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LA GENERAZIONE 1964-'66

a cura di Fabrizio Cecchetti
 

Sono sempre di più quelli che stanno cominciando a capire che la crisi attuale non è come le altre già avvenute in passato. Contrariamente a quanto vanno sostenendo con estrema miopia i mass-media e i governi di mezzo mondo, il dissesto che vediamo non è riducibile a mere cause economico-finanziarie; e non è nemmeno delimitabile a pochi e “inaffidabili” paesi, come la Grecia, la Spagna o l’Italia. Affonda piuttosto le radici in uno squilibrio sistemico, multi-fattoriale e non lineare ben più esteso e profondo. E’ il risultato, cioè, di fenomeni apparentemente lontani tra loro, eppure interconnessi e interagenti, come l'esaurimento delle risorse, la devastazione dell'ambiente, l'inquinamento, il cambiamento climatico, le migrazioni incontrollate, la globalizzazione selvaggia che stanno incidendo e incideranno sempre più sulle nostre tasche, sul nostro stile di vita e persino, temo, sui nostri diritti democratici, sulla nostra aspettativa di pace mondiale.

La cupa incertezza odierna è stata certamente innescata nel 2007-‘08 dai soliti meccanismi perversi dell'alta finanza, come successe alla fine degli anni '20, questa volta, però, la “bolla” è scoppiata a causa di uno scenario assai più complicato di quello in cui fallirono i mercati un'ottantina di anni fa.
Ora ci troviamo a dover fare i calcoli economici con un pianeta Terra così stressato, indebolito e svuotato da obbligarci a compiere nel giro di pochi anni una scelta drammatica: continuare imperterriti la corsa sfrenata al profitto e allo sfruttamento intensivo delle risorse, pensando ottimisticamente che non ci sarà alcuna catastrofe prossima ventura? Oppure rinunciare al nostro modello di crescita infinita per allontanarci decisamente dal baratro, pur sapendo di dover con ciò diminuire il nostro alto tenore di vita?

Finché non avremo la chiara consapevolezza dell’incombente pericolo che ci sovrasta, ossia il collasso globale delle fonti da cui trae linfa la nostra civiltà, il passaggio a un nuovo sistema socio-economico subordinato ai limiti delle risorse e dei cicli naturali resterà, purtroppo, un miraggio.

In attesa di completare questo duro, ma necessario, ritorno alla realtà cerchiamo di entrare nella mente della generazione che più di ogni altra sembra essere coinvolta nel travaglio di questa crisi epocale: quella degli uomini e delle donne che hanno compiuto o compiranno entro due o tre anni il mezzo secolo di vita. Mi riferisco, ovviamente, alla generazione nata tra il 1964 e il 1966 e cioè durante il massimo perfezionamento della famosa congiunzione Urano-Plutone nel segno della Vergine.

Il motivo astrologico che unisce in profondità queste classi alla complicata fase storica odierna è la formazione del quadrato crescente Urano-Plutone ancora in corso, ossia il primo e naturale sviluppo critico della loro poderosa congiunzione natale.

In un certo senso era già scritto nelle stelle che i nati in quel triennio avrebbero dovuto affrontare, verso i 45-55 anni, una crisi molto grave sul piano lavorativo, economico e sociale. Il ciclo Urano-Plutone a cui sono intimamente legati fin dalla nascita ha iniziato la sua fase dissonante intorno al 2008-'10, e la terminerà completamente solo alla fine del decennio in corso. 
Se poi aggiungiamo che questo grande ciclo planetario è correlato da secoli alle vicende mondiali del sistema socio-economico più efficiente mai creato (basato sull’utilizzazione organizzata uraniana delle risorse minerali e finanziarie plutoniane), ossia il capitalismo, si capisce bene perché questi nativi si trovino così colpiti e spiazzati dalla crisi attuale.

Qualcuno, giustamente, potrebbe contestare che questa ristretta fascia generazionale non è certo l’unica a subire i danni della crisi e tanto meno la sola a doversi assumere la responsabilità morale di ciò che sta accadendo. In effetti, prima di essa ci sono state varie generazioni ben più colpevoli e poco lungimiranti che hanno inaugurato il consumismo e la ricerca del profitto dissennati di adesso; mentre ce ne sono altre nate successivamente ancora più innocenti che saranno, purtroppo, destinate a essere maggiormente penalizzate nel prossimo futuro.

