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IL POTERE DELLA LUCE. ELIOTERAPIA E FOTOTERAPIA

a cura di Elena Cartotto
 

L’estate è la stagione che vede dominare i segni del Cancro e del Leone, rispettivamente domiciliati in quelli che astrologicamente vengono definiti i luminari, ossia la Luna e il Sole. Quest’ultimo, specialmente dopo l’equinozio di primavera, con l’aumentare progressivo delle ore di luce, mette a disposizione dell’uomo una terapia antica quanto il mondo: l’elioterapia, di cui la fototerapia non è altro che un derivato moderno. La fototerapia consente, infatti, grazie a specifici dispositivi tecnologici, l’uso mirato delle radiazioni luminose, in particolare quelle ultraviolette, a scopo curativo.

Credenze e scienza trovano anche qui un richiamo comune. La luce nelle religioni monoteiste e nelle più svariate tradizioni spirituali antiche e moderne è sempre stata il fulcro intorno a cui costruire il proprio destino e non solo per quel che concerne il vero bene terreno da ricercare oltre i fittizi beni materiali, ma soprattutto relativamente a quel che attende l’essere umano dopo la morte. Che sia Ra dio del sole egizio, o la vera Luce che venne nel mondo, ma che il mondo non riconobbe, come testimonia il Vangelo di Giovanni a proposito di Gesù, che sia l’illuminazione del Buddha o la luce infondo al tunnel di cui parlano coloro che sono stati in punto di morte, pare proprio essere la luce, comunque la si intenda, ciò che dal profondo dell’Universo guida l’uomo verso il raggiungimento della sua vera essenza. Un’essenza anch’essa luminosa una volta che l’uomo sarà finalmente liberato dalla prigione della materia. Luce che in quanto manifestazione divina è, al contempo, amore che cura e principio creatore.

Luce e calore sono quindi espressioni del bene supremo fin dalla notte dei tempi ed inevitabilmente il Sole, nel suo essere lontano, ma ben visibile all’occhio umano e caldo, si è sempre prestato a rappresentare quel bene. Da qui a considerare curativo il potere della luce solare, il passo è stato breve.

I greci facevano ginnastica a corpo nudo sotto il sole e con la sua luce curavano le piaghe della pelle, mentre i romani avevano progettato delle terrazze appositamente costruite per prendere il sole al fine di guarire i corpi malati e fortificare quelli sani. Fu nel Rinascimento che l’elioterapia cominciò ad essere vagliata scientificamente e, secolo dopo secolo, se ne compresero molte funzioni fondamentali per la salute umana. Ne vennero evidenziate le proprietà battericide, la capacità di modulare e abbassare la pressione sanguigna, di stimolare il metabolismo, di attivare la diuresi, di rilassare i muscoli e consentire una maggiore mobilità alle articolazioni, di facilitare l’eliminazione delle tossine attraverso la traspirazione cutanea.  Oggi è noto che la luce solare consente di trasformare la vitamina D nella sua componente attiva, processo che aiuta a prevenire l’osteoporosi e il rachitismo. Molto efficace per l’acne, in alcune forme di dermatite e problematiche cutanee come la psoriasi, l’elioterapia venne abbondantemente utilizzata nei sanatori per fronteggiare perfino la tubercolosi ed altre malattie polmonari.

La luce del sole influisce sui ritmi circadiani che regolano il rapporto sono – veglia ed esercita, come confermano studi molto avanzati in questo campo, addirittura un influsso altamente benefico sulle malattie neurodegenerative. Un’importante manifestazione del morbo di Alzheimer è il cosiddetto “sundowning”, ossia l’attitudine dei malati ad essere particolarmente confusi e agitati a partire dal tardo pomeriggio. Ciò ha fatto ipotizzare che l’alterazione dei livelli di vigilanza cognitiva potrebbe essere dovuta, almeno in parte, dalla luce che va a ridursi in questo momento della giornata, specialmente per coloro che vivono all’interno delle case di cura dove il rapporto tra illuminazione elettrica e buio non è focalizzato sul singolo malato, ma risponde alle esigenze della struttura sanitaria secondo criteri di ottimizzazione e risparmio. Per provare ad avere conferme di questa ipotesi, in Olanda si è tentato un esperimento: dalle ore 10 alle 18 l’illuminazione standard interna ad una casa di cura in cui erano ricoverate persone con problemi di demenza è stata aumentata passando dai 300 ai 1000 lux. Ciò ha consentito un rallentamento significativo del tasso di declino cognitivo, migliorato le capacità quotidiane dei malati, prodotto un sonno di maggior qualità e diminuito la depressione. In sostanza si sono ottenuti gli stessi effetti di una terapia farmacologica effettuata sotto controllo medico.

