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ELYSIUM

a cura di Francesco Astore
 
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La stagione cinematografica 2013-2014 si apre con la fantascienza, genere che furoreggiava negli anni ’70 – ’80 ed è ritornato protagonista del grande schermo da diversi anni. Oltre gli effetti speciali, al di là delle lotte corpo a corpo, delle onnipresenti sparatorie (così tanto care al cinema americano), il più interessante, meglio costruito, politicamente impegnato di questi film recenti è senz’altro Elysium, opera del regista e sceneggiatore sudafricano Neill Blomkamp.

Ambientato in un remoto futuro nell’anno 2154, il film inizia mostrando un pianeta Terra appestato dall’inquinamento e gravato da una crescita demografica insostenibile, con la maggioranza della popolazione schiacciata da feroci ritmi lavorativi. In una generale condizione di semischiavitù, l’umanità è sprofondata in un cupo medioevo. Una minoranza di ricchi, invece, è felicemente albergata in una stazione spaziale orbitante (Elysium, appunto) e gode di un placido benessere in una sorta di paradiso terrestre dove ogni malattia (ma non la morte) è stata sconfitta, grazie ai prodigi di una tecnica avanzatissima che ha il suo punto d’arrivo in una capsula a disposizione in ogni abitazione e dove ogni essere umano può ritrovarvi la salute e la piena forma fisica. Nel sottostante mondo dei reietti, tuttavia, si organizza l’apparato produttivo. Nella ex Terra, parte “bassa” di questo sistema su due livelli distinti, si trova la manodopera. Qui si ha a che fare con materia inquinante, intossicante o, peggio, radioattiva. È grazie a una simile struttura che i privilegiati del sovrastante Elysium possono continuare a condurre la loro lussuosa esistenza e prosperare.

In questo scenario si muovono due personaggi contrapposti: l’ex criminale del mondo sottostante Max Da Costa (interpretato da Matt Damon) e il ministro della difesa Jessica Delacourt (interpretato da Jodie Foster). L’estremizzazione dei due protagonisti è totale: ciascuno dei due è preso a emblema dei mondi contrapposti che intende rappresentare.

Jessica Delacourt è la strenua conservatrice della dorata elite orbitante, impeccabile e durissima amministratrice del novello Eden. Comanda agguerrite navicelle pronte a uccidere chiunque, alzandosi in volo dalla Terra, violi lo spazio intorno alla stazione spaziale e osi penetrare clandestinamente in Elysium.

Max Da Costa è l’eroe poverissimo che, dai bassifondi di un pianeta Terra degradato, lancerà la sua sfida al potere costituito dall'alto, accedendo a Elysium con ogni mezzo possibile con lo scopo di servirsi della avveniristica capsula medica. Al disgraziato Max è stato infatti imposto dai micidiali padroni-schiavisti di manovrare un pericoloso macchinario radioattivo da cui è rimasto inesorabilmente contaminato. Non gli restano che pochissimi giorni di vita, come gli è gentilmente comunicato da un solerte robot addetto a questa operazione! E in questi pochi giorni Max si prefigge appunto di raggiungere Elysium e cercare di scivolare in una delle provvidenziali capsule mediche di cui ogni principesca dimora, ospitata sulla stazione orbitante, è dotata.

Ogni persona che abita la Terra è attratta da Elysium e spera di andarci (più o meno legalmente). Ma è soprattutto chi ha perso la salute a voler approdare nella salvifica stazione spaziale, costi quel che costi. Un esercito di infermi, zoppi, debilitati fisicamente e moralmente compone la massa della popolazione terrestre del 2154. Tra questi c’è una bimba gravemente ammalata di leucemia, la figlia di Frey, la donna amata da Max. Anche la bimba, dunque, necessiterebbe di immediato ricovero su Elysium.

Non svelerò il seguito e la conclusione di un film cui mi preme sottolineare l’interessante richiamo astro-sociologico alla realtà odierna, prendendo spunto da quella statunitense in cui è ambientato il racconto ma, allargandosi a livello mondiale anche agli altri Paesi dell’Occidente sviluppato (Europa e, tragicamente, come tutti sappiamo la nostra Italia) o Paesi in via di frenetico sviluppo (Cina, India, Brasile). Paesi che, se eccettuiamo quei pochi abitanti nella zona Scandinava (con basso, razionale incremento demografico) vivono tutti una drammatica condizione di default ovvero di “fallimento dello Stato” dove il pagamento dei debiti pubblici contratti risulta (o sta risultando) insostenibile. A fronte, va aggiunto anche, di una popolazione mondiale cui migliorate condizioni di esistenza consentono una speranza di longevità molto più alta che nei secoli precedenti.

