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BRILLA IL TALENTO DI PIERFRANCESCO FAVINO IN SUBURRA

a cura di Francesco Astore
 
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Quante volte il cinema riesce a dare una rappresentazione artistica fedele di quel che la realtà concreta inscena?
Molto spesso. Succede ad esempio con Suburra, il film di Stefano Sollima, ora nelle sale cinematografiche, che illustra la commistione tra criminalità organizzata e potere politico, di cui l’ultimo atto, come noto a tutti, è stato la recente vicenda di Mafia Capitale.
Giove, pianeta dell’immagine e dunque dell’arte cinematografica, insediato nel segno della Vergine, concreto segno di Terra che ambisce a dare un’interpretazione il più possibile rispondente alla verità dei fatti, ha qui modo di gettare luce sulla realtà di Roma come capitale della malavita.
Da un altro punto di vista, Giove in Vergine si può leggere anche  in quelle forze istituzionali che cercano di fare il proprio lavoro in modo serio: servendosi della simbologia di “pulizia” della Vergine, Giove ha mosso l’inchiesta di Mafia Capitale con l’intento, nobilissimo, di fare pulizia appunto, nell’ambiente sporco e degradato della politica, inquinata da sempre dal malaffare.

Suburra era il quartiere “sporco” della Roma antica, luogo in cui si incontravano il potere politico e quello criminale: entrambi avevano l’obbiettivo di combinare proficui affari illeciti. E la trama del film rimanda proprio a quel luogo di Roma rimasto tuttora identico dopo due millenni.
Il potere sotterraneo degli intrighi, delle trattative occulte malavitose fa da contraltare al potere che Roma da sempre rappresenta: quello del Vaticano, il potere della politica, quello delle losche bande criminali.

Tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, Suburra è ambientato nella Roma del 2011 e racconta la storia di una grande speculazione edilizia che punta a trasformare il litorale romano in una water front stile Las Vegas. La politica è il punto di raccordo essenziale per avviare e avallare l’insano progetto e, in seguito, far entrare le organizzazioni criminali nell’affare.

Gli eventi che si svolgevano in quel periodo in Italia, in particolare il crollo dell’ultimo governo Berlusconi, si intrecciano nella trama dei singoli personaggi. Interessante anche il ruolo che viene assegnato a Benedetto XVI, che il film mostra come un Papa tormentato da una ormai sua inevitabile uscita di scena.

Politico della peggior specie è Filippo Malgradi che, in contatto con il boss al vertice della Banda della Magliana, Samurai, mette in atto la sconsiderata impresa. Impersonano i due protagonisti del racconto un bravissimo Claudio Amendola nel ruolo del mafioso e uno strepitoso Pierfrancesco Favino in quello del politico corrotto.

Si rivelano molto convincenti anche le interpretazioni di altri attori come Alessandro Borghi nei panni di Numero 8, il sanguinario erede di una rinomata famiglia mafiosa, di Elio Germano in quelli di Sebastiano, un PR subdolo traditore, di Adamo Dionisi nelle vesti di Manfredi, l’efferato capo di un clan rom. Di comprovata bravura anche le interpretazioni femminili, quella di Greta Scarano, l’escort di lusso Viola e quella di Giulia Elettra Gorietti, la compagna drogata del malvivente Numero 8.

Il regista Stefano Sollima è riuscito a portare a segno un discreto successo di pubblico, suo secondo lavoro cinematografico dopo l’esordio avvenuto con ACAB (All cops are bastards) del 2012, in entrambi i film ritroviamo un appassionato Pierfrancesco Favino nel ruolo di attore protagonista.

Proprio su questo eccellente attore si vogliono puntare i riflettori dell’analisi astrologica.

Nato a Roma il 24 agosto 1969 alle ore 21, Pierfrancesco Favino è Vergine con ascendente Ariete e Luna nel Capricorno.

Il suo look da macho è espresso efficacemente dall’ascendente Ariete che sorge per di più nei precisi gradi del domicilio primario di Marte. Il pianeta in questione è ospitato in un altro segno di Fuoco, il Sagittario e nella cosignificante casa 9^, dando all’Io marziano - virile una connotazione brillante, sportiva, avventurosa. L’isolamento totale del pianeta della grinta aggressiva (Marte non forma aspetti con tutti gli altri pianeti presenti nel tema natale), non è affatto negativo in questo contesto e ci parla di una maggiore flessibilità e disponibilità a giocare svariati ruoli sul palcoscenico. Il nostro attore ha dimostrato tante volte di sapersi calare nei ruoli più disparati. Anche se, forse il ruolo di duro gli sembra veramente cucito addosso. Per inciso e sul piano privato, l’isolamento totale di Marte ci mette di fronte al classico “duro dal cuore tenero”. Anche perché una vulnerabile Venere in esaltazione nel Cancro e casa 5^ sembra affermarlo senza dubbio alcuno.

Il Sole, sintesi dell’Io attivo, è nella Vergine, nella cosignificante casa 6^, identificando una personalità che sente il lavoro come una vera e propria vocazione. Magnificato dal trigono a un rigoroso e infaticabile Saturno, in Toro e casa 1^, è un Sole che contrassegna il tema natale di un grandissimo professionista.
Il prestigio, che un simile trigono Saturno – Sole conferisce, è sotto gli occhi di tutti. Favino comincia in televisione più di venticinque anni fa, con il film tv “Una questione privata” e arriva sugli schermi internazionali passando per registi del calibro di Marco Bellocchio, Gabriele Muccino, Michele Placido, Ferzan Ozpetek, Spike Lee, Silvio Soldini, Marco Tullio Giordana, Giuliano Montaldo.
Una lenta e costante ascesa, guidata dalla costanza, nata nell’applicazione meticolosa, cresciuta pazientemente nello studio.  

