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RELIGIONE O SPIRITUALITÀ?

a cura di Lidia Fassio
 

Stiamo vivendo tempi molto complicati che annunciano grandi cambiamenti che non sono ancora visibili, pur se già intuibili, almeno da chi ha una percezione più sottile. La grande crisi che ha toccato soprattutto i paesi sviluppati sembra aver esaurito la sua fase peggiore ma i transiti in corso fanno pensare che il periodo critico non sia ancora finito in quanto si tratta di una crisi di sistema anche se si è preferenzialmente manifestata attraverso i settori finanziari e produttivi creando molti disagi alle persone; questa crisi richiederà trasformazioni profonde che riguardano il modo di vivere, di pensare e di gestire in modo più sano e diplomatico le difficoltà che si creano tra le persone e le nazioni.

E’ una crisi che riguarda soprattutto la filosofia di vita occidentale e dei paesi ricchi che, con buona probabilità, dovranno modificare il loro modo di consumare e di dilapidare risorse, oltre che di inquinare. Sappiamo che la conferenza sul clima ha prospettato un futuro difficile se non si correrà ai ripari e questo fa pensare che ci dovranno essere cambiamenti drastici da fare in tempi brevi anche se molti non hanno ancora compreso né la portata, né la direzione da prendere.

Senza dubbio sono le coscienze a doversi modificare, cosa che le persone più sintonizzate sui nuovi bisogni stanno facendo da alcuni anni a questa parte, cercando di sensibilizzare e portare alla consapevolezza l’assurdità di questo sistema di valori e di consumi che ormai sta andando verso la nemesi ed è solo questione di tempo il fatto che tutti noi dovremo occuparcene.

Ci sono anche altri sintomi che si affacciano e che creano inquietudine: i paesi sviluppati godono ancora di una piccola dose di libertà e di sistemi sociali che, seppur imperfetti, consentono ancora la possibilità di dissentire e di mettere in discussione scelte e decisioni prese unilateralmente dai governi mentre, altri, non godono di questa libertà perché vivono in sistemi dittatoriali rigidi che spingono a vedere nell’altra parte del mondo, il loro nemico principale. Senza dubbio, il nostro modo di vivere non può essere preso a modello e, pertanto, la soluzione migliore pensano che sia quella di combatterlo additandolo come il male assoluto. Questi atteggiamenti che sono culminati nei recenti fatti terroristici rischiano però di fare da cartina di tornasole e di richiamare nuovamente anche nella nostra parte del mondo venti di guerra che, invece, dovrebbero lasciare il posto a nuove strade, più in linea con i tempi e con ciò che l’era dell’Acquario sembra chiederci.

Viviamo in un mondo in cui solo una piccola parte delle tante persone insoddisfatte che sentono avanzare il vuoto interiore cercano di comprenderne le motivazioni, non limitandosi ad accusare e a vedere il nemico all’esterno, ma cercando risposte attraverso percorsi che possano permettere loro di ricontattare la parte spirituale. Molte altre scivolano sempre più in una vita pienamente materiale che, a lungo andare, svuota di significato qualsiasi cosa, senza rendersi conto che cercare soddisfazioni in oggetti o divertimenti insani,  lascia più vuoti di prima.

La società occidentale da tempo non sta coltivando la sua “anima” che, a qualche livello, si sta vendicando provocando un malessere che, pur non essendo diagnosticabile a livello medico, invade però la vita di tutti.

In tutte le società il divino ha sempre permeato la quotidianità con i suoi rituali e i suoi spazi ma oggi, con l’imperversare della tecnologia e della scienza,  la parte spirituale sembra diventata superflua.

Le cause sono tante e non sono da sottovalutare quelle dovute ai tanti problemi causati dalle religioni che,  essendo gestite e rappresentate troppo spesso da uomini non illuminati, nei secoli hanno creato difficoltà e divisioni che hanno lasciato un segno profondo. Oggi ci si è allontanati così tanto dall’originale significato  perché si ignora il simbolismo che sta alla base, che ovviamente è sano e che andrebbe recuperato mentre invece ci si limita a vedere nei suoi rappresentanti comportamenti assurdi che spingono verso altre strade  dimenticandosi anche di ciò che invece, potrebbe aiutarci.

