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WHITNEY HOUSTON : THE VOICE

a cura di Luna
 
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Si è spenta una voce. Una voce così potente, così bella, così elegante e sofisticata da riuscire a toccare le corde dell’anima di tutti noi. Whitney Houston se ne è andata nel modo più triste, morendo in una vasca da bagno in un albergo a 5 stelle a Beverly Hills.  Probabilmente è stato un malore, forse un eccesso di medicinali, sta di fatto che è stato, purtroppo, il logico epilogo di una vita apparentemente facile e felice, ma che era invece un oceano di dubbi, paure ed infelicità. Era bella, anzi, bellissima, ma non era certo quella la sua dote migliore. Quando cantava si illuminava e illuminava chi la stava ad ascoltare. Un timbro così potente e così dolce, un’armonia prepotente che portava gioia e commozione a chiunque avesse orecchie per poterla sentire. Il Time Magazine affermò: “Se la voce è uno strumento musicale, il suo è uno Stradivari”.

In realtà Whitney è un chiaro esempio di un’infanzia infelice, di genitori inadatti, di vuoti affettivi. Quando  un’artista muore prematuramente, non si possono dare le colpe solo alle droghe e/o all’alcool, oppure ad una vita “spericolata” e piena di eccessi. I giornali si limitano a descrivere un passato di droghe, di relazioni infelici, di incapacità di gestire il successo. Ma questa, per quanto vera, è solo la parte più visibile ed emersa del problema. Andiamo invece in profondità, vediamo quali sono le origini della malattia dell’anima di quei personaggi e, nel nostro caso, della Houston.

Elizabeth Whitney Houston nasce il  9 Agosto 1963 alle 20.55 in quel di Newark nello stato del New Jersey.

La madre Emily Drinkard Houston,  è una cantante soul appartenente al gruppo “Sweet Inspirations”, gruppo che ha cantato al fianco di Elvis Presley e di Aretha Franklin. Per inciso Aretha fece da madrina alla neonata Whitney. Il padre John R. Houston è manager della madre e successivamente della cantante stessa.  I suoi fratelli sono Michael e Gary, e ha anche due cugine di rilievo : Dionne e Dee Dee Warwick. Whitney nasce quindi ascoltando musica, immersa in un ambiente artistico che la porterà naturalmente a divenire cantante anch’essa. Il suo ascendente Pesci non è certo lì per caso, dato che Nettuno, il governatore del segno,  è tutt’uno con l’arte in generale e con la musica in particolare. Guardando il tema natale possiamo anche notare che Nettuno è in aspetto di trigono all’ascendente, rafforzando questa propensione naturale.

Inizia a cantare in pubblico a 9 anni nel coro della New Hope Baptist Church e ne diventa l’interprete solista a soli 11 anni. Fin da giovanissima  la cantante frequenta i locali notturni dove si esibisce la madre e spesso sale sul palco anche lei.  Non certo un’infanzia normale, e per quanto non sia certo una vita d’inferno,  sembra un ambiente un po’ inadatto per una sana formazione caratteriale.

Già a 15 anni le viene offerto il primo contratto, ma su questo i genitori sono risoluti: prima dovrà conseguire il diploma. Nel frattempo la Houston canta come voce di sottofondo per Chana Khan e lavora come modella, dopo essere stata notata da un fotografo che la vide cantare al Carnegie Hall con la madre.

La sua carriera inizia ufficialmente nel 1981 firmando un contratto con la Tara Production. Non smette comunque di lavorare come modella, mentre si affianca a cantanti di rilievo come voce minore. Il pieno successo arriva nel 1985 quando pubblica il suo album d’esordio: “Whitney Houston”, con il quale sale direttamente al primo posto delle classifiche americane.  Consegue il Guinness dei primati come l’album più venduto di un esordiente.

Da quel momento Whitney sale le scale (sembra più un ascensore) di un successo che tutti noi conosciamo molto bene.  La stima approssimativa di 170 milioni di dischi venduti  (fra album e pezzi singoli) sembra astronomica, ma è forse calcolata al ribasso. E’ la cantante che, per ora, detiene il record dei premi ricevuti, delle copertine ottenute da riviste importanti (Seventeen, Glamour, Cosmopolitan, Vogue, Miss Young), della permanenza dei suoi dischi nelle classifiche. Un primato ottenuto, non ce lo dimentichiamo, da una donna di colore, e, checché se ne dica, in America non è cosa da poco.