La fine caratterizzazione dei personaggi che l’attore ci propone è da attribuire a Plutone, pianeta del teatro, congiunto a Mercurio, astro della comunicazione, in Vergine, entrambi nella casa 6^ (settore dell’attività professionale). Dietro ogni personaggio interpretato da Pierfrancesco Favino c’è un’autentica, operosa e certosina nuova creazione (Plutone rappresenta anche il principio creativo dell’Io).
La parte notturna della personalità, la Luna, splende nel severo e controllato Capricorno e nella 11^ casa. È questa posizione lunare un ulteriore elemento di costruzione paziente e tenace del proprio successo. Attraverso un esercizio delle emozioni, uno sperimentazione costante di esse, Favino riesce a declinare le svariate interpretazioni nelle tante colorazioni dell’umana natura.
La Luna in sestile a Nettuno in Scorpione e casa 8^ scava quasi nell’anima dei personaggi, il trigono a Plutone in Vergine e 6^ cerca, invece, di entrare nelle loro pulsioni profonde.
Non negativa ma stimolante appare l’opposizione della Luna a Venere in Cancro. Anzi, forse è proprio grazie a questo aspetto, tecnicamente negativo, che l’attore romano riesce a entrare nelle contraddizioni, nelle lacerazioni intime dei personaggi, mescolando amore e odio, dolore e rabbia, ferocia e disincanto.

La disponibilità a immaginarsi diverso, a immergersi nelle aspettative anche del pubblico trova un’espressione felice nel pianeta dell’immagine di sé, Giove, inserito nella Bilancia e in casa 7^ (gli altri che guardano, il pubblico, appunto). La fortunata congiunzione del suddetto Giove con Urano parla della tecnica perfetta (e personalissima) che probabilmente Favino, nel corso della sua lunga educazione al mestiere di attore, ha sviluppato e impresso al suo stile.
La collocazione di Giove e Urano nei gradi bilancini di Venere, pianeta dell’arte, registra anche i modelli di riferimento, gli altri attori, maestri del cinema (italiani e non), cui Favino si ispira e di cui tiene conto.

Una veloce (e certo non esaustiva), panoramica sui transiti planetari che hanno accompagnato alcuni suoi maggiori film può servire a far vedere come i cicli zodiacali abbiano dato il loro appoggio a un destino professionale tanto luminoso.

In “El Alamein – La linea del fuoco”, di Enzo Monteleone del 2002, dove impersona il ruolo del sergente sul fronte italiano ad Alessandria d’Egitto, è Plutone in Sagittario, congiunto a Marte in casa 9^, a infondergli grinta e carisma.

In “Romanzo criminale” di Michele Placido del 2005, nel ruolo riuscitissimo del cosiddetto “libanese” fondatore della Banda della Magliana, è invece Urano in Pesci e casa 12^, in sestile al Saturno in Toro e 1^, il grande costruttore della penetrante interpretazione dell’attore.

Con “Saturno contro” di Ferzan Ozpetek del 2007 è nel ruolo dello scrittore di fiabe omosessuale e, curiosamente, proprio il tanto vituperato Saturno gli porta grande fortuna con questo film, formando una splendida congiunzione al Sole Vergine e 6^ che ripete il buon aspetto natale tra i due pianeti.

In “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana del 2012 si cala nei panni dell’anarchico Giuseppe Pinelli nel tormentato panorama del terrorismo italiano Anni ‘70: anche qui la sua prova d’attore è magistrale e i moti planetari lo ribadiscono. Un portentoso Plutone in Capricorno e 10^ è al trigono perfetto di Saturno Toro e 1^, decretando una sorta di consacrazione suggellata da questa fondamentale tappa artistica.

Con Suburra troviamo uno splendido Nettuno – metamorfosi, in Pesci e casa 12^, in angolo di sestile al Saturno Toro e casa 1^.
La metamorfosi è nel politico di mezza età, viscido e ipocrita, che l’attore mette in scena senza difficoltà alcuna.
Giove si trova attualmente nel suo segno solare la Vergine, anche se non in congiunzione al Sole, ma rappresenta le luci di riflettori accesi, di fama e consenso che si accompagnano alla proiezione nelle sale del film.
Saturno, di transito in Sagittario e casa 8^, in sestile prima a Urano, quindi a Giove, entrambi Bilancia e casa 7^, testimonia il successo tributato da pubblico e critica.

I transiti futuri continuano a favorire Favino preparandolo per altri nuovi territori e imprese artistiche dove lanciarsi.

Un fausto Urano, nel Toro e casa 1^, offrirà un trigono (unico nella vita) al Sole in Vergine e casa 6^, tra il 2018 e il 2020, giusto al giro di boa dei suoi cinquanta anni. Sarà quello per lui il momento della grande occasione, forse di un progetto “in grande” che lo attende. Nettuno sarà poi in aspetto di sestile alla Luna Capricorno e casa 11^ e di trigono a Venere Cancro e casa 5^, tra il 2021 e il 2024, in tempo per ampliare popolarità e fedeltà da parte di un pubblico sempre a lui più affezionato.




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