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LE PRINCIPALI DINAMICHE ALIMENTARI: ANORESSIA – BULIMIA. 1° PARTE

a cura di Lidia Fassio
 
Negli ultimi 20 anni un certo numero di adolescenti e di giovani donne sviluppano particolari dinamiche che sul piano esteriore hanno a che fare con l’alimentazione, ma, di fatto, hanno una radice molto più sottile e di tipo esclusivamente psicologico. Il cibo, infatti, è solo lo strumento utilizzato per manifestare e far emergere il disagio.

Anoressia e Bulimia sono manifestazioni sintomatiche di un solo problema anche se, nel comune modo di pensare, sembrano molto diverse l’una dall’altra: a livello psicologico infatti, le manifestazioni di un problema possono estrinsecarsi per “eccesso o per difetto” per “compensazione o privazione” e, nel nostro caso, il cibo può essere divorato in quantità enormi dalla bulimia, oppure totalmente rifiutato dall’anoressica.

In questo tipo di problema i confini tra normalità e patologia non sempre sono ben definiti perché, soprattutto in questo periodo storico, la magrezza anche eccessiva viene osannata e presa a modello di bellezza. Anche il digiuno però è stato usato molto, soprattutto in passato e nelle discipline spirituali, come mezzo per allontanarsi dalla materialità. Gesu’, molti santi, il Buddha, sono tutte figure che hanno “digiunato” per elevarsi spiritualmente; figure invece come Gandhi lo hanno usato “contro qualcuno”, in modo da “far cedere quel qualcuno”.
Rifiutare il cibo in ogni caso ha un forte impatto sulla psiche delle persone perché indica la “rottura di un legame fondamentale”; infatti il cibo rappresenta un legame fondamentale sia sul piano fisico che su quello psicologico.

Nella bulimia generalmente non è visibile alcun segno esterno: la donna, pur essendo ciclicamente preda di alimentazione compulsiva riesce a mantenere il controllo esterno del peso grazie ad un rapporto molto singolare con il cibo; questa patologia può perdurare anche per molto tempo senza che il mondo esterno, i conoscenti o gli amici possano rendersene veramente conto. Le bulimiche generalmente scelgono di vivere sole, in questo modo possono apparire assolutamente normali nel sociale e al lavoro perché vivono la loro “compulsione” in perfetta solitudine fra le mura domestiche.

Le dinamiche alimentari - almeno inizialmente - si possono nascondere e confondere con le diete, oppure nel culto di una immagine “di moda” e spesso anche dietro ad un ideale assolutamente falsato di “salute e di fisicità” accettato e ostentato da tutta la nostra società occidentale.
In effetti, uno dei grossi problemi della nostra epoca è quello di aver perso il senso del benessere del corpo per cui molte persone si costringono ad andare in palestra, fanno footing in maniera demenziale, non mangiano, si privano praticamente di qualsiasi forma di gratificazione e di piacere personale non per una questione di “salute”, ma per una questione di “immagine”; moltissime persone non pensano a “sentirsi in forma”, ma solo ad “apparire in forma”, ovviamente, l’ideale a cui si ispirano è quello alla moda, quello delle modelle per intenderci, per cui vogliono un corpo magro, tonico, elastico e muscoloso, possibilmente compatto, in grado di muoversi a comando: in poche parole trattano il loro corpo come se fosse una macchina che deve risponde ed eseguire ciò che la testa impone e, soprattutto, un corpo che non deve mostrare cedimenti o imperfezioni.

Desidero precisare che sotto il nome di “anorexia nervosa” si trovano due sottocategorie di persone:
quelle affette da bulimie e vomiti in cui i soggetti presentano iperfagie incontrollate accompagnate da comportamenti che tendono a prevenire con mezzi assolutamente efficaci anche se dannosi l’aumento di peso non voluto: tra questi il vomito provocato, l’uso di lassativi e diuretici e l’iperattività fisica;

quelle invece affette dal tipo restrittivo in cui non ci sono episodi di iperfagia ne’ comportamenti compensatori, ma solo una continua e graduale rinuncia al cibo.

Queste patologie sono in continuo aumento nei paesi occidentali mentre sono praticamente assenti nei paesi del terzo mondo, in Asia e in Sud America.
E’ evidente dunque che da un lato si inseriscono nelle patologie dei paesi ricchi poiché sono praticamente sconosciute dove c’è carenza di cibo; dall’altro, queste sindromi, segnalano che c’è qualcosa di perverso e di disfunzionale nei nostri sistemi di vita.
Un altro punto da sottolineare è che si tratta di malattie che non hanno cause organiche: nonostante i molteplici sforzi e i più moderni strumenti di analisi non si sono riscontrate alterazioni patogene ne’ degenerazioni dei tessuti o delle cellule: in pratica questo da’ la certezza che l’anoressia e la bulimia sono malattie con cause psichiche in cui la personalità dei soggetti interessati, la loro interpretazione della realtà e la costellazione familiare giocano un ruolo decisivo nell’ esprimersi attraverso questo sintomo.




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