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GHOSTING : IL FLAGELLO AMOROSO DEL NUOVO MILLENNIO

a cura di Elena Cartotto
 

“L’amore trasparente non so cosa sia, mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente, ti ho dormito accanto e mi hai lasciato andare. Sarà anche il gioco della vita, ma che dolore”. Così cantava Ivano Fossati nella celebre canzone “L’amore trasparente” che raccontava gli irrisolti sentimentali della sua generazione. In realtà anche se abbiamo mutuato espressioni americane che ci fanno sembrare più gestibili situazioni che non lo sono affatto, e tentato di codificare emozioni e stati d’animo in emoticon che possano stemperare i nostri umori ballerini, i refrain di certe canzoni valgono anche oggi. I meccanismi relazionali, infondo, sono sempre gli stessi, solo che li esprimiamo in modo nuovo, uniformandoci al modello della cultura dominante in cui viviamo. Impropriamente cultura perché, forse, nei tempi postmoderni bisognerebbe parlare di una sottocultura intesa come prodotto della società liquida teorizzata dal sociologo Bauman, una società in cui, per riprendere l’illuminante canzone di Fossati “… abbiamo assolto tutti i sentimenti, dimenticato tutti i fuochi spenti”.

La tecnologia non aiuta a migliorare le cose: sebbene sembri sancire un progresso quasi inarrestabile per l’umanità, l’uomo inteso come individuo sembra degradato alla versione 0.0 di se stesso, incardinato in una molteplicità di connessioni, ma con sempre meno rapporti umani autentici. Sarà per questo che l’incubo sentimentale dei millennial si chiama “ghosting” che significa sparire all’improvviso, diventare fantasmi, rompere una relazione, talvolta anche professionale o d’amicizia, ma nella maggior parte dei casi amorosa, smettendo di rispondere a messaggi, mail, bloccando l’altra persona su tutti i social e sul cellulare. Pare un fenomeno più diffuso nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni, ma con parecchie eccezioni per cui possono essere vittime di ghosting o perpetrarlo ai danni altrui anche ultraquarantenni, sebbene il non essere cresciuti dentro la rivoluzione tecnologica renda meno probabile un abuso degli strumenti digitali.
Il ghosting evita il confronto e di conseguenza il conflitto; inoltre consente, elemento tutt’altro che irrilevante, di non prendere una posizione precisa rispetto alla relazione: ciò lascia aperta la possibilità, seppur remota, di tornare sui propri passi giustificandosi poi nei modi più improbabili. Quando il ghosting si apre al ritorno dell’elemento scomparso nella coppia diventa un’altra cosa, ossia “zombieing”, perché gli zombie sono notoriamente collocati a metà tra il mondo dei vivi e quello dei morti e hanno questa peculiarità di apparire e scomparire di continuo.

Non stupisce che tali  termini, identificativi di modalità di relazione disagiate, attingano alla sfera simbolica horror, perché, come sottolineano gli psicologi che si occupano con sempre maggior frequenza di casi simili, chi subisce ghosting prova un senso di lacerazione e sofferenza acuta, un vero e proprio trauma, non solo rispetto alla persona amata e da cui è stata “eliminata” tramite click e operazioni di blocco telematiche, ma anche verso l’ambiente sociale, identificato sempre di più con quello social, per cui la sensazione è quella di essere dei reietti, dei rifiuti della società, specialmente se l’autostima è già bassa, anche se di fatto si è semplicemente subito un blocco che impedisce di comunicare tramite i mezzi moderni. Basti, molto banalmente, pensare al panico generale che suscita il malfunzionamento delle app di messaggistica quando si ha l’impressione che i nostri messaggi e file non arrivino a destinazione: figurarsi se si comincia a subodorare che non verranno mai consegnati perché qualcuno, volontariamente, lo impedisce e che questo qualcuno è chi si ama.
Chi fa ghosting pratica, a parere degli psicoterapeuti, un vero e proprio abuso emotivo nei confronti dell’altro, un abuso che si potrebbe ricondurre ad una forma di distacco passivo-aggressiva.

Il ghosting è sempre esistito in realtà, perché ci sono sempre stati i vigliacchi, ossia soggetti che per non affrontare le conseguenze, dolorose, delle proprie azioni, hanno preferito sottrarsi  con la fuga alla relazione che avevano in corso, fosse d’amore o d’amicizia. Un tempo il controllo della vita degli altri era meno serrato perché non vi erano mezzi sufficienti per attuarlo: tante le coppie che si sono scritte a distanza per lungo tempo con carta e penna perché di città diverse e poi magari uno dei due smetteva di rispondere. Per non parlare di alcuni mariti che emigravano in cerca di un futuro migliore da dare alla propria famiglia e poi venivano risucchiati nel nulla, inghiottiti dal sogno americano. Erano, però, casi sporadici, ideali per suscitare suggestioni narrative, anche perché l’impegno in amore era spesso sancito da molti rituali che prevedevano l’accoglienza in famiglia, lo scambio di promesse, e permessi da ottenere faticosamente per guadagnarsi la frequentazione dell’amata: impossibile sottrarsi con un click, senza rischiare la pubblica condanna e anche le ritorsioni della famiglia offesa.

