denuncia.
Nel suo piccolo anche oggi (all’incirca da una decina d’anni a questa parte) il Cinema italiano, possiamo affermare, vive un indubitabile momento di risveglio.
Molti autori (giovani e meno giovani) stanno avendo il merito di raccogliere la sfida del malessere che affligge il nostro paese per raccontarlo e trasfiguralo in opere di alta cinematografia.

Penso all’acclamato Gomorra di Matteo Garrone, a Noi credevamo, epopea del risorgimento di Mario Martone, al coraggioso I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, quindi al corale Romanzo Criminale di Michele Placido, per arrivare all’affresco del Divo di Paolo Sorrentino e finire con l’emozionante Vincere di Marco Bellocchio. Potrei tuttavia citarne ancora molti altri.

Sì, il cinema  italiano è vivo, ce ne siamo accorti con le immagini  del nuovo film di Emanuele Crialese che ha vinto al recente Festival di Venezia 68 il Premio Speciale della giuria per il suo Terraferma.
Il film rappresenterà, tra l’altro, l’Italia nella competizione degli Oscar (gareggiando come miglior film straniero).

Terraferma è un film riuscito per tanti aspetti.

La storia si svolge in un’isola del Mediterraneo e contrappone la generazione dei vecchi pescatori con quella dei giovani che sono dediti allo sviluppo (intensivo) del turismo.
L’antica “legge del mare” (che i giovani non conoscono e sono restii a rispettare) impone ai vecchi pescatori di non abbandonare mai un uomo in mezzo alle onde, dunque, saranno loro a raccogliere una donna incinta e suo figlio, contravvenendo alle leggi dello Stato.
La protagonista africana, Sara – Timnit, ha vissuto realmente un’esperienza simile e il regista l’ha voluta proprio perché la sua vicenda fosse trasposta da circostanza autentica alla finzione cinematografica.
Sara – Timnit colpisce al cuore del film con i suoi occhi di profuga e l’espressione paziente, rassegnata di chi ha vissuto tanti sbarchi.

Ma non voglio anticipare nulla a chi il film lo deve ancora vedere.

Sono tutti da godersi i bravissimi attori, la convincente, verace Donatella Finocchiaro, il cinico Beppe Fiorello, il ragazzo (su cui ruota la vicenda del film) Filippo Pucillo. Infine l’interpretazione magistrale del nonno, il conservatore della vecchia legge del mare dell’ospitalità, Mimmo Cuticchio.
L’argomento è trattato in modo imparziale e “laico” nonostante tutto e malgrado le autorità appaiano come i “cattivi” della situazione, in realtà, a una lettura attenta, si comprende, come anche loro siano gli attori di quella parodia triste che chiamiamo immigrazione clandestina, attori sovrastati da un destino spietato.

Crialese ha già diretto due film che hanno raccolto vasti consensi della critica e del pubblico: mettere insieme due spettatori tanto esigenti è traguardo non facile da realizzare!

Il primo film è stato Respiro del 2001, con Valeria Golino, il secondo Nuovo Mondo del  2006, con Charlotte Gainsbourg.

In questi film (come anche nell’ultimo) dominano le tematiche del mare, del viaggio, dell’evasione/eversione dall’ambiente d’origine, il tuffarsi in situazioni nuove. Si incontrano i contenuti classici tanto cari al Cinema italiano: l’immigrazione, la  volontà di trasferirsi da un sud bellissimo ma povero per darsi nuove chance in un nord, ricco sì, ma, a volte, straniante.

Sono simbologie che lo Zodiaco racchiude nel tormentato Asse Toro/Casa 2^ - Scorpione/Casa 8^:  l’accoglienza e il benessere nel territorio Casa 2^ trovano una contrapposizione dialettica nella fuoriuscita dal “recinto” rassicurante dell’orizzonte natio, nella proiezione creativa in nuove opportunità, con audacia, scaltrezza, volontà di affrontare il rischio, tutte qualità espresse dalla Casa 8^.

Nel Nord ricco e lavoratore possiamo poi identificare agevolmente il Toro, nel Sud povero e  in cerca di riscatto, lo Scorpione.
Toro è l’Europa, il Settentrione (italiano anche). Scorpione è il Mediterraneo,  il Meridione in generale.
E il viaggio, la curiosità per l’esplorazione di mondi nuovi, la conoscenza, il mutamento/ampliamento degli orizzonti, il mescolamento delle culture e dei saperi, è invece astrologicamente riassumibile nel vivace Asse Gemelli/Casa 3^ - Sagittario/Casa 9^.
 
Nel Tema Natale di Emanuele Crialese possiamo rintracciare facilmente tutte queste tematiche e simbologie.

