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I DUE BAMBINI INTERIORI

a cura di Lidia Fassio
 

Quando si fa un consulto ad una coppia problematica o in crisi, è importante far comprendere che molte delle difficoltà nascono dal fatto che i contendenti non sono due come apparentemente sembra, ma quattro.
In effetti, oltre all’uomo e alla donna di oggi, ci si trova di fronte ai due reciproci bambini interiori che reclamano in modo evidente attenzioni o risarcimenti non ottenuti nel passato.
In genere, le più grandi asperità nascono dal modo in cui si è vissuti nella famiglia di origine dove si sono formati gli “imprinting relazionali” di base che operano a livello inconscio e che sono in grado di influenzare fortemente le relazioni adulte.

Quel lato di noi che non ha mai completamente rinunciato alle aspettative, che finiscono per diventare vere e proprie pretese, non ha alcuna intenzione di farsi da parte anzi, si manifesta con estrema volitività dando origine ad incomprensioni che, se non adeguatamente viste e affrontate, finiscono per allontanare i due partner creando frustrazione e delusione.

Come sempre, i drammi sedimentati nell’infanzia, hanno un’origine emotiva anche se si presentano nella vita pratica e quotidiana sotto forma di mancate azioni o particolari resistenze che finiscono per ferire e deludere facendo accumulare risentimento fino a minare il sentimento che è alla base dell’unione.

Ogni donna deve prendere in considerazione che dietro all’uomo che sta con lei si cela un “eterno ragazzo” che, durante la fase dell’innamoramento, era occultato dietro al desiderio di conquista e al bisogno di intimità nonché dietro ad un mare di intenzioni e di sogni che lasciavano sperare che ogni promessa sarebbe stata mantenuta. Purtroppo la donna scopre presto che la vera intimità, la condivisione e il sostegno emotivo che si aspettava non è così facile da ottenere e da mantenere nel tempo poiché il marito tenderà a comportarsi esattamente nel modo in cui era abituato in famiglia, con la sua mamma occupandosi poco del mondo familiare e ritagliandosi, non appena possibile, spazi di relax con amici, oppure sedute sul divano davanti alla televisione, delegando tutto ciò che riguarda l’intimità e la relazione alla propria compagna.

Anche nella donna però c’è la “la bambina interna” ovvero quel lato che ancora è a credito di attenzioni, di riconoscimento e di comprensione per tutto ciò che fa cercando di far quadrare il mondo relazionale con quello professionale, nonché quello dei figli con il menage della casa.
Anche lei vuole risarcire il suo delicato mondo interiore e si aspetta che sia lui l’artefice di questo miracolo. Le donne si portano dietro infinite ferite rispetto al “riconoscimento” poiché questo è tipico del mondo patriarcale per cui, non avendo magari avuto un rapporto reale e gratificante con il padre, si aspettano che sarà il loro “principe” a colmare il vuoto lasciato a suo tempo dal genitore.

Quel termine “sentirsi a casa” che tanto ci ricorda il simbolismo della Luna, è qualcosa di profondo che tutti in qualche modo speriamo di ottenere in quanto è la base portante di ogni rapporto intenso e importante; il simbolo però ci dice che, in caso di ferite antiche, si può restare fortemente ancorati ai sentimenti infantili e al tipo di trattamento e di atmosfera che si è respirato in quella che era la “casa genitoriale”.
Il punto è che l’atmosfera emotiva è registrata al nostro interno e tenderà a volere un suo spazio per cui attrarrà situazioni molto identiche, compresi quegli atteggiamenti dolorosi che sono stati sperimentati e nascosti nei meandri della psiche.

Se siamo stati rifiutati, criticati o disapprovati, tenderemo inconsciamente a rivivere la stessa identica situazione anche se, a livello conscio, siamo tutti alla ricerca del rapporto perfetto in cui intimità, accettazione e vicinanza siano gli ingredienti principali.

I due bambini interiori non aspettano altro che poter finalmente rimettere in scena qualcosa di fortemente conosciuto per realizzare, attraverso il partner, i desideri e i sogni del passato.
Ritorna così il vecchio detto: “come siamo stati trattati, così ci tratteremo e, manco a dirlo, così verremo nuovamente trattati”; in questo modo si rimettono in atto gli stessi comportamenti e le reazioni che finiranno per causare le stesse dinamiche che tanto ci avevano fatto soffrire allora.

Quello che spesso noto nelle coppie è l’atteggiamento estremamente infantile che porta a litigi, rimproveri e rivendicazioni che poco hanno a che fare con i due adulti in quanto, sembra che di fronte ci siano due bambini pronti a urlare e ad offendersi per qualsiasi cosa; si tratta in realtà di aspettative frustrate che emergono in modo compulsivo senza che la persona riesca in alcun modo a gestirle; in effetti, i punti che sono rimasti fragili tendono a scattare senza un effettivo controllo con le modalità che erano presenti quando si era bambini.

In questa situazione non vi sono però molte possibilità di arrivare ad un compromesso in quanto è come toccare un nervo scoperto che salta istintivamente reclamando il diritto a mettersi in evidenza per trovare un risarcimento.
Spesso le coppie litigano per questioni assolutamente banali che potrebbero essere affrontate con una negoziazione razionale se solo fossero i due adulti a parlarsi anziché i due bambini interiori.
Il bambino si evidenzia dal tono, dall’impulsività, dall’irrazionalità e dalla pretesa assoluta di essere capito e soddisfatto mentre, l’adulto, potrebbe facilmente comprende che ognuno dei due contendenti ha necessità e obiettivi che devono essere negoziati e che, spesso, non sono neppure legittimi in quanto appartengono al mondo personale mentre così, vengono caricati sulla coppia.