Il preciso e spietato meccanismo a orologeria dello Zodiaco, tuttavia, sembra indicare che è soprattutto questo gruppo generazionale nato a metà degli anni ‘60 a possedere i numeri e gli strumenti (stretta congiunzione Urano-Plutone natale) per far compiere alla società il passo decisivo verso la grande transizione. L'unico problema è che, a tutt’oggi, questo folto insieme di persone non pare dimostrare ancora chiara coscienza del compito cui è chiamato a svolgere.

Ora, se vogliamo comprendere i motivi di questa acquiescenza e inconsapevolezza, dobbiamo farci un quadro sufficiente della psicologia di questi nativi, esaminando non solo la potente congiunzione in Vergine, bensì anche le simultanee posizioni di Nettuno e Saturno.
All’epoca entrambi i pianeti si trovarono ospitati più o meno continuativamente negli ultimi due segni d'Acqua e spesso in trigono tra loro: Nettuno oscillante nei gradi centrali dello Scorpione e Saturno circolante lungo i trenta gradi del segno dei Pesci; quasi che lo Zodiaco volesse controbilanciare con la sensibilità, l'emotività e la fantasia lo strapotere dei valori Terra verginei concentratisi in modo ossessivo sulle piccole cose quotidiane e sui vari compiti da eseguire diligentemente.
In base a quest’ultima osservazione si può già desumere la principale ragione temperamentale che impedisce a questa particolare fetta generazionale di comprendere il proprio ruolo cruciale nel contesto storico corrente.
Si tratta, in poche parole, dell'eccesso di attenzione per i dettagli e per la realtà concreta immediata, suggerito dalla congiunzione Urano-Plutone in Vergine.

L’istinto naturale (Plutone) di questi nativi ormai cinquantenni o quasi, è infatti quello di limitare i propri interessi soltanto a ciò che può servire loro nel tempo presente (Urano) e non in un futuro lontano (Vergine segno dell’esilio di Nettuno). Tendono, cioè, a non guardare troppo al di là del loro naso. Inoltre, l’istinto che li guida è anche un po’ quello dell’animale gregario e conformista che tende a seguire pedissequamente i modelli sociali dominanti (Vergine).
Ora, essendo nati e cresciuti nel cuore degli anni ’60 e dunque proprio nel corso di una delle più febbrili e capillari fasi dell’industrializzazione capitalistica (Urano-Plutone in Vergine), caratterizzata anche da una grande efficienza organizzativa sul piano collettivo, istituzionale e democratico (Vergine-massa-burocrazia), questi individui sono in gran parte convinti di vivere in una società del tutto funzionale, normale e fondamentalmente indefettibile, perpetua (Vergine-invariabilità-routine).

Non tutti, però. Alcuni tra loro sono afflitti da dubbi ed ansie più che legittime in merito alla supposta perfezione e perennità del sistema socio-economico iper-tecnologico nel quale sono costretti a vivere un po’ da emarginati (Saturno in Pesci-solitudine opposto a Urano-Plutone in Vergine-moltitudine). Se costretti a riflettere seriamente sulle cose, in realtà, anche i nativi più industriosi e integrati di questo segmento generazionale finiscono per perdere più spesso di quanto si creda le loro certezze, mettendo in discussione le loro concezioni utilitaristiche, il senso stesso della loro frenetica laboriosità (Urano-Plutone in Vergine lesi da un severo Saturno in Pesci).

Durante gli ultimi cinquant’anni sono stati numerosi e importanti i transiti nel Sagittario che hanno messo progressivamente in crisi il bisogno di punti fermi e di stabile inserimento lavorativo dei nati a metà del sesto decennio del secolo scorso. Passaggi come quelli di Nettuno negli anni ’70, di Urano negli anni ’80 e di Plutone a cavallo degli anni ’90 e 2000 hanno generato, infatti, un grande ampliamento degli orizzonti in cui muoversi, ma anche un gigantesco rimescolamento delle regole e dei confini a livello mondiale. Un immenso processo sagittariano di globalizzazione che ha finito per provocare fenomeni, non solo di crescita della ricchezza, ma anche di confusione sociale, di disuguaglianza economica, e soprattutto di precarizzazione dell’impiego (Sagittario quadrato alla Vergine-lavoro), specialmente in Occidente. Vittime di questa vasta e caotica trasformazione sagittariana del mondo sono stati certamente i nativi esaminati,   perché ha avuto l’effetto di disorientarli e di renderli molto sospettosi del grande cambiamento in atto, e perfino molto diffidenti nei confronti del diverso da sé (Vergine-conservatorismo quadrata al Sagittario-esterofilia). Molto di più di quanto lo erano all’origine (Nettuno radicale simbolo di metamorfosi e difformità in Scorpione completamente positivo).