Nato a Roma il 27 maggio 1965 alle ore 13,00, è un Gemelli con ascendente Vergine.
L’agilissimo Mercurio è il “pianeta guida” del Tema Natale poiché signore del segno solare e del segno ascendente. Qui il pianeta della comunicazione si trova nel segno del Toro e Casa 9^, stimolato positivamente e negativamente da molti aspetti con altri pianeti. Inoltre Mercurio, così frizzante, brioso, sbarazzino, patisce la negatività della “caduta” nel segno tradizionale, immobilistico, pacato del Toro. Ma le negatività possono agire, qui come in altre occasioni, da formidabile pungolo per riscatti grandiosi.
Va poi aggiunta e sottolineata la dura opposizione di Mercurio a Nettuno in Scorpione e Casa 3^ che esprime la tensione tra una percezione intellettiva basata sugli aspetti più concreti dell’esistenza e una speculazione fantasiosa libera da ogni preconcetto; questa opposizione è indice frequentemente di un’intelligenza superiore alla norma che soffre per l’impossibilità di adattare il proprio pensiero alla mentalità dei contemporanei. L’opposizione di Mercurio Toro a Nettuno in Scorpione è, ancora, estremamente corroborante per far vibrare le percezioni intellettive “alternative”, per influenzare un’intelligenza capace di sconfinare “altrove” e porre dubbi angosciosi, di non facile soluzione, sulla realtà della vita.

La collaborazione nettuniana era d’altronde obbligatoria, c’era da aspettarselo in un certo senso, nel tessuto tematico-astrologico del regista ed è ancora ripetuta ed evidenziata dalla foltissima Casa 12^ (occupata da Urano/Plutone/Marte congiunti in Vergine) accompagnata da Saturno in Pesci e Casa 6^, in provocatoria opposizione allo stellium virgineo.
La compassione per il debole, la volontà di sovvertire le regole/leggi della maggioranza, l’inutilità e la crudeltà degli apparati politico- burocratici, hanno una  lettura lampante nell’intreccio planetario di Crialese e sono riscontrabilissimi nella visione dello stupendo Terraferma.

Il Tema Natale del cineasta sfodera poi un poderoso stellium planetario in Casa 9^ (oltre al Mercurio in Toro, la triplice congiunzione Sole/Giove/Venere in Gemelli) e una ardita Luna in Ariete e Casa 8^).
I segni e le Case coinvolti (Toro-2^/Scorpione-8^, Gemelli-3^/Sagittario-9^) richiamano efficacemente le tematiche di cui si parlava prima.

Il segno del Toro, la cosignificante Casa 2^, hanno un’incidenza superiore alla norma nei Temi Natali dei grandi registi. I pianeti governatori idealmente del Toro/2^, Venere e Giove, spiccano poi per avere aspetti perlopiù positivi, e, per il fenomeno della provocazione stimolante anche di negativi.
In una  piccola indagine su celebri registi ho ritrovato puntualmente compatte congiunzioni Giove – Venere nei Cieli Astrali di Roman Polanski, Steven Spielberg, Robert Zemeckis e Roberto Rossellini; fortunati trigoni brillano nei Temi di Federico Fellini, Luis Bunuel, Lina Wertmuller, Ang Lee, Martin Scorsese, Marco Bellocchio, Baz Luhrmann, Michele Placido; lieti sestili splendono poi negli oroscopi di Jean Renoir, Stanley Kubrick, Bernardo Bertolucci, Matteo Garrone, Mario Martone; non mancano miti semisestili nelle Mappe di Elia Kazan, Mario Monicelli. Gli aspetti negativi, infine, li ritroviamo in registi battaglieri: i quadrati nei Temi di Liliana Cavani, David Lynch, Ettore Scola, l’opposizione in Ken Loach. 

Ebbene anche Emanuele Crialese esibisce una congiunzione Giove – Venere in Gemelli e Casa 9^, congiunzione che intercetta anche il fulcro del suo Io: il Sole Gemelli.

Per l’appunto Giove, nel segno dell’esaltazione, il Toro, in transito attualmente nella sua Casa 8^, in spettacolare trigono a Urano/12^, ha offerto a Crialese l’occasione per spalancarci gli scenari di una nuova poetica cinematografica, poetica attenta memoria del nostro glorioso passato: il Neorealismo italiano.
Saturno, in Bilancia/2^ in trigono a Venere, ha ufficializzato la partecipazione all’Oscar e già questa candidatura che batte molti altri, prestigiosi, concorrenti nazionali è, di per  sé, un successo.
Giove si stabilizzerà ancora nei primi gradi del Toro e nei primi mesi del prossimo 2012 (quando presumibilmente avverrà la competizione), Plutone Capricorno/4^ sarà in trigono a Urano Vergine/8^.
Le premesse (planetarie) per un ulteriore trionfo ci sono tutte.
Non resta altro che fare un grande “in bocca al lupo” a questo nuovo maestro del Cinema italiano!




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