La sua bravura e la sua bellezza saranno decisivi perché sia scritturata per interpretare “The bodyguard” al fianco di Kevin Costner. E’ il 1992. Oltre allo straordinario successo cinematografico, il brano più importante della colonna sonora “I will always love you” diventerà un successo su scala planetaria. Sarà la colonna sonora più acquistata di tutti i tempi. Se ne venderanno 42 milioni di copie.
Parliamo d’amore. L’artista intrattiene relazioni  con Randall Cunningham, star del football americano e con l’attore Eddie Murphy, ma l’incontro clou avviene nel 1989, durante il “Soul Train Music Awards”. R&B Bobby Brown è un cantante con precedenti giudiziari e ben 3 figli avuti da altre 3 donne diverse. E’ da notare che fra i transiti dell’epoca spicca la quadratura di Plutone al Sole, e la congiunzione con il pianeta Nettuno, transito questo che ha riattivato l’aspetto radicale Sole quadrato a Nettuno della cantante. Sappiamo bene che l’interpretazione base di un aspetto fra questi due pianeti, soprattutto in un tema femminile, favorisce delle sviste clamorose nella scelta dei partners. Si vedono Principi Azzurri dove in realtà ci sono solo dei gran rospi. 

Quest’uomo-rospo costituirà per la Houston il canale attraverso il quale passerà la sua lenta e metodica autodistruzione.  Per altro, se guardiamo con attenzione il suo cielo di nascita, non possiamo non notare quel Plutone e quel Marte in casa VII, il campo del matrimonio e della relazione. Uno dei significati principe di questa collocazione dei due pianeti è “sposerò il mio nemico”. Peraltro non possiamo neppure dimenticare l’opposizione, sull’asse I – VII,  fra Luna-Giove e Marte. Un’opposizione che evidenzia la difficoltà di essere veramente sé stessi con il proprio partner. Ci si modifica, ci si trasforma per compiacere e farsi voler bene dalla persona amata. Peccato che in questo caso, la persona amata, ami davvero molto, molto poco. Alla base del tutto c’è una madre che teme e/o odia l’uomo ed, in ogni caso, ne è vittima. E’ facile pensare che mamma Houston sia stata, in qualche modo, sfruttata dal marito, e anche se nessuno ne ha mai parlato, probabilmente è stata anche maltrattata, dato che Marte parla volentieri di violenza. A rinforzare questa ipotesi c’è il divorzio fra i genitori della cantante avvenuto attorno al 1983. Di fatto, la cantante, secondo i principi dell’ “Eredità psicologico-familiare”, sembra ripetere, addirittura peggiorandolo, il destino materno.

Certo, il fatto che l’artista sia un Leone con Sole congiunto a Venere (complesso narcisistico?), trigono a Giove, alla Luna ed al Medio Cielo, può lasciare perplessi visto la vita che ha condotto ed alla fine che ha fatto,  ma solo guardando il tutto in modo superficiale. Ci si chiede: “come può essere che una donna tanto forte, tanto brava e tanto bella, si sia fatta infinocchiare da un tossicodipendente, alcolista e violento?”.  A parte gli aspetti sopracitati, sui quali bisognerebbe meditare, c’è la posizione di quel Sole nella casa 6^, una casa troppo piccola perché un Leone (a livello di personalità) possa brillare in tutto il suo splendore.  Non solo, quel Sole congiunto a Venere in casa 6^ subisce un’opposizione da parte del pianeta Saturno, che “destruttura” la personalità della Houston e ne massacra l’autostima. Sotto, sotto, l’artista non si piace affatto, e scegliendosi un uomo qualitativamente scarsissimo  placa il suo senso di inferiorità. La quadratura poi di Nettuno a quel Sole completa l’opera in modo nefasto. D’altronde, come può una persona riuscire (da giovane) a sfuggire ad un destino simile a quello della madre ed ad un compagno simile al padre? Un padre che ha sfruttato la figlia fino a farle causa per avere più danaro di quanto questa già non gli passava. Siamo nel 2002, Plutone comincia il suo lentissimo aspetto di trigono al Sole della cantante, un trigono che, fra l’altro, la porterà a vincere la causa e, successivamente, a liberarsi dal marito.

Purtroppo, essendo passata dall’immagine “brava ragazza, tutto palcoscenico e chiesa”, alla realtà di donna depressa, maltrattata, e dipendente dal alcool e droghe, la Houston, nonostante reiterati tentativi in tal senso, non si riuscirà a liberare dalle varie dipendenze che ormai la devastano. La sua carriera ne risente pesantemente e nonostante la sua incontestabile bravura inizia un rapidissimo declino.

Whitney, da un certo punto di vista, costituisce un cattivo esempio. A onor del vero, lei è stata la rappresentazione in grande (essendo famosissima) del come, una persona piena di doti, di successo, di danaro, non sia riuscita a sfuggire ad un destino familiare che era però scritto solo per la prima parte della sua vita, ma che aveva la possibilità di riscattare nella seconda. Non ne ha avuto la forza, il coraggio, la determinazione.  Qualcuno ha detto che è morta “sola”, come molti grandi artisti. Io non credo, lei non era sola, era semplicemente circondata da tante persone che erano però incapaci di sostenerla, vere e proprie sanguisughe che si cibavano della sua fama e del suo danaro. La quadratura di Nettuno,  e l’opposizione di Saturno al suo Sole hanno vinto su di lei e noi … l’abbiamo persa.




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