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BRIGITTE BARDOT : VOLONTÀ DI FERRO, PIGRIZIA D'ACCIAIO

a cura di Luna
 
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Ma chi è veramente Brigitte Bardot? Un mito senza tempo? Una mangiatrice di uomini? La classica bellezza senza cervello? Ho letto la sua autobiografia per potermene fare un’idea, per capire cosa c’era oltre la facciata, per capire se avesse rispettato i dettami di comportamento e di vita che il suo tema natale le ha proposto. Cominciamo dal presente, anziché dal passato, cosi capiamo cosa è diventata e poi, esaminando il passato, ne scopriremo il perché.

Dice che l’unico vantaggio nell’invecchiare è quello di non morire giovane. Afferma di avere una volontà di ferro ed una pigrizia d’acciaio. Odia l’arte tribale, detesta gli egittologi, le pietanze troppo speziate ed il rumore, a meno che sia lei stessa a provocarlo. Ama la natura, la calma, la semplicità ed il silenzio. Compie 80 anni e non le importa un fico secco dei festeggiamenti che tutto il mondo le tributerà. La sua unica speranza, in tal senso, è che questi festeggiamenti, sensibilizzino i vari governi ad abolire la crudeltà sugli animali. Infatti alla domanda “che regalo vorrebbe per il suo compleanno?” risponde: “L'unica cosa che desidero è una legge per vietare la macellazione rituale, impedendo che gli animali siano uccisi senza essere prima storditi. È una barbarie inaccettabile. Solo il governo potrebbe darmi questo regalo. Ma so già che non lo farà". Vive isolata, circondata da una cinquantina di animali di diverse specie, rifugge da luci e riflettori oltre che dalle persone. Quando le chiedono che animale vorrebbe essere, risponde decisa: “Un cavallo selvaggio, libero, capace di correre lontano dagli uomini”.

La donna dietro il personaggio è decisamente diversa dalla B.B. dei rotocalchi, da questa icona del novecento, da questa antidiva, diventata diva quasi per forza. Ma non adesso, alla soglia degli ottant’anni. Da sempre.

Brigitte nasce a Parigi il 28 Settembre 1934 alle 13.15. Non c’è proprio di che stupirsi se l’icona della bellezza del secolo scorso appartenga di fatto e di diritto al segno della Bilancia.
Apparentemente la sua infanzia sembrerebbe tutta rose e tulle, ma se leggete la sua storia, soprattutto quella dei suoi primi anni, capirete che non è così. La sua è una famiglia borghese, una stirpe di imprenditori. Genitori facoltosi, il padre Louis Bardot è un ingegnere, e la madre Anne Marie Mucel è una bellissima donna appartenente alla borghesia parigina. Vive i primissimi anni adorata dai genitori, dai nonni e da Dada, la bambinaia italiana. Piccolo aneddoto: essendo quasi sempre affidata alla bambinaia, Brigitte, parlava molto meglio l’italiano che non il francese.  Certo, quel Saturno in casa 2^  opposto a Marte in casa 8^  fa seriamente pensare ad una sindrome d’abbandono, ad una seria mancanza di sicurezze sviluppata entro il primo anno di vita, visto che la madre, l’ha lasciata quasi totalmente affidata a Dada. In ogni caso, tutto va abbastanza bene fino ai 4 anni, l’età  in cui si è sentita franare la terra sotto i piedi. Il ricovero d’urgenza in ospedale per un’appendicite acuta ed il conseguente allontanamento dalla casa di famiglia, la terrorizzano, ma non è nulla rispetto al suo ritorno fra le quattro mura domestiche, dove troverà ad accoglierla una nuova sorellina: Mijanou.

Un patuffolo rosa ed urlante che le ha rubato definitivamente il posto fra le braccia dell’adorata (e già poco presente) madre. Se guardiamo il suo tema natale, quell’Urano collocato in casa IV, opposto a Mercurio e quadrato a Plutone, ne parla a chiare lettere. Un trauma (Urano) causato da un fratello/sorella (opposizione di Mercurio) che le toglie il potere (quadratura a Plutone). Da quel momento la vita di Brigitte cambia radicalmente. Passerà tutta la prima parte della sua vita nel tentativo (fallimentare) di riconquistare il primo posto nel cuore dei genitori. Diventa quindi ribelle, diversa, scontrosa, insomma il classico atteggiamento dei bambini quando tentano a tutti i costi di conquistare l’attenzione. Esasperata, la madre, dichiara, di avere solo una figlia: Mijanou, ed obbliga Brigitte a chiamare lei ed il padre con la formula di rispetto: “Voi madre, Voi padre”. Una forma verbale di tale distacco da segnare profondamente la bella Brigitte. A proposito di bellezza, la Bardot non si è mai piaciuta (Venere quadrata all’ascendente), si è sempre sentita fuori posto, impacciata e poco affascinante. Gli anni trascorsi a studiare danza classica l’hanno molto raffinata dal punto di vista del portamento, conferendole una seducente armonia e flessuosità nel movimento.

Nel frattempo scoppia la guerra e B.B. viene sballottata fra Milano, la campagna francese e Parigi. Un andirivieni traumatico per la piccola, che riferendosi alle fughe nei rifugi durante le incursioni aeree nemiche, dichiara ancora oggi che quando sente una sirena  riprova la stessa folle paura di allora.