Lo sfruttamento capitalistico che privilegia il benessere di pochi a scapito del sacrificio di molti riveste contenuto fondamentale in quest’opera cinematografica e, mentre scorrono le immagini fantascientifiche, ci ritornano in mente le morti bianche, i tanti incidenti sul lavoro che negli ultimi tempi si sono verificati con una frequenza impressionante in Italia e all’estero. Per rimanere nella nostra Penisola, basti pensare, due anni fa, al disastro della Tyssen-Krupp in cui sette operai rimasero bruciati dall’olio bollente, o ancora al crollo della palazzina di Barletta in cui cinque donne persero la vita.

Intanto, oltreoceano, si sta consumando una battaglia politica estenuante proprio sulla possibilità di accesso della popolazione statunitense alle cure mediche. Il noto shutdown, ovvero la chiusura del finanziamento della macchina statale USA (col congelamento dei fondi, 800 mila lavoratori non riceveranno più lo stipendio), è il risultato, tra l’altro, della battaglia per la riforma sanitaria (l'Obamacare) voluta insistentemente dalla Casa Bianca e ostacolata dal partito repubblicano. C’è da osservare che anche i conservatori hanno le loro ragioni, quando prospettano l’impossibilità di un reperimento delle risorse necessarie al fine di realizzare il sogno di uno Stato assistenziale per ogni cittadino: a una popolazione in crescita demografica esponenziale, all’invecchiamento della popolazione, si deve sommare un’esponenziale soddisfazione dei loro bisogni.
Basteranno quindi i finanziamenti richiesti da Obama per riuscire ad aiutare tutti?

Il timore dei Repubblicani è quello di trovarsi nella situazione dell’Europa (presa a modello da Barack Obama) che ha vissuto per anni al di sopra dei propri mezzi. Come una famiglia che ha speso quel che non poteva permettersi di spendere e attualmente si trova in questa condizione di impasse. 
Il Grand Old Party ha così proposto una dilazione: il via libera ai fondi per l’Obamacare un anno dopo l’entrata in vigore della contestata riforma sanitaria (prevista per il 1 ottobre di quest’anno). Ciò ha provocato la nota durissima reazione del presidente e della sua amministrazione.

Astrologicamente il segno delle masse della popolazione è rappresentato dalla Vergine, cosignificante della casa sesta-moltitudine.
Negli anni del boom economico in Occidente (gli Anni ’60 del secolo scorso), Urano e Plutone si congiunsero (eccezionalmente, la congiunzione avviene solo ogni centodieci/venti anni), proprio nel segno della Vergine, all’incirca dal 1962 fino all’esplosivo 1968. Ma questo fenomeno in sé non basterebbe, nessun elemento nella lettura dei transiti va preso singolarmente ma va sempre supportato da una visione d’insieme di tutti gli altri pianeti.

Nei favolosi Anni ’60, infatti, l’idealistico Nettuno transitava nel segno più eversore dell’intero Zodiaco, lo Scorpione, segno anche che è cosignificante della casa ottava-politica. Nettuno dallo Scorpione si collocò in posizione di felice sestile alla congiunzione Urano-Plutone in Vergine. Ecco che il sogno di un Welfare State (compreso di assistenza medica per tutti e di pensioni per tutti), si fece strada e, nel mondo occidentale, fu abbracciato più o meno entusiasticamente.
Tuttavia, forse, non furono prese tutte le misure necessarie affinché questa condizione ideale prendesse la direzione giusta, la giusta forma e soprattutto non ci fosse uno squilibrio dei conti tra entrate e uscite nei bilanci dei Paesi.
Il pianeta della razionalità logica, Saturno, negli anni in cui la congiunzione Urano-Plutone (al sestile di Nettuno), faceva vibrare le sue influenze (dal 1964 al 1967), si trovava all’opposizione, forse specificando una non adeguata copertura dei costi o, ancora, non prevedendo una possibile futura diminuzione della produzione (come ora sta avvenendo).