Di fatto le religioni hanno un loro senso e, sicuramente, lo hanno avuto nell’era dei Pesci. In fondo, tutte le religioni predicano principi importanti che, se venissero rispettati da tutti, porterebbero l’uomo ad una sicura elevazione dell’anima. Il problema però sta nel fatto che non si sono evolute con i tempi per cui mantengono delle rigidità dogmatiche che sono incompatibili con la vita moderna e con le innumerevoli possibilità che questa porta con sé.

L’uomo di oggi si dimentica del fatto che le religioni nonoteiste sono state importantissime (sicuramente in un certo senso è vera l’espressione di Marx che le definì “l’oppio dei popoli”)  nel periodo storico in cui si sono manifestate, in cui la vita era veramente precaria per cui era assolutamente necessario creare l’idea di un “al di là” meraviglioso che, almeno in parte, facesse sopportare le fatiche, i dolori e le ingiustizie del mondo reale fatto per lo più di duro lavoro e di sacrificio.

Importantissimo è stato questo passaggio storico perché ha permesso di coltivare con la speranza che, dopo una vita difficile, se ci si era comportati bene, si poteva andare in paradiso godendo finalmente di tutto ciò che non si aveva avuto sulla terra. Il problema sta nel fatto che le strutture  - le varie Chiese – si sono arrogate un potere basandosi sui fondamenti del pensiero religioso ma non hanno lavorato affinché l’uomo crescesse in consapevolezza, tentate com’erano dalla bramosia di mantenerlo in una condizione di soggezione e di paura, cosa che non ha certamente giovato all’elevazione della sua anima né alla possibilità di mantenere le strutture nel tempo.

Le Chiese infatti hanno avuto la funzione di Super IO esterno e, pur dettando i canoni di vita che, a livello profondo sono sacrosanti (come il passaggio simbolico delle tavole della legge e dei dieci comandamenti che, miticamente, Dio diede a Mosè) ma non hanno avuto la lungimiranza di spiegare in modo chiaro i simboli rappresentati nei passaggi ben individuati nel vecchio e nel nuovo testamento ma, più semplicemente, hanno iniziato – attraverso i loro rappresentanti – ad accentrare il loro potere mantenendo la gente nell’ignoranza e nella superstizione, sfruttando tutto ciò per creare timore anziché liberazione. 

Le tre importanti religioni monoteiste – nate tutte dalla stessa radice – con le loro rappresentazioni terrene,  sono l’espressione del peggior Saturno o meglio, di un Saturno che ancora non si è liberato dalle catene dell’obbedienza, del senso di colpa e della morale collettiva giudicante, lontanissime dai concetti di  compassione, di perdono, di aiuto ma, soprattutto, dalla totale rinuncia al giudizio, valori molto più rappresentati dall’archetipo di Nettuno che, tuttavia, si manifesta solamente in regime di piena libertà e amore nei confronti del prossimo.

Altri rappresentanti religiosi hanno addirittura pensato di rispolverare la guerra santa nei confronti degli infedeli, cosa peraltro già molto praticata anche nella storia dai cattolici. Insomma, il potere temporale e quello spirituale si sono troppo spesso intrecciati in modo perverso e, in questo clima di ambivalenza, l’uomo moderno, dal momento in cui si è liberato del Super IO esterno e non ha avuto più paura delle punizioni divine, ha fatto di tutta l’erba un fascio dimenticando i valori profondi che, una volta sgravati dalla superstizione, dagli obblighi e dalle strutture possono essere ancora validi oggi.

Certo, oggi l’uomo è restio a “credere” e, più è intelligente e colto, più mette in discussione i dogmi se non gli vengono spiegati con esattezza e così, pian piano, si è allontanato prima dalla chiesa e poi dalla fede in cui non riesce più a trovare risposte, anche perché le stesse dovrebbero essere cercate all’interno più che all’esterno.

I rappresentati religiosi nella paura di perdere i loro fedeli hanno continuato a rafforzare le strutture anziché ritornare al pensiero di base che consiste nella ricerca della spiritualità attraverso un percorso personale, tensione che tutti gli esseri umani, pur se a gradi diversi, sentono.