La gigantesca mutazione globale di cui siamo tutti testimoni, e nella quale sono compresi i fenomeni di degrado ambientale e climatico, oltre che di esaurimento delle risorse, non è un processo facile da metabolizzare. Occorre avere un Nettuno molto favorevole, ossia uno spirito di adattamento alle circostanze a prova di bomba.
Ebbene, nonostante un certo immobilismo reazionario di fondo (dettato dai forti valori Vergine), questi nativi sono dotati di una capacità di adeguamento alle situazioni e alle differenze culturali davvero sorprendente, tanto più elevata quanto più forti e intricate sono le difficoltà da superare (Nettuno sontuoso in Scorpione-complicazioni). Di solito non si tiene conto di questo lato nascosto ed elusivo del loro carattere. Dietro lo schermo di una perfetta e a volte scialba normalità, infatti, celano uno spirito inquieto e ambiguo che li rende molto più ribelli e trasgressivi di quanto si pensi (Nettuno in Scorpione); ma anche pronti a fuggire dalle sicurezze protettive che si sono costruiti attorno se le circostanze lo richiedono (Plutone-Urano in Vergine sestili a Nettuno in Scorpione). Dato il temperamento cauto e misurato di base, prima di avventurarsi verso l’ignoto  essi devono percepire che la situazione in cui si trovano è quasi disperata e non c’è alcuna alternativa se non tentare qualche cambiamento sociale rivoluzionario (Nettuno-trasformazione in Scorpione-dramma-precarietà).

Il periodo travagliato che stiamo vivendo sembra fatto apposta per innescare una reazione di tipo sovversivo che sonnecchia nel loro intimo perlopiù sotto forma di fantasie ed aspirazioni (Nettuno radicale come immaginazione in Scorpione-eversione). Quando è cominciata l’accelerazione del processo degenerativo finanziario che ha portato all’esplosione della crisi attuale, Urano stava percorrendo, non a caso, il segno dei Pesci (2003-‘10), cioè al trigono del loro Nettuno scorpionico. Anzi, proprio nel corso di questo passaggio planetario, essi hanno avuto la prova inconfutabile che i loro timori più pessimisti circa una catastrofe globale imminente non erano affatto frutto del delirio, bensì di una valutazione realistica, seppure intuitiva, dei fatti (transito di Urano sul Saturno radicale come simbolo della ragione in Pesci-presentimento). Da notare che il crollo di Wall Street del 2008, ossia il fallimento a catena delle maggiori banche d’investimento americane, coincise con l’inizio esatto dello stesso aspetto planetario giacente nei temi dei nativi esaminati: l’opposizione Urano-Saturno.

Sicché possiamo concepire la riproduzione del medesimo fenomeno celeste dopo 44-45 anni, seppure a posizioni invertite, come l’attivazione del relè che ha fatto scattare il meccanismo di una bomba ad orologeria preparata con cura a metà degli anni ’60. Una bomba posta sotto il “sedere” delle classi che avevano meglio assecondato il sistema economico basato sul profitto a brevissima scadenza, pur sapendo nebulosamente di dover prima o poi saltare in aria con esso (Plutone-Urano congiunti in Vergine opposti a Saturno in Pesci).

