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GREXIT E ZODIACO

a cura di Francesco Astore
 
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Scoppiata come una bomba a mezza estate, la nuova crisi greca ha tenuto col fiato sospeso milioni di europei.
La Grexit, l’uscita della Grecia dalla moneta unica europea a causa della instabile situazione finanziaria e della conseguente recessione, da molti temuta, da altri auspicata, non c’è stata.
Ora vi è una calma apparente nell’attesa del buon esito delle trattative avviate tra governo greco, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, ma niente lascia presagire che si avvicini una soluzione di ampio respiro.
L’impasse della Grecia costituisce, purtroppo, l’ennesima battuta d’arresto nel progetto, pensato nel secolo scorso, di un’Europa solidale delle nazioni e dei popoli. Questo sogno si è tramutato, in realtà, in un’Europa monetaria, un’Europa costruita su interessi finanziari e bancari, evidentissimi nel trattato di Maastricht.

La drammaticità della situazione è emersa a fine giugno di quest’anno, quando la Grecia, guidata da Alexis Tsipras, non ha potuto adempiere alla restituzione del debito contratto col FMI. La ripercussione immediata è stata la mancata erogazione dei fondi della Banca Centrale Europea alla Banca di Grecia: tutti gli istituti di credito hanno chiuso i loro sportelli con prelievi solo tramite bancomat. Col referendum di inizio luglio, Tsipras ha chiesto alla popolazione se accettare o meno il piano dei creditori proposto al paese ellenico. L’esito del referendum è stato negativo, esprimendo di fatto il netto rifiuto all’austerità imposta dall’UE.
Alexis Tsipras, tuttavia, forte del segnale di una popolazione stremata, ha ripreso la negoziazione con i creditori e, nella notte tra il 12 e il 13 di luglio, ha accettato un nuovo piano di salvataggio. L’accordo raggiunto tra Eurogruppo e Grecia consente un nuova erogazione di denaro dal fondo europeo Salva-Stati (ESM), la ricapitalizzazione delle banche elleniche (con l’immissione di 25 miliardi) e l’innalzamento del tetto di liquidità d’emergenza a 900 milioni di euro dalla Banca Centrale Europea.
Ma questo “salvataggio” ha un costo.

Il governo greco si trova ora nella condizione (paradossale) di far approvare dal parlamento le misure chieste dall’Eurogruppo che il referendum popolare aveva respinto.
Quali sono queste misure?
Il sistema previdenziale va riformato con l’abolizione delle baby pensioni e l’eliminazione dei sussidi ai pensionati poveri. Si richiede l’aumento dell’Iva nel settore del turismo, si impongono più tasse agli armatori navali e alle singole isole. Vengono introdotte nuove clausole di salvaguardia per ottenere il rispetto del “patto di stabilità” avviando una diversa disciplina sui fallimenti bancari con la guida della Commissione Europea. È attesa la privatizzazione della rete elettrica con liberalizzazioni nel settore dei trasporti, delle farmacie e altri. Infine si impone la riforma del mercato del lavoro e la contrattazione sindacale allineandola agli standard europei.
Nel documento ufficiale dell’Eurosummit si legge: “Il governo greco dovrà consultarsi e accordarsi con le istituzioni europee su tutti i disegni di legge nelle aree sensibili, con il giusto anticipo prima che vengano sottoposti all’attenzione pubblica o al parlamento. Alla commissione UE è demandato il compito di coordinare il supporto tecnico”.

Da queste parole si desume l’evidente controllo (alcuni hanno parlato di commissariamento) che di fatto sarà esercitato sulla politica economica e amministrativa del governo ellenico.
Ma fino a che punto il paese potrà reggere?
Non ci si troverà in autunno, per esempio, di fronte a debiti, nuovi conti da saldare, altri “patti” da rispettare che rischieranno daccapo di far esplodere un ennesimo default?

Il problema purtroppo si colloca a monte delle istituzioni europee, individuandosi in quella mera unione sovranazionale certo non assimilabile al concetto ideale e per il momento non realizzabile di “Stati Uniti d’Europa”.
L’unica soluzione sembrerebbe una ristrutturazione del debito, consentendo alla Grecia di fuoriuscire dai rigidi vincoli di bilancio europei, per mettersi in carreggiata sulla via delle famose riforme. Soltanto così il bellissimo paese mediterraneo potrebbe risollevarsi.
Detto tra parentesi, questo vale anche per l’Italia, gravata da un debito insostenibile che rischia di sprofondare in un nuovo baratro (come quello del 2011) e da condizioni demografiche e sociali ben più preoccupanti della Grecia, come testimonia il rapporto Svimez recentemente pubblicato sulla situazione del Sud Italia.

