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IL CONFLITTO

a cura di Luca Alberelli
 

L'idea che l'uomo sia dotato di una personalità monolitica, ben definita, coerente ed integrata a priori, si è rivelata essere ingenua e illusoria alla luce delle scoperte avvenute nell'ambito della psicologia dinamica. In realtà all'interno della nostra psiche coesistono bisogni, desideri e interessi diversi, spesso contrastanti. Per questo motivo le nostre emozioni, i nostri desideri, i nostri pensieri e le nostre intuizioni sono spesso in conflitto tra di loro.

Secondo la Psicosintesi gli elementi psichici tendono ad aggregarsi intorno a diversi nuclei di bisogni-motivazioni, dando vita a delle vere e proprie personalità in miniatura: le subpersonalità. Ognuno di questi personaggi che popolano il nostro mondo interiore è definito da una serie di istinti, pensieri, sentimenti ed emozioni, da una particolare postura, da una repertorio di frasi tipiche, e in generale, da un copione comportamentale finalizzato al soddisfacimento di un particolare bisogno.

Purtroppo però non sempre i comportamenti e gli atteggiamenti messi in atto dalle subpersonalità sono i più adatti al soddisfacimento dei loro reali  bisogni. Inoltre le subpersonalità tendono ad attivarsi in modo automatico, indipendentemente dalla volontà delle persone (e spesso al di là della loro consapevolezza), e ad entrare in conflitto con altre subpersonalità che hanno bisogni e desideri contrastanti.

Essendo delle sintesi parziali possono interagire tra di loro in diversi modi, dando vita ad un sistema segregato che genera conflittualità, o ad un sistema integrato, coordinato da un centro superiore (Io-Sole) che intensifica il senso di coesione. 

Per ridurre la conflittualità interna l'Io-Sole (il nostro centro di coscienza e di consapevolezza) dovrà diventare un regista responsabile, imparando a conoscere profondamente tutti gli attori che fanno parte del cast della nostra personalità, per poi scegliere in modo opportuno chi fare entrare in scena e quando.

Ad alimentare la conflittualità intrapsichica è anche la nostra tendenza ad identificarci con alcune subpersonalità e a contrastare le loro polari, i cosiddetti sé rinnegati; quegli aspetti della nostra natura che, essendo stati  giudicati negativamente dall'ambiente familiare e culturale in cui siamo cresciuti, finirono per essere relegati nell'inconscio.

Siccome tutti i conflitti interpersonali e sociali possono essere ricondotti ai conflitti intrapsichici, dovremmo imparare a prenderci cura delle nostre parti interne non integrate,  altrimenti tenderemo a proiettarle sugli altri e a combatterle all'esterno. 

Prestare attenzione a ciò che si muove al nostro interno quando qualcosa ci infastidisce nel corso delle interazioni sociali, ci può aiutare ad entrare in contatto con delle parti di noi di cui non eravamo consapevoli e che potremo integrare in modo armonico. Quando realizziamo che all'interno della nostra psiche (e di quella degli altri) coesistono diverse parti - subpersonalità, molti aspetti delle nostre relazioni diventano più chiari; se invece ignoriamo questa realtà ci sentiamo più facilmente feriti , confusi o maltrattati.

Il conflitto è una conseguenza inevitabile dell'identificazione totalizzante ed inconsapevole con alcune parti di noi, a discapito di altre parti con tendenze ad esse contrapposte. Non necessariamente implica uno scontro, può infatti manifestarsi come un confronto/incontro, a patto che le polarità non vengano viste come linee di battaglia e che venga riconosciuto il contributo che possono apportare al resto della personalità.

La sintesi tra gli opposti conduce infatti alla liberazione di energia psichica e alla comparsa di una nuova qualità che include entrambe le polarità, lasciando la sensazione  che nessuno dei due poli sia andato perduto.

Lo sfogo diretto della rabbia, la vendetta posticipata (più o meno indiretta) e le reazioni depressive legate alla repressione dell'energia aggressiva, non sono modalità adatte per risolvere il conflitto, quanto piuttosto per  evitarlo. Dobbiamo considerare che la rabbia è quasi sempre una reazione secondaria alla paura ed al dolore che proviamo ricontattando le nostre ferite più profonde. Contrariamente a quanto molti di noi pensano, le emozioni negative che proviamo durante un conflitto non vengono causate direttamente dall'altra persona, ma sono legate alla frustrazione dei bisogni di alcune nostre parti e alla nostra interpretazione della situazione, che sarà tanto più drastica e negativa quanto meno riusciremo a capire cosa c'è alla base del conflitto. Per questi motivi un'autentica risoluzione non può prescindere dalla comprensione di come si sono strutturate alcune parti di noi e dalla gratificazione dei loro bisogni più profondi.

Il ricorso al modello psicosintetico dell'animo molteplice e delle subpersonalità può aiutarci a cogliere la dimensione dinamica e mutevole del nostro tema natale. Mentre la ricchezza di sfumature del linguaggio astrologico può aiutarci ad individuare i nostri personaggi interiori, ad esaminare la nostra attitudine verso le polarità astrologiche (per segni, pianeti, case ed elementi), e ad individuare le aree potenzialmente conflittuali della nostra vita (segnalate dagli aspetti dinamici tra i pianeti, da parti del tema natale con spinte contrastanti...ecc). Dal punto di vista astrologico i segni e i pianeti rappresentano gli istinti archetipici alla base delle varie subpersonalità, che possono strutturarsi attorno alle diverse configurazioni di un tema natale.

A titolo esemplificativo, ed estremizzando: una persona con il Sole, la Luna, Venere e Giove nel segno della Bilancia, potrebbe essere eccessivamente identificata con una subpersonalità centrata sull'amore (“la ricercatrice di armonia”) , e rendersi conto di avvertire una forte antipatia nei confronti di persone impulsive ed individualiste con una forte componente arietina-marziana nel loro tema natale. Approfondendo la conoscenza delle sue parti potrebbe però comprendere che dietro a certe antipatie e a certi conflitti si celava un bisogno di affermazione non riconosciuto, perché condannato durante l'infanzia. Permettendosi di gratificare il bisogno della subpersonalità polare alla “ricercatrice di armonia”, ed attuando una sintesi tra le polarità Ariete-Bilancia, gradualmente questa persona potrà risolvere il conflitto, e ritrovarsi ad essere sempre meno turbata da comportamenti che prima non avrebbe tollerato.

Spesso ciò che giudichiamo negativamente negli altri sono i nostri sé rinnegati - le nostre subpersonalità polari. Se lo comprendiamo possiamo risparmiare a noi e agli altri parecchio dolore, e liberarci dalla sensazione consolatoria di essere sempre nel giusto. Se non riusciamo a vedere le differenze come delle occasioni per imparare, restiamo arroccati nell'atteggiamento difensivo delle nostre posizioni. Per districarsi dalla spirale senza fine di giudizi e accuse, bisognerà cercare di individuare i bisogni non espressi che stanno alla radice dei nostri conflitti.




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