Il lunghissimo transito di Nettuno in Pesci dovrebbe infatti riportarci a questa dimensione. I Pesci sono un segno di libertà e di ricerca interiore al fine di ricontattare quel principio spirituale insito in tutti gli esseri umani che porta verso il rispetto di sé e di tutto ciò di cui si è parte.

Forse siamo arrivati all’epoca in cui la religione sta mostrando tutti i suoi limiti e Nettuno sembra ricordarci che qualcosa è sicuramente sfuggito alla nostra cultura che, pur potendosi avvalere di tecnici, di scienziati che hanno portato nella realtà i tanti desideri umani, capisce oggi che tutto ciò che si ha non corrisponde affatto ai desideri di completezza che sono alla base del disagio. Siamo stati immersi nella brama dell’immortalità per accorgersi solo adesso che non serve avere una vita lunghissima se poi è costellata di malattie, di medicine e di cure che la rendono invivibile. Forse ciò a cui tanto aspiriamo è il desiderio di tornare a qualcosa che ci sfugge ma che, nonostante tutto, cerchiamo perché sembra essere l’unica a placare il vuoto che sentiamo. A  livello profondo sappiamo che tutti i desideri di avere una vita perfetta, un corpo perfetto sono deliranti e trasudano di un’onnipotenza che, per nostra fortuna, ci è negata. Essere toccati da una vera spiritualità significa sottoporsi alle leggi della natura che, nonostante tutto, si  impegna fortemente per resistere ai  tentativi di onnipotenza dell’Io umano che, a lungo, ha sognato di sottrarsi ad un ordine superiore, assolutamente necessario. La spiritualità è una spinta verso l’unione che sfata e combatte l’impulso alla divisione ed è l’unica soluzione per risanare questo mondo. Se ognuno si ricollega alla Fonte interiore questo porterà a collegarsi alla più grande Fonte universale che potrà permettere l’accesso ad una coscienza superiore in cui tutti gli esseri umani potranno riconoscere di possedere qualità divine e di essere parte di qualcosa di più grande.

Purtroppo il nostro credo è diventato muto e non basta più perché non permette più di crescere;  la colpa però non è in esso ma nel fatto di non averlo compreso sopprimendo qualsiasi possibilità di svilupparlo.

Forse è giunto il tempo di rispolverare i vecchi miti o di trovarne di nuovi che ci accompagnino e ci traghettino verso una fonte spirituale in cui l’uomo moderno possa riconoscersi. C’è ancora una grande resistenza nella maggior parte delle persone a risvegliare la potenza dell’anima e questa proviene sia dalla religione che dalla scienza che, in qualche modo, sono diventate complici. Entrambe infatti continuano a dirci che siamo deboli e, pertanto, bisognosi di  salvezza che può giungere o attraverso la generosità di Dio o sotto forma di progresso scientifico non rendendosi conto che entrambe, in realtà, continuano a sottrarre all’uomo la forza e la possibilità di accedere alla sua illimitatezza, cosa che si verificherà quando riscopriremo il divino che è in noi,  quello che sia la scienza che la religione hanno volutamente sedato per permetterci di ricorrere al loro aiuto.

Forse Nettuno in Pesci ci invita a riscoprire l’anima e a tornare a questa dimensione: sta a noi quindi  scegliere di continuare a pensare che siamo creature deboli e fragili ma, soprattutto sole, oppure  aprire gli occhi sulla nostra natura illimitata affrontando così in modo diverso la nuova Era certi che abbiamo una fonte comune a cui fare ritorno e ancora di più che siamo tutti parte di un’unica realtà: l’universo. Ecco allora che il sacro non sarà più svilito e le persone sapranno affidarsi a ciò che è giusto senza seguire i dettami indotti dall’esterno che, come abbiamo visto, hanno fallito nel loro intento.

Questa sarà la strada per non incorrere più in battaglie per l’affermazione della propria religione su quella di qualcun altro ed ognuno coltiverà nella propria intimità i principi che sentirà veri e giusti. Gli stati dovranno essere invece “laici” e garantire a tutti l’equità e la giustizia accompagnate però da un vero impegno a far crescere la consapevolezza e la tolleranza.




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