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LE POTENZIALITÀ DI NETTUNO IN PESCI

a cura di Lidia Fassio
 

Orstein nel suo libro “la psicologia della coscienza” scrive: “ci sono due modi principali con i quali gli uomini si sono accostati alla conoscenza di sé stessi e della natura della vita. Uno, quello psicologico e logico, adopera l’informazione costante e l’accumulazione dell’informazione; l’altro, quello intuitivo, ricerca lo sviluppo di un altro “organo di percezione”.

L’archetipo di Nettuno si riferisce sicuramente allo sviluppo di questo “altro organo di percezione” che ha il compito di portare la coscienza dell’uomo ad entrare in un vortice totalizzante che consente all’Io di aderire al più grande Se’ cosmico.
La nostra società è arrivata ad una grande conoscenza delle cose materiali  ma, forse, ha bisogno adesso di ritornare a quella conoscenza cosmologica che si rende possibile solamente allorchè si cerca un contatto con l’Assoluto perché è in quel momento che si può accedere all’intelligenza del cuore.

L’ingresso di Nettuno in Pesci dovrebbe rappresentare la possibilità di uscire dalle continue classificazioni che nascono dalla scomposizione del reale procedendo per continue “illuminazioni” che, appunto, si contrappongono alla “riflessione” della coscienza ordinaria.
La funzione dell’intelligenza del cuore è quella di “illuminare”, di far luce e di permettere l’accesso a quei principi eterni ci cui la nostra psiche è portatrice; essa nasce appunto dal cuore che è il nostro centro operativo, quello che simboleggia il fuoco vitale, il vero ed unico centro dell’essere.

Se il lento movimento dei pianeti indica la potenzialità insita in un preciso momento storico, possiamo allora ipotizzare che l’umanità potrebbe essere pronta a fare un passaggio cruciale. Nettuno rappresenta la “spiritualità” ed entrando nel segno di cui è signore, dovrebbe far riemergere dall’inconscio collettivo il bisogno di ritrovare contatto con questa dimensione, l’unica che potrebbe “sanare” le ferite che toccano l’anima dell’uomo moderno che, pur conoscendo moltissime cose si affida alla scienza e alla ragione per  spiegare l’universo e la vita ma sente di aver perso il contatto con quel “sapere” che gli appartiene e che dovrà necessariamente risvegliare. Nettuno è il desiderio di partecipare, di sentirsi coinvolti in quella totalità da cui siamo emersi e di cui ci sono tracce dentro di noi che agiscono sotto forma di “nostalgia di qualcosa di perduto”.

Nettuno è l’inizio e la fine delle cose come ben rappresenta il simbolismo del segno che lo ospita: i Pesci. E’ infatti dall’acqua dei Pesci e di Nettuno che noi emergiamo come individui separati ma è ad essa che dobbiamo ritornare, limitando quel continuo procedere della mente razionale per “differenze e separazioni” che porta ad uno stato di malessere e di isolamento.
Nettuno è l’unità, quello stato di felicità assoluta che ogni essere ha conosciuto prima della nascita, quello stato dell’anima che trascende ogni legame e che si pone di fronte agli eventi in maniera neutrale senza temerli né rifiutarli, semplicemente accogliendoli e sperimentandoli riunendo così istinto ed intelligenza in una sintesi che porta ad una coscienza integrata che non ha più bisogno di separare il suo passato ancestrale dal presente e da ciò che il futuro, con le sue infinite possibilità, ha in serbo per ognuno di noi.
L’uomo è alla continua ricerca della “felicità”, uno stato che ha conosciuto, di cui ha memoria e che sogna di ritrovare. Tutto ciò che abbiamo pensato, inventato e realizzato non fa che esprimere il desiderio di ritornare a quello stato: abbiamo cercato tanto fuori di noi, abbiamo a lungo pensato che fossero le condizioni in cui si viveva a rendere l’uomo infelice per cui abbiamo cominciato a credere nel progresso che, con la sua tecnologia, poteva ridurre la fatica, condizione che si riteneva “inumana”; abbiamo fabbricato macchine, case ed ogni genere di oggetti che apparentemente sembravano ridurre lo stato di infelicità per accorgerci però che il malessere è sempre lì poiché è  interno e, pertanto, non può essere sanato con oggetti e cose.

Nettuno è sia la felicità che il suo contrario; quando non riusciamo a comprenderlo e ad onorarlo ci fa percepire il malessere dell’anima che porta a sperimentare che non vi è nulla che possa sanarlo definitivamente e che tutto ciò che si fa per alleviare questa pena prima illude ma poi risulta essere un palliativo; l’unica possibilità è rappresentata dalla ricerca interiore che permette di “sentire” nuovamente ciò c’è dentro e di cui siamo parte; è il bisogno di ritornare a quella fonte originale da cui tutto ha avuto origine e a cui tutto deve inevitabilmente tornare.