E’ anche difficile far capire ai due bambini che, quanto più si è incompleti, tanto più è stato scelto un partner complementare che, apparentemente sembra essere l’incastro perfetto ma che, nella realtà, ha il compito di mettere ognuno in contatto con le mancanze personali che, passo dopo passo, dovranno essere colmate in prima persona.

La complementarietà è l’aspetto più intrigante dell’amore perché prima fornisce l’impressione di aver “trovato casa” mentre, più avanti, ricrea proprio quel disagio che tanto già si è sperimentato e da cui si dovrà uscire.

Chi ad esempio è vissuto in una famiglia dalle “frontiere aperte” dove erano i benvenuti  amici e conoscenti in qualunque momento, quasi sempre finisce per  ricercare un partner più solitario e chiuso (che possa permettere di sviluppare quel senso di privacy di cui non ha mai goduto nell’infanzia, quel qualcosa che lo renderebbe completo, capace di un contatto più profondo con l’essere) e questo è nella norma per via della proiezione di parti non ancora sviluppate di sé e, quindi, da “risvegliare”; se però non è cosciente di questa esigenza che magari è stata poco apprezzata nell’infanzia giacchè c’era sempre poco tempo e poca attenzione per i piccoli, finirà per scegliere inconsciamente il partner giusto per la sua evoluzione ma, in maniera altrettanto inconscia finirà per sentirsi completamente a disagio in quanto, il partner, sembrerà non accettare il suo modo di essere.
Questa evidente “complementarietà” attiverà prepotentemente il suo bambino interno – nuovamente non accettato -  portando grandi conflitti con il partner che produce irritazione in quanto “sconosciuta”.
In effetti vi è una forte contraddizione nella scelta del partner opposto in quanto, pur essendo assolutamente utile per la propria crescita, lascia del tutto insoddisfatta l’aspettativa di continuare a fare esattamente le cose che si conoscono e che sono sedimentate in schemi del passato. 
Da parte sua, il partner scelto, che ovviamente ha invece il lato “estroverso” in ombra, sarà completamente a disagio di fronte a quelle che considera indelicatezze nonché vere e proprie prevaricazioni nei suoi confronti allorchè il compagno finisce per invitare sempre gente a casa senza preavviso ritenendo questo del tutto normale.

Se le due modalità non vengono “viste” e mediate, pur trattandosi di un problema del tutto veniale, finiscono per dar vita a litigi e chiusure poco rassicuranti per la continuità e la crescita della coppia.

In questi casi è molto utile ripercorrere gli schemi che ognuno ha costruito all’interno della famiglia di origine perché può servire a mettere in luce qualcosa che sfugge e che diventa l’oggetto del contendere senza che vi sia un vero rispetto per quel lato dell’altro che in realtà alberga nel proprio intimo ma che fatica ad emergere consapevolmente.

Nel caso suesposto, l’uomo finisce per sentirsi obbligato a fare una vita di clausura e, dopo un po’ finisce per sentire insopportabile la rabbia della compagna di fronte ad un suo preciso modo di essere. La donna invece, finisce per pensare che lui non abbia alcun riguardo nei suoi confronti sentendosi una serva votata solamente a cucinare e lavare piatti agli amici del partner.

Entrambi hanno quindi scelto un partner che rispecchia pienamente quel lato non sviluppato nell’infanzia: affrontando la situazione si finisce per scoprire che la donna ha molto sofferto da piccola per il fatto di non poter mai invitare nessuno a casa sua.. perché i suoi genitori non desideravano estranei e l’uomo, invece, può scoprire con sorpresa di ave sempre pensato di vivere in una “comune” dove non c’era il minimo spazio per parlare o per condividere qualcosa insieme ai suoi genitori.

Messo in luce questo aspetto con chiarezza i due possono finalmente toccare con mano qualcosa che è tipico del bambino interno ferito che, tuttavia, è stato a lungo rimosso e questo li aiuterà a vedere in modo diverso le ragioni dell’altro trovando con più facilità un compromesso  che, oltre a permettere ad entrambi di lavorare sul lato infantile ferito, garantisce anche la possibilità di incontrarsi a metà su un terreno molto più rassicurante.

In questo esempio si può vedere bene come il problema deriva proprio dalla parte infantile che è stata a lungo ignorata e che, ancora, è in attesa di essere riconosciuta ed accettata. 

E’ molto interessante a questo proposito verificare il segno che sta sulla casa settima di entrambi perché è quello che con più facilità viene proiettato e che, può manifestare bisogni molto diversi da quelli coscienti.
In effetti, i due personaggi in questione sono un caso emblematico:
l’uomo è un Sagittario con ascendente Cancro che, ovviamente, comporta una settima in Capricorno che, di fatto, l’ha inconsciamente portato a scegliere una compagna un po’ saturnizzata, molto chiusa e molto riservata che può essergli di aiuto nella scoperta di una sua parte riservata e chiusa, molto ben evidenziata nella sua Luna in Scorpione, nonchè del bisogno di sviluppare un’indipendenza emotiva che potrebbe giovarsi molto di spazi intimi e di privacy pur non rinunciando ai suoi bisogni di contatto;
la donna in questione è un ascendente Ariete con all’interno una congiunzione di Marte e Saturno che la rendono estremamente diffidente e difesa nei confronti degli estranei ed ha, ovviamente, una settima casa in Bilancia con un Sole in Acquario in undicesima che deve riconoscere e sviluppare e che, per la strana legge dell’attrazione, l’ha spinta verso una persona che ha invece una forte estroversione.

Tuttavia, sono i due bambini feriti all’interno che hanno rischiato di far saltare la coppia poiché, nei loro atteggiamenti risultavano irascibili, pieni di pretese di riconoscimento senza alcuna capacità di ascoltare veramente l’altro.




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