Alla luce è ampiamente riconosciuta la capacità di risvegliare la vigilanza degli individui e di ripristinare il giusto ritmo circadiano ormai molto sfasato anche in coloro che non hanno problemi psichiatrici o neurodegenerativi specifici. Ciò per la tendenza a non rispettare più, concause la tecnologia e i ritmi frenetici di vita, i cicli di luce - buio naturali.

La fototerapia con luce intensa viene spesso usata per trattare l’ansia e molti disturbi dell’umore, compreso quello affettivo stagionale e la depressione vera e propria. I raggi solari, infatti, attivano alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, a livello cerebrale e in questo modo modificano positivamente l’umore.

Naturalmente anche elio e fototerapia hanno delle controindicazioni. Sono sconsigliate a chi soffre di fragilità capillare e vene varicose perché il calore stimola la vasodilatazione. Inoltre non sono idonee in caso di malattie epatiche e renali, e da evitare per quei soggetti con patologie autoimmuni accompagnate da eruzioni cutanee. Possono incidere negativamente anche in chi ha problemi di ipertiroidismo e scompenso cardiaco. Di conseguenza se esporsi alla luce solare è utile anche nel periodo invernale al fine di riequilibrare l’orologio interno dell’organismo e prevenire i disturbi psichici depressivi stagionali, delle vere e proprie sedute terapeutiche vanno effettuate solo sotto supervisione medica tenendo conto dello stato generale della propria salute; la stessa cosa vale per i bagni di sole estivi in vacanza: attenzione, non sempre sono una terapia, ma possono peggiorare, se effettuati in modo selvaggio e senza la dovuta protezione, stati infiammatori preesistenti.

Il medico svizzero Auguste Rollier, passato alla storia come il medico del Sole, nella prima metà del secolo scorso curava i pazienti principalmente con bagni di sole e una dieta mirata. Si era convinto del grande potere curativo del sole in seguito alla guarigione da tubercolosi di un’infermiera di cui si era innamorato e che aveva sottoposto sulle Alpi svizzere, dove c’era un clima da lui ritenuto ideale, ad elioterapia. Rollier nato sotto il segno della Bilancia aveva, non a caso, un Sole totalmente beneficato da due titani: Giove a cui era congiunto e Saturno in maestoso trigono. Una simbologia perfetta per esprimere l’espansione strategica della terapia solare a cui lavorò tutta la vita e che lo portò ad edificare la sua grande clinica proprio sulle Alpi: le vette appartengono al Capricorno e di conseguenza a Saturno, governatore del segno nonché pianeta che trova la sua esaltazione proprio nella Bilancia e che qui era, per altro, i n ottimo aspetto con il Sole di Rollier. Nella sua clinica arrivarono migliaia di persone da tutto il mondo compresa, nel 1931, un’altra celebrità della Bilancia, il Mahatma Gandhi che tenne una lezione ai pazienti. Nel 1933 si appurò che erano state trattate più di 165 patologie diverse con ottimi risultati. Rollier elaborò una scrupolosa tecnica di esposizione al sole che consentisse ai pazienti di riceverne tutti i benefici eliminando i rischi.

In primis i bagni di sole devono essere graduali aumentando giorno dopo giorno il tempo di esposizione: si parte da 15 minuti per arrivare ad un massimo di due ore. Il momento migliore per prendere il sole va dalle 8 alle 10 di mattina, mentre è altamente sconsigliato il sole di mezzogiorno e dintorni. La testa va coperta, ma non gli occhi: meglio togliere occhiali e lenti a contatto per consentire al sole di passare direttamente attraverso gli occhi senza naturalmente fissarlo, in quanto ciò è di stimolo all’epifisi che produrrà la melatonina in giusta quantità. L’ideale è esporsi in riva al mare per amalgamare i poteri dell’acqua e della luce. Durante i primi giorni vanno esposte solo le gambe: diventate abbronzate si può passare al resto del corpo. Un’eccezione va fatta per seno- addome che possono essere esposti al sole fin da subito, ma solo i primi due giorni e per non più di 15 minuti. A ciò va aggiunta una moderata attività fisica, una giusta respirazione e una dieta in cui oltre a bere molto si vada a privilegiare il cibo vegetariano.




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