Quel che spaventa oggi gli esperti della psiche è che la sparizione non è più l’ultima spiaggia di fronte a situazioni difficilissime da gestire, come potrebbe essere quello della donna in fuga da un uomo che la maltratta, ma è un modus operandi ritenuto quasi normale anche se nella coppia non vi sono stati particolari conflitti.
Questo modello comportamentale in crescita esponenziale potrebbe dipendere da stili di attaccamento disfunzionali nell’infanzia verso i propri genitori che non hanno saputo trasmettere al figlio un adeguato senso di sicurezza: si pensi ad un genitore che per le più svariate ragioni va e viene di continuo, non si presenta quando lo aspetti, sparisce improvvisamente da casa perché, ad esempio, se ne è andato con un altro uomo o un’altra donna che non sono il padre o la madre del bambino. Ciò può generare nella prole modalità di relazione disorganizzate o evitanti che tendono a mantenere il controllo assoluto su emozioni e sentimenti favorendo, paradossalmente, il distacco perché, infondo, si pensa che l’altro se ne andrà comunque, quindi meglio scomparire per primi.

Astrologicamente ciò potrebbe corrispondere a lesioni sulla Luna/infanzia di Urano o Nettuno che, per motivi diversi, scatenano ansie da separazione, col risultato di generare proprio l’effetto che vorrebbero evitare. In realtà anche i buoni rapporti di questi due pianeti con la Luna potrebbero favorire esiti simili agli aspetti conflittuali, sebbene vissuti con meno angoscia e sensi di colpa.
Gli psicologi evidenziano anche un possibile legame tra personalità narcisistica e ghosting, naturalmente per l’assenza di empatia che caratterizza il narcisista al quale ben poco interessa il dolore che può causare negli altri. In questo senso dominanti solari lese o forti valori nell’egotica 1^, nell’occulta 8^ o ancora nella sfuggente 12^ potrebbero essere segnali di allarme, specialmente se in questi settori spiccano segni come il Leone governato dal Sole, o come lo Scorpione, per un verso plutonico, e quindi con la tendenza a mascherare, ma anche sede in trasparenza del Sole B. Attenzione anche al segno dei Gemelli quando eccede in un tema: esaltazione di Plutone, ne manifesta la caratura istrionica, da “personaggio” che distanziandosi dalla “persona” consente a questo segno un po’ vanitoso di giocare narcisisticamente con se stesso e con gli altri.

In ogni caso per evitare un finale “ghosting” nella relazione è bene fare attenzione ad alcuni atteggiamenti del partner che se l’avete conosciuto online avrà molte più probabilità di rivelare il suo lato “fantasma”: ad esempio se tende ad evitare troppo spesso il confronto quando l’argomento lo agita, non gli piace o lo mette in cattiva luce. Se ha poche amicizie e voi non le conoscete, se quando è sotto stress o indaffarato non vi risponde e non vi richiama, se vi ha raccontato di aver rotto bruscamente rapporti amicali importanti, se è interessato alla vostra compagnia, specie intima, ma se si tratta di parlare dei vostri sentimenti rifugge l’argomento, se lascia sempre decidere a voi cosa fare e dove andare senza essere mai particolarmente propositivo, se è in conflitto con almeno uno dei genitori e voi non sapete perché. Fate anche attenzione al suo rapporto con gli altri: se rispetta chi gli sta intorno o guarda sempre e solo al suo tornaconto personale, quasi usasse le persone, più che rapportarsi in modo autentico con loro.

A livello sociale il lungo soggiorno di Nettuno nei suoi segni, l’Acquario per esaltazione, e oggi i Pesci in qualità di domicilio primario, ha certamente contribuito a creare quel “mood” liquido, senza punti di riferimento, in cui tutto, relazioni umane comprese, tende a navigare un po’ a vista. Il ghosting ha certamente ampie connotazioni nettuniane, di fuga e smaterializzazione, e parzialmente plutoniche, di occultamento e manipolazione. Occorrerà attendere gli spostamenti di questi due importanti pianeti generazionali per porre le basi di nuovi paradigmi anche comportamentali.




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