E non basta, poco tempo dopo l’uscita di Urano, nel 2012, subentra in Pesci il pianeta prediletto del segno: Nettuno. Un ingresso che ha ripreso in grande stile l’opera di disfacimento del sistema socio-economico semi-statalista maturato negli anni ’50-’60 del secolo scorso (Nettuno in Pesci opposto virtualmente alla vecchia congiunzione Urano-Plutone in Vergine). Ci ritroviamo di fronte, in sostanza, alla continuazione trionfale di un processo storico che scioglie ogni limite e confine, ogni categoria sociale e collettività identificabili, e che quindi “liquida” in nome della libertà e del liberismo economico qualsiasi traccia di quel senso di ”normalità” che si era fissato nella mente dell’uomo occidentale mezzo secolo fa (ancora Nettuno in Pesci opposto alla vecchia congiunzione Urano-Plutone in Vergine). E’ quasi superfluo sottolineare che le vittime preferite di questo processo nettuniano di disgregazione e fluidificazione della società (ma anche della psiche) sono proprio i nati a metà degli anni ’60 (Nettuno in Pesci ostile ai valori radicali verginei). Eppure, questo passaggio nettuniano sta stimolando (e stimolerà ancora) in modo propositivo anche la componente nettuniano-scorpionica di questa generazione, ossia il desiderio che essa ha di cambiare e trasformare il mondo sfidando i pericoli e ribaltando i rapporti di forza contrari (Nettuno in Pesci favorevole al Nettuno in Scorpione radicale). Pertanto si può ipotizzare che nel corso dei prossimi anni si attiverà senz’altro il lato trasgressivo e rivoluzionario dei suoi nativi, specialmente nei pochi soggetti che hanno avuto da sempre un atteggiamento critico verso la società del profitto e la connessa tecnocrazia, oppure in coloro che hanno perso tutto e non sanno più a che santo votarsi per rimettersi in carreggiata (transito di Nettuno in congiunzione sul Saturno natale in Pesci). Si può ragionevolmente pensare, cioè, che apriranno le loro menti a concezioni e ideologie alternative, volte per esempio ad abbandonare il materialismo meschino che tanto li ha caratterizzati finora in favore di una ricerca quasi francescana del trascendente (transito di Nettuno-misticismo in congiunzione sull’ascetico Saturno natale in Pesci).   

Chi si aspetta, però, da questa generazione (e anche da quelle nate poco prima e poco dopo) una levata di scudi talmente massiccia da poter dare impulso alla tanto auspicata transizione entro i prossimi anni, potrebbe rimanere profondamente deluso.

La quadratura tra Urano in Ariete e Plutone in Capricorno tuttora imperante, anziché smuovere i nativi in questione, li sta frenando e forse bloccando. Basta riflettere su alcuni elementi basilari messi in campo da tale aspetto. Pensiamo innanzitutto al feroce braccio di ferro ingaggiato nella psiche collettiva dall’istinto creativo-affermativo (Plutone) per piegare la volontà pratico-realizzativa (Urano) ai propri oscuri fini; una prova di forza riscontrabile, ad esempio, nel tentativo del potere finanziario (Plutone) di sottomettere in questo particolare momento storico il settore produttivo (Urano) ai propri interessi. Data la sintonia dei nativi in esame con il complesso archetipico Urano-Plutone, possiamo dedurre che essi si sentano attualmente molto frustrati e quasi paralizzati dall’indecisione. Le loro pulsioni vitali più profonde, inoltre, si sono sintonizzate sulle frequenze del transito di Plutone in Capricorno al magnifico trigono della loro congiunzione natale in Vergine, ahimè, senza conferire le motivazioni necessarie per indurli al grande cambiamento di rotta. Anzi, potremmo dire che tali pulsioni primordiali, essendo capricornicamente rivolte alla difesa spietata del potere e della ricchezza, finiscono per radicarli ancora di più ai loro piccoli interessi egoistici, alle loro miopi concezioni utilitaristiche.

Nemmeno la posizione di Urano in Ariete sembra essere, a dire il vero, un pungolo adeguato a motivarli per prendere decisioni illuminate. Il pianeta qui costituisce una fenomenale spinta propulsiva per intraprendere nuove e audaci imprese, per aprire vie mai battute prima, tuttavia chi si lascia trascinare dalla sua energia iniziatrice rischia ora di sbattere la testa (Urano in Ariete-cranio leso) contro il muro di diffidenza eretto da quelli che avrebbero le risorse ma non sono disposti a concederle (Plutone in Capricorno sfavorevole). Per di più, Urano nel primo segno dello Zodiaco non si coniuga molto bene né con i valori verginei, né con i valori scorpionici dei nativi, sebbene ci siano dei punti in comune con entrambi. Il lato vergineo del loro carattere è certamente attratto dal bisogno impellente d’imporre l’ordine e la disciplina di stampo militaresco che ha qui il pianeta, ma al contempo non sopporta la sua impazienza e spericolatezza. La parte scorpionica, viceversa, all’inizio rimane affascinata proprio dal coraggio sfrontato e arrabbiato che questo astro esprime in Ariete, ma poi se ne disinnamora abbastanza presto perché scopre in esso dei difetti di astuzia e strategia imperdonabili.

