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L'IMPERATORE

a cura di Rosanna Sotgiu
 
Seduto su un cubo, l’Imperatore guarda al suo passato, a ciò che ha raggiunto nella vita, alle conquiste effettuate. È l’espressione della razionalità, è vero e reale solo ciò che esiste. Sul cubo spicca un’aquila nera (colore della profondità, del mistero) simbolo di estremo attaccamento al mondo materiale, in contrapposizione all’aquila d’argento dello scudo dell’imperatrice, espressione di contemplazione e spiritualità, nonché di intelligenza acquisita che osserva la materia.

L’Imperatore è una figura energica, di chi prende in mano la propria vita ed è pronto a mettersi in cammino (piede sinistro) alla ricerca della verità.

Ma questa via rappresenta una delle due possibilità che avevamo visto attuabili per il povero Bagatto che non sa ancora su quale incamminarsi: la prima, la via della Fede e dell’affidamento a qualcosa al di fuori di lui (l’Imperatrice), gli appare forse la più facile: basta consegnarsi ciecamente ad un dio e lasciar fare a lui e il suo viaggio si fermerebbe qui.
L’altra strada, la via dell’azione, della concretezza assoluta (l’Imperatore) è certamente più impegnativa.

Se attribuiamo i quattro elementi alle prime quattro lame maggiori avremo per il Bagatto il Fuoco, per la Papessa l’Acqua, per l’Imperatrice l’Aria e per l’Imperatore la Terra, a significare che questa Lama ingloba tutti e quattro gli elementi costituenti il creato, il visibile, il tangibile: solidità, coscienza dell’uomo in quanto centro del creato. L’Uno che, dopo essersi scisso nel Due e riunito nel Tre, si consolida nel Quattro. Ma questo può rappresentare un ostacolo a proseguire la via della conoscenza, la tentazione di fermarsi ai risultati materiali raggiunti, a crogiolarvisi, senza tentare di oltrepassarli, per abbattere il velo di Maja.

Il sedile a forma di cubo rievoca questa stabilità raggiunta, ma la postura delle gambe richiama la forma dello zolfo alchemico, simbolo del fuoco, monito che l’uomo, anche se tentato, non riuscirà a fermarsi alla prima tappa, quella solo e puramente materiale, perché ha in sé il quinto elemento, l’anima, che lo stimolerà ad andare avanti, avanti, per superare gli ostacoli della mente e tendere alla dimensione spirituale.

La corazza che indossa è grigia, colore-simbolo di tutto ciò che è già stato vissuto, tiene nella mano sinistra (il passato) un globo terrestre e nella destra (il futuro) uno scettro: ha conquistato nel passato ma non intende ancora abbandonare lo scettro del potere.
La barba è rossa, indice di volontà, di azione, di forza d’animo, di coraggio. Ma ci potrebbe essere il pericolo che, conscio dei risultati raggiunti, abusi del suo potere.
Mentre a contatto del corpo abbiamo il colore rosso, i calzari sono blu (colore dello spirito), quasi che proprio la parte più “terrena” dell’uomo lo spingerà a proseguire il cammino.

Si possono anche mettere in relazione le carte dell’Imperatrice e dell’Imperatore, esse sono opposte e complementari nella posizione dello scettro e dello scudo: le due vie dell’Albero della Vita per risalire da Malkut a Kether, la Misericordia e il Rigore.

Vi è tuttavia da dare rilievo ad una importante riflessione: l’Imperatore regna senza armi, solo con lo scettro, esprimendo una Autorità Cosciente; il potere dell’Imperatore è il riflesso del potere divino, dovrà ricordarlo per non cadere nella tentazione di crederlo opera propria.
La corona sul suo capo è un altro particolare carico di significato. Le Lame che raffigurano personaggi con la corona sono: la Papessa, l’Imperatore, il Papa e la Giustizia.
La corona ha un doppio significato, è un segno di legittimità ad operare, ma indica anche che si è stati investiti di una missione conferitaci da un Potere Superiore.
Mutare direzione rispetto a quanto richiesto, significherà affondare nella materia priva di spirito.
Questo è il rischio dell’Imperatore, pensare di avere raggiunto lo traguardo con le sole sue forze.
Se osserviamo attentamente la carta, vediamo infatti un uomo né completamente seduto, né in atto di camminare, che ha rinunciato al riposo e al suo percorso per aderire allo scopo divino.

La lettera ebraica che la rappresenta è la DALET, che, come la carta, ha un valore numerico 4.
È l’iniziale del vocabolo “delet”, porta. È la porta aperta della vita, che con il valore 4 si espande nelle quattro direzioni del mondo fisico: nord, sud, est e ovest; può inoltre essere riferita ai 4 Mondi della Creazione, che rappresentano diversi stadi di santità: AZILUT (emanazione), BRIYA' (creazione), YEZIRA' (formazione) e ASIYA' (azione).
Ma indica anche “dal”, povero, la dimensione in cui l’anima vive l’esperienza della mancanza, propulsore necessario al desiderio di crescita spirituale.
Anche nell’apparente staticità del 4 c’é la pulsione del movimento divino.

Ora passiamo alla fase pratica: quando si presenta l’Imperatore in una stesa può significare l’autorità, il potere. Personaggio di spicco nelle Istituzioni, con ruolo di rilievo. Volontà, disciplina, inflessibilità, dominio, severità.
Stabilità, serenità per ciò che è stato raggiunto, una prima tappa conclusa con successo.

Viceversa può rappresentare abuso di potere, egoismo, egocentrismo, falsità nei rapporti interpersonali. Caparbietà, inflessibilità, incapacità di proseguire, perché trattenuto dalla paura di perdere ciò che ha conquistato. Fissità.

Bisogna osservare bene come è situata questa carta nella stesa, perché la possibilità di non comprendere bene cosa voglia indicarci è grande.
Se utilizzata per investigare se un risultato possa o meno essere raggiungibile, il responso è positivo, ma nasconderà una certa incertezza finale ed anche insoddisfazione per l’incompletezza e la transitorietà dello stesso. Bisognerà agire, partendo da ciò che si sa fare, superando la staticità che la troppa sicurezza di sé potrebbe consigliare.
In una indagine di tipo affettivo, potrebbe indicare un rapporto basato solo su aspetti puramente materiali, con poco spazio agli aspetti emotivi, sentimentali, forse anche un rapporto interessato.
Se usate per indicare personaggi, essi sono sicuramente influenti.




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