Seguendo il cammino dei rapporti Urano-Plutone osserviamo che i pianeti ribadiscono in un certo senso la loro iniziale alleanza nei successivi Anni ’70 quando si pongono in angolatura mediamente favorevole di semisestile dal segno della Bilancia dove transitava Plutone e dallo Scorpione dove era ospitato intanto Urano. Tale aspetto si formò grosso modo dalla fine del 1977 arrivando fino al 1980. I segni coinvolti hanno una grandissima importanza poiché rinforzano il sogno e “la promessa” di uno Stato giusto (Bilancia-giustizia, Scorpione-mutamento nell’assetto politico). Ma non basta ancora. Lo Zodiaco piazza negli Anni ’70 il terzo pianeta lento, Nettuno, nel segno del Sagittario, uno dei più autenticamente idealistici, a incendiare ancor più gli spiriti e a promuovere il sogno di un mondo migliore per tutti. 

Gli aspetti positivi tra Urano e Plutone proseguono ancora nei successivi Anni ’90 quando i due pianeti formeranno uno stabile, lunghissimo e corroborante aspetto di sestile, tra il Capricorno e lo Scorpione scivolando poi verso Aquario e Sagittario (1993 – 1997). La gestione del Welfare mostra le sue crepe ma la situazione in un certo senso “tiene” o pare tenere fino al momento attuale, quando i due pianeti formano, dopo moltissimo tempo, un aspetto negativo di quadrato che cominciato nel 2010 proseguirà con qualche interruzione sino al 2017, interessando i segni dell’Ariete e del Capricorno. Ricordo l’ultima volta che la quadratura si formò (e per un periodo più breve per via del passo molto più lento di Plutone): fu dal 1930 a inizio ’35 (nell’immediato periodo che segue la “grande depressione”), interessando di nuovo Urano in Ariete questa volta in aspetto negativo di quadrato a Plutone in Cancro.

Ora la recessione si ripropone con la stessa dinamica planetaria.

Riusciremo nella grande sfida di suddividere la “torta delle risorse” in parti più eque? 
Riuscirà l’avida minoranza a convincersi nel lasciare parte della sua ricchezza a una popolazione che ne ha ugualmente diritto?
Riusciranno gli Stati a ripianare le loro spese ad azzerare i fatali debiti accumulati?

Difficile in questo momento dare una risposta.

Il prossimo aspetto positivo si formerà soltanto tra il 2023 e il 2031 cominciando velocemente da Plutone che abbandona il Capricorno (uscendone nel 2024) e Urano nel Toro. Successivamente farà brillare tutta la sua forza fermandosi molto più a lungo tra i due segni d’Aria di Aquario e Gemelli.
Che un’aria nuova possa spirare sul pianeta Terra?
Ce lo auguriamo e speriamo che la Terra riesca ad arrivare “intatta” a questo prossimo appuntamento celeste.

Ritornando ad Elysium, nella ipotetica Los Angeles del 2154, polarizzando lo scontro tra i ricchi ben assistiti e protetti della stazione spaziale e i poveri della Terra contaminata, il film punta il dito sul diritto di ogni cittadino di ricevere cure mediche moderne, adeguate.

Come non vedere un lampante richiamo alla realtà degli Stati Uniti d’America (e quindi del mondo intero), nel 2013?
E nella prima scena del film in cui si annuncia una Terra sovrappopolata e, come logica conseguenza, pesantemente inquinata, come si fa a non scorgere lo squillante richiamo all’attualità di un pianeta allo stremo e al limite dell’accoglienza e del sostentamento per una dilagante marea di gente in crescita continua?

Lo Zodiaco, come spesso avviene, ci restituisce una visione limpida di quel che sta succedendo. Basta già la sola presenza di Nettuno nei Pesci a spiegarci le ragioni astrologiche profonde che stanno alla base dell’attuale realtà sociale. Nettuno, nel suo domicilio in Pesci, attiva il settore che gli è opposto dialetticamente: la Vergine. Salute e malattia, lavoro, crescita tecnologica, evoluzione del sapere scientifico e, infine, mutamento dei tempi, sono tutti termini inseriti nella simbologia zodiacale dell’asse Pesci – Vergine, asse attualmente molto stimolato dalla presenza di Nettuno nel dodicesimo segno.
Gli elementi trattati nel film sono leggibili, come si può vedere facilmente, nel transito nettuniano – pescino.