Se questa analisi di tipo astro-psicologico è valida, dobbiamo concludere che la generazione venuta alla luce una cinquantina d’anni fa, nonostante si prepari ad accogliere interiormente una metamorfosi per certi versi inaspettata del mondo (transito di Nettuno in Pesci trigono al Nettuno in Scorpione natale, ma opposto alla loro congiunzione Urano-Plutone in Vergine), non è ancora pronta a cambiare intenzionalmente e concretamente le cose.

E non lo sarà neppure quando Urano uscirà dall’Ariete nel 2018-’19 per soggiornare regolarmente in Toro altri sette anni. Come già spiegato più sopra circa il passaggio di Plutone in Capricorno, anche Urano in Toro suggerirà ai nativi di questo segmento generazionale di resistere al cambiamento, anziché di incoraggiarlo (opposizione al Nettuno in Scorpione natale); di continuare, cioè, il cosiddetto business-as-usual che tanto li rassicura, al limite spruzzandovi sopra un po’ di green-economy, giusto per tacitare i propri sensi di colpa ecologici (trigono alla congiunzione Urano-Plutone in Vergine e sestile a Saturno in Pesci natali).

Una difesa dei propri beni e del proprio clan (transito di Urano in Toro) destinata all’insuccesso, ovviamente, perché non terrà opportunamente conto dell’esaurimento delle risorse facilmente accessibili e quindi dell’impossibilità di mantenere la crescita economica infinita in un sistema finito come quello terrestre. La resa definitiva all’evidenza dei fatti, non solo di questa generazione, ma del mondo intero avverrà probabilmente intorno al 2020-’21, e cioè al tempo della notevolissima riunione astrale Giove-Saturno-Plutone in Capricorno, seguita prontamente dal quadrato tra Urano in Toro e la congiunzione Giove-Saturno in Aquario. Sarà forse in quel momento che si toccherà davvero il fondo della lunghissima depressione mondiale cominciata nel 2008-’09, stemperata appena dall’ormai imminente, quanto temporanea, ripresa americana del 2015-‘16 (dovuta al largo trigono a stella tra Giove in Leone, Saturno in Sagittario e Urano in Ariete).

Solo dopo una fase così tetra e angosciosa da far temere il peggio, ossia la fine stessa della civiltà urbana e industriale come la conosciamo oggi, ci saranno le condizioni per una riconsiderazione radicale del nostro modello socio-economico capitalistico. E perché no, anche i presupposti per un riadattamento profondo delle propensioni psicologiche e comportamentali dei nati negli anni 1964-’66.

Tra un decennio o poco più il calendario celeste offrirà, infatti, a questa generazione, ormai quasi sessantenne, un prodigioso trigono Urano-Plutone che si stabilirà rispettivamente tra i Gemelli e l’Aquario (supportato tra l’altro da numerosi e benevoli sestili con Saturno-Nettuno congiunti in Ariete).  Per questa massa di individui fin troppo cauti e conformisti, ma capace di guizzi geniali, tale configurazione si presenterà come un’occasione irripetibile: la possibilità di porre mano direttamente all’evoluzione della società, di traghettare l’umanità verso un futuro meno ricco di energia e disponibilità materiali, ma proprio per questo più saggio e intelligente (Urano-ingegnosità in Gemelli-brillantezza mentale trigono a Plutone-creatività in Aquario-flessibilità e adattamento alla scarsità di risorse).

Dopotutto, il carattere vergineo parsimonioso e previdente di questi nativi non è stato mai in profonda sintonia con il consumismo e dunque essi saranno ben contenti di contribuire alla costruzione di una civiltà più sobria e lungimirante di quella emersa dopo la Seconda Guerra Mondiale, fondata appunto sugli sprechi e sugli eccessi (Plutone in Leone dal 1939 al 1956).




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