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STELLIUM, QUESTI PERICOLOSI SCONOSCIUTI

a cura di Amata Gioviale
 

Tante cose della vita ci arrivano dalle persone, molte più di quanto pensiamo. Un vecchio detto recita che anche la regina ha bisogno della vicina; quando parlo con le mie clienti, se vedo buoni transiti in casa III oppure in XI, in particolare, ma anche pianeti positivi sui punti focali del tema quali dominante e luminari, le incoraggio sempre a cercare nuovi ambienti in cui inserirsi, poiché certo non tutti possono essere gli amici del cuore, ma ci sono le persone, a mio avviso fondamentali, che ci accompagnano nel cammino, fanno un pezzo di strada con noi insomma; ci passano informazioni utili, dal miglior fisioterapista alla brava ragazza per le pulizie. Ci invitano alle feste, si ricordano di noi a Natale, ci scaldano un po’ con l’allegria che solo una comitiva ti può dare.

L’intuizione sul ruolo degli stellium nella vita di una persona me la diede quella che allora era un’amica, con sei pianeti in prima casa, in due segni.

Ero davvero una neofita all’epoca, non avevo come oggi analizzato centinaia di temi ma percepivo che quel grosso ammasso, come poi battezzerò gli stellium con più di cinque pianeti, non erano nulla di buono:  quello della mia amica appiattiva la personalità anziché esaltarla, come si potrebbe pensare trovandosi tanti pianeti in casa prima, e risucchiava completamente la VII.

Proprio per questa dinamica, non c’era nulla che lei desiderasse se non sposarsi e avere una famiglia: non aveva particolari ambizioni lavorative ed era caratterialmente predisposta a fare la casalinga come la mamma e la sorella. Nulla di male nell’avere un obiettivo di tipo affettivo e familiare: ma questo cielo le offrì tante cose, fra cui un ottimo impiego, una famiglia d’origine affettuosa, e devo dire anche una certa gradevolezza d’aspetto e di modi. Ma un amore solido che sfociasse nel matrimonio, e dei figli, le sono stati negati; avendo oggi 53 anni, dubito che almeno la seconda possa realizzarsi, e anche in quanto all’amore, ormai è anche molto fredda, rassegnata, il che di certo non aiuta.

A volte, per apprendere e crescere professionalmente in astrologia è più utile osservare lo stesso tema per 30 anni che tanti temi in un dato momento. In tre decenni di amicizia, ho visto passarle sui punti nevralgici del tema di tutto, ricevere trigoni e sestili, ha fatto 12 rivoluzioni solari mirate con estrema pazienza, (e per fortuna lavorava in Alitalia), ma niente, non succedeva mai niente, e se accadeva erano storie e uomini sbagliati sin dagli esordi. Questa cosa che gli stellium pongono una resistenza a transiti e rivoluzioni, fa riflettere sul ruolo che le RSM possono avere nella vita di una persona, in determinati casi.

Iniziai allora a comprendere l’esizialità di avere un grosso stellium nel proprio cielo natale, e suffragai con lo studio e l’esperienza questa visione; ad un certo punto, mi resi anche conto che non esisteva, in lingua italiana almeno, un testo interamente dedicato all’approfondimento di questa configurazione così critica. Decisi quindi di scriverlo io (è di prossima pubblicazione) e tramite i social lanciai una ricerca: mi arrivarono quasi 4000 casi, da cui estrapolai i 170 più interessanti,  per  sottoporgli un questionario;  feci anche un’analisi a voce con i soggetti sulle loro vite e aspettative.

Sono della Vergine, io devo fare le cose con metodo e calcolo, non credo se non vedo e soprattutto non scrivo se non so di poter dimostrare le mie teorie. In questo, sono assolutamente d’accordo con Ciro Discepolo quando caldeggia di affrontare lo studio dell’arte di Urania, come lui spesso definisce l’astrologia,  con gli stessi strumenti della scienza: dati statistici, confronti, esperimenti su larga scala. Solo lavorando con metodo possiamo nobilitare l’astrologia dimostrando le infinite verità in essa giacenti.

Non sono la prima di certo ad affermare che gli stellium spesso siano elementi di difficoltà e problemi nella vita delle persone e in astrologia mondiale. Lo stesso Discepolo lo ribadisce in alcuni scritti: gli stellium sono una sorta di blocco energetico, un ammasso che anziché arricchire depaupera, privando il soggetto della buona sorte, con particolare riferimento alla casa in cui lo stellium si trova alloggiato, e a quella opposta, per il ben noto fenomeno di “risucchio”.

Barbault va anche oltre, nella sua teoria dei cicli planetari, che proprio nel 2020 ha dimostrato la sua efficacia indicandolo come anno pesantissimo nel cammino del genere umano, parte proprio dall’idea che gli allineamenti di molti pianeti segnino un momento nefasto: pensiamo ai cinque pianeti in Capricorno dell’anno scorso.

Diciamo quindi che la letteratura classica aveva già illustrato che l’azione di fondo degli stellium spesso fosse un blocco vitale di alcuni settori della vita e spesso un appesantimento generale per le azioni del soggetto, una sorta di sfortuna. Ma l’omogeneità di giudizio si ferma qui, perché possiamo trovare opinioni anche molto contrastanti su questi raggruppamenti: chi dice che uno stellium è minimo di tre pianeti; chi dice che essendo l’elongazione massima quella di Venere, è ovvio che avere Sole, Mercurio e Venere vicini sia molto frequente, troppo per poter avere un ruolo particolare nei destini e quindi fissa a quattro il minimo di corpi celesti necessari per essere definiti stellium. C’è chi sostiene che almeno due pianeti su quattro debbano anche essere congiunti, chi dice che se la congiunzione non è fra tutti i pianeti abbiamo un modello a “trenino” di Edmund Jones ma non uno stellium, e sto citando i mostri sacri dell’astrologia, studiosi antichi e moderni che hanno lasciato il segno nell’arte di Urania.