In molti hanno capito che bisogna cambiare marcia, tra cui l’autorevole esponente della cosiddetta troika, Christine Lagarde. L’odierna dirigente del FMI, all’indomani del soccorso greco, ha manifestato la speranza “che i paesi dell’Eurozona siano in grado di raggiungere in fretta un accordo su una profonda ristrutturazione dell’enorme debito ellenico”. Critica apertamente i cosiddetti “falchi” (la Germania, con in testa Wolfgang Schäuble), colpevoli di non voler accettare una proroga di lungo termine degli interessi del debito e un taglio del costo che la Grecia deve pagare sui prestiti che ora sta ricevendo. Lagarde ha osservato che la situazione economica greca peggiora rapidamente e gli obbiettivi di bilancio fissati nel piano di salvataggio sono una mera chimera senza un intervento più efficace da parte dell’UE.

Questa nuova crisi nel tormentato territorio europeo si legge fedelmente secondo l’astrologia.

L’Europa trova la sua collocazione zodiacale nel Toro (probabilmente nei gradi centro-finali del segno). Il rientro di Saturno nello Scorpione, a partire dal 16 giugno, ha inflitto una dura opposizione al Toro, facendo balzare tutte le contraddizioni presenti nella comunità degli stati europei. Trattandosi di un’opposizione dallo Scorpione, cosignificante della casa 8^, settore rappresentante la politica, ha scoperto la mancanza di nerbo, l’assenza di una personalità politica capace di imporre una posizione lungimirante, la vistosa carenza di una visione razionale che il pianeta, di solito quand’è positivo, ispira. Il transito di Saturno è andato a sommarsi con quello di Giove, da vari mesi nel Leone e ormai avviato a quadrare l’ultima decade taurina. Giove simboleggia il denaro, la liquidità e la sua sosta in Leone esprime la tendenza ad arroccarsi su posizioni di privilegio da cui le economie dei paesi forti forse non intendono schiodarsi. O forse anche non intaccare interessi dei potentati finanziari.
Anche Venere interviene nel gioco dei transiti e, trovandosi in un lungo anello di sosta sempre nel Leone, testimonia il notevole danno nell’immagine del progetto europeo di solidarietà tra i popoli, accusato quando la crisi greca è esplosa.
Da notare che l’aspetto di quadratura celeste Giove – Saturno, che batte negativamente sul Toro, segno dell’Europa, si è creato intorno alla metà del mese di luglio, si perfeziona a inizio agosto per concludersi a fine mese con Giove ormai in Vergine.

E la Grecia?

All’interno della grande famiglia europea, governata dal Toro, i singoli stati hanno una loro identità autonoma confermata da un secondo segno di appartenenza.
La corrispondenza geografica – zodiacale ellenica è tuttora oggetto di discussione.
Dà risposte però convincenti l’ipotesi di una Grecia sotto il segno del Capricorno, formulata da Massimiliano Malaguti in una sua ricerca (Stelle di Grecia – L’Eco dei Feaci, 1° - 2006). Lo studioso deduce la possibile influenza del Capricorno dall’assetto geografico – territoriale del paese formato in prevalenza da isole (isola-Capricorno), corredandola con altre conferme che la mancanza di spazio ci vieta di citare.
Guardando i transiti della storia greca, si trovano molte evidenze nell’interessamento del Capricorno e spesso di aspetti cruciali del suo pianeta governatore, Saturno.
La crisi greca comincia sul finire del 2009 con Saturno che è appena entrato in Bilancia e comincia a quadrare il segno. Prosegue il 2010 e si acuisce nel 2011 con l’ingresso di Urano appoggiato da Giove in Ariete a formare un altro doppio quadrato, mentre Saturno resta ancora in Bilancia.
La Grecia naviga a vista sotto venti astrologici contrari arrivando al giugno del 2015 quando Marte, appena entrato in Cancro, accende una miccia che tarda a spegnersi. La presenza di Plutone nel segno (entrato dal 2008) sembra funzionare, per il popolo greco, come attivatore di quelle risorse creative essenziali per stare in piedi e, in alcuni casi, per risorgere ogni volta dalle proprie ceneri (simbologia plutonica di morte e rigenerazione).