La sua adolescenza è costellata da delusioni e da abbandoni. Dada, la sua amata bambinaia, due nonni venuti a mancare, i genitori, molto più innamorati della sorella che di lei, considerata inappropriata e ribelle. Certo, ai nostri occhi di persone adulte, non sono episodi molto importanti, ma se ci mettiamo nei panni di una bambina che si sente non all’altezza, e conseguentemente respinta, rimproverata e rifiutata, il tutto assume una dimensione diversa.
Penso a quella Venere in Vergine, un’espressione d’amore e di valore che dice a chi la possiede che non saremo amati per ciò che siamo, ma per quello che facciamo e come lo facciamo. Una Venere che caratterizzerà la vita affettiva della Bardot. Penso anche a quella Luna Gemelli in casa 6^ quadrata Nettuno. Ora,  il segno dei Gemelli, per quanto fra i più intelligenti dello zodiaco, non può certo definirsi il più stabile e costante. Se poi vi inseriamo una Luna quadrata a Nettuno, abbiamo un’emotività, una reazione istintiva agli accadimenti, davvero fuori dalla norma. 

Insicurezze, ricerca di valore ed approvazione, si scontrano con la follia nettuniana, dando luogo ad un’isterica ricerca di un mondo emotivamente perfetto. Una Peter Pan al femminile, senza uno straccio di pensiero felice in grado di farla volare davvero.

Facendo ricerche ho quasi sempre sentito parlare (o scrivere) della vita dissoluta di Brigitte in fatto di matrimoni, amorazzi ed avventure varie. La descrizione di una donna che salta da un matrimonio all’altro, da un amore all’altro, da un’avventura all’altra senza soluzione di continuità. A nessuno viene in mente che troppi amori equivale a nessun amore?  Non sorge sospetto che questa infinita ricerca di emozioni forti, sia solo e semplicemente una ricerca di valore, di approvazione, di accettazione? Ma la vogliamo finire di guardare solo la superficie e di ignorare totalmente cosa si nasconde “sotto il tappeto”?

La Bardot è la perfetta rappresentazione di una Venere deviata. Questa Dea dell’amore, che in realtà (ripassiamoci bene i miti) se ne infischiava allegramente di regole, convenzioni ed apparenza. Quando le piaceva qualcuno se le prendeva, mollando marito, figli,  amanti e fan’s club vari, ad ogni piè sospinto. Venere è l’espressione dell’amore libero da qualsiasi vincolo, spinta solo dalla ricerca del piacere, e non solo quello fisico. Non dimentichiamoci il motto del pianeta Venere: “Io scelgo”.

Brigitte ha scelto, consapevolmente o meno, di essere la rappresentazione della libertà, la prima donna “moderna”che ha sbandierato la propria autonomia dalle regole sociali imposte alla donna da millenni.
La sua è stata una “Presa della Bastiglia” nel campo del comportamento, della moda, dell’indipendenza affettiva e sessuale. Il tutto, in un momento storico dove mostrare l’ombelico costituiva uno scandalo di dimensioni planetarie. Che poi, come molte delle persone caratterizzate da un’infanzia difficile, dietro le persone da lei amate, ci sia stato il fantasma di una madre e forse anche di un padre da riconquistare, e da cui essere amata ed accettata,  fa parte del suo percorso di vita.

Una donna affascinante, bellissima, incostante e profondamente infelice. I suoi molteplici tentativi di suicidio (se ne contano almeno 3) non sono mai dipesi da amori infelici ma da un’esistenza di cui non vedeva lo scopo, da cui non aveva mai ottenuto la sospirata serenità. Era stordita ed annullata dall’inutilità della fama, della ricchezza, del successo. Ha avuto davvero tanto Brigitte, ma non ha mai trovato ciò che cercava.

Nel 1973 a 39 anni decide che ne ha abbastanza di tutto e di tutti e si ritira dal mondo folle e patinato del cinema. Astrologicamente parlando in quel periodo Plutone era congiunto al suo Sole Bilancia, provocando un cambiamento profondo dentro di lei, una volontà di ricerca dell’Io, il desiderio di capire e di capirsi. Complice del tutto anche la quadratura da parte di Saturno in Cancro al Sole stesso. Un duro esame di realtà, quello determinato da Saturno quadrato al Sole. Cadono le maschere, e nello specchio non vediamo più ciò che crediamo di essere, ma solo ciò che siamo in realtà. Spesso quello che vediamo non ci piace ed è lì che siamo invitati a cambiare, a prendere decisioni drastiche. La Bardot lo ha fatto, e ha mollato le redini di una vita che non ha mai sentito sua, che non mai sentito vera.

Si rifugia nel suo eremo privato, la Madrague, una tenuta comprata molti anni prima nei dintorni di Saint Tropez.
Lì si dedica all’unica “cosa” che abbia veramente amato e dalla quale ha ricevuto un puro, incondizionato amore: gli animali.

Nel 1986 crea la "Fondazione Brigitte Bardot per il Benessere e la Protezione degli Animali" finanziandola con 3 milioni di franchi, raccolti vendendo all'asta numerosi oggetti personali, compresi i gioielli. Per tutti gli anni seguenti sarà a livello mondiale una delle più influenti attiviste dei diritti degli animali, nonché tenace oppositrice al consumo della carne di cavallo.

Considero importante anche il fatto che, pur avendone la possibilità, non abbia mai ricorso alla chirurgia estetica per mantenere la propria incredibile bellezza. Ha preferito coltivare una bellezza interiore. Ha scelto la sostanza al posto dell’apparenza.

Ora, il mondo si ricorda di lei, i giornali ne parlano, la televisione le dedica dei servizi speciali. I suoi ottanta anni sono importanti. Lei li ha vissuti pienamente, soffrendo, amando, viaggiando alla disperata ricerca di un’isola felice. Forse l’ha trovata alla Madrague, circondata dai suoi amatissimi animali, da un marito che l’ha capita ed accettata e, perché no….dalla pace.

Cara Venere moderna, i nostri migliori auguri perché tu continui ad essere ciò che sei stata capace di diventare: un esempio di coraggio e di scelte libere.




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