Ovvio che fosse necessario fare ordine fra le tante opinioni, e con i miei studi sono arrivata a elaborare una serie di conclusioni ulteriori che nessuno aveva scandagliato a fondo. Non pretendo di avere la verità rivelata, il mio lavoro sarà come sempre soggetto alla verifica e al confronto con i colleghi, e con le future generazioni. In primis: cosa è uno stellium? A mio modesto avviso, è un raggruppamento di pianeti, minimo tre, di cui almeno due congiunti fra loro. Ovviamente queste presenze celesti possono essere collocate in due segni o case diverse, mutandone profondamente il valore. Oltre i quattro corpi stessa casa o segno, io li chiamo ammassi e sono i più pericolosi.

Come sappiamo difatti gli stellium non sono tutti uguali, e mi sorprende che nessuno abbia sentito l’esigenza di creare una cosiddetta scala di valore. Non è questa la sede per scendere nei dettagli di decine di combinazioni fra numero di pianeti e distribuzione fra segni e case, o analizzare il ruolo dei pianeti in domicilio o caduta, o ancora gli aspetti dei pianeti coinvolti in uno stellium; ma di certo non si può evitare l’affermazione fondamentale, cioè che gli stellium di cinque pianeti o più nello stesso segno e nella stessa casa sono i più critici perché il loro effetto non si ripartisce fra i segni e le case coinvolte.

Partiamo dal fatto che spesso il ruolo di blocco del settore ospitante e di risucchio di quello opposto,  segna quella che poi diviene la maggior aspirazione del soggetto. In pratica, vedendosi negato un certo raggiungimento, la persona coinvolta sente ardentemente questa mancanza e inizia a desiderare proprio quella cosa in modo possente, come se il fatto di non arrivarci pregiudicasse la vita intera, come se si mancasse lo scopo per cui si è venuti al mondo.  Ho visto persone con stellium in terza sognare di  spostarsi  spesso, magari per lavorare all’estero, e  sistemarsi alle poste dietro casa e scoprire di soffrire mal d’aereo o d’auto in modo rilevante; o ancora con un ammasso in sesta  persone che auspicano di trovare un lavoro fisso, senza mai riuscire magari per problemi di salute ( risucchio XII). E anche, ho visto persone con grossi ammassi che non raggiungevano mai i loro scopi senza nemmeno una ragione apparente, così, direi per sfortuna, per caso, nonostante l’impegno profuso in tal senso.

In seconda analisi, vediamo che uno stellium, in particolare se di dimensioni importanti, ingabbia le energie, i significati dei pianeti presenti nello stellium stesso, sia  come carattere che come opportunità: ad esempio Marte e Venere racchiusi tra due lenti e un luminare, rendono  le persone bloccate sul versante amoroso, Mercurio e Giove nella professione e così via, sempre considerando che la casa dona poi un “colore” generale all’insieme di corpi celesti. Mi colpì il caso di una persona che aveva entrambi i luminari stretti fra malefici, di IV su cinque congiunti, appariva invisibile. I professori la interrogavano per ultima come si fossero dimenticati di lei, la gente le passava avanti come se al suo posto ci fosse aria, sul lavoro si dimenticarono il suo nome per l’invio dei pacchi natalizi, alle feste persino di famiglia nessuno la interpellava, e dire che aveva due lauree ed offriva un‘ottima conversazione: infatti il Sole e la Luna, si chiamano luminari perché emettono luce, sono l’essenza della personalità, il modo in cui ci vedono;  nascosti questi  da una cortina di pianeti, ella sembrava proprio priva di visibilità al mondo.

Il terzo  punto interessante è che i transiti sugli stellium sono impegnativi, sia al positivo che al negativo sembrano respinti da un muro di gomma. Ricordiamoci che gli aspetti negativi, detti anche meglio dinamici, sono essenziali al percorso dell’individuo e alla sua crescita, alle sue esperienze senza le quali non sarà in grado di cogliere le occasioni dei transiti positivi. Dico spesso che l’uomo ha inventato la ruota perché il cibo era dopo la montagna; senza difficoltà, non c’è progresso. Gli stellium e gli ammassi agiscono proprio come sosteneva la Morpurgo, i corpi celesti  che sono congiunti strettamente, ( anche se non in uno stellium)  risultano come due colonne saldate che reggono meglio i colpi dei transiti, rendendo gli effetti più sordi, più contenuti. Chiaro che in un  grosso insieme di pianeti vicini e congiunti, tale effetto si triplica.

Ultima considerazione: gli stellium sembrano non risentire della presenza di punti fittizi o corpi minori, tipo Chirone o punti gamma, nodi lunari, ecc. ecc. se non quando  gli ammassi stessi sono molto grossi, ad esempio cinque o anche sette pianeti, come se la loro presenza si percepisse solo come ulteriore aggravio di qualcosa di eccessivo già di per sé, mentre non  fanno la differenza negli stellium piccoli; e comunque non agiscono in modo determinante in nessuno dei casi suddetti.




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