Il premier Alexis Tsipras, nato ad Atene 28 luglio 1974 alle ore 1,30, ha un tema natale che esprime intelligenza, ottime doti comunicative, autentica volontà di cambiamento. Il Sole in Leone e casa 3^ dà uno slancio vincente all’estroversione naturale nell’ascendente Gemelli (sede d'esaltazione plutonica nello schema morpurghiano). Il luminare maschile è al trigono di Nettuno in Sagittario, esaltando un entusiastico idealismo ma, il trovarsi di quest’ultimo pianeta nella casa 6^, fa sì che Tsipras sia consapevole che i mutamenti procedono a piccoli passi.
La Luna è nell’acuto Scorpione (domicilio primario ancora di Plutone), segno della politica e nella casa 6^, settore della regolarità, suggerisce il sogno di una patria inserita in un contesto prevedibile e rassicurante. Il quadrato che la Luna riceve da Marte, ospitato all’inizio della Vergine e in casa 4^, definisce le sfide politiche che il primo ministro greco affronta in casa propria e nel più ampio contesto europeo.
Saturno, nel Cancro e in casa 2^, si trova congiunto a Mercurio - Venere e trigono a Giove Pesci e casa 10^. La razionalità sorregge un potere che si stacca dalle forme abituali di governo, diventandone uno degli elementi di successo. È un potere che mostra attenzione per il debole, specie chi versa in difficoltà economiche, e che nel confronto con i potenti si avvale di strategiche sottigliezze diplomatiche.
Sicurezza in sé e solidità caratteriale sono infine suggellate dal sestile perfetto che il Sole Leone forma con Plutone Bilancia.

Alexis Tsipras ha transiti futuri, specie nel 2016, non proprio riposanti, ma che sembrano favorire tuttavia svolte coraggiose.
Plutone Capricorno si trova nella casa 8^, settore deputato alla politica, e oppone duramente il Mercurio natale Cancro e casa 2^ (la troika preme perché i conti siano a posto?). Urano Ariete casa 11^ si trova alla fatale opposizione della sua ubicazione natale (Bilancia 5^), dove si mostra completamente isolato dal resto del tema (la volontà di decisione è frenata dai suggerimenti di pacatezza ed equilibrio? Necessità di avvicinare nuove amicizie in ambito internazionale?). Saturno in Sagittario, dopo aver formato un trigono al Sole Leone, si avvia, dalla casa 7^, a formare un quadrato a Giove in 10^ (dopo una fase di stabilità si ritorna, col rispetto dei patti, al rigore e alla necessaria austerità?).
Nettuno in Pesci casa 10^ dona un bel trigono - prima a Venere poi a Saturno - in Cancro e casa 2^ e anche Giove in Vergine casa 4^, per tutto il 2016, formerà un protettivo sestile a Mercurio Cancro e 2^: può darsi che il saggio adattamento alla realtà unito a una pratica di governo che realizza e produce, può fargli reggere il timone della nave greca, malgrado i venti di tempesta.

La Grecia, nel segno Capricorno, pur godendo presto del protettivo trigono di Giove in Vergine per quasi tutto il 2016, dovrà reggere al subdolo quadrato di Urano che, dall’Ariete, può continuare a insidiare la nazione ellenica. È possibile che il trigono di Giove dia un sospiro di sollievo ma senza alimentare l’auspicata ripresa. Le questioni ancora irrisolte possono ritornare a destare nuovo clamore. In particolare Urano, formando un quadrato alla Grecia – Capricorno, con i suoi classici spettacolari colpi di scena, potrebbe riservare sorprese improvvise.

L’Europa, superato il delicato passaggio di Giove in Leone e di Saturno (che esce dallo Scorpione solo il 17 settembre), si avvia verso un fine 2015 in cui la sua situazione tende a stabilizzarsi in una zona neutra, senza infamia e senza lode. Perché è vero che Giove è positivo dalla Vergine ma si trova in un segno poco disposto all’espansione e alla crescita, (tecnicamente è “in esilio”). Inoltre Giove, signore per esaltazione del Toro, segno dell’Europa, sarà spesso afflitto da altre posizioni planetarie.

A inizio 2016, Marte in anello di sosta a fine Scorpione si fermerà nel segno, dopo aver fatto una puntata all’inizio del Sagittario, fino ad agosto dello stesso anno.
Ci sarà da aspettarsi un altro scossone al conservatorismo e alla rigidità fiscale – finanziaria dei dirigenti dell’UE?
È molto probabile e forse sarà anche salutare.

Intanto l’unica speranza che le sorti dell’Europa e della Grecia possano riuscire ad avere un destino migliore viene da Nettuno, il pianeta della metamorfosi, nel segno a lui più congeniale: i Pesci. Al doppio sestile dell’Europa – Toro e della Grecia – Capricorno potrebbe lavorare sottotraccia, lentamente ma inesorabilmente (rimarrà nel segno fino al 2026), nelle menti dei capi di governo e nei popoli per un nuovo modo di governare, lavorare, vivere e sognare nel Vecchio Continente.




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