Se ci spingiamo un po’ più in là e analizziamo gli Stati Uniti, che sappiamo appartenere al segno del Sagittario, scopriamo come Nettuno si trovi in quadratura in questo momento al segno attribuito a quell’immenso Paese. La voglia di dare una svolta innovativa, dinamica, politicamente ardita, è spiegabile, invece, con il simultaneo trigono che Urano, transitante nel segno di Fuoco dell’Ariete, dà in questo momento agli States. Ma la pesante quadratura di Nettuno blocca l’evoluzione, rallentando i tempi e i modi e, soprattutto, colpendo le simbologie di salute/assistenza/medicina che sono implicite nel transito (scontro sull’Obamacare). 

In Elysium si delinea anche la dinamica del potere: un potere che vessa i deboli, che sfrutta gli ultimi della catena produttiva. Come si scopre guardando il film, infatti, lo scintillante edificio orbitante nello spazio è costruito sulle sofferenze degli indigenti, su uno spietato utilizzo di esseri umani. Ad entrare prepotentemente nella lettura astrologica di questa realtà è la dialettica Cancro – Capricorno, ciò che sta in basso (il Nadir oroscopico/fondo cielo casa quarta, il mondo di sotto), contro ciò che sta in alto (lo Zenit/medio cielo casa decima, il mondo di sopra).
I transiti attuali sollecitano in modo preciso anche questo asse poiché evidenziano il transito di Plutone nel Capricorno combinato con Giove nel Cancro. I poteri forti, spadroneggianti in ogni campo, da quello politico- finanziario- bancario a quello delle multinazionali, ma anche le imposizioni degli Stati sovranazionali sulle libertà dei singoli Stati, svelano la loro protervia con questi transiti planetari.

Elysium ha il merito di mettere in luce le contrapposizioni Cancro- Capricorno, Pesci-Vergine, ovvero le dinamiche del potere e la cura della salute, avvalendosi dell’interpretazione di due attori autentici cavalli di razza hollywoodiani: Jodie Foster e Matt Damon, calati alla perfezione, come dicevo, nei ruoli rispettivamente del perfido ministro Jessica Delacourt e dell’eroe dei poveri Max Da Costa.

Jodie Foster nasce a Los Angeles il 19 novembre 1962 alle ore 16,14. Il suo  tema natale miscela il diavolo con l’acqua santa: lo Scorpione, segno solare, si mescola al segno ascendente, ovvero il Sagittario. La componente scorpionica, ospitando ben quattro corpi celesti (oltre al Sole, Mercurio, Venere, Nettuno), è prevalente e decreta la trasgressività, il coraggio eversore e la piena espressione di sé che Jodie ha rappresentato nella vita e nello schermo. Interprete fin da giovanissima di film che sono entrati a far parte della storia del cinema (Taxi driver, 1976), la Foster ha ottenuto ben due Oscar per Sotto accusa (1988) e Il silenzio degli innocenti (1991). Il camaleontismo che le ha permesso di giocare su tanti tavoli, di mettere in scena tanti ruoli segnando i personaggi di una particolarissima intensità, le è dato dalla Luna in congiunzione a Urano e a Plutone nella innovatrice casa nona. L’impegno, l’autodisciplina, il professionismo sono regalati, invece, dal segno dove si trova la Luna: la Vergine.

Matt Damon nasce a Boston l’8 ottobre 1970 alle ore 19,22: è una Bilancia con ascendente Aquario. Attore magnetico e proteiforme, si immedesima facilmente nei personaggi un po’ fuori dalla norma e alienati come vuole il suo Sole accompagnato da Urano, Mercurio e Plutone nella “occulta” casa ottava (ricordo uno dei suoi film più famosi, Il talento di Mister Ripley del 1999 e il recentissimo Dietro i candelabri). Il suo fascino misterioso, lievemente distaccato, e la passione per le sfide sono, invece, appannaggio dell’algida Luna in Capricorno e casa dodicesima.

Uno sguardo obbligato, per terminare, su Neill Blomkamp, che cura il soggetto, la regia e la sceneggiatura di Elysium. Nato il 17 settembre 1979, ha Sole, Mercurio e Saturno in Vergine, segno che lo rende sensibile alle tematiche trattate nei suoi film. Blomkamp, infatti, anche nel precedente District 9 (2009), poneva in campo temi come l’apartheid e la xenofobia servendosi sempre della fantascienza. Il suo prossimo lavoro cinematografico segue il filone fantascientifico che il giovane regista ha dimostrato di saper genialmente rappresentare: intitolato Chappie, sarà girato completamente a Johannesburg. Interprete del film che racconterà la storia di un robot dotato di intelligenza artificiale e rapito da due gangster intenzionati a utilizzarlo per scopi criminali sarà l’attore australiano Hugh Jackman.




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