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L'ECLISSI SOLARE IN CAPRICORNO. OGNI FINE È UN INIZIO

a cura di Melissa Rhys
 

Immaginate il nuovo anno astrologico come un album da sfogliare.
Gennaio 2019 di quell’album è non solo il prologo ma il sommario.
Tutto quel che di importante accadrà è già qui, seppure in nuce.
Possiamo intuirne il tono, immaginare quello che ci chiederà e ci potrà offrire.

Certo è partito con il giusto slancio: Marte è subito entrato in domicilio in Ariete.
Quale miglior viatico per i classici propositi di Capodanno?
Subito però è arrivata la congiunzione del Sole a Saturno: un secco richiamo alla concentrazione, alla perseveranza necessari per non perdere l’entusiasmo di fronte ai primi ostacoli e centrare l’obiettivo.

Ora, preceduta dall’ingresso di Mercurio nel segno, sta per entrare in scena la prima grande protagonista: l’eclissi solare del 6 gennaio a 15° del Capricorno, con Sole e Luna stretti fra Saturno, Plutone e il Nodo Sud. Un primo assaggio della tanto temuta congiunzione destinata a perfezionarsi all’inizio del 2020.

Le eclissi, registrate con cura fin dall’antichità dagli astronomi/astrologi di corte, storicamente sono state collegate a svolte epocali: la fine di imperi e regni, la caduta di dinastie, invasioni, carestie, pestilenze, siccità.
Chi di voi ricorda le sensazioni vissute l’estate scorsa durante l’eclissi lunare o, più indietro nel tempo, nel 1999, con l’ultima eclissi solare totale visibile in Italia, non faticherà a comprendere l’angoscia e le paure che questi eventi suscitavano negli antichi (e il riflesso condizionato a ricordarne fatalisticamente gli aspetti negativi).

A dispetto delle conoscenze scientifiche, ancora oggi di fronte a questi fenomeni persino i più scettici non riescono a nascondere un profondo timore reverenziale.
Il Sole si oscura, veloce: la notte cala durante il giorno, la temperatura si abbassa, rapida, un silenzio innaturale avvolge le cose. L’impressione di vivere in uno spazio liminale è immediata, palpabile e si consolida man mano che l’eclissi raggiunge il culmine. Poi il Sole a poco a poco riappare e insieme a lui la vita apparentemente riprende il suo ritmo naturale, ma una soglia è stata attraversata per sempre.
Non è più possibile tornare indietro.

Gli astrologi non hanno mai smesso di utilizzare le eclissi nell’ambito dell’astrologia mondana. Negli ultimi anni però, studiose e divulgatrici come Celeste Teal e Susan Miller hanno spostato l’attenzione dagli effetti sul destino di popoli e nazioni a quelli sui temi dei singoli individui.

Le eclissi si succedono in cicli ricorrenti dai ritmi diversi. Il più semplice da riconoscere è il ciclo metonico: basta ritornare indietro esattamente di 19 anni per ritrovare un’eclissi sugli stessi gradi di quella attuale. Se in quel periodo nella vostra vita è avvenuto qualcosa di importante è probabile che ci sia lo zampino dell’eclissi e che qualcosa di analogo possa accadere ora.

Nel nostro immaginario le eclissi sono indissolubilmente legate ad un oscuramento, un passaggio e una fine. Quando una di esse cade in una casa del tema natale, qualcosa di connesso a quello che la casa rappresenta nella nostra vita ha terminato il suo ciclo di sviluppo e deve essere abbandonato per lasciare spazio a nuove esperienze.

Un’eclissi in IV, ad esempio, può segnare il distacco fisico dalla casa natale o dalla patria o quello emotivo dall’infanzia.
Se invece ad essere toccato è un pianeta, è la funzione psicologica correlata ad essere destinata inevitabilmente a trasformarsi con una metamorfosi che si riflette sulle case e i pianeti che governa.
Non dimentichiamo poi che i pianeti spesso rappresentano persone presenti nella nostra vita: un’eclissi su Mercurio potrebbe segnare la conclusione o una trasformazione radicale del rapporto con un tipo mercuriale, un fratello o una sorella.

È compito delle lunazioni del resto, e delle eclissi in particolare, ricordarci il ritmo profondo della vita in cui non ci può essere inizio senza una fine.
Anche se non è semplice accettarlo quando il buio regna, seppure non a lungo, anche di giorno.

Adeguandosi alle definizioni classiche delle lunazioni (con la Luna Nuova che semina e la Luna Piena che ne rivela e raccoglie i frutti) e giocando un po’ con le parole verrebbe da dire che l’eclissi solare è un inizio–fine, un inizio che non sarebbe stato possibile senza una fine, mentre l’eclissi lunare è una fine-inizio, un culmine, una vetta da cui si comincia a intravedere un’altra destinazione.
Ma non si può stabilire a priori dove cadrà ogni volta l’enfasi; se sulla sensazione di chiusura o su quella di apertura, e quali emozioni l’accompagneranno: il richiamo simbolico è all’arcano X dei Tarocchi, la Ruota della Fortuna.

Spesso, anche nelle circostanze più fortunate, nel momento in cui si intraprendono nuovi progetti si sente la nostalgia, il rimpianto di quello che ci si è lasciati alle spalle per far spazio al futuro. Oppure, quando raggiungiamo un traguardo, un obiettivo a lungo inseguito sentiamo che a questa vetta seguirà una discesa che ci porterà ad un altro punto di partenza.
Per non parlare di quando la conclusione che porta, o meglio costringe, a ricominciare è traumatica: una perdita, un distacco violento, doloroso. O quando il culmine è una rivelazione che rimette in discussione una scelta professionale, una relazione, una vita.
Altre volte invece, quello che si percepisce è il rilascio improvviso di energia che ciò che viene a sorpresa alla luce porta con sé, insieme al senso di sollievo, di liberazione e allo slancio, all’entusiasmo che lo accompagnano.

Non mancheranno certo le emozioni nell’eclissi del 6 gennaio: intense, profonde, ma tutte raccolte e vissute all’interno, mai esibite platealmente. La congiunzione al Nodo Sud impone a chi ne è toccato (chi ha pianeti e angoli nel secondo decano dei segni cardinali) il distacco da ciò che non è essenziale (Saturno) e da quel che di obsoleto ha resistito alla trasformazione (Plutone) negli anni del quadrato cardinale con Urano (2012/2016). Il tono con cui è vissuto è quello sobrio, severo e riservato del Capricorno.

Tocca al grande trigono d’acqua tra Venere in Scorpione, Chirone in Pesci e il Nodo Nord in Cancro mitigare l’indubbia difficoltà del passaggio e sottolinearne il potenziale di guarigione. Nel corso della storia i cicli Saturno/Plutone hanno spesso marcato la costruzione e distruzione di celebri carceri come la Bastiglia: questa eclissi potrebbe segnare per molti la demolizione di difese interiori da troppo tempo diventate prigioni.

Un compito che fa tremare i polsi. Ma il sestile Saturno/Nettuno rassicura sul valore profondo della direzione intrapresa e Urano, che torna diretto proprio dopo la lunazione, può offrire l’occasione imprevista o lo slancio insperato per afferrare la libertà tanto desiderata senza guardarsi indietro.

Il cammino però è appena iniziato: lungo la strada ci aspettano altre eclissi, altri passaggi dal nero alla luce prima della meta che il benefico Giove in Sagittario ci permette già di intuire.




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