Non è un caso che l’uomo da sempre abbia fatto ricorso alla divinità affidandosi e riponendo in essa la speranza di poter un giorno ritrovare quello stato che altro non è che “armonia e completezza”. L’uomo ha sempre cercato un contatto con il divino e lo ha fatto a lungo proiettandolo all’esterno, inventando le religioni che dovevano porsi come “ponte” tra la condizione umana e quella divina; per tanto tempo hanno fatto la loro funzione ma l’uomo moderno non può più accontentarsi di un Dio che sta fuori per cui, i tempi sono pronti per accedere con le sue facoltà alla sua parte divina anche se, spesso, la confonde con “lo stato di annullamento dell’ansia, della separazione e del dolore” che ricerca costantemente anche se con mezzi che il più delle volte portano all’annullamento di sé.

Nettuno in Pesci, accompagnato da Urano in Ariete e da Plutone in Capricorno potrebbero realmente rappresentare un grande cambiamento, anzi, una vera e propria svolta epocale che dovrà passare attraverso ad una vera e propria “rivoluzione spirituale” unica a far traghettare l’umanità verso quella trasformazione che sembra ormai  necessaria quanto inevitabile.
Di fatto, proprio come vuole Nettuno l’uomo avverte sempre di più lo “scontento e la disillusione” al suo interno; le tante ricerche e i tanti surrogati utilizzati si rivelano del tutto inutili in quanto non servono a farlo stare bene; a lungo ha pensato che fossero i divertimenti, il raggiungimento di uno status, il benessere economico e il potere di acquistare tutto ciò che desidera a placare la sua scontentezza; ora sa che non è così e, quindi, si può aprire una nuova era che lo dovrà condurre a ricercare risposte nell’unico posto in cui ci possono essere: dentro di sé.

L’ultima illusione dell’uomo è stata quella fornita dalle pillole di vario tipo che promettono di non farci invecchiare, di non provare dolore, di non sentire l’ansia e, in ultimo, di raggiungere finalmente la felicità desiderata. Molte persone hanno cercato conforto in esse solo per accorgersi che la vita scorre inevitabilmente in quanto niente la può arrestare per cui, solo il viverla pienamente con le sue emozioni e gli stati d’animo che possono farci ritornare al nostro centro, quello che può farci approdare a ciò che cerchiamo.

L’uomo ha bisogno di dare senso alla sua vita e, per arrivare a questo, deve sentirsi unito a tutto ciò che lo circonda partecipando attivamente a ciò che è “sociale”; in questo, alcune delle nuove tecnologie potrebbero aiutarlo; oggi siamo nell’epoca dell’informazione rapida, di internet e dei social network che possono collegare chiunque in tempo reale e l’uomo potrebbe utilizzare tutto ciò per entrare realmente in contatto con gli altri esseri umani non dimenticando però che ha anche bisogno di scambio ad un livello più profondo e più intimo in modo da vivere rapporti reali e non solo virtuali e, in ultimo ha bisogno di ricollegarsi alla fonte da cui ha avuto origine il tutto.
Forse questa crisi economica, finanziaria ma soprattutto umana, che si fa sentire con sempre maggior impeto al punto da mettere tutti in uno stato di precarietà che minaccia la sopravvivenza stessa, potrebbe costringerci ad andare alle radici del problema che, almeno in parte, è causato dall’individualismo sfrenato che porta alla non condivisione che separa ogni singolo uomo rendendolo solo, impaurito e senza speranza.

Nettuno ci dice che dobbiamo trovare Dio nella vita ordinaria e nell’attività che svolgiamo nel mondo; la nostra anima ha sete di bellezza e di armonia in assenza delle quali si sente monca e sprofondata nell’abisso.

Certo, il simbolo di Nettuno è complesso, non facile da vivere anche perché, ciò che rappresenta non è concreto e, pertanto, intangibile a chi non lo ricerca con insistenza. Forse Nettuno rappresenta la forza dell’Amore, quello che noi cerchiamo costantemente in Venere che lo rappresenta attraverso il desiderio di unione e di relazione; non è un caso che l’Amore sia sempre stato associato ad esseri spiritualmente più evoluti più che agli amanti; l’Amore è senza dubbio un’esperienza profonda ed unica e, quello di cui ci fa partecipi Nettuno, è un amore meno personale, più universale non indirizzato quindi ad un solo individuo ma ad una comunione con tutti gli esseri viventi e con il cosmo stesso.

Nettuno ci chiede anche di riagganciarci ad ideali più nobili che possano riempire il cuore aprendolo al mistero della vita. La sua lunga percorrenza nel segno dei Pesci può rappresentare un’opportunità per tutti noi ma dovremo senz’altro modificare la nostra percezione, affidarci di più alle nostre intuizioni e al nostro sentire lasciando andare quelle barriere che la mente razionale ha posto che sono le reali fonti della sofferenza così tanto diffusa.




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